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Venerdì 12 aprile scorso, come annunciato con lettera aperta al sig. Giovambattista Romano, il Comitato “Ricostruiamo il ponte sul Savuto”, nei pressi del ponte e con le macerie ben in vista , ha incontrato la stampa e i rappresentanti delle forze politiche e istituzionali. All’incontro non sono mancati cittadini che seguono con attenzione le vicende della “questione ponte”. Per la stampa va ricordata la presenza di Giovambattista Caravia (Gazzetta del Sud) e Paolo Orofino (Il quotidiano della Calabria). Per la politica va segnalata la presenza di Adriano Rocca (SEL - Lamezia), del M5S con delegazione composta da tecnici competenti, non sono mancati gli attestati di stima e e il manifestato interesse pervenuti da parte organizzazioni politiche, in primis il PD locale, assenti per cause inderogabili. Non si è fatto attendere l’assessore comunale Emanuele Mancini, da sempre attento alla questione ponte, sin dai tempi del crollo dell’importante struttura.

Ciò che ha di più dispiaciuto è stata l’assenza degli invitati che hanno perso l’occasione di confronto aperto e schietto, non sulle polemiche, ma sui temi che interessano i cittadini e quanti di loro, la stragrande maggioranza, sono interessati al ponte e si uniscono quotidianamente al coro di chi urla: VOGLIAMO IL PONTE!!!

I temi trattati sono stati diversi, dalla evidente mancata priorità dell’opera, la inesistente attenzione all’ambiente, visto la mai realizzata asportazione delle macerie, pur più volte annunciata, e le mancata messa in sicurezza dell’area. Il luogo scelto per l’incontro, già teatro di altre manifestazioni, ha consentito di mostrare dal vivo lo stato di degrado in cui versa l’area al contorno del ponte, oggi trasformata in una vera e propria discarica. Sono evidenti le presenza di rifiuti di ogni genere e tipo. Non mancano elementi in eternit, batterie d’auto, macerie di asfalto, copertoni, elettrodomestici ingombranti, macerie da lavori edili, ecc ecc ecc…

E’ stato evidenziato come la questione ponte non può essere considerata una semplice problematica locale, ma anzi come la struttura ha, e deve avere, un ruolo importante in un sistema viario di più ampio respiro e come ciò lo sia portato alla luce dalle sempre dette ed attese criticità della SS18, in questi giorni tristemente emerse, e fortemente connesse al ponte. Il ponte consentirebbe la fruizione di un percorso alternativo alla SS18, ma anche lo sviluppo di una viabilità interna oltre quella esistente e basterebbe poca cosa sviluppare, una tra tutte la strada Galasso che si sviluppa lungo il Savuto sino allo svincolo A3 di Altilia Grimaldi e parzialmente già provincializzata. Ciò consentirebbe la fruizione di un territorio interno sempre più dimenticato e soprattutto la costituzione di un agevole percorso alternativo a servizio della A3 la cui utilità è del tutto evidente.

Il comitato non si è sottratto nè ad analizzare i contenuti dei comunicati stampa degli ultimi giorni, da più parti diramati, nè ad elaborare ed esporre proposte e suggerimenti in merito ai diversi percorsi di finanziamento fin ora annunciati.

Alla richiesta di informazioni in merito ai contenuti delle riunioni e/o tavoli tecnici, di cui alle recenti notizie di stampa, il Comitato si scusa ribadendo di non potersi esprimere in quanto non presente. Tuttavia, si attende che a relazionare su ciò sia il Sindaco di Nocera Terinese, sempre presente e destinatario, da parte del Comitato, di due richiesta per un Consiglio Comunale Aperto. Venga, il Sindaco, in Consiglio Comunale e renda partecipe la collettività dei contenuti di quelle riunioni e di quant’altro egli sia a conoscenza a riguardo del ponte e della ricostruzione di tale struttura.

NESSUNA POLEMICA, NESSUNA RISSA, NESSUNA QUERELLE, MA NESSUNA PSICOLOGICA SUDDITANZA , SOLO BUON SENSO E VOGLIA DI PROSEGUIRE, A PRESCINDERE DA TUTTI, UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’, SUL SOLCO DA NOI TRACCIATO E DI CUI NESSUNO HA DIRITTO DI ESCLUSIVA.

IL PONTE E’ DELLA COLLETTIVITA’ E NOI VOGLIAMO IL PONTE !!!

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In questo “affaire” ci sono tutti : imprenditori, progettisti, amministratori, funzionari dei Comuni interessati dal progetto e i componenti del Nucleo Valutazione impatto ambientale della Regione.

L’Affaire è quello relativo al parco eolico che sarebbe dovuto nascere tra i territori di Borgia, Girifalco, San Floro, Squillace, Cortale e Maida.

