Ricadi. Liberata Mangialavori, 63enne di Ricadi, era stata trasferita a Roma per il trapianto di fegato
Liberata Mangialavori, era un'insegnante di scuola materna.
E’ morta per un'intossicazione dopo avere mangiato dei funghi che lei stessa aveva raccolto.
Il fatto è avvenuto a Capo Vaticano di Ricadi, nel Vibonese.
Soccorsa dal 118 e portata all'ospedale di Vibo Valentia, l'insegnante è stata trasferita per il trapianto di fegato in ambulanza all'ospedale Umberto I di Roma, dove è deceduta.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE COMUNICATO :
VIBO VALENTIA. CONTINUA ANCHE NEL PERIODO INVERNALE L’ATTIVITA’ DEI MILITARI DELLA GUARDIA COSTIERA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO VALENTIA MARINA. NELLO SPECIFICO, NEI GIORNI SCORSI, LA MOTOVEDETTA CP 733 IMPEGNATA IN APPOSITE OPERAZIONI DI VIGILANZA PESCA, PROGRAMMATE DAL SERVIZIO OPERATIVO E FINALIZZATE A VERIFICARE EVENTUALI ATTIVITA’ DI PESCA ABUSIVA, HA PROVVEDUTO A SEQUESTRARE NELLE ACQUE ANTISTANTI LA FASCIA COSTIERA COMPRESA TRA BRIATICO E PIZZO TRE RETI DA POSTA FISSE PER UN TOTALE DI OLTRE 1500 METRI E NOVE NASSE POSIZIONATE DA PESCATORI ABUSIVI. QUESTI ULTIMI, PER TENTARE DI SVIARE I CONTROLLI, AVEVANO POSIZIONATO SULLE BOE DI SEGNALAMENTO, IL NOMINATIVO DI UNA UNITA’ DA PESCA NON PIU’ ESISTENTE. L’EQUIPAGGIO DELLA MOTOVEDETTA CP 733, INFATTI, NEL LEGGERE IL NOME E LA MATRICOLA DEL MOTOPESCA, SI SONO INSOSPETTITI ED HANNO RICHIESTO UNA VERIFICA ALLA SALA OPERATIVA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO, CHE TRAMITE LA SEZIONE PESCA E NAVIGLIO, HA APPURATO L’INESISTENZA DI TALE UNITA’ DA PESCA. DA QUI’ IMMEDIATO IL SEQUESTRO DELLE RETI, CHE HA IMPEGNATO PER OLTRE QUATTRO ORE I MILITARI A RECUPERARE LE STESSE A BORDO DELLA MOTOVEDETTA.
SONO IN CORSO INDAGINI DA PARTE DELLA SEZIONE DI POLIZIA MARITTIMA E DIFESCA COSTIERA DEL SERVIZIO OPERATIVO DELLA CAPITANERIA DI PORTO, FINALIZZATE AD ACCERTARE GLI AUTORI DEL POSIZIONAMENTO ABUSIVO DEGLI ATTREZZI DA PESCA SEQUESTRATI E AI QUALI DOVRANNO ESSERE NOTIFICATE CINQUE SANZIONI AMMINISTRATIVE PER UN COMPLESSIVO DI 10.000 EURO.
RISALE A QUESTA MATTINA, INVECE, IL SEQUESTRO DI CIRCA VENTI KG DI NOVELLAME TIPO BIANCHETTO, CHE VENIVA VENDUTO DA UN SOGGETTO AI MARGINI DELLA SS.18 ALL’ALTEZZA DEL BIVIO DI ACCONIA DEL COMUNE DI CURINGA. NELLA FATTISPECIE LA RADIOMOBILE CP 1436 DELLA SEZIONE DI POLIZIA MARITTIMA, IMPEGNATA IN ATTIVITA’ DI CONTROLLO DEL LITORALE, NOTAVA UNA PERSONA FERMA SUL CIGLIO STRADA CON UNA VASCA BLU CON DEL PRODOTTO ITTICO ALL’INTERNO, TIPO BIANCHETTO, SUBITO SEQUESTRATO DAI MILITARI E RIGETTATO IN MARE A SEGUITO DI AUTORIZZAZIONE ALLA DISTRUZIONE OTTENUTA DAL P.M. DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LAMEZIA TERME. IL VENDITORE ABUSIVO E’ STATO DEFERITO ALLA COMPETENTE AUTORITA’ GIUDIZIARIA PER DETENZIONE, TRASPORTO E VENDITA DI NOVELLAME DI ALACCIA (TIPO BIANCHETTO).
CONTINUERANNO – SI LEGGE NELLA NOTA STAMPA INVITATA DAL SERVIZIO OPERATIVO DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO -, NEI PROSSIMI GIORNI, LUNGO IL LITORALE E PRESSO GLI ESERCIZI COMMERCIALI RICADENTI NELLA GIURISDIZIONE DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO, LE ATTIVITA’ DI CONTROLLO DA PARTE DEI MILITARI DELLA GUARDIA COSTIERA, AL FINE DI CONTRASTARE E REPRIMERE LE ATTIVITA’ DI PESCA ILLEGALE E COMMERCIALIZZAZIONE DI NOVELLAME DI PRODOTTO ITTICO, RICORDANDO ALTRESÌ, A TUTTI I CONSUMATORI, CHE LE VIOLAZIONI, IN TALE AMBITO, SONO TUTTE DI RILEVANZA PENALE E RIGUARDANO ANCHE LA SEMPLICE DETENZIONE, IL TRASPORTO, LA COMMERCIALIZZAZIONE, NONCHE’ LA CATTURA.
DI FONDAMENTALE IMPORTANZA ED AUSILIO PER IL CONTRASTO DEL FENOMENO, ALTAMENTE DANNOSO PER IL NOSTRO ECOSISTEMA MARINO, E’ LA COLLABORAZIONE DEI CITTADINI CHE POTRANNO FARE LE SEGNALAZIONI DI VENDITA ABUSIVA TRAMITE IL NUMERO GRATUITO BLU 1530 ALLA SALA OPERATIVA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO VALENTIA MARINA, CHE DISPORRA’ L’INTERVENTO DELLE PATTUGLIE E DELLE UNITA’ NAVALI.- 17 MARZO 2014
Ormai in Calabria è difficile sorprendersi delle collusioni con la ndrangheta e con lo spaccio di droga!.
E scoprire le collusioni sembra essere la strada giusta per combattere questi fenomeni.
Ieri a Catanzaro agli arresti un avvocato ed un carabiniere per (presunto?) spaccio di droga.
Oggi a Vibo Valentia agli arresti l'ex capo della Mobile di Vibo Maurizio Lento e il suo vice Emanuele Rodonò
Avevano rapporti con l'avvocato Antonio Carmelo Galati, legale di alcuni degli esponenti di spicco della cosca Mancuso di Limbadi, al quale avrebbero fornito informazioni su indagini in corso.
Con questa accusa sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e dalla squadra mobile di Catanzaro.
A condurre l’indagine il capo della Dda Vincenzo Antonio Lombardo, l'aggiunto Giuseppe Borrelli ed il pm Simona Rossi.
I funzionari sono accusati di concorso esterno e il legale di associazione mafiosa
I due non lavoravano più a Vibo da tempo.