Scrivo al Sindaco dott. Mario Pizzino ed ai pochi del Consiglio comunale che, in qualche modo, conosco Enzo Giacco, Rocco Giusta, Caterina Ciccia, Robert Aloisio, Francesca Sicoli.
Io ho casa a Catocastro (era di mia nonna), ci vengo da quando sono nato e amo questa cittadina.
Vorrei parlare dello stato di totale abbandono nel quale questa importante parte del centro storico versa.
Dobbiamo riuscire a fare qualcosa per far ritornare a vivere questo patrimonio di Amantea. La gente ci viene sempre meno ed è difficile dare loro torto.
Vediamo, in ordine sparso, alcune cose che non vanno corredate da suggerimenti (non so quanto validi, sono ragioniere ).
1) La spiaggia non c’è più. Completamente erosa. Se non mettere delle barriere più o meno sommerse si potrebbe intanto togliere un po’ di massi alla foce del fiume per permettere al pietrisco, che le acque trasportano a valle, di scendere a mare.
2) La strada sotto la chiesetta di San Giuseppe è chiusa ed è sede perenne di discarica abusiva (c’è pure da una decina d’anni un vecchio camion “morto ammazzato”). Questa sarebbe un’importante via di fuga da Amantea verso Nord in caso di bisogno. E’ veramente grave non metterci qualche rete di protezione da eventuali cadute massi e non dare una mano di bitume a ‘sti 500 metri di strada per renderla riutilizzabile.
3) Parecchie case sono diroccate ed i giardini tenuti in maniera indegna (per carità di patria taccio dell’ex collegio dei Gesuiti “intubato” in maniera indecorosa da anni). Credo che si possa ordinare ai proprietari di case e giardini di porci (con la o stretta) rimedio. La stessa cosa vale per le case iniziate e mai terminate in tutta Amantea.
4) Là dove c’era un vecchio mulino c’è da tantissimi anni un capannone. Leviamolo per cortesia. Quello potrebbe essere un capiente e bel parcheggio dato che di posti auto nel centro storico ce n’è bisogno. A proposito di vecchio mulino, proprio lì accanto stiamo spendendo soldi per fare un muro di contenimento di cui nessuno sentiva la mancanza dato che un muro già c’era.
5) Per farlo tornare a vivere ‘sto centro storico incentiviamo anche l’apertura di attività cultural/goderecce. Magnifico che ci siano Le Clarisse. Meno accettabile che non ci si accordi con i proprietari per dotare questa stupenda lochescion (mi piace scritto così) di una navetta per il trasporto dei clienti i quali parcheggiano nel quartiere “a membro di segugio”, principalmente in occasione dei matrimoni, arrecando non pochi disagi ai disperati residenti. Ri-proviamo poi a fare un grande parcheggio sotto gli orti di fronte alla villa facendo un accordo civile e serio col proprietario.
6) La strada che attraversa la “Chiazza” e Catocastro. Nota dolente. Una macedonia di pietre, catrame, lastroni e cemento. Che dire? Almeno, in attesa di avere qualche soldino per metterci mano seriamente, facciamo un minimo di manutenzione quando saltano le pietre e, una volta alla settimana (prima o dopo i pasti va bene ugualmente), facciamolo passare un vigile urbano.
Mi fermo qui. Ho già messo troppa carne al fuoco. Fiumefreddo, Belmonte, ecc. hanno capito il significato del “centro storico”, capiamolo anche noi. Le faccio il mio “in bocca al lupo” per il suo improbo lavoro, ne ha veramente bisogno. Faccia anche pagare i tributi locali a chi non li paga (così magari la prossima volta non mi arrivano 552 euro di acqua; scherzo, lo so che Lei non c’entra nulla).
Tante belle cose, Alfonso Frangione