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giggi88Ulisse incitava i compagni di viaggio a “desiderareil mare aperto”, non indugiava sulla monotonia del particolare slegato dal desiderio di andare per mare. Antoine de Saint Exupery scriveva: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere compiti e impartire ordini. Ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”, come il divenire.

Nel nuotare nel mare di Ulisse

Passo attraverso le cedevoli blu acque/

in contrasto con il pallido turchese del cielo/

Penso alle creature che lo popolano/

Cavallucci marini, pesci luna/

Gabbiani e a volte anatre/

le molteplici conchiglie e sassi/

gemme di saggezza/

La spensierata brezza/

Onde che carezzano la riva/

Rasserenano, svecchiano la vita.

Mi svegliavo al ventunesimo piano di College Plaza, vicino all’Università dell’Alberta in Canada, con il cielo terso e la temperatura a 20 gradi sotto lo zero e per non farmi mancare nulla, pensavo all’idea che in Calabria, dei “militanti professionali” avevano il compito di formare il pensiero dei lavoratori ad una politica riformista e non rivoluzionaria. Mi era chiaro anche allora, che il Comitato Centrale della Sinistra italiana aveva assunto il ruolo di protettore di animali domestici.

Questo implicava una concezione infantile del pensiero e totalmente lontana dal mio modo di vedere le cose dove lo stesso pensiero era ed è un momento della prassi, mentre i “professionisti” di partito cercavano e cercano di astrarlo e trasformarlo in una ideologia dei lavoratori. Da allora tanta acqua è passata sotto il ponte del Catocastro.

Oggi bisogna prendere atto che esiste un pensiero autonomo allo stato latente anche se disperso. Il pensiero liberal-democratico di “via democratica al potere” mi costrinse a rileggere attentamente alcune teorie marxiste che certamente smentiscono e non riconoscono queste viuzze fuorvianti e depistanti.

Attualmente si crede sempre meno al paradiso o alla terra promessa e l’umanità si ritrova intrappolata nella propria esistenza. Una umanità obbligata ad accettare cose che però ritiene inaccettabili: la vita fatta di sofferenze, il lavoro non gratificante, i rapporti affettivi appena sopportabili e quant’altro.

Ci si ritrova sempre più spesso divisi fra due desideri, quello di accettare, di subire e quello del non accettare, di rifiutare. La realtà esterna spinge a subire, mentre il desiderio contrario si sviluppa fino al punto di esasperazione e per un qualsiasi banale motivo, esploderà in tutta la sua violenza il rifiuto di accettare.

Il Sistema di potere non esiste e non può esistere per soddisfare i bisogni umani. Invece, è il comportamento umano ad essere costretto a subire le modifiche eadattarsi alle esigenze del sistema. Questo non ha nulla a che vedere con l'ideologia politica o sociale che potrebbe pretendere di guidare il sistema tecnologico. È colpa della nuova tecnologia, perché il sistema è guidato non dall'ideologia ma dalla necessità tecnologica, serva del potere, gestito attraverso le istituzioni. In tal senso, rappresentano da una parte, l’espressione sociale del desiderio e dall’altra la realtà esterna e costrittiva ad accettare.

Dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale e dall’insediamento della Repubblica con il voto che garantiva la “democrazia bloccata” in Italia, gli “istruttori” del partito-istituzione, riuscirono a convincere i cittadini-operai che venivano pagati per il loro lavoro. Qualche intellettuale di sinistra cercò di spiegare e continua a farlo che il salario non è per il lavoro ma per la vita stessa. Una vita-limone da spremere o lasciar marcire. I pochi che condividevano il concetto vennero messi alla gogna e marchiati di estremismo e dannosi alla causa e alla società.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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gigginoUn regime in cui la rapida finanziarizzazione della natura sta promuovendo una grande espropriazione dei beni comuni globali e l’espropriazione dell’umanità su una scala che supera tutta la storia umana precedente. Il regime sta accelerando la distruzione degli ecosistemi planetari e della terra come casa sicura per l’umanità. Il tutto in nome di “salvare” la natura trasformandola in mercato.

