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Motociclista feritoAiutare una persona quando ne ha maggiormente bisogno è un dovere, Soccorrere un ferito in un incidente stradale è anche un obbligo. Ma davvero è sempre così? Una signora padovana che era in casa in isolamento per Covid, casalinga, a distanza di due anni ha ricevuto un decreto penale di condanna di 2 mesi di arresto sostituiti da una multa di 4.500 Euro per aver soccorso un ferito in un incidente stradale. Paradossale, ma vero. Intervistata dai giornalisti così ha detto:- Ero a casa in isolamento per Covid, quando all’improvviso ho sentito uno schianto. Sono corsa fuori e ho visto una moto in mezzo alla strada e un motociclista dentro ad un fossato gravemente ferito. Il conducente della moto evidentemente aveva perso il controllo della moto e si era schiantato contro un segnale stradale. Ho cercato di aiutarlo, poi arriva l’ambulanza e una pattuglia dei Carabinieri. Questi, fra l’altro, invece di preoccuparsi solamente del ferito a terra, mi chiedono i documenti perché si sono accorti che io non dovevo essere in quel posto perché in isolamento-. La signora si rifiuta di dare le sue generalità e di esibire la tessera di riconoscimento, così scatta la denuncia. Doppia denuncia: per violazione dell’isolamento e per essersi rifiutata di dichiarare la propria generalità a un pubblico ufficiale. Ed ecco ora il paradosso: Per aver aiutato una persona ferita la signora ora si trova con la fedina penale sporca e a dover pagare una multa salata. Farà ricorso. Certamente, ne sono sicuro, troverà un Giudice comprensivo che le cancellerà la salata multa da pagare, perché, amici, aiutare una persona quando è in difficoltà è sempre un gesto nobile. La signora era in isolamento, doveva stare chiusa in casa, ha disobbedito, vero, ma lo ha fatto per venire in soccorso di una persona ferita.

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attrezzature panificioUn panificio può avere successo solo nel caso in cui la sua produzione si basi sull’utilizzo di strumenti di qualità. Solo così, infatti, si può essere certi di proporre alla clientela prodotti buoni e salubri, realizzati secondo i più alti standard di efficienza. Se è vero che il settore alimentare si dimostra altamente competitivo, ecco che per uscirne vincenti c’è bisogno di attrezzature ad hoc, che aiutino a realizzare degli impasti ottimi, a gestire con precisione la lievitazione e ad avere delle cotture impeccabili: obiettivi comuni ai panifici, alle pizzerie e ai forni.

Che cosa serve a un panificio

Il forno è senza dubbio il punto di partenza, ma non si può prescindere da una impastatrice a spirale professionale  e da tanti altri dispositivi che servono da un lato a lavorare in modo più pratico e dall’altro lato a offrire ai clienti prodotti di qualità elevata. Ovviamente, la scelta della strumentazione deve essere valutata in funzione di molteplici variabili: per esempio la mole produttiva, ma anche il tipo di prodotti che si è intenzionati a proporre. Le celle di lievitazione, il dosatore elettronico per l’acqua e lo stendipizza vanno annoverati fra i dispositivi che non possono mai mancare.

Sigma e i macchinari professionali per i panifici

È a Sigma che ci si può rivolgere quando si ha la necessità di comprare macchinari professionali per panifici. Questa realtà dal 1974 si occupa della produzione di impastatrici, e nel corso di quasi mezzo secolo ha sempre messo in evidenza una forte tendenza all’innovazione, con tanto di brevetti esclusivi a livello mondiale che dimostrano la fase di studio e ricerca che sta alla base di ogni prodotto.

Il forno

Il forno, come già accennato, è il più importante strumento per qualunque panificio; può essere a gas o elettrico, mentre dal punto di vista della struttura si distingue fra i forni rotativi e quelli a platea. Sul mercato si possono trovare varie tipologie di forni. In linea di massima, in un laboratorio artigianale si tende a preferire un forno a platea con più camere di cottura; al contrario, a livello industriale vengono privilegiati i forni a tunnel e i forni rotativi. Si tratta, in effetti, di soluzioni che agevolano la gestione delle cotture perché le semplificano sotto il profilo operativo. I prodotti vengono collocati su un nastro trasportatore per poi essere fatti passare in mezzo a due fonti di calore che provvedono alla loro cottura.

Quanti forni servono

Non è detto che in un panificio un forno solo sia sufficiente. Sono parecchie, infatti, le attività che scelgono di munirsi di due forni, in modo da avere cotture differenti nello stesso momento e offrire una proposta produttiva più flessibile. Questo è vero sia nelle grandi realtà che nei laboratori più piccoli: si pensi a un forno artigianale che produce pane ma anche torte e dolci. Per i prodotti di pasticceria, c’è bisogno di un forno con caratteristiche diverse rispetto al forno principale, per esempio con una ventola bidirezionale in dotazione.

La temperatura di cottura

Un aspetto direttamente correlato alla scelta del forno è quello che riguarda la temperatura di cottura; nel caso dei lievitati, è importante che siano stabili e abbastanza elevate. Soprattutto quando si parla di pane, è bene ricordare che la temperatura di cottura deve essere tanto più bassa quanto più è elevata la pezzatura, con un contestuale allungamento dei tempi di cottura. Questa è l’accortezza che è bene mettere in pratica per cuocere in maniera ottimale l’interno, così che la mollica non risulti gommosa ma si asciughi al punto giusto, in modo appropriato.

