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Sono partiti in 566 partecipanti . Poi la prima e la seconda prova scritta alla quale parteciparono solo 143 concorrenti. Poi la falcidia della commissione così che ne restano soltanto 18.

Ecco chi resta

1.Amantea Antonella

2.Amendola Andreas

3.Casalinuovo Davide

4.Di Rende Maria Cinzia

5.Donadia Marilena

6.Lopreiato Nunzia

7.Mauro Iolanda

8.Mendicino Rosario

9.Montemagno Anna

10.Morelli Francesco

11 Morelli Erisilia

12.Perna Francesca Mafalda

13.Quattrone Cesare

14.Rizzo Francesco

15.Scalercio Adriano

16.Schettini Mariafortuna

17.Valeriano Marilena

18.Zaccuri Antonino

Sono stati annullati per violazione del principio di anonimato gli elaborati dei candidati sigg: Chieffa Anna, Chilelli Lucia, Lovecchio Daniela,Pellegrino Paolo, Vommaro Carmelinda

Tutti gli altri escono dal concorso perché non ammessi al prosieguo delle prove orali fissate per il 24 e 25 luglio prossimo secondo il seguente calendario

     -24 luglio ore 09.00: esaminandi i seguenti candidati sigg: Casalinuovo Davide, Di Rende Maria Cinzia, Donadia Marilena, Lopreiato Nunzia, Mauro Iolanda

  1. 24luglio ore 15.30: esaminandi i seguenti candidati sigg: Mendicino Rosario, Montemagno Anna, Morelli Francesco, Morelli Erisilia.
  2. 25luglio ore 09.00: esaminandi i seguenti candidati sigg: Perna Francesca Mafalda, Quattrone Cesare, Rizzo Francesco, Scalercio Adriano

-25 luglio ore 15.30: esaminandi i seguenti candidati sigg: Valeriano Marilena, Zaccuri Antonino, Amantea Antonella, Amendola Andreas

 In grassetto gli amanteani S&O

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L’onorevole Sebastiano Barbanti( primo firmatario) ed altri del M5S ha presentato la seguente interrogazione sul porto di Amantea.

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 19/06/2013

Interrogazione a risposta scritta 4-00939

presentato da BARBANTI Sebastiano Mercoledì 19 giugno 2013, seduta n. 36

BARBANTI, MICILLO, TACCONI, BUSTO, MANTERO, CIPRINI, BALDASSARRE, D'UVA, SPESSOTTO, PAOLO BERNINI, PISANO, ROSTELLATO, GAGNARLI, ARTINI, LIUZZI, MUCCI, PESCO, LUPO, CURRÒ, MANLIO DI STEFANO, D'AMBROSIO, ZACCAGNINI, DE LORENZIS, TERZONI, BUSINAROLO, PARENTELA, RUOCCO, L'ABBATE, TOFALO, MASSIMILIANO BERNINI e GALLINELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

a quanto risulta dagli interroganti da qualche mese ormai, il tratto della strada statale 18 tirrenica in località «Principessa» nel comune di Amantea (CS), unica via di comunicazione stradale fra le aree tirreniche del cosentino e del catanzarese, nonché unica strada capace di collegare una amplissima area territoriale interprovinciale con la grande area urbana del lametino e l'aeroporto internazionale di Lamezia Terme, risulta parzialmente ma fortemente erosa dalle mareggiate che hanno colpito la costa, con evidente risultato la difficile praticabilità di tale arteria se non attraverso l'ausilio delle forze dell'ordine e di interventi tampone dell'ente competente (regione Calabria) che garantiscono a fasi alterne la circolazione su gomma in entrambe le direzioni nord-sud, con grave limitazione dei diritti dell'utenza;

tra le ultime mareggiate, quelle del 14 e 15 marzo 2013 hanno richiesto, oltre l'immediato intervento dell'ANAS diretto a rimettere in sicurezza tramite scogliera il corpo stradale della strada statale 18 in Località «Principessa», un impegno delle risorse del comune di Amantea per 200.000,00 euro;

