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amantea-terrazza-calabria-contatto"Il momento storico che vive la nostra Città richiede approfondimenti e ragionamenti finalizzati alla ricerca di soluzioni condivise, capaci di superare la profonda crisi politicoistituzionale in essere. Urge, pertanto, un nuovo e chiaro progetto politico-amministrativo la cui realizzazione non può che avvenire attraverso percorsi condivisi e inclusivi. Partendo da queste premesse, alcune associazioni culturali, insieme a giovani, professionisti, studenti e altre realtà politiche attive in Città, dopo un ampio confronto, svoltosi all'insegna del dialogo ed entrando nel merito delle diverse criticità, hanno deciso di lavorare ad una vera alternativa politica e amministrativa per Amantea e Campora San Giovanni. L'obiettivo è quello di giungere alla definizione di un percorso amministrativo comune, partecipato e condiviso, da realizzare con altruismo, competenza e sobrietà. Lo scioglimento del Consiglio Comunale ed il dissesto finanziario sono, tutt'ora, una brutta pagina per il nostro territorio che necessita di un cambio di passo e di una totale revisione del modo di intendere la politica e di amministrare il nostro Comune. Solo così il nostro territorio potrà rilanciarsi ed ambire ad una vera e duratura crescita sociale, culturale e produttiva. L'iniziativa civica posta in essere, dunque, continuerà nel suo percorso di confronto e di ricerca della più ampia condivisione al fine di creare una concreta e lungimirante proposta amministrativa da presentare alla cittadinanza nel corso delle prossime elezioni amministrative." Costituendo Progetto amministrativo "La Mia Città"

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gigino pelUn’esigenza importante e precisa di molti cittadini meridionali è il bisogno di “riconoscersi” come una comunità di vita.Una necessità avvertita diffusamente in molte cittadinevilipese del Sud. Una di questecomunità, in un passato non così remoto, trovava fondamento nella rappresentanza degli interessi di tutti i cittadini e nella tutela più autentica dei principi sanciti dalla Costituzione repubblicana.

Era proprio la Carta, infatti, a formulare nitidamente i valori, le prospettive, i diritti e i doveri che ci consentivano di concepirci come “comunità, che avrebbe potuto fornirei la possibilità di guardare al futuro con maggiore coesione e solidarietà, oltre la “retorica dei buoni sentimenti”.

In meno di 2 mesi una di queste comunità dovrebbe impegnarsi a ricucire socialmente la città e a offrire fiducia a una generazione che spesso si è sentita inascoltata, delusa, tradita dalla politica e che, con tanta fatica, qualcuno ha caparbiamente continuato a motivare e supportare, una generazione che non vuole assistere al cambiamento ma vuole esserne parte, motore propulsore.
Spesso negli ultimi anni, qualcuno retoricamenteha cercato di richiamare la politica, le istituzioni, le organizzazioni sindacali a operare tenendo conto degli effetti della crisi economica verso i più giovani. D’altronde, quale società può definirsi sicura se privata dei “valori positivi della convivenza”? Quale comunità, che intende costruire il proprio futuro,potrà fare a meno delle giovani generazioni?

Prefetti, questori, sindaci e presidenti di regione. Ciascuno, quasi sempre finora, proiettato e immerso sul proprio percorso; tutti, nella maggior parte dei casi, si sono dimostrati ben poco coesi e integrati in un'azione istituzionale comune.

Nel secolo scorso, all’epoca dell’espansione industriale, la condizione miserabile dei bambini che lavoravano nelle fabbriche era sotto gli occhi di tutti, ma solo gli occhi di qualche artista, come Dickens, di qualche filantropo, o di qualche teorico della rivoluzione sociale hanno saputo vederla. Da cosa deriva questa facoltà straordinaria di non vedere cose tanto evidenti? Una risposta molto acuta la dava Edgard Allan Poe, che induceva gli uomini a concludere che il luogo migliore per nascondere qualcosa che non vogliamo far trovare è di metterlo sotto gli occhi di tutti. 

Come si è potuto far finta di nulla per così lungo tempo al disagio e alla sofferenza di tanti concittadini per la gran parte giovani.

Meritano rispetto, questo disagio e sofferenza. Meritano di non essere strumentalizzati, né in un senso, né in un altro dai vari Sparaballe che in questi giorni, che precedono le elezioni comunali imperversano sulle strade e sulle spiagge. La sofferenza rappresenta il grande mistero che accompagna l’esistenza e toglie la sordina alla profonda domanda di significato, al 'perché?' che continua a emergere dalle profondità di questo tanto amato Mare, talora anche con modalità estrema.

