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Il prefetto valuta lo scioglimento del Consiglio comunale di Roma per infiltrazioni mafiose.

Tutto nasce dall’ottavo Re di Roma Massimo Carminato, quello che ha detto : E’ la teoria del mondo di mezzo, compà. Ci stanno, come si dice, i vivi sopra ed i morti sotto e noi stiamo in mezzo. Ed allora vuole dire che ci sta un mondo di mezzo in cui tutti si incontrano”.

Il mondo di Roma!

Ora dopo 38 arresti e centinaia di avvisi di garanzia il Prefetto pensa a dare la scorta al Sindaco Marino dichiarando “ Il sindaco è un'istituzione e va protetto”

Ed in subordine manda a dire che pensa di sciogliere il comune di Roma.

Giuseppe Pecoraro, infatti, dice "Stiamo leggendo le 1.200 pagine dell'ordinanza in modo da valutare" la possibilità di sciogliere il Comune di Roma "e poi riferiremo al ministro".

Noi pensiamo che non chiederà lo scioglimento del comune di Roma!

Perché il PD non lo vuole. Marino, infatti, in ordine allo scioglimento del consiglio comunale di Roma ha dichiarato “Non è una mia decisione. Credo che la città abbia bisogno di una guida salda che noi possiamo garantire. Se andrò avanti? E ci mancherebbe altro. Io rimarrò in sella fino a fine mandato, tanto più adesso che c'è bisogno. Continuerò a guidare la Giunta in questo mandato e poi nel prossimo”: che non voglia essere lui il nono re di Roma?

Perchè il Ministro Alfano ha già dichiarato che “Roma è una città sana”, e poi “ che Roma è la Capitale d'Italia” , che quindi è bene «procedere con i piedi di piombo». Come a dire Roma caput mundi non si tocca, sarebbe come mettere sotto inchiesta la stessa Italia!

Lui stesso, infatti, dichiara che : “Bisogna comunque tenere conto che siamo la capitale e la nostra decisione, qualunque essa sia, riguarderà tutto il nostro Paese". Eh, già!

Perché questo scandalo deve essere dimenticato e per questo d’ora in poi tutte le Tv di Stato e quelle a vicine ai poteri devono parlare di altro, magari del povero Loris e del dramma che muove intorno ad un bambino di 8 anni.

Eppure il Prefetto già sapeva o quantomeno sospettava.

Lo si rileva quando dichiara che "già nel 2011, in un'audizione alla commissione Antimafia, parlai della presenza a Roma di un tipo diverso di delinquenza, che non è la tradizionale mafia, ma quella di soggetti criminali che puntano ad inserirsi nel mondo degli affari. In quel periodo dopo il sequestro del Cafe' de Paris e di alcuni alberghi, avevamo intuito che c'era qualcosa, ma le cose che stanno emergendo vanno molto al di là che ciò che si pensava".

Ed esprime anche un giudizio forte quando afferma che “ Questa è una criminalità che colpisce una società sana come quella romana, che necessita di una competizione sana tra le aziende e di una burocrazia efficiente, mentre ciò che si sta scoprendo è l'esatto contrario".

Ma allora il Prefetto non ha poteri e mezzi

E se è così che cosa ci restano a fare le Prefetture?

Per fare il riassunto al ministro?

Già, le Prefetture! Ma che ci restano a fare?

Per dare la assoluzione come i preti dopo la scoperta ( o la autodichiarazione) del peccato e per stabilire il numero di Ave Maria da far recitare?

Cosa potrà mai essere Orfini che dichiara che il Pd romano «E' stato preso in ostaggio da correnti e gruppi di potere, dimostrandosi permeabile alle infiltrazioni malavitose»e poi senza alcuna coerenza dichiara che lo scioglimento del consiglio comunale. «Sarebbe un favore alla criminalità che ha trovato nella giunta Marino un muro contro il malaffare».

Quasi a confermare che i “panni sporchi si lavano in famiglia” e che “loro” sanno cosa( e chi) lavare

Lo sa Renzi che difende Poletti . E similmente fa Orfini dichiarando che «La cooperativa di Buzzi veniva considerata un fiore all'occhiello della cooperazione sociale e nessuno poteva immaginarne il retroterra criminale. Poletti era presidente delle Coop e ha partecipato a una cena di una importante cooperativa. Non poteva sapere, come tutti, cosa c'era dietro».

Già in questa Italia tranne la Magistratura nessuno sa mai niente, nessuno capisce niente! Per questo forse non sono nemmeno le Prefetture a dover essere chiuse ma l’intera nazione!

