E' quanto denuncia l'azienda che gestisce il servizio di nettezza urbana, la Lamezia Multiservizi SpA.
L'episodio si è verificato sabato mattina nel pieno centro urbano a Campora San Giovanni, alla presenza di molti testimoni.
Uno degli addetti è stato minacciato di venire ucciso con tanto di pistola in bella vista, da parte di un anziano sul corso Italia.
Minacce verbali, debitamente denunciate presso la locale caserma dei Carabinieri, e presa in carico dal Maresciallo Munafò, Comandante della locale Stazione.
La motivazione della minaccia è semplice, il ragazzo, giovane padre di famiglia, con un contratto estivo in scadenza a fine settembre, si è rifiutato, giustamente, di recuperare due sacchetti di immondizia immischiata in un giorno dedito alla raccolta della frazione organica.
La posizione del Comune su questa vicenda è di completo silenzio, chiediamo alla Prefettura, come voce critica della città, di voler intensificare i controlli sul territorio da parte delle forze di polizia presenti, poiché la città, da anni, desta in totale anarchia territoriale.
La vicenda è sintomatica di un mancato controllo della città, dove un cittadino si vede autorizzato a pretendere la raccolta della spazzatura senza seguire le regole disposte dalle autorità comunali.
Sono anni che chiediamo alle Forze di Polizia una repressione in tal senso, controllo che è stato negli anni sempre disatteso o comunque non efficace.
Le conseguenze, al di fuori del gesto assolutamente da perseguire nelle sedi opportune, sono di fronte gli occhi di tutti.
Solidarietà da parte della redazione al ragazzo che ha subito questa grave minaccia ed alla sua intera famiglia, ci auguriamo che almeno il contratto di lavoro del giovane ragazzo possa essere rinnovato, non solo a lui, ma magari a tutti gli altri ragazzi che hanno prestato la loro attività lavorativa durante l’estate nepetina, per una tranquillità almeno economica.
Si chiama Letizia Lucia Finocchiaro ed ieri nella nostra città si sono vissuti momenti di apprensione, la giovane donna, residente in Provincia di Catania, è ricercata perché scomparsa da alcuni giorni, assieme al piccolo figlio di pochi mesi.
Le informazioni, in quel momento, in mano alle Forze dell’Ordine, erano che la stessa fosse scesa dal treno proveniente da Reggio Calabria in direzione Roma nel primo pomeriggio di ieri.
Pertanto è scattata, da subito, l’attività di investigazione da parte della Locale Caserma dei Carabinieri, guidata dal Maresciallo Munafò, alla ricerca della giovane mamma e del suo piccolo.
Alle attività di ricerca, durate per diverse ore, sono state impegnate una dozzina di uomini del Comparto Carabinieri della intera Provincia, oltre che diversi mezzi in dotazione alla Comando Carabinieri Cosenza.
Ricerca, divenuta vana, per le informazioni successive che hanno discreditato quelle precedenti, ovvero, che la stessa fosse in treno già arrivata nella provincia Romana e che da li abbia fatto perdere, per il momento, le proprie tracce.
Chiunque comunque abbia notizie è pregato di rivolgersi alle Forze di Polizia.
Amantea 1/9/2020
Aggiungiamo un pizzico di serenità, alle apprensioni delle scorse ore, legate alla scomparsa del Nigeriano ventenne, positivo al coronavirus, fuggito dal centro CAS “Ninfa Marina “ di Amantea nella mattinata di ieri.
A trovarlo è stata l’Arma dei Carabinieri, avvertita da un nostro concittadino che, grazie al nostro sito, ha riconosciuto nella foto il viso del ragazzo a bordo del treno regionale 3749 proveniente da Paola delle 10.08.
Immediatamente fermato dai nostri valenti Carabinieri di Amantea, saliti a bordo del treno, è stato accompagnato nel sottopasso della stazione ferroviaria di Amantea, dove, sorvegliato, i militari hanno atteso i medici dell’ASP provinciale per il trasferimento al centro Covid nel nosocomio di Cosenza.
Ora una serie domande ci vengono in mente a primo acchito, tipo dove è stato nelle ultime 24 ore il Nigeriano?
Cosa faceva a Paola, e con chi ha avuto contatti nella città del Santo?
Domande che solo i medici investigativi dell’Asp di Cosenza avranno modo di chiedere e farsi spiegare, al fine di ricostruire i movimenti del ragazzo Nigeriano e circoscrivere il possibile ulteriore fenomeno di contagi.
Il problema che rimane al momento è legato al risultato dei 97 tamponi effettuati al Centro CAS “Ninfa Marina”, da ripetere sicuramente nelle prossime settimane, ci chiediamo come mai il centro non sia stato messo sotto stretto controllo, o almeno in quarantena, in attesa dell’esito dei tamponi.
Chiediamo alla Commissione Straordinaria del nostro Comune, quando avrà il tempo di intervenire su questi avvenimento cittadini lontani da LORO ma vicini a NOI, di adoperarsi per mettere in quarantena preventiva tutti gli occupanti del Centro CAS “Ninfa Marina”, personale compreso, almeno fino alla completa sicurezza di ulteriori contagi da SARS CoVid 19.
Per il reportage fotografico e la news la redazione di tirreno news ringrazia il sig. Luca Guzzo.