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Macron ha deciso: moratoria sull’aumento della benzina.

Ma se vuole prendere in giro il popolo forse non gli conviene.

Oggi il primo ministro francese Edouard Philippe in un incontro con i deputati di En Marche annuncerà una moratoria sull’aumento della benzina per raffreddare le tensioni viste nelle ultime settimane

Dopo tre settimane di tensioni, sfociate negli scontri di sabato a Parigi, il governo francese fa marcia indietro.

Slitterà di alcuni mesi quindi l’aumento del carburante, una tregua per far calare la tensione che in queste settimane ha provocato quattro morti e centinaia di feriti nelle varie manifestazioni di piazza.

L’ultradestra cavalca la protesta. L’ultradestra rappresenta il popolo?

Sì perché la protesta dapprima pacifica è stata cavalcata da frange di ultradestra che stanno mettendo a ferro e fuoco la Francia.

Povera Francia!

L’incontro che Edouard Philippe doveva avere con i rappresentanti del movimento è saltato per motivi di sicurezza. Infatti alcuni dei leader del movimento spontaneo come Jacline Mouraud – la signora bretone divenuta uno volti più noti del movimento – hanno denunciato di aver ricevuto minacce dalle frange più oltranziste per impedire il dialogo con il governo.

Le scene viste sabato sugli Champs Elysées hanno mostrato plasticamente le due piazze.

Da una parte i cittadini che protestavano pacificamente, dall’altra gruppi di facinorosi che erano in piazza solo per creare disordini.

Sempre Francia era! Ma qualcuno un po’ più incazzato.

Ad attaccare il governo ci ha pensato la leader di FN Marine Le Pen che sulla moratoria, che “non è che un rinvio” ha commentato: “Evidentemente il governo non è all’altezza delle attese e della precarietà in cui si dibattono i francesi”.

I sindacati di polizia chiedono di vietare la manifestazione

Chi si dice esausto sono i sindacati di polizia.

Tanti giorni di tensione hanno pesato soprattutto su di loro. La guerriglia di sabato li ha costretti ad azioni che li hanno messi a dura prova.

Intervistato dalla tv francese David Le Bars, segretario generale del sindacato di polizia Scpn ha commentato: “Non è stata una bella riunione di famiglia all’Arco di Trionfo.

Avevamo sicuramente a che fare con una nebulosa dell’ultradestra, i metodi erano quelli, le forze dell’ordine sono state aggredite e costrette a ritirarsi”.

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La notizia è di due giorni fa, nella serata del 27 novembre del 2018, è stato comunicato che in Australia sono state trovate circa 140 balene morte.

Una vera è propria strage, inspiegabile.

Adesso si teme un’allerta squali.

 

 

A fare la scoperta sconvolgente, è stato un pilota di un aereo privato che, sorvolando il Croajingolong National Park nello stato di Victoria, ha avvistato le balene spiaggiate.

Una strage, dal sapore sicuramente macabro oltre che estremamente triste. Il pilota ha immediatamente allertato i soccorsi, ma purtroppo non è stato possibile fare molto.

I soccorritori, giunti sul posto indicato dal pilota, hanno trovato 8 dei cetacei, ancora vivi, ma agonizzanti.

Insieme alle balene, si trovava inoltre anche una megattera, che sembrava però essere deceduta precedentemente rispetto alle balene.

Purtroppo è stato impossibile salvare gli animali, anche quelli vivi, riversavano in condizioni troppo critiche per poter fare qualcosa che le aiutasse.

A questo punto, i biologi, hanno raccolto campioni dagli animali per cercare di capire i motivi per cui le balene si sono spiaggiate.

Lo spiaggiamento non è raro, ma si teme un attacco massiccio degli squali

Secondo quanto riferiscono, gli esperti, lo spiaggiamento delle balene, purtroppo non è raro. I cetacei infatti, viaggiano in branco.

Se il capobranco è malato o ferito, il resto degli animali non lo abbandona e lo segue, a volte, come in questo caso, anche fino alla morte.

Tra le cause però ci potrebbe essere anche l’attacco di predatori, come gli squali che spingono i cetacei, sulla spiaggia.

A fronte di questo pericolo, le autorità australiane, hanno emesso un allerta alla popolazione locale per l’aumento dell’attività degli squali nella zona.

Un ritrovamento davvero incredibile e spaventoso, si è registrato in una delle spiagge più grandi del mondo.

Una cosa che ha lasciato tutti gli esperti senza parole: oltre 140 cetacei spiaggiati e morti.

I mammiferi, sono stati avvistati in una zona della Nuova Zelanda.

A condannarli è stato il loro spirito di branco.

Il forte legame sociale che questa specie di delfino di grandi dimensioni, crea, questa volta è risultato fatale a ben oltre 140 esemplari.

Per i Globicefali, questo il loro nome, succede che quando il capobranco finisce a terra perché stordito o malato, tutti gli altri lo seguono.

Un salvataggio purtroppo impossibile

L’allarme, lanciato nella notte ha allertato gli operatori del Dipartimento della Conservazione, che sono giunti sul posto per verificare l’accaduto. Lo spettacolo che gli esperti hanno trovato è stato terribilmente indescrivibile. 140 tra questi grandi delfini, lunghi tra i 5 e i 6 metri, morti sulla riva del mare. La maggior parte dei grossi cetacei spiaggiati purtroppo non è riuscita a sopravvivere. I pesci infatti, soprattutto se di peso superiore alla tonnellata, come i Globicefali, non possono vivere sulla terraferma. L’organismo di queste creature, necessita di essere sostenuto dall’acqua che impedisce loro di soffocare a causa del loro stesso peso.

La decisione straziante

I soccorritori del Dipartimento di Conservazione, giunti sul posto dell’accaduto, erano troppo pochi rispetto al numero spropositato di cetacei spiaggiati. Inoltre l’arrivo dei volontari è stato impedito dal fatto che la zona era troppo remota e difficile da raggiungere. Tra il dispiacere generale, il capo del Dipartimento, Ren Leppens, ha confessato: “Il trattamento più umano è stata l’eutanasia. Ma è sempre una decisione straziante“.

28/11/2018, di Francesca Perrone da velvetpets.it

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Brasilia, 29 novembre. La polizia federale brasiliana ha arrestato stamani il governatore di Rio de Janeiro, Luiz Fernando Pezao, accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta 'Lava Jato' sui fondi neri Petrobras, la Mani Pulite verdeoro.

Secondo il procuratore generale, Pezao avrebbe intascato tangenti ogni mese, tra il 2007 e il 2015, quando era vice dell'allora governatore, Sergio Cabral, già condannato per corruzione ad oltre cento anni di carcere.

L'operazione di polizia 'Bocca di lupo', che ha eseguito altri sette mandati di arresto, è stata autorizzata dal Tribunale superiore di giustizia (Stj)

(ANSA) -

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