la costruzione del cosiddetto porticciolo turistico nel comune di Amantea, realizzato con fonti regionali e parzialmente ricadente nel demanio marittimo, gestito dal comune di Amantea, ha fortemente contribuito (se non come causa principale sicuramente in modo prevalente) al progressivo incremento dei danni accusati nell'ultimo periodo dalla strada statale 18; conclusione peraltro sancita in un provvedimento giudiziale emesso dal Tribunale di Paola, in sede civile, in seguito a ricorso per accertamento tecnico preventivo instaurato da un imprenditore del luogo e che non ha comunque indotto gli enti interessati all'adozione di qualsivoglia provvedimento decisivo né ad una verifica amministrativa e/o tecnica, seppur in sede di autotutela;

la questione sulla verifica dell'impatto ambientale dell'opera, sulle conseguenze prodotte negli anni e che potranno ancora prodursi in futuro, con conseguenze di natura pubblica per il pregiudizio dei diritti degli utenti e cittadini e per il corretto andamento della amministrazione (per l'eventuale esborso di denaro pubblico, anche sotto il profilo risarcitorio), non sembra aver indotto alcuno degli enti interessati – almeno sinora – ad avanzare una proposta tendente all'accertamento della potenziale pericolosità, inutilità e antieconomicità della gestione di un'opera discutibile ab origine (peraltro sottoposta a vincoli di bilancio e controllo giurisdizionale contabile), atteso che, dalla sua inaugurazione ed apertura ad oggi, il comune di Amantea ha dovuto sostenere ingenti costi di manutenzione (40.000 euro di contributi richiesti solo nel 2012) derivanti dal continuo e costante insabbiamento dell'imbocco che ne ha reso, da un lato, praticamente impossibile la fruizione per la maggior parte del tempo nel corso dell'anno, dall'altro, ha provocato il concreto annullamento della battigia a ovest dell'imbocco del cosiddetto porticciolo turistico;

ad oggi solo il prefetto di Cosenza, giustamente interessato alla situazione, ha convocato su esplicita richiesta una delegazione del Movimento 5 Stelle di Amantea che ha provveduto a sensibilizzare l'autorità che egli rappresenta ai gravi problemi del territorio interessato;

si ritiene di dover rimarcare l'inerzia degli organi competenti che nel corso degli anni hanno ampiamente sottovalutato le evidenti conseguenze manifestate dal ripetersi di certi eventi naturali, e come tali facilmente prevedibili, oltre l'omissione di indagine su cause e concause che hanno contribuito ad alimentare il fenomeno erosivo per porvi rimedio: obiettivo fondamentale dell'esercizio del potere decisionale ad osservanza del dovere pubblico di garantire i diritti fondamentali dei cittadini;

il fenomeno erosivo appare accresciuto ictu oculi dalla realizzazione dell'opera, che doveva rivelarsi fondamentale per il turismo del territorio, nell'interesse superiore della cittadinanza di affrancarsi dalla terribile recente crisi economica;

gli interventi estemporanei succedutisi nel tempo a giudizio degli interroganti sono non risolutivi ed, anzi, volti a procrastinare unicamente la soluzione della problematica esposta con l'aggravante di inutili esborsi di denaro pubblico –:

di quali elementi disponga il Governo, anche per il tramite di ANAS, in ordine agli effetti della realizzazione del porticciolo turistico nel comune di Amantea sulla praticabilità della strada statale 18 Tirrenica e quali eventuali iniziative ANAS abbia intrapreso affinché siano sanate eventuali criticità del progetto; quali siano le iniziative assunte dai vari enti coinvolti a seguito dell'incontro con il prefetto di Cosenza di cui in premessa. (4-00939)

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Dopo la maglia nera ecco di nuovo l’Oliva.

Legambiente “distrugge” Amantea e nessuno la difende.

