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bagaglio-a-manoL'economia, secondo Aristotele, rappresentava la fonte di tutte le attività dell'uomo, dirette non solo verso un obiettivo immediato che cambiava di volta in volta, ma anche verso un obiettivo supremo, l’autorealizzazione della felicità in quanto fine ultimo assegnato agli uomini e alle loro azioni.

Dal grande filosofo greco, il concetto di bene comune della città venne elaborato nel suo testo, La Politica, come qualcosa di ben distinto e superiore al bene singolo dei cittadini. L'uomo per natura è adatto a vivere in società: chi vive da solo o è una bestia o un dio. L'uomo ha dei bisogni ma non è in grado di soddisfarli da solo: ha bisogno degli altri. Sempre l’uomo, essendo un animale sociale, raggiunge la completezza attraverso i suoi rapporti con gli altri. Di tutto questo poco rimane all’uomo contemporaneo e capitalista tutto concentrato a pensare a come sovrapporre i propri interessi a quelli della comunità. Da questo punto di vista, in un certo qual modo, l'economia meridionale deve aver sofferto molto dopo l'unificazione d’Italia, quando la sua industrializzazione fu interrotta per essere reimpiantata nelle regioni del Nord. Anche la povertà e la criminalità organizzata erano questioni di vecchia data nell'unificazione dell'Italia meridionale e in seguito è peggiorata ad arrivare all’oggi con il costo umano di anni di saccheggi da parte degli amministratori governativi e del sistema sanitario calabrese.

L'Italia ha una delle aspettative di vita più alte al mondo, ma le statistiche sulla salute della regione Calabria sono tra le peggiori in Europa. Il numero medio di anni in cui i calabresi godono di buona salute si attesta a 52,9, secondo l'ufficio statistico italiano, inferiore sia a Romania che Bulgaria. Un residente nella ricca regione dell'Italia settentrionale di Bolzano, al confronto, gode in media di 70 anni di buona salute. La Calabria ha anche il più alto tasso di mortalità infantile in Italia, mentre decine di migliaia di “rifugiati sanitari” lasciano la regione ogni anno per farsi curare in migliori ospedali del centro- nord.

Non è una coincidenza che nelle campagne di propaganda antimeridionale si siano distinti proprio gli organi di stampa più vicini ai poteri forti, come se il loro interesse non fosse quello di distribuire davvero risorse finanziarie al Sud, ma di crearsi un alibi per la propria inettitudine grazie al mito del Meridione assistito, eterno peso morto che vampirizza le risorse del Nord. In questa forma di divulgazione si ricorre talvolta alla finzione di fornire dati statistici, ma sempre con l’accorgimento di omettere dati decisivi. Ad esempio: si elencano i fondi stanziati per il Sud, senza precisare quali di questi fondi risultino poi effettivamente versati. La reticenza dei governi a versare quanto dovuto non ha bisogno di giustificazioni di fronte ad una opinione pubblica abituata a ritenere, per verità indiscussa, che ogni risorsa che vada al Sud venga immancabilmente intercettata dalla camorra e dalla mafia. Qualche tempo addietro, un'indagine del Financial Times stabiliva come le tracce di denaro dei crimini commessi a danno dei calabresi siano arrivate ai centri finanziari di Londra e Milano. In aggiunta, i profitti ottenuti dalla miseria dei pazienti negli ospedali calabresi sarebbero stati impacchettati in strumenti di debito utilizzando il tipo di ingegneria finanziaria tipicamente preferita dai fondi comuni di investimento e dalle banche. Centinaia di milioni di euro di queste obbligazioni, molte contenenti dubbie fatture firmate da parti del sistema sanitario successivamente ritenute infiltrate dalla criminalità organizzata, sarebbero state vendute a investitori internazionali che vanno dalle banche private italiane a fondi pensionistici nella Corea del Sud.

"Se non avessimo la Calabria - ha detto il Ministro Renatino Brunetta - la conurbazione Napoli-Caserta, o meglio se queste zone avessero gli stessi standard del resto del Paese, l'Italia sarebbe il primo Paese in Europa". Ed ancora: "un cancro sociale e culturale. Un cancro etico, dove lo Stato non c'é, non c'é la politica, non c'é la società".

