
Roma, 4 gennaio 2022 – Da ieri sono disponibili anche on-line i dati dei rapporti intercorrenti con Poste Italiane relativi all’anno2020 e necessari per la presentazione dell’attestazione ISEE (indicatore della situazione economica equivalente). La certificazione sarà disponibile in tempo reale; per poterla ottenere sarà necessario accedere tramite le proprie credenziali al sito poste.it nella sezione dedicata o nelle App di Poste Italiane.
Il documento,che viene emesso su richiesta dell’intestatario,racchiude tutte le informazioni necessarie per il calcolo dell’ISEE relative ai prodotti finanziari, in particolare riporta saldo e giacenza media dei conti attivi/estinti nel corso d’anno2020, dei libretti di risparmio, dei Buoni Fruttiferi Postali, delle Postepay nominative e delle Carte Enti Previdenziali, il valore nominale dei Fondi di Investimento, la posizione dei Deposito Titoli nonché l’attestazione dei premi versati per Polizze Assicurative ed è disponibile al seguente link https://www.poste.it/prodotti/rilascio-certificazione-ai-fini-isee.html.
La nuova modalità di accesso al servizio conferma il processo di digitalizzazione avviato da Poste Italiane. Oggi sui canali digitali offerti dall’Azienda è infatti possibile accedere ai servizi offerti in totale sicurezza. Tramite il sito internet www.poste.it, ad esempio, i clienti registrati possono facilmente gestire il Conto BancoPosta o il Libretto di Risparmio, sottoscrivere un Buono Fruttifero on line, richiedere la spedizione di un pacco, attivare il servizio seguimi o acquistare prodotti filatelici. Le APP di Poste Italiane, disponibili su AppStore e Google Play, sono completamente gratuite e sono utilizzabili in mobilità anche da chi non è titolare di un rapporto con l’Azienda, come un vero e proprio Ufficio Postale a casa dei cittadini.
Poste Italiane- Media Relations
All’agevolazione potranno accedere i cittadini di età superiore a 70 anni e titolari di una pensione fino a 20.000 euro annui che saranno informati dall’Azienda guidata da Matteo Del Fante
Roma, 29 dicembre 2021 - Poste Italiane consegnerà ai cittadini di età superiore a 70 anni e titolari di una pensione fino a 20.000 euro annui un decoder di importo non superiore a 30 euro, come previsto dal maxi emendamento alla Legge di Bilancio presentato venerdì in Senato dal Governo. Lo rende noto il TGPoste, il telegiornale aziendale visibile su www.postenews.it.
L’Esecutivo ha stanziato 68 milioni di euro per rinnovare il fondo nato per supportare la popolazione nel passaggio alle nuove modalità di diffusione del segnale televisivo che entreranno in vigore definitivamente a gennaio 2023, quando i canali saranno visibili solo da chi possiede una tivù HD o un decoder. I cittadini che avranno diritto ad accedere a questa ulteriore agevolazione saranno informati tramite una lettera da Poste Italiane del fatto che potranno richiedere e ricevere direttamente a domicilio un decoder senza necessità di andare ad acquistarlo.
Chi vorrà sfruttare questa opportunità potrà concordare con l’Azienda un appuntamento telefonico o tramite l’ufficio postale o tramite una piattaforma dedicata per fissare un giorno nel quale il portalettere consegnerà il decoder a casa. Inoltre, i cittadini che aderiranno alla misura riceveranno da Poste Italiane assistenza telefonica per installare il nuovo apparecchio. Poste Italiane, che ha già affiancato il governo in operazioni di sostegno alle fasce di popolazione più deboli e bisognose come la consegna a domicilio delle pensioni, ha stretto un accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico mettendo a disposizione la capillarità della sua rete fatta di quasi 13000 uffici postali e oltre 30.000 portalettere, per supportare il Paese nella transizione tecnologica e contribuire a colmare il divario digitale tra le generazioni.