Le sofferenze ― sia fisiche che morali ― degli altri rischiano di sottrarsi alla nostra attenzione proprio perché sono così macroscopiche, apertamente sotto gli occhi di tutti.

Gigino A Pellegrini & G elTarik in un distratto collegamento dalle profondità marine.

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FrancescaRedaMendicino, 26 marzo 2022 -«Da anni denuncio le irregolarità e le spese poco oculate dell’amministrazione Palermo. Quanto da me segnalato, più volte in Consiglio comunale e nel 2017 alla Corte dei Conti, trova oggi riscontro in ben due sentenze che bocciano l’operato del sindaco di Mendicino e di alcuni amministratori, oggi condannati per danno erariale».

È quanto afferma la consigliera comunale di Mendicino e componente del direttivo regionale PD, Francesca Reda, che sottolinea la «superficialità con la quale sono state gestite le poche risorse economiche dell’Ente. Nonostante la Sezione di Controllo della Corte dei Conti avesse più volte riscontrato alcune criticità e la necessità di evitare spese non obbligatorie, il Comune ha effettuato delle spese in contrasto con quanto disposto proprio dalla Sezione di controllo e in palese violazione delle norme. Benché fossero state evidenziate delle procedure di spesa che avevano condotto alla formazione di debiti fuori bilancio e di passività potenziali, il Comune non ha mai adottato delle misure correttive».

La prima sentenza della Corte dei Conti è la numero 216/2021. La Giunta nel novembre del 2016 emanò una delibera – approvata dal sindaco Antonio Palermo e dai componenti della compagine amministrativa da lui diretta - per il ricorso a una prestazione di servizio a titolo di assistenza specialistica per l’attuazione del programma amministrativo.

«In contrasto con quanto disposto nelle deliberazioni della Sezione di controllo il 21 novembre 2016 venne affidato – afferma la consigliera Francesca Reda -, in via diretta e senza gara, un incarico a un professionista qualificato (per la gestione dei servizi di pubblica amministrazione, gestione del parco macchine, accertamento e riscossione dei tributi, gestione della lettura dei contatori idrici, gestione del servizio di custodia degli animali, servizio di illuminazione votiva). Un provvedimento, come spiega la Corte dei Conti, che avrebbe dovuto essere supportato da idonea motivazione e presieduta dall’acquisizione del parere del Collegio dei revisori dei Conti. Ma tutto ciò non è stato fatto, questo incarico poteva essere svolto da qualunque responsabile degli uffici comunali. Il professionista incaricato, secondo il sindaco, invece avrebbe dovuto avere un ruolo di supporto e controllo sulle attività dei responsabili dei Settori amministrativo-finanziario e tecnico.  Questa scelta è stata considerata, così come è scritto nella sentenza della Corte dei Conti, “irragionevole (e dunque illegittima) proprio per le obiettive criticità evidenziate dalla Sezione di controllo, la cui sussistenza comunque imponeva a tutti gli amministratori e funzionari dell’Ente uno sforzo aggiuntivo teso al risanamento finanziario e non l’imposizione all’Ente di ulteriori spese”».

«A certificare la gestione fallimentare dell’amministrazione Palermo arriva poi un’ulteriore sentenza, la numero 33 del 2022 che accerta un danno erariale di euro 115.253,92.  Invece di contenere le spese e risanare i debiti si decise di organizzare ben due edizioni della manifestazione “Radicamenti, festa della seta”. L’Ente non avrebbe dovuto utilizzare – prosegue la consigliere Reda - fondi comunali per finanziare le edizioni 2016 e 2017, sono state ignorate le denunce da parte dell’opposizione, le deliberazioni e il blocco della spesa da parte della Corte dei Conti. La Sezione di controllo della Corte dei Conti aveva già segnalato criticità gestionali e irregolari che avevano prodotto squilibri economico-finanziari. Era necessario contenere le spese, apporre degli interventi correttivi ma le criticità si sono aggravate. E invece di contenere le spese e pensare ai servizi da migliorare per i cittadini si utilizzano i soldi per finanziare Radicamenti.

«Un festival – conclude Francesca Reda - che all’economia cittadina non ha prodotto poi grandi risultati ma alle casse dell’Ente è costato 114 mila euro. Spese che sicuramente si sono reiterate nel corso degli anni considerando che si sono svolte altre edizioni del Festival. E nel frattempo la situazione economico-finanziaria dell’Ente continua a peggiorare: a certificare l’operato fallimentare dell’amministrazione Palermo sono gli oltre 8 milioni di residui passivi che gravano sull’Ente e sull’intera collettività»

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