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abeteCirca 20 giorni addietro ho inviato una lettera al Papa Francesco invitandolo ad intervenire per evitare che in Piazza San Pietro nella Città del Vaticano per l'ennesima volta venisse posizionato un abete per le prossime feste natalizie e contestualmente ad installare un albero ecologico realizzato con materiale riciclato. 

 

In effetti da oltre 30 anni vengono tagliati, in aree incontaminate e di pregio naturalistico  del Pianeta, delle piante secolari  che vengono poi donate al Papa ed alla  Città del Vaticano. Già nel 2006 un maestoso  abete di  ca. 35 metri di altezza venne abbattuto dai boschi calabresi ed inviato a Roma.

 

Apprendo dalla stampa che anche nel 2014 un altro patriarca della natura è stato tagliato, e nuovamente in Calabria,  per far mostra durante il periodo natalizio in Piazza San Pietro. Da calabrese ed italiano  sono molto amareggiato per questo ennesimo intervento di spoliazione del nostro patrimonio naturalistico (come avviene peraltro da anni con gli ulivi secolari calabresi) e rimango altresì molto perplesso per il silenzio, quasi generalizzato, sulla vicenda.

 

Capisco che le problematiche ambientali sono tante ed altre anche più grandi e gravi, tuttavia piccoli e ripetuti interventi di tutela del territorio, portano poi a raggiungere grandi risultati.     Ringrazio anticipatamente tutti coloro che riterranno opportuno portare all'attenzione pubblica questa vicenda. Distinti saluti. Emilio Osso

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Sono molti i fedeli che sono già giunti a Roma per assistere alla cerimonia di proclamazione a Santo del beato Nicola Saggio da Longobardi

Molti di loro si sono già accreditati per la cerimonia.

Provengono da Longobardi che sarà presente con il Gonfalone della città e con gli amministratori, sindaco Giacinto Mannarino in testa e minoranza compresa.

Provengono da Paola che partecipa anche essa con il gonfalone portato dall’istruttore di polizia municipale Massimo Sorìa e con una delegazione guidata dal sindaco Ferrari e dal consigliere Aloia

Molti altri sono partiti da Amantea, Belmonte calabro, Lago, Fiumefreddo Bruzio, San Lucido e da diversi comuni calabresi

Altri stanno per partire nella serata e viaggiando di notte giungeranno di primo mattino nella capitale per essere poi guidati fino a Via della Conciliazione dove i bus si fermeranno garantendo ai fedeli la presenza in Piazza san Pietro

Sarà una festa della Calabria cattolica

Dispiace soltanto che certi “politici” ( senza offesa per i Politici) continuino ad insistere sul fatto che la Calabria sia stata portata al voto proprio il 23 novembre creando problemi agli elettori che dovranno ridiscendere in tutta fretta per andare a votare magari in tarda serata

Si ripeterà domani 23 novembre a Roma la stessa grande affluenza che ci fu il giorno dei funerali di san Nicola da Longobardi in quel lontano 2 febbraio 1709, esattamente la data che aveva lui stesso predetto

Sarà anche una occasione forse unica per venerare le sue reliquie che dal 1718 ospitate nella chiesa di S. Francesco da Paola ai Monti.

Pio VI lo beatificò il 17 settembre 1786 e domani 228 anni dopo sarà Santo

Il Santo nacque a Longobardi (Cs) il 6 gennaio 1650, e fu battezzato con il Nome di Giovanbattista. Primo dei tre figli di Fulvio Saggio e Aurelia Pizzini , contadini, non potè praticare gli studi, nonostante il talento. Lavorò da giovane nei campi coltivati dai genitori. A vent'anni, nonostante l'opposizione dei genitori, chiese l'abito di san Francesco e fu assegnato al Convento di Paola, assumendo il Nome di Nicola. Terminato l'anno di noviziato, il Santo passò a Longobardi e poi a San Marco Argentano, a Montalto, a Cosenza, a Spezzano ed a Paterno. La fama delle sue virtù, ben presto arrivò fino a Roma, deve venne chiamato alla Parrocchia del Collegio di San Francesco di Paola ai Monti. Nel 1696 Nicola tornò a Longobardi, e per suo tramite vennero compiuti diversi prodigi. Negli ultimi anni della sua vita fu richiamato a Roma. Predisse la sua morte che avvenne il 2 febbraio 1709.

