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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa

“Il Presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò, nel ventunesimo anniversario della strage di Capaci, ha partecipato oggi alla “marcia della legalità”, svoltasi a Trebisacce e promossa dall’Istituto comprensivo “Corrado Alvaro” a conclusione del percorso didattico “legalità sui banchi di scuola” svoltosi nelle scuole di Trebisacce, Albidona e Alessandra del Carretto.

«Partecipo sempre molto volentieri - ha esordito Magarò salutando gli alunni che hanno partecipato al programma alla marcia - ad iniziative come questa caratterizzate dal protagonismo vivo e sano dei giovani di oggi, futuri cittadini di domani. Non dobbiamo stancarci mai di parlare di giustizia, praticare la legalità e marciare insieme affinché entrambe si realizzino compiutamente.

Iniziative come questa – ha aggiunto l’esponente regionale – non sono mai retoriche, anzi sono necessarie, perchè contribuiscono a ricostituire un sentire comune e l’appartenenza ad una scala di valori e principi che sono contro le mafie, la violenza, la sopraffazione il malaffare».

E ancora Magarò: «Il concetto di legalità riporta al rispetto delle regole: la convivenza si basa sull’osservanza di regole di condotta. Se queste mancano o sono poco chiare la forza prevale sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto e la violenza sulla libertà.

E’ a scuola – ha proseguito il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta – che si sperimenta la prima autentica forma di convivenza civile che è più efficace e vera quando riesce, come in questo caso, a indirizzare la comunità verso una riflessione comune e una presa di coscienza forte.

E’ a scuola che si costruisce l’antimafia, perché combattere la ‘ndrangheta significa prima di tutto trasmettere e osservare modelli positivi di legalità». E ha concluso: «A voi futuri cittadini, si chiede un impegno maggiore perché il rispetto della legalità non è un semplice atto formale, ma una convinzione personale, uno stile di vita che non possono essere delegati alle istituzioni o ad altri».

 

NdR: forse chi ha ordinato ed eseguito la strage di Capaci non era stato a Scuola!!! Ma se ci fosse stato non l’ avrebbe fatta?

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L’operazione partirà a settembre e sarà finanziata con 30 milioni di euro l’anno frutto della razionalizzazione di spesa. «È una rivoluzione culturale»

Ospedali aperti di notte dalle 20 alle 24 per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi in Veneto per rispondere alla stringente necessità di limitare le liste d’attesa.

La proposta, che il presidente della Regione ha definito una «rivoluzione culturale», è stata presentata e illustrata ieri alle direzioni strategiche delle Ullss e Aziende Ospedaliere nel corso di un incontro.

La novità, unica in Italia, è stata messa nero su bianco in una delibera della Giunta regionale e prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere attivata entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e risonanze magnetiche.

«È una nuova filosofia, una vera rivoluzione – ha detto il presidente della Regione – che si rivolge prima di tutto ai corregionali ma che ci chiedono tempi più veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più efficiente l’intero sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma anche per la definizione del percorso di controlli ed esami dopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle al minimo fisiologico».

«È una sfida dell’intera comunità – ha detto ancora il governatore – che lanciamo assieme a tutti gli operatori della sanità che hanno dimostrato tanta disponibilità e senso civico e che ringrazio sin d’ora».

L’operazione sarà finanziata con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa già in atto, destinati al pagamento del personale e delle spese organizzative. Ai lavoratori sarà garantito il pieno rispetto degli accordi sindacali. Laddove apparisse necessario, i direttori generali potranno attivare anche nuove assunzioni.

Centrale sarà la funzione del Centro Unico di Prenotazione e del Cup Manager, la cui attività dovrà essere anche di vera e propria assistenza al cittadino, fornendo indicazioni e consigli sulla via più breve e comoda da seguire per ottenere la prestazione. Dovranno anche essere attivati sistemi di intercettazione delle prenotazioni con tempi di attesa superiori a quanto prescritto e verifiche immediate se il sistema elettronico dovesse indicare tempi anomali e realizzata un gestione integrata delle agende che comprenda anche il privato convenzionato. Ogni direttore generale dovrà realizzare il “Piano Aziendale Liste Attesa” e attivare un Tavolo di Monitoraggio sulle attese per visite e prestazioni e per i percorsi diagnostico terapeutici.

«Lo spirito – ha sottolineato l’assessore alla Sanità – è quello di avvicinare l’ospedale al territorio e dare una nuova grande opportunità anche a chi lavora ed è costretto a prendersi ferie e permessi per andare in ospedale negli orari abituali. Senza contare che più si usano i macchinari e prima si ammortizzano, ottenendo così anche un obiettivo di ottimizzazione dei costi».

Ah, nessuna paura per chi fa delle liste di attesa il proprio business personale!

La notizia è vera ma riguarda il veneto ed il governatore Zaia!

Ma veramente anche se per un attimo avete pensato che riguardasse la Calabria e Scopelliti: ILLUSI!

NB Grazie a Nuvoletta!

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Sembrerebbe questo il senso della sua frase riportata dai principali mass media “"Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati da multinazionali, farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi".

Onestamente non abbiamo capito che cosa significa quel “farebbe bene” in luogo di “deve” fare denuncia.

Non abbiamo capito perché il cittadino “qualsiasi” ha l’obbligo di denunciare gli illeciti e lo stesso obbligo non debba averlo un parlamentare che è espressione del popolo?

Ovviamente la storia viene fuori da uno di quei pochi servizi giornalistici che oggi tentano di cambiare in meglio la società denunciando quanto scoprono grazie a bocche che finalmente trovano la forza morale di aprirsi per dire le cose che sanno.

Nel caso Le iene, ma senza dimenticare Report ed i pochi altri VERI giornalisti, degni di questo nome e che non hanno paura di liberarsi dal giogo dei padroni!

Ringraziamo comunque il presidente del Senato Pietro Grasso quando assicura che: "Io mi adopererò per fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini".

Grave, invece, quando fa notare che: "Purtroppo la natura di denuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all'accertamento della verità. Spero quindi che gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti così gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura, in modo da poter accertare natura e gravità dei fatti contestati".

E se invece avesse voluto dire che:

  1. a)Potrebbe parlare( e denunciare) chi appartiene al sistema di corruttela?;
  2. b)Potrebbe parlare( e denunciare) chi finora si è fatto corrompere od a visto corrompere ?

Ed infatti è difficile non credere al papà delle Iene, Davide Parenti, quando dice : "Noi abbiamo fatto il nostro mestiere, siamo riusciti a trovare qualcuno che parla. Ma va detto che la questione sollevata dal nostro programma non può essere certo un fatto di cui nessuno è a conoscenza. Ovvero, come ci siamo arrivati noi, immagino, saranno stati informati da tempo quelli che lavorano nel palazzo. Mi risulta difficile immaginare che lì nessuno sapesse".

Forse proprio per questo la chiamano “kasta”.

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