
Anche oggi la città è deserta. Impegnate le forze dell’ordine, con le pattuglie della Polizia Municipale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri.
I militari ed i vigli urbani hanno continuato il loro incessante lavoro di controllo e di presidio del territorio comunale e delle principali frazioni rurali e balneari della città, per contrastare il rischio assembramenti ed evitare che i cittadini raggiungano le cosiddette “seconde case”.
La città è stata deserta, tranne qualche eccezione, puntualmente sanzionata.
Vi è stato un sostanziale rispetto della stragrande maggioranza dei cittadini degli obblighi di muoversi solo in caso di effettiva e comprovata necessità, per rispetto di se stessi e degli altri.
I controlli continueranno, ci comunicano le forze dell'ordine, ancora una volta hanno invitato tutti a rimanere a casa.
Intanto Domenica di Pasqua ed il lunedì di Pasquetta, nell’intero territorio comunale sono state molteplici le persone controllate, sia dalle Forze di Polizia e delle Polizie locali, ai fini della verifica del rispetto delle misure normative in atto per il contenimento della diffusione del contagio da COVID-19.
Diverse le persone sanzionate ai sensi dell’art. 4, comma 1, d.l. n. 19/2020 per il mancato rispetto delle misure di contenimento di cui all’art. 19. comma 2, del citato decreto legge, ai fini del contenimento e contrasto ai rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus COVID-19.
Tra i verbali effettuati alcuni hanno attratto la nostra attenzione per le molteplici giustificazioni assunte dai verbalizzati, c'è stato chi non vedeva la propria fidanzata da un mese, ed ha messo nella sua giustificazione tale motivazione, chi ha assunto nella motivazione della propria autocertificazione di andare dal medico, anche se in un giorno in cui il medico non era di turno, c'è stato addirittura chi si è giustificato assumendo a se motivazioni mediche perchè aveva mangiato troppo e aveva la necessità di smaltire alcol e cibo, o addirittura infine che il proprio animale domestico solo sul lungomare cittadino riesce fare i proprio bisogni.
La Prefettura di Cosenza invita sempre i cittadini a proseguire nella stretta osservanza delle misure di contenimento prescritte, avendo cura in particolare di non spostarsi dalla propria abitazione se non per strette esigenze di necessità, di lavoro e di salute.
Resta fermo il divieto di assembramento
“Quanto meno abbiamo, più diamo. Sembra assurdo, però questa è la logica dell'amore.”
Madre Teresa di Calcutta
Citiamo Madre Teresa di Calcutta per segnalare una iniziativa spontanea, nata dal cuore della famiglia Perri, proprietari del Grand Hotel La Tonnara ad Amantea, che ha colpito i cittadini per la sua semplicità e generosità.
Il proprietario di una nota struttura alberghiera del posto, Pino Perri, in un periodo davvero difficile, quale quello di emergenza sanitaria per il coronavirus Covid19, che il mondo intero sta vivendo, spinto da un forte senso di solidarietà e di comunità, intesa come unione delle forze presenti sul territorio, dona alla Caritas e alla Protezione Civile 100 lasagne per le festività della Santa Pasqua.
Anche ad Amantea ci sono situazioni di povertà e di bisogno, e di questo a rendersene conto non sono solo gli addetti al sociale, ma anche coloro che hanno costruito negli anni una consolidata attività lavorativa e che quotidianamente cercano, con le mille difficoltà di oggi, di portarle avanti e di tramandarle ai propri figli.
Non è un gesto eclatante, che può cambiare l’ordine delle cose, ma è sicuramente un piccolo gesto che prova ad andare incontro alle difficoltà delle persone, un gesto che nel suo piccolo certamente rinfranca i cuori e riempie la pancia di chi soffre maggiormente il tormento di questi giorni della Santa Pasqua.
Crediamo che se ognuno di noi nel suo piccolo fa ciò che può, certamente ne usciremo meglio tutti quanti, non solo fisicamente ma anche spiritualmente e mentalmente.
