
Nessuna sorpresa. Report è probabilmente l’unico programma per il quale pagare il canone.
Ecco cosa vedremo il 16 dicembre :
"IL DELITTO PERFETTO"di Alberto Nerazzini
La grande letteratura noir ci insegna che il delitto non è mai perfetto. In Italia, invece, rischia di diventarlo: ogni anno 130mila processi, circa 400 al giorno, vanno in fumo grazie alla prescrizione.
La disciplina dell'istituto di diritto della prescrizione è stata riformata dalla ex Cirielli del 2005, una legge fatta per salvare qualche imputato eccellente dalla sentenza definitiva che da otto anni però si abbatte su tutto il nostro sistema. Il risultato è un diniego di giustizia per decine di migliaia di vittime, il rischio d'impunità per chi commette una lunga serie di reati, anche gravi, e una macchina processuale che spesso gira a vuoto. I costi economici e sociali sono incalcolabili, e il nostro processo è sempre il più lento.
Le organizzazioni internazionali, come l'OCSE, da anni ci chiedono di fare qualcosa, eppure una riforma della prescrizione non è all'ordine del giorno. Con l'inchiesta di Alberto Nerazzini ci domandiamo perché non interveniamo. A chi conviene questo sistema? Come si riflette sull'emergenza delle nostre carceri? Perché non prendiamo spunto dagli ordinamenti ai quali abbiamo voluto copiare il processo accusatorio? Come funziona all'estero?
"SIAMO SICURI?" di Claudia Di Pasquale
In Italia esistono ben cinque forze di polizia. Ma siamo sicuri di essere al sicuro? In questi anni il comparto sicurezza ha subito tagli per quasi 4 miliardi di euro, gli stabili della polizia sono a pezzi, i mezzi da riparare, gli uomini sempre meno. Intanto dal 2002 l'Europa ci chiede di unificare i numeri di emergenza e di adottare come numero unico europeo il 112. In questi stessi anni però sono stati spesi dei soldi e appaltati numerosi progetti per la sicurezza. Vedremo come.
"LA NAVE SCUOLA"
La Guardia Costiera italiana potrebbe essere la prima guardacoste al mondo a costruire appositamente per i propri equipaggi una barca a vela. Costo oltre 3 milioni di euro. Cosa ci deve fare?
Forse è solo un effetto natalizio, ma il fatto potrebbe avere anche un aspetto elettoralistico.
Parliamo della proposta del PD calabrese( di tutto il PD sembra nessuno escluso) che chiede di stabilizzare gli oltre 5000 LSU ed LPU calabresi, quale “atto di giustizia”, ma solo perché queste persone “svolgono mansioni essenziali al funzionamento stesso degli enti locali nella nostra regione”.
Chi ci ha segnalato il problema e la nota compiegata si è domandato se sia legittimo che lo Stato assuma e paghi il personale degli enti locali; e di essi solo una parte.
Crediamo di no, anzi ne siamo certi, ed invero ci sorprende che la politica italiana (tutta, senza eccezione- sembra) che ha dato luogo al pateracchio degli LSU ed LPU oggi faccia come i coccodrilli e pianga.
Ma noi siamo certi che gli LSU ed LPU oltre alla pazienza hanno anche la saggezza per capire.
Ecco la nota:
“Come deputati calabresi del centrosinistra abbiamo presentato in Commissione Bilancio della Camera una serie di emendamenti alla Legge di Stabilità per avviare il processo di contrattualizzazione e di stabilizzazione degli oltre cinquemila LSU e LPU calabresi.
Gli emendamenti saranno discussi in Commissione Bilancio la prossima settimana.
Nel frattempo abbiamo avviato una costante interlocuzione con i Ministeri dell’Economia, del Lavoro e della Funzione Pubblica al fine di individuare le necessarie coperture finanziarie ai provvedimenti da noi proposti.
La stabilizzazione dei precari calabresi resta, per quanto ci riguarda, un atto di giustizia nei confronti di lavoratori che oggi svolgono mansioni essenziali al funzionamento stesso degli enti locali nella nostra regione e che, nel contempo, sono privi di ogni diritto.
Per la realizzazione di questo obiettivo, pertanto, non lasceremo nulla di intentato nei prossimi giorni.
Roma, li 6 dicembre 2013
Ecco i firmatari in ordine alfabetico Ferdinando Aiello, Demetrio Battaglia, Rosy Bindi, Vincenza Bruno Bossio, Franco Bruno, Bruno Censore, Stefania Covello, Alfredo D’Attorre, Ernesto Magorno, Nicodemo Nazzareno Oliverio, Nicola Stumpo.
Era ora.
Era ora che si imponesse quella verità che tutti sapevamo ma che nessuno voleva dire.
Mangiamo italiano? Pensiamo di si, ma non è proprio vero!
Vestiamo italiano? Quando va bene prodotti fatto da cinesi ed altri sud asiatici che lavorano 16-18 ore al giorno per 3-400 euro al mese, cioè sfruttando i diseredati e comunque togliendo lavoro agli italiani.
Ed allora bene il blocco del Brennero.
Un blocco per sapere cosa arriva in Italia:
-il 40 per cento del latte
-il 50 per cento del grano tenero destinato al pane,
-il 40 per cento del grano duro destinato alla pasta,
-il 20 per cento del mais e
-l'80 per cento della soia
Il camion fermato al Brennero aveva cosce di maiale dirette a Modena, la patria del prosciutto, per diventare prosciutto italiano Doc
Gli arrivi di carne di maiale sono cresciuti del 16 per cento
Le importazioni di cereali, "pronti a diventare pasta e riso spacciati per italiani", hanno segnato un boom (+45 per cento), con un +24 per cento per il grano e un +49 per cento per il riso.
L’import di latte è al +26 per cento, "anch'esso destinato a diventare magicamente made in Italy".
La frutta e la verdura crescono del +33 per cento,
Il pomodoro fresco addirittura cresce del+59 per cento
Ed allora ecco gli striscioni:
615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania",
"1 mozzarella su 4 è senza latte",
"Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro",
"Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate".
Ed aggiungiamo noi “"Fuori i nomi di chi fa prosciutti italiani con maiali tedeschi o dell’est europa”
In fondo la lotta della Coldiretti è anche, se non soprattutto, contro gli italiani che usano prodotti primari non italiani che magicamente diventano prodotti finiti italiani
Parliamo anche dell’olio che diventa olio italiano prodotto con olive del mediterraneo
Questo ed tanto più emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti.
Roberto Moncalvo, presidente nazionale della Coldiretti denuncia che "Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano
-due prosciutti su tre venduti come italiani ma fatti con maiali allevati all'estero.
-tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta;
- un terzo della pasta è ottenuta da grano non coltivato in Italia e
-la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere".
La presenza di ingredienti stranieri nei prodotti alimentari realizzati in Italia è dovuta alla ricerca del rifornimento a basso costo e senza preoccupazioni per le conseguenze sulla salute: perciò finisce nel piatto dal concentrato di pomodoro cinese all'olio di oliva tunisino, dal riso vietnamita al miele cinese.