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Riceviamo e pubblichiamo un nuovo contributo di Peppe Furano

Chi ha studiato un po' di fisica sicuramente avrà sentito raccontare l’aneddoto della mela di Newton. Questo aneddoto racconta che il grande genio inglese del Seicento Sir Isaac Newton mentre sonnecchia sotto un albero di mele viene svegliato dall’improvviso colpo di un frutto maturo che cade sulla sua testa,appunto una mela. Lo scienziato s’interroga su quale sia la forza che abbia fatto cadere la mela, collega la caduta della mela alla luna e capisce perché questa pur “cadendo” continuamente verso la terra non raggiunge mai il suolo e combinando osservazione e inferenza arriva a formulare la sua famosa legge di attrazione universale che riesce a descrivere tutti i movimenti degli oggetti del sistema solare e anche oltre.

La mela è parte piccolissima di un universo molto grande ma il suo semplice e banale moto di caduta è regolato dalle stesse leggi che regolano i moti di tutti gli oggetti grandi e grandissimi del nostro immenso universo mondo.

Da più di 40 anni vivo, e sono politicamente impegnato, a Cleto, che è un piccolissimo e periferico paese della regione più periferica dell’Italia,la Calabria.

Sono stato molto colpito da una serie di episodi e circostanze che si sono verificate in questa campagna elettorale per le elezioni regionali.

Ma la cosa che più mi ha colpito è stata il rimescolamento degli schieramenti di destra e sinistra!

Leader locali storicamente di centro destra diventati promotori di candidati della lista Oliverio Presidente, e viceversa, leader storici di centro sinistra diventati promotori di candidati della lista Ferro Presidente.

Questo mescolarsi e scambiarsi tra elettori di destra e sinistra a Cleto potrebbe essere classificata come una banale storia di clientele paesane che niente hanno a che fare con quelle che sono le differenze ideologiche,culturali,intese come portatrici di differenti progetti di società, tra destra e sinistra. Differenze che a livello regionale e nazionale, al contrario, restano e hanno ancora un senso e un significato e come tali sono avvertite nel vissuto delle persone.

Io ritengo che questo inter-scambiarsi delle appartenenze tra elettorato di destra e sinistra in una piccolissima realtà sociale come Cleto non sia una eccezionalità a sé stante, ma abbia un significato generale. Quello che succede a Cleto è l’evidenza che oramai da Milano,a Roma fino a Cleto nel vissuto della gente la differenza tra destra e sinistra si sta annullando.

Questo risultato è il primo traguardo di un lungo viaggio iniziato dalla sinistra fin dagli inizi degli anni novanta e io temo che non sia ancora l’arrivo. La sinistra, sia al governo che all’opposizione,al centro e alla periferia, proprio fin dagli inizi degli anni novanta ha iniziato il lento ma inesorabile distacco dalle sue basi ideologiche e culturali e distacco dopo distacco si è spianata l’autostrada a 8 corsie a Renzi e alla sua politica. Renzi ha messo tutti gli oppositori KO che si muovono,si agitano come pugili stonati pronti a ricevere altri colpi in attesa del KO definitivo!

Per capire in modo semplice quello che voglio dire è utile fare un rapidissimo riassunto degli ultimi 70-80 anni del confronto destra-sinistra in Italia.

Dal 1948 al 1992, con tutte le contraddizioni e tutte le critiche che con il senno di poi possono anche giustamente essere poste, è stato sempre chiaro nella coscienza e nel vissuto degli elettori cosa volesse dire essere di destra o di sinistra o per semplificare essere DC o PCI.

Da Milano a Cleto il vissuto del militante del PCI e del militante DC,e anche del dirigente DC e PCI, aveva una sua caratteristica e distinzione.

Era molto netta e distinta la posizione in ordine ai diritti civili (ad es. divorzio e aborto),distinta e distante rispetto alla laicità dello Stato. Distinta e distante in ordine alla partecipazione democratica, (penso alla lotta nelle scuole e nelle università per i decreti delegati e la partecipazione degli studenti alla vita e alle scelte della scuola e dell’università). Distinta e distante la posizione nei confronti dei diritti dei lavoratori.Lo statuto dei lavoratori negli anni settanta è stata una conquista del sindacato e della sinistra.

Distante e conflittuale sul metodo della clientela sulla quale la DC e gli altri partiti alleati hanno fondato per più di 30 anni il principale motore di consenso.

Nelle lotte contadine il PCI è stato sempre dalla parte dei contadini,nelle lotte nelle fabbriche il PCI è stato sempre accanto al sindacato e agli operai.

Nel confronto scontro tra capitale e lavoro il posto del PCI era sempre dalla parte del lavoro.

