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gggrrrNel film “Sleeper” (Il Dormiglione) di Woody Allen, Miles Monroe, entrato in ospedale nel 1973 per un'ulcera, viene ibernato e scongelato due secoli dopo. Nel futuro le coppie si appartano in un'apposita macchina cilindrica, l'Orgasmatron, in grado di portare uomo e donna all'orgasmo in pochi secondi. Fino a duecento anni prima l'amore era spesso chiamato l'emozione suprema, una esperienza di picco.

Al suo risveglio Miles scopre che, durante il suo lungo sonno, era scoppiata la guerra nucleare e il mondo era stato diviso in due blocchi, uno dei quali comandato dal "Grande Leader". Miles si finge un robot e riesce a fuggire, poi si unisce ai ribelli e penetra in un laboratorio dove tentano di clonare il leader con ciò che resta di lui dopo un attentato. La seduzione del design anni sessanta dalle forme morbide e sinuose richiama certamente il tema dell’erotismo che, nei films, si manifesta anche attraverso il ruolo della nuova tecnologia.

In “Barbarella” la Excessive Machine è un complicato meccanismo di tortura che obbliga la vittima ad avere un orgasmo mortale: si tratta di una specie di sarcofago-fisarmonica dentro il quale viene infilata la protagonista e che, suonato come una pianola meccanica, porta la donna fino al piacere fatale. Barbarella , però, riesce a neutralizzare la macchina mandandola in tilt.

Siamo entrati nell'era dei social network, degli avatar e della scomparsa dei contatti umani nella vita reale? Anche il sesso, dunque, è destinato a diventare qualcosa di digitale e impalpabile. Il film "Her" di Spike Jonze nel 2014 regalò al cinema il primo orgasmo tra un essere umano e una voce robotica. Nel mondo odierno, di Internet e dei social media la rotta, su cui veleggiare per trovare l'amore può essere più difficile che mai.

Il 1990 ha visto la nascita di una nuova tendenza: Speed dating. Ideato da un rabbino californiano per aiutare i single ebrei a fare nuove conoscenze e a sposarsi. Il trend era dettato dalla velocità della vita moderna dove le persone non hanno più il tempo di passare attraverso il codice del corteggiamento vecchia scuola. Lo Speed dating fa ruotare gli interessati con appuntamenti molto brevi tête-à-tête, che durano da tre a otto minuti.

Dopo una rotazione completa l'organizzatore compila una lista di preferenze, e assicura che coloro che si piacciono a vicenda possono incontrarsi realmente e in maniera prolungata. Secondo alcuni scienziati moderni, gli esseri umani genererebbero impressioni durevoli di un potenziale compagno-amante entro i primi tre secondi del rendez-vous. Il tradizionale modo di farlo risulterebbe obsoleto.

Appuntamenti, telefonate, lettere e messaggi, sarebbero solo portatori di ansia non salutare. Al contrario, fin da oggi, le persone possono aumentare le loro scelte amorose in modo esponenziale attraverso servizi di incontri online come OkCupid e match.com. Nel post scriptum del 1984 per Il nome della rosa, il romanziere e filosofo italiano Umberto Eco ha scritto circa le difficoltà di dire "ti amo" in un'epoca in cui quelle parole erano state esaurite.

Le sensazioni di affanno, paura o panico che possono emergere nei sogni alla vista di noi bestioline, dovrebbero indurre gli altri sognatori a ripensare alle medesime sensazioni sperimentate nella realtà, a domandarsi cosa li abbia colpiti ed impauriti, da cosa si sentono aggrediti, disturbati ed invasi, da chi si sentono dissanguati. Lor signori, però, devono sapere che siamo estremamente resistenti e di aspetto coriaceo, veniamo considerati degli sconvenienti.

Persone umane “autenticamente false”, quelle che mettono in atto, talora in modo inconsapevole, la loro finzione. Sono individui composti unicamente di facciata, come case non finite. Hanno l’ingresso degno d’un gran palazzo, ma le stanze interne paragonabili a squallide e occulte caverne, ultimo rifugio dove esercitare la loro violenza da incapaci arroganti, quali sono.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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barcaaa“La vera casa dell’uomo non è una casa, è il Mare. La vita stessa è un viaggio da fare…” Quasi Bruce Chatwin.