Lasciando le strutture universitarie nordamericane ed entrando nel “vero” mondo del lavoro in Italia a Roma presso la Rai, ho avuto a che fare con persone che consideravano “compagni” solo gli appartenenti al loro partito. Così sono sempre stato trattato come un momentaneo compagno di viaggio. Pur essendo favorevole alla “sinistra”, non mi passerebbe per la testa di votare per fornire a quello che penso sia il significato di una decisione. Considerando la cosa in maniera razionale, questo modo di pensare sembra essere assurdo e dunque non ammissibile.

Una delle cose importanti (secondo chi scrive) dette da Karl Marx e che mi porto dietro,” Nessuno possiede la terra”.

Nemmeno tutte le persone sul pianeta possiedono la terra. La teniamo in fiducia come buoni capifamiglia per le generazioni future, per l’intera catena delle generazioni umane. In termini di umanità, se qualcuno ha diritto alla terra, al pianeta, siamo tutti insieme. O certamente, lo teniamo in fiducia per il futuro. Venderlo a servizi privati ​​è un’altra questione.

Il mondo ha attraversato una crisi finanziaria globale dal 2007 al 2010. Uno dei problemi in termini di instabilità finanziaria, ovviamente, è che non ci sono abbastanza risorse sottostanti per sostenere l’espansione finanziaria del sistema, che sta per raggiungere livelli estremi.

Quindi stiamo accumulando debiti in relazione all’economia mondiale. Ma il debito in realtà non ha basi materiali sufficienti, flussi di entrate sottostanti. Quindi il capitale è alla ricerca di nuovi flussi di entrate.

Dopo la sopraccitata crisi, i potenti del mondo hanno iniziato a guardare sempre più ai servizi ecosistemici (quelli che potremmo chiamare natura e servizi della natura) come base, come base materiale per la finanziarizzazione della natura in corso molto rapida che sta avvenendo.

Dove i servizi naturali, i servizi ecosistemici, si stanno trasformando in forme di valore di scambio che possono essere alla base della finanziarizzazione. Tutto in nome del salvataggio dell’ambiente globale. C’è stato un grande cambiamento avvenuto nell’autunno del 2021, tra settembre e novembre, nel contesto dei negoziati delle Nazioni Unite sul clima, dove sono state introdotte o portate alla ribalta alcune nuove iniziative.

La finanza si basa davvero sulla promozione del debito. E da un certo punto di vista, il denaro stesso è un debito. Ma la finanza si basa sulla promozione del debito. E ciò significa gravami sui futuri flussi di entrate dalle attività sottostanti. Ciò che rappresentano i debiti o ciò che ottengono i creditori sono flussi di entrate nel futuro.

Quindi, in sostanza, significa che stai vendendo qualsiasi cosa la natura fornisca o flussi di entrate anche nel futuro. In molte di queste proposte, sta svendendo ciò che la natura produrrebbe o le entrate che genererebbe se fosse ridotta al valore di scambio nel prossimo secolo o due.

Ed è molto pericoloso. Se si guarda indietro al 2007-2010, la Grande Crisi Finanziaria, l’intero sistema finanziario rischiava davvero di crollare. E i cambiamenti strutturali avvenuti in quel momento, e questo legati alla stagnazione economica, sono davvero ancora lì.

Quando l’ideologia cominciò a sgretolarsi… era l’estate del 1971 e mi trovavo a percorrere in macchina con l’amico fraterno Orly il lungofiume Saskatchewan nella città di Edmonton. All’improvviso scoppiai a piangere e a ripetere che tutto era finito.

