Il mio pessimismo più spinto dice che questacittà sdraiata sulle acque dell’Ulisse, tanto amata da pochi non ce la potrà fare a uscire dall'incubo nel quale è precipitata da oltre 50 anni. Chiedo scusa a tutti Voi Amanteani se non sono riuscito a distrarmi neanche con i "Giganti" e il "Ciuccio" di San Giovanni. Queste manifestazioni "pagane"(così venivano additate in negativo dalla Chiesa Cattolica Romana) che tanta gioia portavano a tutti noi adolescenti riempiendo le nostre notti di sogni meravigliosi e fantastici progetti futuri, non hanno più quel potere magico di risollevarci dalle ingiustizie e dalle brutture odierne.
Vivo immerso in una fluida dimora
Con un cielo di sfavillanti lucciole
Lo speranzoso rosso di fine giorno
veleggia e riempie i miei occhi
Profetica ora – ora che ridesta il trascorso!
A Te, Terra e mare di Ulisse
fino all'eclisse dell’ultimo raggio,
Canterò!
Lungo la costa tirrenica è possibile individuare uno sviluppo urbano tipico della città diffusa e lineare che ha portato ad una continuità di molti nuclei urbani di recente edificazione, con caratteristiche di insediamento e architettoniche per lo più spontanee e abusive, nella quale è ormai difficile cogliere i caratteri identitari tra le realtà urbane.
In molti casi si individua una periferia balneare costituita da seconde e terze case con i caratteri prevalenti dell’edilizia spontanea e speculativa dei villaggi costieri. Tale modello insediativo lineare ha prodotto una densificazione del territorio urbanizzato e un sovrapporsi in uno spazio relativamente breve di componenti che hanno alterato e banalizzato la fisionomia paesaggistica ed ecologica dei paesaggi costieri.
La costa tirrenica ha un’ossatura che individua dei caratteri specifici dovuti a ragioni morfologico/geografiche evidenti e a ragioni storico culturali. La costa brevissima in alcuni tratti, le connessioni infrastrutturali, la montagna, è questo susseguirsi di ambiti differenzianti che rende la costa uno spazio fragile e sensibile. L’inquinamento delle acque marine è sensibilmente aumentato negli ultimi anni per l’incremento della presenza umana durante i mesi estivi, nonché quello delle falde per il gran numero di pozzi neri presenti in questi insediamenti e una rete fognaria inadeguata che riversa sistematicamentenel Mare di Ulisse i suoi profumatissimi frutti.
La Giunta regionale sembra voler ripristinare le normali condizioni di funzionamento degli impianti di Nocera Terinese, San Lucido, San Nicola Arcella, Belvedere Marittimo, Guardia Piemontese, Sangineto,Amantea, Belmonte Calabro. La eccezionale situazione di pericolo per la salute non è diversamente fronteggiabile se non attraverso l’adozione di misure di carattere straordinario e derogatorio del vigente riparto delle competenze amministrative in materia.
Auspichiamo chela Giunta appena elettapossa dare presto delle risposte, ai cittadini e ai pochi turisti che in questi mesi vengono allettati da prezzi bassissimi delle case.
Gigino A Pellegrini& G elTarik
Una generazione costretta nell’angolo del ring, condannata ad entrare nel mondo del lavoro da precaria ed in età inoltrata. Questo atteggiamento sconsiderato è figlio di una generale immoralità pubblica e privata, di cui si percepisce una netta e squallida sensazione ogni volta che si leggono i giornali o si vede un telegiornale qualsiasi.
Alcuni meridionali hanno cominciato a rendersi conto di questa bancarotta, cominciano a capire che il loro futuro non può essere delegato a governanti che parlano una lingua a loro sconosciuta. Sono dati di un tracollo senza appello a cui si continuano a contrapporre, almeno fino ad oggi, le solite politiche sterili e fini a se stesse che hanno ormai condannato allo spopolamento di una delle aree più belle e culturalmente importanti del nostro Paese.
La Calabria, che ultimamente ha subito un’invasione di alcuni gasteropodi terrestri (esemplare di mollusco provvisto in genere di una conchiglia dorsale avvolta a spira da cui fuoriesce una zampetta per la locomozione e il capo con occhi tentacolati, si ciba praticando fori nei fragili muri della sua povera dimora, attraverso cui succhia la carne delle sue vittime).
Così come in natura esistono predatori che catturano e uccidono altri animali per alimentarsi, anche fra gli esseri umani si verifica un fenomeno simile. Fenomeno violentissimo di cui sono protagonisti i cosiddetti predoni; veri e propri “rapaci” e le loro sfortunate vittime: semplici e a volte sprovveduti cittadini.