Il GUP di Catanzaro ha rinviato a giudizio ( che inizierà il 21 giugno davanti al tribunale collegiale) 35 persone accusate, a vario titolo, di abuso d’ufficio e falso.

Secondo l’accusa alcuni funzionari dei vari Comuni interessati dal progetto ed i componenti del Nucleo Via (Valutazione impatto ambientale) della Regione Calabria avrebbero dato il loro parere favorevole ad un progetto che non aveva i necessari requisiti, e sarebbe stato oltre tutto costellato di falsità.

L'accusa di abuso d'ufficio però, è decaduta per Giuseppe Graziano e Andrea Pasquale Maradei, ma contro tale decisione la procura intende presentare ricorso in Cassazione.

Nel processo dovranno essere approfondite le accuse che riguardano:

Rosa Cavaliere, amministratore unico e legale rappresentante della srl «Anemos», nonchè rappresentante legale della srl «Borgia Wind» che ha progettato il parco eolico «Borgia 1»; Antonio Bonfiglio, progettista del parco eolico «Borgia 1»; Giuseppe Graziano, all’epoca dei fatti dirigente generale del Dipartimento regionale Politiche dell’ambiente e componente del nucleo Via che nelle sedute del 21 settembre 2007 e del 28 maggio 2010 ha rilasciato pareri favorevoli sulla compatibilità ambientale del progetto del parco eolico presentato dalla «Anemos»;

Giovanni Ricca, segretario generale dell’Autorità di Bacino regionale; Salvatore Curcio, Antonino Genoese, Vincenzo Iacovino, Vittoria Imeneo, Egidio Michele Pastore, Annamaria Ranieri, Raffaele Suppa, Domenico Vasta, e Massimo Zicarelli, tutti componenti del nucleo Via riunito il 21 settembre 2007; Rocco Cristofaro, autore del progetto definitivo per conto della «Anemos». Francesco Edoardo Attanasio, Nicoletta Boldrini, Massimo Bonanno, Donatella Cristiano, Stefano Curcio, Rocco De Luca, Antonino Demasi, Orlando Raffaele Mamone, Andrea Pasquale Maradei, Attilio Mazzei, Clemente Migliorino, Giovanni Misasi, Cosimo Tallarino, tutti (insieme ai già citati Iacovino e Ranieri) componenti del Nucleo Via riunitosi nella seduta del 28 maggio 2010; Sebastiano Valentino, Pietro Danieli, Ubaldo Bertucci, il primo responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Borgia, il secondo e il terzo componenti dello stesso ufficio; Francesco Sacco, all’epoca dei fatti assessore ai Lavori pubblici del Comune di Borgia; Giuseppe Ferraro, responsabile del procedimento e presidente della conferenza dei servizi riunitasi sul progetto «Borgia 1» il 17 marzo 2008; Giovanni Cocerio, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di San Floro; Antonio D’Amico, responsabile dell’area tecnica del Comune di Maida; Natale Amantea, sindaco di Maida

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CATANZARO Tre condanne ad un anno di reclusione ciascuno per il reato di abuso d'ufficio sono state chieste dal pubblico ministero, Alberto Cianfarini, nel processo con rito abbreviato nei confronti dell'ex dirigente del dipartimento politiche dell'ambiente della Regione Calabria, Giuseppe Graziano; l'ex consulente tecnico esterno dell'assessorato, Angelo Gangi, e di Sonia Cosentini, componente del Nucleo operativo Ippc. Le richieste di condanna sono state avanzate al giudice per le udienze preliminari, Giovanna Mastroianni, davanti al quale è in corso il processo con rito abbreviato. Nella vicenda è coinvolto anche l'ex assessore regionale all'ambiente della Giunta regionale di centrosinistra, Diego Tommasi, per il quale è in corso l'udienza preliminare ed il Pm ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini nei confronti dei quattro indagati sono state condotte dal sostituto procuratore della Repubblica Carlo Villani ed hanno avuto inizio nell'ambito di un troncone dell'inchiesta sulle presunte irregolarità nella realizzazione dei parchi eolici. Il processo con rito abbreviato e l'udienza preliminare proseguirà il 27 maggio prossimo. I quattro indagati sono accusati di abuso in atti d'ufficio relativamente alla selezione, compiuta nel 2007, di sette esperti come componenti del Nucleo operativo Ippc.
Secondo l'accusa, il Dipartimento regionale alle politiche dell'Ambiente avrebbe nominato Sonia Cosentini nel Nucleo operativo Ippc pur essendo quest'ultima in possesso di un diploma di laurea in architettura, mentre era previsto che i candidati dovessero essere in possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza o in economia o in ingegneria ambientale o in scienze biologiche o in fisica o chimica.

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