
"La Tunisia rifiuta categoricamente le espulsioni forzate dei propri migranti irregolari dai paesi d'accoglienza".
Lo ha detto il ministro tunisino degli Affari sociali, Mohamed Trabelsi, in apertura di un seminario sul tema migratorio,
precisando che il governo sostiene i loro diritti all'accesso ai servizi di base e all'integrazione nei paesi di accoglienza e non accetta il loro ritorno a meno che essi non abbiano manifestato questa intenzione.
Come se fossero in vacanza!|
Bloccate allora le importazioni dalla Tunisia.
E Voi italiani non comprate più prodotti della Tunisia.
L'inevitabile epilogo di una stagione caotica, la peggiore finora degli ultimi 28 anni: era ormai diventata insostenibile la presenza di José Mourinho all'Old Trafford.
In due anni e mezzo il manager portoghese ha avuto modo di scontrarsi con tutte le componenti del Manchester United, dai giocatori ai dirigenti, dagli ex campioni fino ai tifosi.
A Manchester, Mou ha sempre vissuto come un ospite non gradito.
Non è un caso che abitasse in una suite di un albergo in centro, rifiutandosi di trasferirsi con tutta la famiglia, rimasta a vivere a Londra.
Arrivato nel maggio 2016 per riportare lustro allo United, allo sbando dopo l'addio di Sir Alex Ferguson, Mou se ne va dopo aver vinto una Coppa di Lega e una Europa League.
L'esperienza più modesta, a livello di trofei, di tutta la sua carriera. decisamente più ricca la lista degli scontri dialettici, tra accuse e incomprensioni con l'ambiente. Non si è mai sentito amato, come gli era capitato altrove, e probabilmente neppure compreso. Perché se ha sempre criticato i dirigenti dello United per non averlo assecondato nelle richieste di mercato, l'investimento di 450 milioni di euro, per 11 giocatori, sotto la sua gestione, rappresenta un gigantesco esempio di incomprensione. Estesa poi nei rapporti, spesso burrascosi, con alcune stelle dello spogliatoio.
Una su tutte, Paul Pogba, che pochi minuti dopo l'esonero ha postato sul proprio profilo Instagram un suo primo piano con ghigno, invitando i followers ad inserire la didascalia. Un'uscita quanto mai intempestiva, e subito cancellata. Ma indicativa delle tensioni che hanno attraversato in questi anni lo spogliatoio. Che non condivideva non solo i modi, spesso bruschi e sbrigativi, dell'ex tecnico di Inter e Real Madrid, ma neppure la sua filosofia calcistica, ritenuta troppo speculativa e difensiva.
A maggior ragione in uno stadio, l'Old Trafford, abituato a vedere dominate le partite (almeno durante l'era Ferguson) dai propri eroi. Molto spesso, campioni in erba usciti dal settore giovanile, come non è capitato con Mou, refrattario a dare fiducia ai più giovani. Già in ottobre Mourinho era stato ad un passo dall'esonero, ma una inattesa rimonta casalinga contro il Newcastle (da 0-2 a 3-2), e la tregua successiva con Pogba, sembravano aver riportato il sereno. Anche perché il licenziamento sarebbe costato, e costerà, allo United una cifra attorno ai 20 milioni di euro, considerato che il contratto di Mou, rinnovato solo lo scorso gennaio, ha scadenza 2020.
Nel frattempo i Red Devils, non senza sofferenze, si sono qualificati per gli ottavi di Champions League (affronteranno il Paris Saint Germain). Ma in Premier League non solo sono fuori dalla corsa per il primo posto (sesti a -19 dal Liverpool), ma anche lontanissimi dal quarto posto (-11). Risultati mediocri per un club orgoglioso di contare, sempre e comunque, più delle sue stesse stelle. Che fossero David Beckham o, appunto, Mourinho.
Entrambi liquidati quando ritenuti non più adeguati alle ambizioni del club. Nel futuro immediato del club c'è un tecnico, non ancora scelto, che avrà il compito di traghettare la squadra fino al termine dell'anno, nella speranza di salvare il salvabile. Quindi, il prossimo maggio, si ripartirà da un nuovo nome, che dovrebbe uscire da una ristretta cerchia di candidati. Da Mauricio Pochettino a Diego Simeone, fino a Zinedine Zidane, il favorito secondo i bookmakers.
Questa sera, amici, prima di andare a dormire vi voglio raccontare una bellissima e commovente storia di amore, da leggere con piacere. Vi farà certamente riflettere e vi farà diventare ancora più buoni e non solo a Natale. E’ la storia di una meravigliosa e stupenda bambina di 10 anni che ha combattuto ma invano contro un tumore al cervello, ma anche gravemente ammalata e con le forze che a poco a poco andavano scemando, fino all’ultimo istante della sua breve vita si è sempre prodigata nell’aiutare gli altri specialmente i bambini come lei ma più poveri, più bisognosi e condividendo con loro tutte le sue cose. Una bambina davvero speciale di nome Giulia Zedda, il cognome ci dice che era Sarda, morta lo scorso mese di maggio ad appena 10 anni, stroncata, come abbiamo visto, da un male oscuro al cervello, contro il quale aveva lottato invano per lunghissimi quattro anni e mezzo. Se ne è andata tra le braccia infranti dei suoi cari ed amatissimi genitori. Però prima di morire ha confidata alla sua mamma un sogno, il suo sogno più bello, più grande: quello di regalare i suoi vestitini che lei non avrebbe mai più potuto indossare e tutti i suoi giocattoli, che ne aveva tanto, ai bambini poveri, a quei bambini che non possono permetterseli, a quei bambini che Babbo Natale e la Befana non passano dalle loro case, non lasciano neppure un dolcetto, un soldatino di stagno o una macchinetta di latta. Giulia, questa dolce bambina, anche prima che morisse ha preparato delle buste con tutti i suoi giochi e gli abitini da poter regalare agli altri bambini meno fortunati di lei. Così disse alla mamma: più sfortunati. Una bambina che sta per morire colpita da un male incurabile si riteneva fortunata e pensava che ci fossero nel mondo ancora tanti bambini più sfortunati di lei. Amici, ma questa è una Santa. E’ nata così, dopo la sua morte, una associazione di beneficenza che porta il suo nome:- Il sogno di Giulia-. La sede si trova in Via Giardini 159 a Cagliari dove vengono raccolti e distribuiti i doni tutti i mercoledì e venerdì. Non solo giocattoli ma anche libri, penne, matite, quaderni, coperte, indumenti, passeggini, lettini, giocattoli di ogni tipo per maschietti e femminucce. Mamma Eleonora è felicissima perché ha potuto realizzare il sogno del suo piccolo angelo Giulia che dal cielo certamente ci guarda e ci sorride perché i giocattoli e gli indumenti che vengono distribuiti contribuiscono a donare un sorriso ai bambini più in difficoltà e più sfortunati. Ciao piccolo grande angelo e, continua a sorridere, con gli angeli ed i santi, come hai fatto come quando eri ancora in mezzo a noi.