
Tutto nasce dalla legge siciliana che prevede il rimborso degli stipendi percepiti dai consiglieri provinciali.
Inizialmente l'avviso a comparire era stato inviato a Antonio Rizzo (Pd), Maurizio Tagliaferro (Mpa), Consolato Aiosa (Mpa), Gianluca Cannavò (Pdl), Sebastiano Cutuli (Gruppo misto), Antonio Danubio (Udc),
La Procura però successivamente chiese l'archiviazione delle posizioni di Rizzo, Aiosa e Tagliaferro e dei rispettivi datori di lavoro.
Rimasero quindi soltanto Gianluca Cannavò (Pdl), Sebastiano Cutuli (Gruppo misto), Antonio Danubio (Udc),
Al centro dell'inchiesta le indagini delle Fiamme gialle su rimborsi ottenuti indebitamente dall'Ente attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle effettivamente godute.
Secondo le indagini avrebbero ottenuto indebiti rimborsi dalla Provincia di Catania attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle effettivamente godute.
Ora sono stati sequestrati beni complessivi per circa mezzo milione di euro ai tre consiglieri della Provincia di Catania ed indagati dalla competente Procura della Repubblica di Catania che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di truffa aggravata e falso
A seguito di provvedimento del GIP di Cataniaa i militari del nucleo di polizia tributaria della GDF hanno sequestrato 240mila euro di beni all'ex consigliere Gianluca Cannavò e dei suoi familiari; 71mila euro all'ex consigliere Sebastiano Cutuli e al suo datore di lavoro Carmelo Urso; e 171mila euro all'ex consigliere Antonio Danubio e al suo datore di lavoro Salvatore Nigita.
L’udienza preliminare si sta svolgendo nell’aula ''Occorsio”, al primo piano del Tribunale potentino
Oggi 11 novembre gli imputati per la gestione delle spese di rappresentanza della regione Basilicata compariranno oggi davanti al gup Tiziana Petrocelli del Tribunale di Potenza.
Rimborsopoli , l’inchiesta sulla gestione dei rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza dei membri del parlamentino lucano e quelli per l’attività dei gruppi consiliari.
Imputati di falso e peculato saranno 22 consiglieri uscenti, tra cui l’intero ufficio di presidenza del Consiglio e la giunta regionale con l’aggiunta dell’unico assessore esterno.
16 sono stati raggiunti da misure cautelari, alcune della quali poi riviste nella più semplice misura del divieto di dimora nel capoluogo della regione, : Rosa Mastrosimone (Idv) e Vincenzo Viti (Pd), Nicola Pagliuca, capogruppo Pdl , Antonio Autilio (Idv), Paolo Castelluccio (Pdl), Agatino Mancusi (Udc), Alessandro Singetta (Misto), Mario Pici (Pdl) , Mario Venezia (FdI) e Rocco Vita (Psi), Vincenzo Ruggiero (Udc), Franco Mollica (Udc) , Antonio Flovilla (Udc), Innocenzo Loguercio (Psi), Antonio Potenza (Pu) e Antonio Tisci (Pdl).
Altri indagati per somme inferiori come il presidente della giunta regionale Vito De Filippo (Pd) e gli assessori Nicola Benedetto (Idv), Luca Braia (Pd), Roberto Falotico (Udc), l’“esterno” Attilio Martorano, Marcello Pittella, Vincenzo Santochirico (Pd), Giuseppe Dalessandro (Pd), Antonio Di Sanza (Pd), Franco Mattia (Pdl), Michele Napoli (Pdl), Pasquale Robortella (Pd), Luigi Scaglione (Pu) e Gennaro Straziuso (Pd), Pasquale Di Lorenzo (Fli), Innocenzo Loguercio (Psi), Vilma Mazzocco (Cd), Giacomo Nardiello (Pdci), Donato Salvatore (Psi) e Antonio Tisci (Pdl).
A seguito della richiesta avanzata dal candidato governatore di Sel Maria Murante laRegione Basilicata si costituirà parte civile
Anche un’associazione di consumatori ha presentato la costituzione di parte civile: su entrambi gli atti dovrà poi pronunciarsi il gip.
Ha disturbato tantissimi giornalisti e politici .
Solo uno fu capace di prenderlo a calci: ricordate fu Paolo Frajese.
Ma non demorse.
Paolini cercava sempre di apparire.
Lavorò perfino come attore nel cinema porno
E fece anche una apparizione in un film hard “Confessioni private” con Sara Tommasi.
Ha raccontato di essere stato cresciuto in un clima bigotto .
Di essere stato violentato da parte di un prete, quando aveva quindici anni.
E per questo lanciò vari messaggi contro la pedofilia
Solo messaggi perché secondo i carabinieri di Roma avrebbe pagato per indurre due minori ad avere rapporti sessuali con lui.
Non solo, ma deve rispondere anche di detenzione di materiale pedo-pornografico
L’accusa è doppia . In primis induzione della prostituzione minorilee in secundisproduzione di materiale pedopornografico.
Infatti durante le perquisizioni sono state trovate alcune foto dove Paolini sarebbe ritratto in atti sessuali con minorenni.
Per il momento le indagini si stanno concentrando su due minorenni, di 16 anni, di cui uno italiano ed uno rumeno, che sarebbero per ora le uniche due vittime.
Ma i minorenni saranno sentiti per sapere se ci sono altri casi
Un altro caso dopo quello delle baby squillo di Roma nel quartiere dei Parioli, che offre spunti per profonde riflessioni.
Nella foto Paolini “sfotteva” facendo il segno del carcere. Oggi è stato arrestato!