Il PCI era vissuto dal militante come il partito che perseguiva un progetto di società solidale dove le diseguaglianze dovevano e potevano essere accettabili ma nessuno doveva essere lasciato nell’indigenza.

Dal 1992 è cominciata la confusione.

In riferimento ai diritti civili nel 2004 viene varata dal governo Berlusconi la legge 40 (procreazione mediamente assistita). Una legge che risente fortemente del potere della chiesa e che non risponde alle esigenze delle coppie con difficoltà di concepire. Nel 2008 vince il centro sinistra, ma la legge 40 resta lì con le sue contraddizioni e deve intervenire la corte costituzionale nel 2009 per abolire alcuni tra gli articoli più assurdi.

Nel 2012 la Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge sull’impossibilità per una coppia fertile, ma portatrice di una malattia genetica, di accedere alla diagnosi reimpianto degli embrioni. Il Governo Monti (sostenuto da PD e PDL!) ha chiesto il 28 novembre 2012 il riesame della sentenza presso la Grande Chambre. L'11 febbraio 2013 il ricorso del governo è stato bocciato dalla corte!

In termini di diritti dei lavoratori oggi Renzi è con Berlusconi e contro i sindacati. Il suo jobs act piace a Squinzi e agli industriali e non piace ai sindacati e ai lavoratori. I sindacati scendono in piazza e Renzi e renziani in contrapposizione si riuniscono con il mondo imprenditoriale e della finanza alla Leopolda. In termini di partecipazione democratica l’Italicum voluto da R&B non è diverso dal porcellum voluto da Berlusconi.

Dal 2007 di fronte alla crisi Pd e PDL recitano la stessa litania crescita-crescita e insieme difendono liberalizzazioni selvagge e la globalizzazione che un economista non ortodosso ha definito “libere volpi in libero pollaio” dove non è difficile capire chi sono i polli e chi le volpi.

Scomparsa nel PD la pur minima elaborazione ideologico-culturale critica nei confronti di questo sistema capitalistico-finanziario che sta letteralmente affamando eserciti di lavoratori e lascia la generazione dei 20-40-enni nella più assoluta precarietà.

Scomparso nel PD Renziano ogni riferimento a un orizzonte di eguaglianza e di diseguaglianza accettabile, anzi se un comico (Grillo) mette in campo proposte come il reddito di cittadinanza o un tetto alle pensioni (ci sono tantissimi che percepiscono pensioni di 30-40 mila euro e più al mese senza avere versato i contributi!) ci si allea con B. per cercare di annientare questo sobillatore di popolo!

E allora quanto accaduto nella piccola periferia Cleto,come la mela di Newton, ha in sé tutto, per farci comprendere quello che è diventato l’universo politico italiano nell’era R&B.

Peppe Furano

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Alcuni anni fa nella città di Phuket in Thailandia aumentarono fortemente i casi di rapine, furti, e violenze di vario genere.

Una approfondita indagine permise di scoprire che questa situazione discendeva dall’uso da parte dei giovani Thai delle famose pasticche di YA-BA.

La droga ha via, via assunto altri nomi , tra cui: la droga di Hitler, nazi-drug, ya baa,yabba, yabaa, jaba, yaba, ecstasy thai.

Ma la “YA.BA” non è una droga nuova trattandosi di una sostanza che è stata sintetizzata molti anni fa e che ora è "riemersa."

Venne sintetizzata per la prima volta da chimici giapponesi.

Il "cristallo metanfetaminico" fu infatti introdotto sul mercato con il nome di "shabu" per la prima volta alla fine del secolo scorso, nel 1893." (da Narcomafie febbraio 2000)

Questa sostanza fu in seguito impiegata durante la IIa Guerra Mondiale dai tedeschi, dai kamikaze giapponesi e finalmente anche dai soldati alleati.

Dopo la IIa Guerra Mondiale questa droga prese piede principalmente nell’area del Pacifico, più precisamente in quella regione che ancora oggi è tristemente conosciuta col nome di Triangolo d’Oro.

Una regione fra le maggiori produttrici di eroina, seconda soltanto all’Afghanistan.

Già negli anni ’70 la Thailandia aveva messo questa sostanza al bando, avendo già riscontrato diversi decessi legati al consumo di tale sostanza, ma il vero Boom risale agli inizi degli
anni ’90.

In Thailndia la situazione è attualmente molto grave, la «ya ba» conta ormai, stando alle stime delle autorità tailandesi, circa 3 milioni di consumatori, e il tessuto sociale ne sta risentendo molto seriamente: violenze, automutilazioni, suicidi, descolarizzazione, etc.