Vorremmo infine far riflettere tutti a che questa dimostrazione di altruismo possa essere di pungolo, stimolo, sprone e perché no, di esempio per tanti imprenditori del settore ristorativo, che visto la condizione del momento potrebbero adottare questa iniziativa di regalare un giorno di Pasqua speciale ai loro concittadini che si trovano in difficoltà.
Ci eravamo occupati del Monaco silano cercando di apprezzarne l’importanza
storica e di comprenderne l’escatologia, che torna utile in ogni circostanza in cui
compare lo spettro di una minaccia planetaria.
I più informati ricorderanno la citazione di Gioacchino da Fiore da parte di
Barack Obama il quale, nel corso della campagna presidenziale USA del 2008, lo
nominò tre volte, volendo associare la propria elezione all’avvento di un’epoca di
pace e di giustizia dopo la guerresca presidenza di George W. Bush.
E allora, perché non nominarlo noi in vista della speranza pasquale? Noi,
smarriti come siamo di fronte all’ultimo anticristo (Covid-19) venuto fuori dalla
spirale della coda del drago, e preoccupati per l’incerto futuro che ci attende.
Con la sua visione trinitaria e concordistica della Storia, il Calabrese,
morto nel 1202, introdusse una speranza nella senescente concezione mondiale
di stampo Agostinista, secondo la quale la maggior Luce era stata raggiunta con
la venuta di Cristo. Gioacchino lanciò un invito, rivolto alla Chiesa e all’Umanità, a
prepararsi spiritualmente in vista dell’imminente Terzo Tempo, quello dello
Spirito, un’Era nuova che doveva sorgere all’esito vittorioso della Battaglia
finale contro l’anticristo, la nuova Armageddon, e del Giudizio universale.
Dunque, per Gioacchino la grande Luce doveva ancora splendere.
Le Posizioni gioachimite subirono condanne che ne impedirono la
santificazione, ma ispirarono i gruppi ereticali pauperisti successivi, tra i quali i
“Dolciniani” e i “Frati della vita povera” di derivazione francescana, condannati
dal papa Giovanni XXII che gli stessi chiamarono “Anticristo”.
Qualificato come il più grande mistico del medioevo occidentale, oggetto di
attenzione di studiosi dell’intero globo, di Lui narrano magnifici racconti. A noi
piace ricordarlo nel dodicesimo canto del Paradiso, in cui san Bonaventura
presenta al Fiorentino l'anima del Calabrese, di spirito profetico dotato. E ne’
“Il nome della Rosa” di Umberto Eco, Ubertino da Casale spiega ad Aldso di Melk
che gli eretici s’ispiravano a Gioacchino da Fiore, chiamandolo “grande profeta”.
Molto più modestamente, in un recente romanzo di quì, Tusco da Fonte Laurato,
un Gioachimita lebbroso di Fiumefreddo, vede in Carlo d’Angiò l’ultimo anticristo
e ne vaticina la sconfitta pronunciando drammatici anatemi.
Secondo una certa letteratura, proprio in una notte di Pasqua, Gioacchino
ricevette il dono di comprendere a fondo la trama della Storia rinserrata nel
sepolcro della Bibbia, e il significato pieno dell'Apocalisse giovannea.
Come non associare dunque la prossima Pasqua alla Pasqua di Gioacchino, di
questo formidabile “investigatore delle Scritture”, in grado di trovare
nell’Universo biblico, e nei segni del suo Tempo, gli indizi di un travaglio
dell’Umanità destinato a condurre sulla porta di una nuova Era?
Ottocento anni dopo, qualcosa di tremendo ci invita a
rinnovare lo sguardo su di noi, sui popoli e sul mondo, nella
speranza di un Tempo migliore al quale possiamo concorrere
animando di un respiro nuovo il nostro cuore intorpidito.
Riteniamo in tal modo di riflettere sulla Pasqua che verrà.