
Si chiude una vertenza che ha visto in prima linea il CCI insieme ai cittadini
AMANTEA (CS) – Giovedì, 18 Ottobre 2018 – OK della Regione ad un investimento di 3,7 milioni di euro per la riqualificazione del Porto di Amantea. L’importante infrastruttura marittima, strategica per il mercato ittico e turistico, è stata inserita nella graduatoria degli interventi a valere sul POR Calabria 2014-2020. Si chiude, così, una vertenza tra il territorio e la Regione Calabria, durata mesi, e che oggi viene portata a risoluzione grazie e soprattutto alle battaglie politiche condotte da Il Coraggio di Cambiare l’Italia e dai suoi rappresentanti locali.
È quanto fanno sapere il presidente nazionale del movimento, Giuseppe Graziano, ed il coordinatore civico del CCI, Vincenzo Lazzaroli, al termine del lungo e persistente confronto tra cittadini, governo regionale, il già Commissario straordinario della cittadina tirrenica, Anna Aurora Colosimo e l’ufficio comunale Lavori pubblici, che lo scorso anno, nel periodo di commissariamento, ha prodotto, nei termini, la domanda di finanziamento sulla portualità della Regione Calabria.
Portiamo a compimento – dice soddisfatto Lazzaroli – un iter procedurale durato mesi e che oggi, dopo una prima ed ingiusta esclusione dai finanziamenti, vede il Comune di Amantea beneficiario di un importante attribuzione di fondi che saranno utilizzati per superare definitivamente il problema dell’insabbiamento del Porto. Questa struttura può ritornare a vivere grazie al lavoro svolto dal coordinamento cittadino de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, con il determinante supporto del presidente Graziano, che nei mesi scorsi si è fatto carico di mediare con il governo regionale e trovare una soluzione quanto più congeniale alle gravi problematiche del porto. Abbiamo lavorato per restituire un futuro ad un’infrastruttura strategica ascoltando le istanze di quanti vivono di mare, diportisti e pescatori in primis, che in questi anni hanno sempre manifestato il disagio per lo stato di abbandono della darsena. Pur tra le mille difficoltà e nella solitudine delle istituzioni locali – precisa il coordinatore civico del CCI - non ci siamo arresi e abbiamo avviato una persistente attività di sensibilizzazione, instancabile, testarda e decisa mirata a far ripartire una delle opere baricentriche nel quadro economico e di sviluppo del basso Tirreno cosentino.
La vicenda del Porto di Amantea – aggiunge il presidente Graziano – è l’esempio di come un’azione politica che parte dal basso e con il supporto della gente può raggiungere i risultati sperati dai cittadini. Se oggi si ritorna a parlare di prospettive e nuovi orizzonti per questa struttura è perché a monte c’è stato un instancabile lavoro di squadra che ha saputo portare la voce della gente nel cuore delle istituzioni regionali. Tutti ed ognuno, dai cittadini, ai rappresentanti del Coraggio di Cambiare, agli uffici comunali e regionali, finendo alla Giunta regionale, hanno giocato il proprio ruolo determinante per giungere ad un risultato vincente. I nostri referenti sul territorio, con a capo – precisa - l’instancabile Vincenzo Lazzaroli, hanno raccolto le istanze della cittadinanza degli operatori del mare, che sono state poi portate in seno alla Regione attraverso una persistente attività istituzionale. E questo ha permesso che il progetto di riqualificazione del Porto di Amantea, dapprima riconosciuto urgente ma non finanziabile, fosse inserito poi nel piano di investimenti. Il nostro impegno – ricorda Graziano – non finisce qui. Ora vigileremo affinché i fondi vengano trasferiti al Comune rispetti il crono-programma per evitare il definanziamento dell'opera così che gli amanteani e soprattutto i pescatori e quanti gravitano attorno alla struttura portuale, possano ritornare a fruire di un’opera pubblica – conclude il leader nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia - nata proprio per ridisegnare le prospettive di una terra che ha tante potenzialità ancora inespresse. ©CMPAGENCY
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Ufficio stampa - Il Coraggio di Cambiare l'Italia
Si tratta di milioni di euro che dovranno essere pagati dal comune di Amantea e che a quanto pare non rientrano nemmeno nel dissesto e, quindi, dovranno essere pagati per intero senza abbattimenti di sorta, più o meno legittimi.