Le pillole thai, che hanno un forte odore di vaniglia e sono più piccole delle pasticche di ecstasy, si sono diffuse negli ultimi anni in quasi tutta Europa.

Dapprima considerata al pari dell’ecstasy, questa nuova droga è poi risultata decisamente più pericolosa.

Le pillole thai contengono delle metanfetamine e la loro struttura e simile a quella dell’ecstasy, ma queste due droghe non agiscono sulle medesime parti del cervello.

La pillola thai facilita la produzione cerebrale di dopamina, una sostanza che provoca un intenso senso di piacere e di benessere.

Il fatto che agisca sul centro dopaminico piuttosto che sulle fibre serotoniniche (come avviene con il MDMA dell’ecstasy) fa però salire considerevolmente la sua capacità d’indurre dipendenza. Si stima che la capacità a creare dipendenza psichica delle pillole thai si tre volte quella dell’ecstasy.

Gli effetti durano dalle otto alle 24 ore, possono essere paragonati a quelli causati dall’abuso di crack.

Le anfetamine tailandesi sono infatti un potente eccitante, che rende euforici, aumenta l’attenzione, la fiducia in se stessi e l’aggressività.

L’abuso cronico provoca un nervosismo permanente, irascibilità e allucinazioni paranoiche che possono portare ad un’improvvisa e incalcolabile predisposizione alla violenza, violenza rivolta tanto verso se stessi che verso gli altri.

Il consumatore perde l’appetito soffre di disturbi del sonno cronici e di gravi e irreparabili disordini psichiatrici (ad esempio perdita di memoria) accompagnati da depressioni.

Ieri i carabinieri di Roma hanno sequestrato un centinaio di micidiali pasticche: erano in tasca a un cittadino del Bangladesh di 30 anni, con precedenti, che a seguito di perquisizione personale e domiciliare è stato trovato in possesso di 9 grammi di eroina, oltre che di 675 euro in denaro contante.

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avisAssociazione Volontari italiani del sangue presenterà la sua nuova campagna di comunicazione in occasione del 14 giugno, giornata mondiale del donatore di sangue.

La campagna ha come slogan “la prima volta” ed è rivolta ai potenziali nuovi donatori, ma anche a coloro che dopo la prima volta continuano a ripetere in maniera anonima, volontaria, associata, consapevole e periodica questo piccolo grande gesto di solidarietà.

«Vogliamo trasmettere un messaggio che sia chiaro per tutti e che si possa adattare ai mille volti della nostra Associazione – commenta il Presidente nazionale,Vincenzo Saturni- ma un’attenzione particolare la dedicheremo ai più giovani, perché AVIS vuole rinnovarsi profondamente a tutti i livelli. Siamo nati nel 1927 e da allora moltissime sono state le sfide che abbiamo affrontato. I numeri, infatti, parlano chiaro: 1.338.000 soci iscritti, 2.105.000 unità di sangue e plasma raccolti nel 2013, 3.415 sedi presenti sul territorio e centinaia di gruppi giovani attivi con iniziative di promozione della cultura del dono e della solidarietà».

La responsabile della comunicazione Claudia Firenze aggiunge: «abbiamo pensato ad una campagna che veicoli il nostro messaggio - positivo e giocato sull’emozione - su numerosi media: certamente quelli più innovativi, social e web 2.0, ma senza tralasciare i mezzi più tradizionali, come i manifesti o le locandine. Abbiamo delle comunità reali ancora prima che virtuali, dove i valori di sempre vengono declinati in nuove formule e modalità al passo con i tempi. Proprio per questo abbiamo deciso di lanciare la nuova campagna con un evento in contemporanea in moltissime città italiane. Il 14 giugno alle 12.00 i nostri volontari, soprattutto giovani, si ritroveranno nelle principali stazioni italiane e altri luoghi molto frequentati per un grande iniziativa che saprà sorprendere non solo i passanti, ma anche i giornalisti che vorranno partecipare. Ci è sembrato giusto incontrare le persone, per presentare la campagna ed invitarle a donare con la passione, l’energia ed il sorriso sulle labbra che da sempre ci contraddistinguono».

A dare un grande contributo alla promozione e diffusione di questa originale operazione sono tre supporter d’eccezione: Telecom Italia, Radio 105 e Corriere Sociale (media partner).