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covid-19-6553695 1920Continua il grido d’allarme della CICAS, Anna Maria De Rose Coordinatrice CICAS di Cosenza e Provincia nonché Commissario per la Provincia di Crotone, afferma cheil Decreto Legge del 07 gennaio 2022 n. 1, l’ultimo di una serie di decreti emessi tra Dicembre 2021 e gennaio 2022, che prevede tra l’altro l’estensione del Green Pass ad una serie di attività sino ad oggi totalmente escluse, ha sancito definitivamente il tracollo economico e finanziario di gran parte delle PMI in Italia contribuendo a negare a migliaia di italiani il diritto al lavoro sancito dalla nostra Costituzione.

 

Seppur si vuole tralasciare,il fatto che molti Costituzionalisti sin dalla sua nascita hanno dichiarato che il Green Pass è di fatto incostituzionale, incidendo sulle libertà fondamentali con immediate ricadute sul principio di eguaglianza (vedi osservatorio per la legalità costituzionale),non si può negare che esso incide direttamente e profondamente sulla ripresa dell’economia del nostro Paese, sancendo di fatto una netta linea di demarcazione tra l’Italia e gli altri Paesi che hanno eliminato la Tessera Verde, negli Stati Uniti la Corte Suprema USA lo ha dichiarato illegale per chi lavora, nel regno Unito sarà abolito il 26 gennaio, in Scozia e Galles già eliminato da tempo come d’altronde in Spagna. 

 

Questi ultimi infatti avendo programmato per tempo le modalità di exit dalla Pandemia stanno giàabbandonando le restrizioni imposte ed eliminando il Green Pass, mentre l’Italia al contrario con l’ultimo Decreto maschera di fatto un Lockdown, non potendo pagare i ristori alle attività che saranno maggiormente colpite a causa delle restrizioni imposte a determinate categorie di cittadini.

Green Pass e Quarantene, stanno mettendo in ginocchio il canale Ho.Re.Ca e come scrive La Verità 1.200.000 aziende devono restituire circa 83 miliardi di prestiti. Inoltre la sospensione dei lavoratori per mancato possesso di SUPER GREEN PASS determinerà un vuoto nelle aziende di figure professionali difficilmente sostituibili nell’immediato, con perdita del vantaggio competitivo delle stesse e con aggravio di costi per la formazione da effettuarsi in poco tempo e che non è sostenibile.

 

Il sole24ore afferma che il 62% delle rate dei prestiti previsti dalle Moratorie ancora attive non verranno saldate. I prestiti si potrebbero prorogare ma senza una deroga dell’EBA gli stessi verrebbero riclassificati dalle banche come NPL i famosi crediti deteriorati, con tutte le conseguenze per le PMI all’interno del circuito bancario, Crif e altre ghigliottine che determinerebbero di fatto la loro morte.

Ad oggi la situazione delle PMI è drammatica in quasi tutti i settori e il 90% dei sindacati siano essi datoriali che dei lavoratori sono totalmente asserviti al legislatore, venendo meno quella funzione di “protezione” agli iscritti per la quale sono vocati.

 

Tutelare le PMI significa tutelare i lavoratori e mai come prima di oggi le due entità sono unite da un inevitabile destino se le strategie messe in atto dal Governo non cambieranno.

Le PMI stanno inoltre implodendo schiacciate dal Caro Energia per non aver saputo programmareda chi ci ha governato negli anni passatiuna strategia energetica a medio lungo termine del Paese. CICAS (Confederazione imprenditori, commercianti, artigiani servizi e turismo) il 15.09.2021 aveva già denunciato con un comunicato stampa il caro energia e chiesto un tavolo permanente di discussione per un vigile controllo.

 

E’ di pochi giorni fa una dichiarazione di Federalimentare che afferma che “in questo momento la corsa alla sostenibilità ambientale non è sostenibile economicamente” e che nel 2022 si stima una perdita occupazionale di circa 40mila addetti. 

Al contempo Bernabò Bocca presidente Federalberghi denuncia la grande crisi del settore del turismo nelle città d’arteprivate del turismo straniero (-71% presenze) con a rischio circa 500mila posti di lavoro e chiede un incontro urgente con i sindacati per richiedere a gran voce la proroga degli ammortizzatori sociali e l’apertura di tavoli sindacali per la riduzione del personale(sole24ore); a Roma 1 albergo su 3 è chiuso!

 

Non c’è più tempo è ora di cambiare passo, niente più RESTRIZIONI NIENTE PIU’GREEN PASS, SI ALLE CURE DOMICILIARI, adeguamento alla situazione delle altre nazioni, altrimenti implodendo il tessuto economico del Paese non vi sarà più nessuno a pagare tributi e tasse e nemmeno i lavoratori del pubblico impiego saranno al sicuro.

D’altronde la situazione Italiana può essere racchiusa in una dichiarazione di qualche giorno fa apparsa sul Guardian che con sguardo all’Italia afferma che nel nostro Paese “ la democrazia presto o tardi dovrà essere ripristinata, dopo la transizione affidata a un Primo Ministro tecnocrate”.

 

Anna Maria De Rose

Coordinatore CICAS di Cosenza e Provincia

Commissario CICAS per la Provincia di Crotone

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I Racconti

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