Poste Italiane – Media Relations
L’Art. 83 della Costituzione Italiana così recita: Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dai suoi membri. E l’Art. 84: Può essere eletto ogni cittadino che abbia compiuto 50 anni e che goda dei diritti civili e politici. Quindi, anche io e anche tutti voi, amici carissimi che mi state leggendo, se venissimo votati dal Parlamento potremmo diventare Presidente della Repubblica Italiana ricoprendo la carica più prestigiosa e più importante della Repubblica. Ma questo non accadrà mai e mettiamoci il cuore in pace, perché sin dalla nascita della Repubblica il Capo dello Stato è stato sempre scelto da un parlamentare che abbia ricoperto già un ruolo istituzionale come ex Presidente del Consiglio, come ex Presidente della Camera o del Senato, come ex Ministro, come ex Presidente della Corte Costituzionale. Noi, tutto al più, abbiamo ricoperto la carica di consiglieri comunali o di assessori di piccoli ed insignificanti Comuni. Lasciamo ad altri, dunque, la possibilità di diventare Presidente della Repubblica. E Mario Draghi, l’attuale Presidente del Consiglio eletto da una ampia maggioranza parlamentare mai vista prima, potrebbe diventare Presidente della Repubblica? Potrebbe traslocare da Palazzo Chigi al Quirinale senza combinare qualche sconquasso? Certamente. Ed è inutile girarci intorno e far finta di niente. Mario Draghi al Quirinale vorrebbe andarci eccome. Qualche giornalista ha scritto, e da più di un mese solo di questo si parla nei talk show e sui giornali, che se Draghi diventasse Presidente della Repubblica sarebbe una catastrofe. Esagerato. Certamente, però, nel Parlamento ci sarebbe un bel sconquasso. Alcune forze politiche vorrebbero lo scioglimento anticipato delle Camere per andare subito al voto, come la Lega e Fratelli d’Italia. Altre, invece, hanno paura del voto e vorrebbero, auspicherebbero, esigerebbero che la legislatura continui fino alla sua naturale scadenza così molti Parlamentari che sicuramente non saranno più eletti nella prossima tornata elettorale perché il Parlamento sarà dimezzato avrebbero così diritto a percepire la pensione parlamentare. E allora? E qui mi sovviene un proverbio calabrese:- E cca c’è su spine e llà ci sono calabruni, dove ti vuoi jettare ti jietti-! Ci sarà senz’altro maretta sia che Mario Draghi rimanga a Palazzo Chigi sia che traslochi al Quirinale. Dante aiutami tu a descrivere questa ingarbugliata situazione in cui si troverebbe l’Italia, il Governo, il Parlamento:- Nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello-. Ci sarebbe un gran bordello e tutti ma proprio tutti tirerebbero il povero Draghi per la giacchetta. Cambiare il Presidente del Consiglio proprio ora, in piena pandemia e con molte cose ancora irrisole e con la situazione sanitaria che sta peggiorando e con le riforme richieste da Bruxelles appena incominciate è davvero un rischio. Ma questo rischio è necessario affrontarlo per il bene del Paese nel migliore dei modi, perché Mattarella si è detto indisponibile ad un reincarico. Draghi, invece al Quirinale vorrebbe andarci, eccome. Lo ha detto anche lui.- Sono un nonno delle istituzioni -. Se venisse quindi eletto Presidente della Repubblica, me lo auguro sinceramente al primo turno con una amplissima e bulgarissima maggioranza, nulla cambierebbe. Si eleggerebbe un nuovo Presidente del Consiglio con l’attuale maggioranza parlamentare perché nessuno vuole una crisi di Governo al buio-. Il cammino del famoso Pnrr rallenterebbe, naufragherebbe la riforma del patto di stabilità, lo spread salirebbe. E chi pagherebbe il costo di questa crisi? Noi, ovviamente. E allora, mandiamo al Quirinale un altro personaggio politico fidato e competente e Mario Draghi lasciamolo dov’è. Facciamo finire la Legislatura e poi andiamo al voto. Amen.