Queste le città che saranno coinvolte nell’evento: Torino (Stazione di Porta Nuova), Milano (Stazione Centrale), Venezia (Stazione di Santa Lucia), Firenze (Stazione di Santa Maria Novella), Roma (Stazione Termini), Napoli (Via Caracciolo), Bari (Stazione Centrale), Palermo (Stazione Centrale), Siracusa (Piazza Santa Lucia), La Spezia (Piazzale della stazione), Termoli (Stazione ferroviaria), Trani (Piazza XX settembre), Pordenone (Piazza XX Settembre), Sassari (Piazza Italia), Capistrello – AQ (Piazza del Comune), Bitti – NU (Piazza San Sebastiano).

Nel pomeriggio e nella serata di sabato 14 giugno la manifestazione avrà luogo a Perugia (ore 18 in piazza IV novembre), Pescara (alle ore 19 in Piazza Salotto), Senigallia (alle ore 19 nel Foro annonario), Tertenia – OG (alle ore 21 in via Chiesa) e Reggio Calabria (alle ore 22 sul lungomare).

 

 

 

 

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Francesca Schettini TG1“La Fabbrica delle Idee” è questo il titolo del servizio, andato in onda martedi 18 marzo, durante il TG1 con l’intervista all’amanteana Francesca Schettini – Ingegnere Biomedico Ircss Santa Lucia – Roma

Un servizio, quello del TG1, per raccontare “l’italia delle idee” tra i nuovi settori professionali, come la bio medica, che associa la tecnologia, alla forza del pensiero con dei risultati davvero eccezionali.
Sono due le donne, una psicologa ed un ingegnere biomedico, entrambi giovanissime, che stanno sperimentando, il potere del pensiero ed hanno messo appunto una macchina che attraverso la lettura e la codificazione delle onde celebrali, stando assolutamente ferme e fissando su un monitor un oggetto, riescono a muoverlo, oppure ad aprire una porta.
Sembra fantascienza, ma è in realtà una nuova branca dell’ingegneria, la biomedica, che ci proietta nel futuro e che ci darà la possibilità di accendere la luce solo pensando di farlo.

Francesca Schettini TG1 2Queste le parole rilasciate durante l’intervista al TG1 dall’amanteana, Francesca Schettini.
 “L’ingegneria biomedica è una specializzazione nuova, che può dare speranze a molti giovani, per cui trova parecchi sbocchi sia nella ricerca, sia nelle aziende”.

Che cosa vi immaginate nel futuro prossimo?
“poter progettare e costruire organi artificiali e quindi dare nuove speranze alle persone che soffrono di particolari patologie”.

La consiglierebbe ai giovani, questa disciplina, a chi vuole cominciare un qualcosa di davvero nuovo?
“Guardando alla mia esperienza a me ha dato grosse soddisfazione, quyindi si lo suggerirei”.
Frutto della bioingegneria sono anche la mano bionica o il cagnolino robot, entrambi mossi dalla forza del pensiero.

 

DI SEGUITO IL LINK ALL’EDIZIONE DEL TG1:
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-9b6e0cba-4bef-4aef-8cf0-9f7f665b7dfb-tg1.html
Il servizio al minuto 32.20 (circa)

Francesca Schettini TG1 3

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Roma, 18 mar. - Sono almeno otto le ragazze che, secondo la procura di Roma, sono finite nei mesi scorsi nel giro di prostituzione gestito, a vario titolo, dal militare dell'Esercito Nunzio Pizzacalla e dal pusher Mirko Ieni, per i quali nei giorni scorsi e' stata chiusa l'inchiesta.

Due sono le baby-squillo che incontravano i loro clienti in un appartamento ai Parioli, le altre, tutte maggiorenni, esercitavano la prostituzione in hotel e in una casa in zona Vescovio.

I clienti che la procura ha identificato e indagato per prostituzione minorile sono sinora più di cinquanta ma il numero e' destinato a crescere perché la posizione di altre decine di persone, riconducibili a utenze telefoniche che hanno contattato nei mesi scorsi le due studentesse di 14 e 15 anni, e' al vaglio degli inquirenti.

La maggior parte della clientela non sa di essere stata iscritta nel registro degli indagati in questi ultimi due giorni dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi. L'attività investigativa di verifica e riscontro procede senza sosta.

Non tutti i clienti, comunque, saranno interrogati: i magistrati sembrano intenzionati a raccogliere le dichiarazioni soltanto di quelli che si presenteranno spontaneamente in procura.

La linea difensiva, comune a quei pochi che hanno avuto il coraggio di presentarsi agli investigatori, e' ormai consolidata: "Non sapevo che quelle due ragazze avessero meno di 18 anni". Chi conosce bene gli atti dell'inchiesta, però, replica così: "La loro giustificazione non porterà troppo lontano.