Orly mi accompagnò al pronto soccorso ospedaliero dell’università dove passai la notte. La mattina dopo, tutto era stato rimosso e mi recai a lezione di filosofia. Quando l’ideologia va in frantumi, resta solo qualche antica credenza che da “al pensiero una valenza magica”. Ciò che mi restava erano alcuni principi dell’individualismo anglosassone.

Ero ancora molto attratto dal PCI ma sapevo di non farne parte e che il mio posto era insieme a quella minoranza umana che non avrebbe mai mangiato merda. Mi sono visto solitario ma in pace con me stesso come quando facevo il portiere nel calcio, il tennista e giocatore di golf. L’elemento positivo in questo era ed è una ripugnanza per il suffragio universale, con l’idea che il voto non potrebbe mai rappresentare il vero pensiero di un uomo. Ci vollero anni per capire che cosa mi aveva sempre dato fastidio nel cosiddetto “suffragio universale”. Il voto, creato della liberal-democrazia occidentale, può servire solo alla democrazia “indiretta” e cioè al grande pastrocchio. Così dopo una trentina di anni passati in Rai, sono tornato a “vivere” nel luogo che mi vide nascere.In quegli anni qualche potente uomo si impossessò di un piccolo atomo e lo trasformò in un fungo di morte.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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assenzaStavo riflettendo, in particolare su alcune cose che mi venivano “spiegate” qualche giorno fa da una persona che stimo moltissimo e mi consigliava: "Osserva di più e lascia stare i poeti…". E così ho pensato di scrivere quanto segue e chiedendo, a chi avrà l’incoscienza, la coscienza e la costanza di leggere, una spassionata opinione. Niente di particolarmente impegnativo e pesante, e certamente non obbligante. La “discussione” alla quale mi riferivo verteva, fra l’altro, sulla paura, l’isolamento come traguardo. La lontananza può essere una fonte di guarigione che rende la vita degna di essere vissuta. Il parlare è spesso un tormento e si potrebbe sentire il bisogno di molti giorni di silenzio, senza ospitare la futilità delle parole.

Jean-Paul Sartre diceva: “Se sei triste quando sei da solo, probabilmente sei in cattiva compagnia”. Il termine solitudine, oggi più che mai, viene infatti associato a quello di isolamento e abbandono. Non potrebbe essere altrimenti. Oggi stiamo vivendo una pandemia che ci sta privando di tutto ciò che ci rende umani; l’abbraccio, i baci, le carezze, il contatto fisico. La solitudine può venire a farci visita durante le nostre fasi di crescita, o meglio durante quelle tappe evolutive  grazie e all’ interno delle quali riusciamo a consolidare le nostre certezze.

Tra queste tappe abbiamo sicuramente quella dell’adolescenza, una fase questa fondamentale, delicata che porta con sé molti cambiamenti sia a livello fisico che psicologico e sociale.

Non da meno è la fase della prima giovinezza o quella della mezza età o ancora quella della vecchiaia, che sicuramente porta con sé la necessità di consolidare ed accettare determinati cambiamenti.

Insomma la solitudine come la si intende oggi, potrebbe non essere negativa. Anzi, sarebbe uno spazio che ci si può concedere per avanzare nella nostra crescita e non ha necessariamente a che a vedere con l’abbandono, la tristezza.

“E allora non è notte se ti guardo in volto, e perciò non mi par di andar nel buio, e nel bosco non manco compagnia perché per me tu sei l'intero mondo. E come posso dire d'esser solo se tutto il mondo è qui che mi contempla?”. William Shakespeare.

Sarà malinconia, sarà solitudine, ma recentemente è uno di quei periodi in cui sarebbe meglio tirare dritto e ricordare poco e niente... e invece si ricorda, e si ricorda anche meglio dei bei ricordi. Si ricordano tutte le sensazioni... le orribili percezioni: la tristezza, l'angoscia, la mancanza. 

Allora pascola sulle labbra; e se le troverai asciutte, girovaga più in basso, “dove si trovano le fontane del piacere”. Ancora Shakespeare

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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