Milioni di euro che derivano dalla sentenza emessa dal tribunale di Paola giorno 4 ottobre 2018, dopo anni ed anni di causa, sentenza che sarebbe stata notificata stamattina 17 ottobre al comune di Amantea a cura degli avvocati dello stesso Ente.
Parliamo degli avvocati Nunzio Raimondi, del foro di Catanzaro, e Concetta Metallo, del foro di Paola.
Vi starete chiedendo di cosa stiamo discutendo, vero?
Ebbene, parliamo della causa promossa dall’Hotel La Principessa contro il comune di Amantea, la regione Calabria e la provincia di Cosenza per i danni provocati dal Porto di Amantea alla spiaggia a sud . letteralmente scomparsa, e che ha reso impossibile la sua fruizione da parte del complesso turistico
Una vicenda della quale parleremo a lungo, ancora più se, davvero, i cittadini amanteani saranno , come sembra, chiamati a pagare i danni stabiliti dai giudici a favore dei ricorrenti.
Parliamo, come detto, di milioni di euro
Se anche non è stato riconosciuto a favore del ricorrente il danno emergente richiesto e quello di immagine sarà quantizzato nei prossimi mesi ,il lucro cessante assommerebbe a diversi e diversi milioni di euro.
L'importo sarà stabilito dai giudici.
Sembra che gli avvocati romani Manti e Reggio D’Aci ben famosi ad Amantea per aver fatto vincere la causa agli amministratori comunali quando venne sciolto per mafia il consiglio comunale, questa volta non siano riusciti a tutelare gli interessi della città.
Stando alle prime indicazioni sembra che la difesa del comune esercitata da Manti-D’Aci, sia stata orientata a sostenere la incompetenza del magistrato ordinario, spettando, al contrario, il giudizio al TAR, tesi questa non accolta dal tribunale paolano.
Non solo ma sembra che la regione sia stata prosciolta da eventuali responsabilità perché il progetto è stato approvato dal comune, donde la totale responsabilità di quest’ultimo.
Ma, ci chiediamo, possibile che la regione sia diventata solo un ente erogatore senza entrare nel merito dell’opera , quasi che fosse una sorta di cassa depositi e Prestiti dei vecchi tempi ?.
Quasi come se, erogato il finanziamento pubblico, possa mancare ogni forma di attenzione e di controllo?.
Similmente sarebbe stato prosciolto da ogni responsabilità l’ente provincia proprio perché non avrebbe avuto responsabilità alcuna nella valutazione del progetto del porto.
La prima domanda che ci stiamo ponendo è la seguente: Ma chi ha approvato il progetto?
La seconda domanda :Ma chi ha approvato il progetto?
La terza: Ma dove sono finite le prove in vasca fatte eseguire dal comune di Amantea?
La quarta: Ma le prove in vasca avevano dichiarato l’opera eseguibile ed a quali condizioni?
Ci fermiamo qui, per il momento, ma con l’impegno a maggiori riflessioni.
Il 15 ottobre alle ore 11.30 convocato il consiglio comunale in sessione ordinaria.
Un unico punto all’ordine del giorno: Affidamento della riscossione spontanea e coattiva delle entrate comunali e patrimoniali all’Agenzia delle Entrate- Riscossione. Approvazione schema di convenzione ed autorizzazione al responsabile di settore.
Avevamo visto bene nel nostro articolo “Arriva la Fiera. Non spendete troppo stanno arrivando i tributi comunali”, soprattutto evidenziando che stante lo stato di dissesto al 31.12.2016, le difficoltà se non la disabitudine sociale nei pagamenti dei tributi , una condizione che potrebbe portare addirittura allo scioglimento dell’amministrazione comunale, il comune per indurre decisamente il pagamento dei tributi ha deciso di affidarsi all’agenzia delle Entrate che userà tutti i propri poteri per indurre detti pagamenti, quali il blocco delle auto, il pignoramento di conti e pensioni senza bisogno di preventivo avviso al contribuente.
Una decisione sofferta.
Una decisione che per qualcuno è anche una fregatura.
Ma evidentemente una decisione obbligata finalizzata a dare al ministero il senso che il comune intende fare sul serio riducendo le spese non obbligatorie anche se queste danno visibilità e volto alla stessa amministrazione.