Molti di questi clienti individuati e indagati sono padri di famiglia e genitori di ragazze che hanno la stessa età delle due squillo. Impossibile che non sapessero di avere a che fare con delle minorenni". (AGI)

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Cosenza come Roma.

Occhiuto come Alemanno

Impossibile dimenticare le riprese televisive del sindaco di Roma Gianni Alemanno che armato di pala si mostra a spalare la neve che era caduta abbondante sulla capitale creando gravi problemi di circolazione.

Era finita male poi per il sindaco Alemanno superato ella successive competizioni dal nuovo sindaco Marini più noto per girare in bici dopo che la neve si era squagliata.

Non con la stesa enfasi televisiva ma con una buona documentazione fotografica anche il sindaco della città di Cosenza si è prestato ad interpretare il ruolo di netturbino che si dà da fare per raccogliere la spazzatura che abbondante come la neve di Roma di due anni fa è presente sulle strade ma senza essere caduta dal cielo.

Si è svegliato presto il sindaco Occhiuto.

Ha indossato la divisa degli operai di Ecologia Oggi e pala in mano si è mostrato mentre si dava da fare per raccogliere i sacchetti di spazzatura.

«Ho voluto essere vicino agli operai che sono per strada, e sono 150, e che stanno ripulendo la città - ha detto Occhiuto - e ricordo che, per quanto riguarda il Comune, stiamo facendo tutto il possibile. Ma ricordo anche che c'è un riparto delle competenze, ed è la Regione che deve indicare i siti di smaltimento. Siccome nessuno vuole, giustamente, le discariche, è importante che si faccia, sempre meglio, la raccolta differenziata. Noi siamo già al 42% ed aspiriamo ad un obiettivo del 70-80%, perchè non vogliamo che ci siano più emergenze di questo tipo»

Insomma messaggi identici.

Alemanno voleva dire di non aver colpa se nevicava in modo abbondantissimo e sfidava la neve con la pala

Occhiuto, parimenti, vuole dire di non avere colpa della situazione dei rifiuti che vivono e dormono per strada. La colpa è di chi non crea le condizioni per scaricarla.

Insomma “ dateci un punto di appoggio e vi solleveremo il mondo”, diceva Archimede, pardon “dateci una discarica e vi puliremo la città” dice il sindaco Occhiuto.

Appunto.

Pubblicato in Cosenza

locandina LaGrandeBellezzaUn film che ci propina l'analisi dei nostri tempi: la decadenza,  la noia di esistenze che si reggono su stereotipi e la Grande bellezza immortalata in una Roma fotografia spenta come quel ricordo di un amore adolescenziale mai veramente consumato.

di Paolo Ianni
 
Chi ha avuto modo di guardare in tv il film, premio Oscar, La Grande Bellezza, alla fine dello stesso sarà rimasto stranito, chiedendosi quale sia il senso del film di Sorrentino.

Non nascondo che dopo la prima visione anche io ho provato una sensazione di smarrimento e mi sono chiesto quale fosse il messaggio che Paolo Sorrentino ha voluto celare nelle scene del suo lavoro.
Per comprendere, davvero il film è necessario guardarlo almeno due, meglio se tre volte.
Solo dopo più visioni, infatti, il messaggio diventa chiaro.

E allora, ecco giunto, dopo averlo visto più e più volte, il messaggio che Sorrentino mi ha trasmesso e che secondo me vuole mandare La Grande Belezza.

Partiamo da alcuni punti che cercherò poi dispiegare: 

  • Kalos kaghatose cioè il bello e il buono;
  • La bellezza salverà il mondoche è un saggio del filosofo bulgaro Cvetan Todorov;
  • L’importanza delle radici;

 Il film si apre con una scena che mostra la“depravazione” e la decadenza di Roma e della sua “gente”. A questo ritratto, se vogliamo anche impietoso fa da contraltare la bellezza di Roma, dei suoi monumenti, delle sue chiese, delle sue opere d’arte. La “visita virtuale” che Sorrentino ci fa compiere nel più bel museo a cielo aperto del mondo, serve a tratteggiare quel bello e buono, kalos kaghatos appunto, che sono racchiusi nell’arte e nella sua perfezione.

Quindi la bellezza di Roma, che ci accompagna per tutto il film, è l’omaggio che Sorrentino fa serve a mostrare quel mondo ideale e perfetto a cui l’uomo aspira e nel quale i vizi, le depravazioni che sono parte dell’animo umano non sono presenti.
L’arte è bellezza assoluta ed è buona perché con la sua bellezza lenisce i mali del mondo.

Passiamo al secondo punto, la bellezza salverà il mondo.

