Il luogotenente Mario Lucia è tornato in libertà.
La vicenda è quella del fermo avvenuto il 9 gennaio scorso del Comandante della caserma dei carabinieri di Diamante luogotenente Mario Lucia.
Il fermo e l’avvio agli arresti domiciliari nel comune di provenienza di Serrastretta.
Le accuse erano gravi e parlavano di concussione e violenza privata.
Poi l’interrogatorio al quale il comandante deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere per avere più tempo per leggere la intera documentazione acquisita dalla Guardia di finanza di Paola e coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola. L’avvocato Liserre comunque ha sempre mostrato fiducia di poter chiarire tutto ( Siamo certi di poter spiegare ciò che è avvenuto).
Poi la richiesta di revoca della misura cautelare ai domiciliari accolta dal GIP da cui la libertà per il luogotenente Lucia
La vicenda è quella dell’omicidio di Iolanda Nocito, l’anziana madre di don Marcello Riente, massacrata nella sua abitazione a Belvedere Marittimo il 4 gennaio scorso.
Un omicidio che ha visto la presenza dei Ris che hanno effettuato tutti i rilievi necessari ma dai quali secondo le informazioni della stampa locale “non hanno fornito tracce riconducibili a persone estranee, segno che chi ha agito sapeva come muoversi e cosa fare”.
Non solo, ma la stampa nei giorni scorsi ha evidenziato che “Nella cassaforte aperta dagli investigatori dopo l'omicidio,( è stata trovata ndr) una ingente cifra di denaro, ma anche titoli e diamanti”.
In relazione a quanto la stessa stampa locale ha riportato che “Il parroco, intanto, attraverso l'avvocato difensore Gino Perrotta ha fatto sapere di essere totalmente all'oscuro delle presunte attività della madre e, anche, del contenuto della cassaforte”.
Il parroco ha fatto anche sapere, tramite il legale, di non aver mai prestato denaro.
Non sembra escludibile quindi un diretto collegamento tra l'aggressione subita dal parroco ad ottobre 2012 e l'omicidio della madre Iolanda Nocito.
Al vaglio della Procura di Paola i depositi bancari del prete e della madre.
Ad affermarlo è il procuratore di Paola, Bruno Giordano, facendo il punto sull'omicidio della madre del parroco di Belvedere Marittimo.
“ Al momento siamo impegnati a verificare ed incrociare i dati relativi ai conto correnti intestati a don Marcello Riente e alla madre”
Non solo ma il PM paolano chiarisce che “Dalle nostre indagini non emerge alcun presunto traffico di diamanti”, come sostenuto da certa stampa locale.
Insomma le indagini, che, ovviamente, non possono tralasciare alcuna ipotesi, sembrano essere fortemente indirizzate sulla rilevante disponibilità finanziaria riconducibile al sacerdote. Non solo in casa è stata trovata una notevole somma di denaro in contanti “stranamente” non rubata ma sui conti correnti e i depositi intestati al parroco e alla madre risultano continui versamenti di denaro, senza prelievi.
Non appare a tal punto illogico chiedersi “da dove arrivava tutto questo denaro? Come faceva un semplice parroco ad avere tanta disponibilità?”
Non aiuta per la ricerca della verità il forte riserbo dietro il quale si trincera don Riente, riserbo mantenuto anche per la sua aggressione dell’ottobre scorso.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa di Enza Bruno Bossio
“Intervenendo a Cetraro in una manifestazione elettorale insieme ai candidati al Senato Bruno Villella e alla Camera Stefania Covello, presenti anche il sindaco Giuseppe Aieta e il segretario del PD locale Gaetano Bencivinni, Enza Bruno Bossio ha inteso tornare sulla emergenza idrogeologica in Calabria.
“Il problema dell’abbandono e dell’incuria del territorio è una emergenza che si impone all’attenzione nazionale non solo per la drammatica vicenda dell’allagamento dell’area archeologica di Sibari ma per la fragilità a cui è ridotto l’intero sistema territoriale regionale.
Quello della difesa del suolo è divenuto il vero banco di prova per definire un vero e proprio New Deal rivolto allo sviluppo e alla crescita della Calabria.
Da Cetraro non può non essere sollecitato un programma organico di interventi finalizzati a fronteggiare un esteso fenomeno di erosione costiera del versante tirrenico ma anche alla prevenzione del rischio idrogeologico che si manifesta negli ultimi anni assai frequentemente attraverso frane ed alluvioni con rilevanti danni al sistema infrastrutturale.
E’ ancora viva la ferita aperta dal crollo, avvenuto soltanto qualche settimana fa, del ponte lungo la strada per la contrada S. Filippo dove, oltretutto, ha perso la vita un operaio che si stava recando al lavoro.
Sono sempre più frequenti gli episodi che si registrano a danno anche della strada statale 18 e della stessa linea ferroviaria oltre che ad un fragile sistema della viabilità interna.
Di fronte a tutto ciò non può essere considerato ordinario il ritardo e la disattenzione con cui lo Stato e la Regione affrontano tale problematica.
C’è sicuramente la necessità di combattere forme di abusi e di illegalità che si registrano a danno dei nostri territori ma si impone anche la necessità di un vero e proprio piano che affronti strutturalmente le criticità con le risorse necessarie sulla base delle priorità determinate dalla classificazione del rischio.
Anche per questo non possono essere tollerati né una dispersione delle risorse né tantomeno il fatto che non si realizzino le opere programmate e finanziate come sta accadendo con la mancata attuazione dell’APQ che è stato stipulato ormai da oltre due anni.
La spesa prevista è di ben 220 mln di euro che, oltretutto, rischiano di non essere spesi e magari investiti per la quota di competenza statale in altre aree del Paese.
Che siano adottate le misure necessarie per una accelerazione della realizzazione dei circa 200 progetti programmati attraverso la rimozione del Commissario straordinario a cui è stata affidata di questo APQ e la responsabilizzazione degli Enti Locali come soggetti attuatori”.
Cetraro, li 26 gennaio 2013 Ufficio Stampa di Enza Bruno Bossio