Il primo mattino ha quel dono strano di fare da aggregante ai pensieri dei giorni precedenti che, durante la notte, hanno lavorato e si sono scontrati e rimpastati creando delle mostruosità astratte. Le paure, lo stress, i sogni, i film, i libri, i blog, gli amici, le storie: tutto viene frullato durante il sonno, e rischiano di restare solo dei ricordi erranti.

La mente è una bestia difficile da controllare o addomesticare. Vi sono persone che ricordano sempre i sogni, anche quelli apparentemente banali. Il risultato è che, una volta svegli, i sogni ottengono, a volte, l'effetto di far aprire gli occhi, ed ecco un’idea, una soluzione. Un preciso mattino di ottobre ho capito che cosa dovevo fare per non affogare nelle mie inquietudini.

Ci sono dei momenti-cerniera, nella vita, dopo i quali niente è più come prima. In quei momenti vivi la rigenerazione di mille mostri notturni che convergono in un’unica idea che racchiude il tutto in un “basta”. Un momento che ridefinisce un prima e un dopo. Quell’istante rimane scolpito nel cervello ma non è statico.

I mostri continuano a lavorare ogni singola notte dopo quel primo momento, e il ricordo comincia a prendere una piega blanda, fatta di un agglomerato di schifosi insetti che lavorano ed emettono piccoli strani suoni e assordanti e l’istante si adatta a quel che arriva dopo, come se si completasse dentro un contenitore in espansione.

Si muovono, vibrano, graffiano mentre la notte continua. Eccomi all’aeroporto di Lametia, pronto a partire ancora una volta verso la terra che mi ha ospitato per circa quindici anni: il Canada. Vado a vivere nell’Ovest canadese per circa tre mesi alla ricerca di qualcosa che soddisfi la mia insaziabilità di novità al tramonto di una vita vissuta da nomade.

Sono cresciuto cercando di fuggire da un modello standard di vita ripetitivo e già scritto. Molti anni fa ne parlavo con il carissimo amico Walter sulle alture della pre-Sila. Lui non era d’accordo sulla imprevedibilità della mia visione del mondo.

Riprendo il racconto della notte. Le conseguenze di certi istanti catalizzatori sono totalizzanti. Dovevo a tutti i costi partire! Con quella frase, quella conclusione, quella chiave di volta, avrebbe messo le basi per quel che sono oggi. Con una decisione travagliata quel che avevo percepito ingenuamente, come la fine dei miei sogni, veniva cestinato inesorabilmente.

Incredibile quanto possa modificare la realtà una semplice decisione. La mia inquietudine vorrei tanto trasferirla a persone che in qualche modo sentono questa voce interna, quasi un inno alla libertà, alla libera circolazione degli esseri umani su questo pianeta. La vita delle popolazioni nomadi del passato e del presente è stata studiata e scelta da poeti, scrittori e artisti in genere.

Arrivato a Edmonton nel Nord-Ovest canadese, ho annusato ancora l'aria di novità che si respirava e si respira ancora lì, nel Far West fra lande desolate, cieli infiniti e un vento che ti prende a schiaffi quando scende dalla calotta polare. Nomi mitici come il Saskatchewan River, Giubba Rossa, Cervo Rosso, Toro seduto mi riportano in quelle terre senza dimenticare uno degli ultimi scrittori nomadi come il britannico Bruce Chatwin e la sua opera “Anatomia dell'irrequietezza” .

Chatwin sosteneva che il nomade rinuncia, medita in solitudine, abbandona i rituali collettivi e non si cura dei procedimenti razionali dell’istruzione o della cultura. Io, però, sono figlio della “Strada” di Jack Kerouac, di quella strada fatta di amicizia, avventura, amore, spregiudicatezza, droghe, sesso, paure, confusione.

“Perché ci sono troppe cose che mi piacciono e mi confondo e mi perdo a correre da una stella cadente all’altra fino allo sfinimento. Non avevo niente da offrire a nessuno tranne la mia confusione….Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano… bruciano… bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ooohh.” Jack Kerouac.

In un’epoca di genocidi e deportazioni, incremento della xenofobia e dei conflitti etnico-culturali ancor più che razziali, vorrei finire i miei giorni da nomade, con le mie ceneri che la mia adorata figlia Lorenza spargerà lentamente nel Mare di Ulisse.

Gigino A Pellegrini

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la leggeSono passati quattro anni da quel 19 dicembre 2019 che ha rappresentato uno

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I Racconti

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