Dopo secoli di angherie, i Meridionali si sono “abituati”, quasi fosse normale, ad Amministratori della Cosa pubblica, che per lunghi anni hanno saccheggiato le risorse pubbliche, lasciando anche ai propri dirigenti la gestione degli uffici pubblici nell’interesse personale o di gruppi di potere, nessuno di questi esseri mostruosi sembra esser mosso da altro che dall’ ingordigia di acquisire dei vantaggi, più che dalla volontà di offrire un servizio alla collettività.
Nessuno crede più in niente, tanto che la collettività Calabrese appare triste e rassegnata, senza alcun impulso, senza nutrire alcuna speranza, sempre più chiusa in sé stessa.
L’identikit del rapace: in apparenza si tratta di un soggetto come tanti, non è quasi mai un leader. Solitamente è spilorcio, egocentrico, narcisista e con delle ideologie razziste. Il suo obbiettivo è la decomposizione morale, personale, psicologica e sociale delle sue vittime, tanto che a volte si arriva al punto in cui queste decidano di porre fine alla loro vita. Uno sguardo, una parola o una semplice insinuazione possono bastare a scatenare un processo di distruzione dell’altro. Le azioni portate a termine dai predoni sono così quotidiane che a volte sembrano quasi normali, mentre le vittime stanno zitte e soffrono in silenzio. Attraverso un processo di violenza morale e psicologica continua, si può infatti arrivare a fare a pezzi un’altra persona.
Questa metastasi tumorale, creatasi negli ultimi decenni, ha avuto una forte accelerazione con l’avvento al potere di “partiti” che perseguono esclusivamente i biechi interessi di una minoranza, a scapito della maggioranza dei cittadini. Le forti differenze economiche generatisi a seguito di decenni e decenni di politica che ha favorito lo sviluppo industriale ed economico solo in alcune zone, con le altre condannate ad essere serbatoio di voti per le elezioni e mercato per assorbire i prodotti ed i servizi offerti dalle prime.
L’auspicio è che a questo si riesca a porre fine e con le parole di Lucio Dalla: “
…La televisione ha detto che il nuovo anno |
porterà una trasformazione |
e tutti quanti stiamo già aspettando |
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, |
ogni Cristo scenderà dalla croce |
anche gli uccelli faranno ritorno. |
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, |
anche i muti potranno parlare |
mentre i sordi già lo fanno. |
E si farà l'amore ognuno come gli va, |
anche i preti potranno sposarsi |
ma soltanto a una certa età, |
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, |
saranno forse i troppo furbi |
e i cretini di ogni età.” |
Gigino A Pellegrini & G elTarik
Lasciando i miei amici ai "problemi" de la pelota, leggo e rileggo ciò che l'interlocutore scriveva qualche giorno fa, mentre me ne stavo in ospedale in Roma con l'animo gonfio di sentimenti nei Tuoi confronti. Mi ritengo tuo amico, caro e grande Singolare! Mi sento un semplice uomo che "cerca" di capire la vita quotidiana, la vita privata di una persona cara e "sconosciuta", la vita degli affetti che la circondano perché sono sempre più convinto che questi sono il luogo in cui più efficacemente il "sistema" esercita il suo potere; sono il luogo in cui si formano e si esercitano i buoni propositi come pure l'inganno e la violenza, e l'abitudine all'inganno e alla violenza; sono la fonte da cui partono molte delle decisioni e gli auspici su cui si formano i temi delle scelte di vita della propria esistenza e di conseguenza della visione che si avrà degli altri esseri "anormali" costretti a "cercare....cercare....". Non per privare l'altro della libertà ma per sostenerla ed esaltarla.
Hanno rubato il futuro ai Meridionali per più di un secolo. Li hanno lasciati senza terra, senza sole, senza mare, senza lavoro, senza più dignità… in un mucchio di spazzatura radioattiva e non, senza via di scampo. Anche stavolta la regione più povera del nostro Paese si è confermata essere la Calabria con un pil pro capite che nell'anno passato si è fermato a meno di 13mila euro. Al Sud le famiglie in povertà assoluta sono cresciute oltre di due volte e mezzo, passando da 443mila a 1 milione e 14mila, cioè il 40% in più solo nell'ultimo anno. In Italia, dal 2008 vi sono famiglie in stato di deprivazione materiale severa, cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l'affitto o il mutuo. Un Sud, in cui il 40% di giovani è senza lavoro e che non affronta il problema, non ha domani. Senza futuro perché prevale l’egoismo di chi ha sempre avuto una posizione dominante e non è mai stato disponibile a dare spazio alle nuove generazioni e ai meno abbienti.
Chiedo a te, e al divino Ulisse, di illuminare