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finira"Per poco che ti muovi, si risvegliano le mie angosce!", direbbe un poeta francese.

A mezzanotte un uomo mi spiava maldestramente da dietro una macchina parcheggiata sulla piazzetta. Per un breve istante, con tristezza ed imbarazzo, lo ho osservato. Sono uscito di casa per fare una passeggiata per le antiche strade di Roma con la speranza che la bellezza delle facciate dei palazzi portasse un po’ di oblio sulle misere e umilianti vicende umane.

Mi sono inerpicato per una scala e su per una stradina! Una lunga strada moderna, stretta fra due muri, fatta proprio apposta per le rapine. Ma la strada saliva solo ad una chiesa dove non avevo nulla da fare. Percorsi un'altra strada. Vidi un giardino di peschi in fiore e una panchina.

Ho chiuso gli occhi e mi è sembrato di sentire un gigante che russava. Respiri regolari, sordi, che di tanto in tanto salivano di tono e terminavano in un affanno. Era il Mare di Ulisse, che si muoveva con il vento da sud-ovest. Lo scirocco. Era una vista meravigliosa. Il mare sotto di me, così vicino che avrei quasi potuto gettarci dentro la cenere della mia sigaretta.

La luna ardeva sopra l'orizzonte a sud. A nord-ovest si vedeva una piccola luce lontana che lampeggiava con lo stesso ritmo regolare del respiro delle acque. Poi giacevo di nuovo, vidi la costa agitata, simile ad un fiume di argento liquido venirmi incontro…. e mi lasciavo portar via.

Il vento cresceva e le onde salivano; diventavano altissime e si coprivano a vicenda, e come mostri neri con il vello d'argento sulla schiena si inseguivano l'un l'altra, si inghiottivano e tornavano a salire; venivano a schiere, sempre nuove, in una serie infinita che non terminava mai. Il respiro si trasformava in un rantolo e i singhiozzi diventavano lacrime.

Poi ad oriente iniziava ad albeggiare! Un debole colore arancio che poco a poco diventava giallo limone. Le luci si spegnevano. Le onde si facevano azzurre e infine ecco il sole. Ero solo di fronte all’Ulisse, qualcosa si frapponeva alla vista, non permetteva più al mio sguardo di spaziare e illuminare i miei pensieri. Per l'occhio, che stava per alzarsi da queste parole, è diventato solo il fondo del mio piano-doccia.

Ero stanco. Stanco di guardare nel vuoto, nel nulla, e allora l'immaginazione gettò qua e là nell'azzurro qualche isola verdeggiante. Sentivo un terribile vuoto nel guardare fuori.

Ai margini dell'inverno,

con le barchenelle strade

ricordi semi-forgiati,

forse dal tempo che fu,

di un roseto

inerpicato sulla parete di casa.

Gigino A. Pellegrini

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locandinaL’ASSOCIAZIONE CALABRIA EXCELLENT, NELL’AMBITO DELL’INIZIAITVA ORGANIZZATA PER IL CALENDARIO KREUSA 2023 AVRÀ MODO DI ILLUSTRARE L’0RIGINALE GUIDA CHE SARÀ DIGITALE E GRATUITA

L’Associazione Calabria Excellent il prossimo 11 dicembre 2022, presso il Pala teatro “Giacomo Carrisi” di Mirto-Crosia, nell’ambito dell’iniziativa organizzata dalla Kreusa Gioielleria per la presentazione del Calendario Kreusa 2023, avrà modo di illustrare la Guida Digitale Gratuita del Centro Storico di Crosia.

La Guida contiene diverse informazioni sul Centro Storico di Crosia: le origini, le emergenze storiche ed il patrimonio architettonico, il piatto tipico, ecc. Vi sono riportate le indicazioni su come raggiungere il centro storico, dove dormire e ristorarsi.

Un'area della Guida è dedicata al Santuario della Madonna della Pietà, un'altra al cantautore crosiota Peppe Voltarelli (tre Premi Tenco), ed una al noto Maestro Orafo Domenico Tordo (anche lui di Crosia).

La guida è stata ideata e curata sotto la direzione artistica e creativa dall'Associazione Calabria Excellent. Le foto inedite del Centro Storico di Crosia realizzate dal Maestro Fotografo Domenico Olivito di San Giovanni in Fiore. Vi è, nella Guida, un vero e proprio percorso fotografico suggerito al visitatore per conoscere il meraviglioso centro storico jonico.

Nel corso dell’iniziativa organizzata dalla Kreusa Gioielleria l’Associazione “La Calabria nel Cuore” premierà tre personalità del territorio subito dopo la presentazione del Calendario Creusa 2023 che ritorna dopo due anni di assenza a causa della pandemia.  

