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Una intera convulsa giornata non è bastata per far ritirare le dimissioni del sindaco Vittorio Cavalcanti , per quanto ci abbiamo provato ed anche intensamente Sandro Principe e Mimmo Talarico, cioè i vincitori delle elezioni della primavera 2011.

Toc, toc, toc. Suona la mezzanotte ed ora si cambia pagina.

Rende ricomincia.

Ora spetta al prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, che dovrà nominare un commissario che porterà la città brutia fino alle prossime elezioni.

Ci vorrà la prossima primavera, con ogni probabilità

E ciò salvo che non si giungesse addirittura allo scioglimento del consiglio comunale per condizionamento mafioso. In tal caso i tempi del ritorno alle urne si allungherebbero. Ovvio che il centrodestra gongoli. Eccome. Rende a oltre mezzo secolo è in mano al centro sinistra.

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La commissione d’accesso al comune di Rende ha rassegnato la relazione con le proprie conclusioni. In questi ultimi mesi i tre commissari prefettizi hanno passato al setaccio documenti, delibere, appalti, contratti del municipio rendese, ed hanno ascoltato dirigenti e funzionari. Ora dal momento della consegna il Prefetto Cannizzaro ha 45 giorni per trasmetterla al ministro Angelino Alfano con una propria nota di accompagnamento ed una proposta. Proprio per questo la relazione è stata sottoposta al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Ma nulla trapela, il riserbo sulla relazione è massimo.

Al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza ha partecipato l’aggiunto della DDA di Catanzaro, Giovanni Bombardieri.

Il destino di Rende è quindi appeso ad un filo.

Peraltro non va dimenticato che il sindaco Vittorio Cavalcanti che ha sempre escluso presunti condizionamenti mafiosi sull’attività dell’ente, ha nel frattempo rassegnato le dimissioni.

Il destino di rende è quindi nella mani del Prefetto Cannizzaro che invierà gli atti al ministro dell’Interno.

Angelino Alfano, appena pervenuti la relazione e le conclusioni del Prefetto avrà tre mesi per decidere se sciogliere o meno il consiglio comunale della città di Rende

La commissione aveva preso le mosse dalla vicenda relativa alle presunte infiltrazioni mafiose paventate dall’inchiesta della DDA di Catanzaro che lo scorso anno ha portato all’arresto dell’ex sindaco Umberto Bernaudo e dell’ex assessore comunale Pietro Ruffolo, poi scarcerati e per i quali la Cassazione ha praticamente demolito le ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata invocate invece dalla procura distrettuale.

 

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Non c’è pace tra gli ulivi .E tantomeno all’ASP di Cosenza. Ecco che scoppia un’altra bomba. La Procura, ipotizza i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per il dg dell’Azienda, quattro dirigenti, un impiegato ed un consulente legale che siede nel coordinamento regionale del Pdl. La procura dopo 6 mesi di indagini ha chiesto una proroga di altri sei mesi.

Due i filoni seguiti dai magistrati: l’affidamento di lavori senza procedure di gara e la proroga di alcune consulenze esterne, soprattutto nel settore legale.

Le indagini sono seguite dal pubblico ministero Domenico Assumma, che ha ricevuto il fascicolo dal procuratore Dario Granieri.

Accertamenti a carico di

-Gianfranco Scarpelli, direttore generale dell’Asp,

-Nicola Gaetano, avvocato paolano e consulente dell’Azienda,

-Dario Gaetano, fratello del legale e anch’egli dipendente dell’Asp,

-Maria Rita Iannini, dirigente dell’ufficio legale dell’Asp per la sezione di Paola,

-Aurora De Ciancio, dirigente dell’ufficio Ragioneria,

-Gennaro Sosto, dirigente dell’ufficio tecnico e

-Giovanni Lauricella, dirigente dell’ufficio legale dell’Asp per la sezione di Cosenza.

Due i filoni seguiti.

Il primo riguarda l’affidamento alla Siram di alcuni servizi .

La delibera riguarda la proroga del servizio energia e la manutenzione degli impianti di climatizzazione.

Il secondo riguarda consulenze legali affidate dall’Asp di Cosenza. Con una delibera , sembra siano stati affidati a professionisti esterni «70 incarichi legali, compresi consulenze e arbitrati» e segnala che «dagli atti inviati non risulta documentata la necessità dell’attribuzione dell’incarico all’esterno, né la previa quantificazione del compenso». A beneficiare di alcune di queste consulenze, anche per importi rilevanti, sarebbe stato proprio l’avvocato Nicola Gaetano, legale di riferimento per la sanità cosentina e professionista attivo anche in politica (è tra i componenti del coordinamento regionale del Pdl).

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