Il saggio del filosofo bulgaro, il cui titolo è ripreso nelle pagine de L’idiota di Dostoevskij, allude al solo senso del vivere, a quella bellezza  che ogni uomo conosce nel profondo di sè, che è la sola cosa immortale di un'esistenza mutevolissima e deteriore. La bellezza è la sola cosa vera in un mondo fatuo, vano, vuoto.
Infatti una delle battute pronunciate da Jep nel film è: Le vedi queste persone? Questa fauna? Questa è la mia vita. E non è niente, frase che sottolinea la vacuità del mondo che cambia attorno a se e che lo circonda in contrapposizione con l’eternità della bellezza.

Altro momento importante del film è quella in cui compare la Santa, la suora missionaria in visita a Roma. Personaggio dotato di grande spiritualità, illumina Jep sull’importanza delle radici, essenziali per la riscoperta di sé stessi e per non dimenticare mai le proprie origini.
La frase della mistica è comunque da leggere tra le righe in quanto dopo che il protagonista afferma di non aver trovato la grande bellezza, la suora afferma di mangiare radici perché sono importanti. In queste parole è racchiuso l’invito a Jep a riscoprire le sue di radici, radici di uomo e radici di letterato. Lo invita quindi a riprendere l’attività di scrittore.

Ancora più marcate delle parole della Santa è l’immagine che si apre davanti agli occhi dei due personaggi ovvero il volo dei fenicotteri rosa, uccelli dei quali si invoca la saggezza prima di compiere viaggi sia fisici che psichici affinchè possano guidare nel lungo percorso. Inoltre il fenicottero, come la Fenice capace di risorgere dalle sue ceneri, è una sortadi totem da invocare per superare i fallimenti della vita. Nel caso di Jep quindi il suo fallimento è rappresentato dal non aver trovato la Grande Bellezza.

Ma il vero senso del film lo si coglie osservando e analizzando attentamente tre personaggi chiave della pellicola,che non sono semplici figure di contorno bensì sono le pietre miliari del percorso di Jep nella scoperta anzi riscoperta della grande bellezza.

Mi riferisco ad Alfredo, Ramona e la suora dettala Santa.

Alfredo è il marito di Elisa, il primo amore, forse l’unico vero amore di Jep, la donna che gli ha fatto conoscere e vivere la bellezza, la grande bellezza dell’amore. L’incontro tra i due, è il preludio al cammino interiore che Jep compie verso la riscoperta della grande bellezza. Evocative sono le immagini in cui vediamo il protagonista in acqua, con lo sguardo fisso verso la sua Elisa ed evocativa è la scena finale in cui Jep, di fronte al relitto della Concordia, rivive la notte d’amore puro vissuta con Elisa, la notte in cui lei, mostrandosi seminuda, gli fa scoprire la grande bellezza che non è la fisicità dell’amore quanto la spiritualità pura e assoluta di questo sentimento.

Ramona invece, con la sua prorompente bellezza, la sua fisicità, la sua volgarità incarna Roma e il suo mondo vizioso e depravato che lentamente muore come alla fine muore la donna. La morte di Ramona segna la fine della vita dissoluta diJep e preannuncia l’ultima fase del suo cammino interiore verso la riscoperta della grande bellezza.

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Ultima è la figura della Santa, che con le sue rughe, il suo sdentata e sofferente nel corpo rappresenta, fisicamente, le difficoltà e il dolore che ognuno prova nel riscoprire se stesso. La scena in cui la vediamo impegnata nell’ascesa della scala di San Giovanni simboleggia il cammino di purificazione che Jep verà compiuto quando sulla scogliera del Giglio, di fronte al relitto della Concordia, riscoprirà se stesso e la nuova voglia di tornare a scrivere.

La chiusura del film di fronte al relitto della nave da crociera, anche essa vittima dell’errore umano, e paragonata alla vita piena di errori di Jep, vuole paradossalmente essere augurale in quanto la nave, paragonata più volte all’Italia, possa allo stesso modo risorgere come nel film rinasce il protagonista.

 Ecco perché il film è un capolavoro perché attraverso immagini stupende e ambientazioni rarefatte, ci fa capire che si può sempre ricominciare e che LA GRANDE BELLEZZA, intesa come amore e gioia della vita, sono le uniche cose da ricercare. 

 

Come espressamente richiesto aggiungiamo la mail dell'autore dell'articolo Paolo Ianni ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ), nel caso in cui qualcuno voglia contattarlo per discutere insieme del Film premio Oscar 2014, La Grande Bellezza. 

 

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