Non è difendibile? O semplicemente non conviene andare contro corrente? Ma in queste condizioni quale turismo( sviluppo) potremo mai avere?

Ed ecco l’articolo al quale ci riferiamo:

Ecomafie: Legambiente chiede la verità sulle 'navi dei veleni'

"Cresce il business dell'ecomafia, l'unica industria italiana che non avverte la crisi. E si rafforzano sempre piu' i tristi primati calabresi sul fronte delle illegalita' ambientali". A commentare i dati del rapporto stilato sulle ecomafie e’ Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria.

" Lo Stivale - dice Falcone - si conferma sul podio nella classifica generale dei reati accertati, ma anche in quelle che riguardano il ciclo del cemento e il ciclo dei rifiuti. Inoltre, Reggio Calabria e Cosenza figurano tra le prime dieci in tutte le classifiche su base provinciale. In particolare, per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti balza agli occhi il caso Vibo Valentia: ha risalito la graduatoria fino a figurare seconda provincia in Italia per numero di infrazioni, con addirittura un incremento del 120% rispetto al 2011. Dallo scioglimento del Comune di Reggio per contiguita' con la 'ndrangheta alle tante inchieste sulle infiltrazioni negli appalti pubblici passando per il caos discariche e il fallimento eclatante delle societa' miste di gestione dei servizi ambientali, la Calabria appare sempre piu' agli occhi degli osservatori come terra di scorribande e grandi affari illeciti. Anche il turismo, e cioe' la vera risorsa di una terra splendida, e' in mano alle cosche come testimonia l'inchiesta Metropolis della Dda di Reggio". "Quella delle ecomafie - ha continuato Falcone - e' l'unica economia che continua a proliferare anche in un contesto di crisi generale. Un'economia che cavalca l'abusivismo, distrugge il territorio, drena le risorse degli appalti pubblici".

Nuccio Barilla’, componente della segreteria nazionale di Legambiente, ha dichiarato: "Occorre uno scatto di reni per introdurre finalmente i reati ambientali nel codice penale e occorre un giro di vite sul fronte abusivismo edilizio, per scongiurare nuove costruzioni e spingere per le demolizioni degli ecomostri. I dati della realta' richiedono a tutti i livelli una nuova consapevolezza: le ecomafie uccidono la Bellezza, che e' la risorsa piu' preziosa della Calabria su cui si deve costruire una nuova economia e rubano prospettive di futuro ai giovani, costretti a fuggire in mancanza di alternative fuori dai circuiti criminali. Nessuno puo' piu' restare passivo e indifferente". Barilla' ricorda che nel 1994 Legambiente presentava alla procura di Reggio l'esposto che avrebbe avviato la vicenda delle navi dei veleni, che si presume siano state affondate a largo delle coste calabresi, cariche di scorie pericolose e radioattive. "Una vicenda inquietante - dice - a cui si sovrappone la morte del capitano di fregata Natale De Grazia, avvenuta il 13 dicembre 1995. Giustizia e verita' non sono ancora arrivate, una richiesta che diviene ancora piu' forte dopo l'approvazione da parte dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti di due relazioni di grande valore: quella del 5 febbraio 2013 sul caso De Grazia, e quella del 28 febbraio sul fenomeno delle navi a perdere, curate dal presidente Gaetano Pecorella e dall'onorevole Alessandro Bratti. L'impegno perche' sia fatta luce sulla morte di De Grazia avvenuta come denuncia la stessa Commissione per 'causa tossica' - aggiunge Nuccio Barilla' - deve essere il primo passo in direzione dell'accertamento piu' ampio della verita' sulle cosiddette 'navi a perdere' e sui possibili intrecci con altre vicende, come quelle dei traffici illegali di rifiuti in Somalia. Nello stesso tempo verita' e giustizia chiediamo per i cento morti uccisi dalla fabbrica avvelenata della Marlane di Praia e per i veleni di Crotone o del Fiume Oliva nel Cosentino".

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