Comunicato Stampa a cura di: Associazione “Calabria Excellent” ETS

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8 dicembre 2022

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san nicolaA Santu Nicola ognevallune sona e ogni mandria fa la pruovula. A San Nicola la portata d’acqua lungo i corsi dei fiumi, dei torrenti, dei valloni è abbondante e quindi sono rumorosi e ogni mandria produce più del solito prima che arrivi il crudo inverno. Questo era un antico proverbio e un modo di dire per oggi 6 Dicembre . Ieri come oggi c’erano le piogge e anche abbondanti, solo che non facevano danni, facevano soltanto “rumore”, sonavano che era una meraviglia . I valluni, i torrenti, i fiumi suonavano ma non straripavano. E se si verificava qualche danno causa pioggia non si dava la colpa al cambiamento climatico, la colpa era solo dell’uomo. La pioggia intensa ora causa diversi disagi e l’ingrossarsi dei fiumi e dei torrenti danno preoccupazione alla gente perché straripano. Strade, cantine, garage allagati, campi inondati, piani terra delle case invase dal fango e dall’acqua. Danni, allagamenti e frane si verificano ogni volta dopo un terribile acquazzone. Le strade delle città e dei paesi diventano fiumi in piena distruggendo e trascinando tutto quello che trovano lungo il percorso. Ma anche una volta c’erano questi scrosci d’acqua così violenti e non causavano danni alla popolazione perché la gente non aveva costruito case, capannoni lungo i corsi dei fiumi e dei torrenti. I fiumi venivano regolarmente puliti, i campi erano tutti coltivati e l’acqua piovana veniva regolarmente incanalata nei fossati che mitigavano la furia delle acque. Ma torniamo al nostro Santo che la Chiesa cattolica oggi festeggia, San Nicola da Bari. Mi ricordo che una volta veniva festeggiato anche a Lago (‘U Vacu), un paese confinante al mio, molto carino e ricco di tradizioni culturali e popolari. Il Santo Patrono del simpatico paese è infatti San Nicola (Santu Nicova in dialetto laghitano) e la chiesa parrocchiale è intitolata proprio a San Nicola. E qui voglio ricordare la famosa “Strina”, una antica tradizione folcloristica tipica dei territori della nostra terra e chi la cantava erano gli strinari, molto bravi ed intonati. Andavano in giro per le case a cantare la strina per portare gli auguri e per raccogliere regali. Se le porte delle case rimanevano chiuse erano canti ingiuriosi. Si vendicavano con stornelli sdegnati e pieni di profezie di disgrazie. E poi i famosi biscotti di San Nicola che venivano preparati dalle massaie il giorno della festa, benedetti dal sacerdote e poi distribuiti ai fedeli che erano in chiesa. Quelli rimasti venivano gelosamente conservati come oggetti sacri, e quando si sentiva nell’aria minaccioso il brontolio dei tuoni, precursori delle tempeste, si esponevano fuori sulle finestre o sui balconi, credendo vi fossero in essi la virtù di scagionarle. Tutto questo me lo raccontava la signora donna Giuseppina, originaria di Lago, sposata con l’Ufficiale Postale del mio paese “U Barune” (Don Filiberto Lupi). Ho voluto accennare a questa credenza per cogliere l’essenza dell’animo popolare che è andata lentamente sgretolandosi sotto i colpi potenti del civile progresso, ma che offre ancora oggi la possibilità di scoprire le tracce di un mondo rurale, semplice, dove la gente si accontentava del solo pane quotidiano, dove la chiave di casa era nascosta nella buca della gatta, dove gioia e dolore venivano divisi con gli altri, dove tutti si aiutavano a vicenda. Ma ritorniamo al proverbio. Questo proverbio è noto in tutta la Calabria, è frutto di esperienza di vita quotidiana e costituisce un estimabile bene culturale nella storia delle tradizioni popolari calabresi. Esso fa parte dei cosiddetti proverbi meteorologici. Ci venivano detti dalle nostre mamme, dai nostri padri, perché gente contadina. Eccone alcuni: Se è malutiempu da muntagna piglia la zappa e vatinde in campagna. Se è malutiempu da marina piglia a pignata e vatinde in cucina. Alla Candelora de l’inverno siamo fora, ma se piove e tira vento dell’inverno siamo dentro. Se il ragno fa il filato il bel tempo è assicurato. Quandu se sente la littorina cambia lutiempu. Quandujazze de mullure ‘nde fa senza misura.

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