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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gigino pelNoi pochi ma sciagurati siamo convinti che l’uso della nuova tecnologia finirà per distruggere, finalmente, nel prossimo decennio, definitivamente la liberal-democrazia e l’illusione di “libertà” degli esseri umani. Al contrario, il resto del mondo si preoccupa dei modi in cui cattivi attori potrebbero utilizzare i social media e altre tecnologie digitali per distorcere la realtà. Teme per il futuro del giornalismo. E pensa che il “capitalismo di sorveglianza” basato sui dati, rappresenti una minaccia per la tanta agognata libertà delle persone.

Sebbene la “sovranità popolare” sia molto più che semplicemente “elezioni” (una democrazia funzionante, si diceva qualche tempo fa, richiedeva il pieno godimento di tutti i diritti civili e politici, nonché l'uguale godimento dei diritti economici, sociali e culturali), i sondaggi pubblici rivestivano comunque un'importanza centrale. Un fatto è ormai certo, la comunità internazionale ha prestato molta poca attenzione alla questione di come abbracciare l'era digitale e i suoi benefici, mantenendo - e rafforzando - l'integrità e la legittimità delle tanto care e amate elezioni.

Oggi, pochissimi paesi conducono elezioni in gran parte senza tecnologia, mentre l'utilizzo di almeno un po’ di tecnologia è ormai una realtà per la maggior parte delle commissioni elettorali. Tuttavia, uno sguardo più attento a questi dati rivela grandi differenze a seconda del tipo di tecnologia in questione.

In ogni caso, ciò che appare molto chiaro, è che l'uso della tecnologia, non farà che aumentare nei prossimi anni e decenni. A tale proposito, avrebbe dovuto essere il momento, per le istituzioni liberal-democratiche, di impegnarsi a garantire che la nuova tecnologia digitale servisse a rafforzare l'inclusività e l'integrità della sovranità popolare, e quindi promuovere e proteggere i diritti civili e politici, piuttosto che il contrario, come sta avvenendo. Il caso più eclatante è passato sotto gli occhi del mondo il 6 gennaio a Capitol Hill. In un momento di crescente sfiducia tra i cittadini e i loro governi, la tecnologia avrebbe potuto svolgere un ruolo fondamentale nella creazione di un vivere sociale più trasparente e inclusivo. Chiaramente ai potenti del mondo occidentale e non solo, tutto questo risulterebbe indigesto.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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sindaco napoliMentre a livello nazionale si costruisce uno schieramento trasversale intorno ad un governo “tecnico” al servizio delle banche e del mercato, che unirà tutti i partiti da Pd alla Lega per garantire gli interessi di Confindustria, in Calabria lavoriamo per altro.  

Alle prossime regionali, sarà in campo una coalizione di cittadini e cittadine guidata da Luigi De Magistris che vuole inaugurare una nuova stagione in Calabria, in alternativa alle forze che hanno finora mal gestito la nostra terra, indifferenti alle esigenze dei calabresi e al riconoscimento dei loro diritti.  

Come militanti di Potere al Popolo contribuiremo al cambiamento concreto della vita dei calabresi attraverso la lista "Calabria resistente e solidale", un percorso orizzontale che vede al suo interno come sostenitori e candidati esponenti della Calabria che si è mobilitata da sempre contro logiche neoliberiste e del malaffare, con attivisti di movimenti per la sanità, per l’ambiente, per percorsi di lotta e uguaglianza.  

Lo faremo rivendicando giustizia sociale e non giustizialismo, insistendo su tematiche ambientali da sempre vicine alle nostre istanze, diritti su tematiche come lavoro e questioni di genere, antirazzismo e soprattutto sanità realmente pubblica, sposando le rivendicazioni che tanticittadini calabresi hanno espresso nelle piazze variegate dei mesi scorsi, in una terra in cui non vengono garantiti neanche i minimi servizi assistenziali.  

Come Potere al Popolo siamo nati e continuiamo ad esistere per questo, per dare una rappresenta politica agli invisibili che non hanno voce in capitolo. Per ricostruire un orizzonte di giustizia sociale con ogni mezzo possibile, rappresentando anche nel momento elettorale le istanze che promuoviamo sui territori.  

In Calabria è finalmente tempo di cambiamento! Calabria Resistente e Solidale con De Magistris.  

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