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Amanteani mafiosi? E chi lo dice?

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gianfranco surianoLo scioglimento del Consiglio comunale per accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali è un atto doloroso per un’intera Città. Lo è ancor di più per Amantea che negli ultimi anni ha dovuto “incassare” anche la dichiarazione di dissesto finanziario.

A dire il vero, credo che su questo tema ogni osservazione, valutazione o addirittura “dissertazione” sia al momento inopportuna, se non del tutto fuori luogo, in quanto non si conoscono ancora le motivazioni che hanno indotto, in concorso tra di loro, la Commissione d’accesso, le Forze dell’Ordine, il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, la Procura della Repubblica, la Prefettura, il Ministero dell’Interno, il Consiglio dei Ministri e in ultimo, non per importanza, la Presidenza della Repubblica a decretare lo scioglimento del Consiglio comunale di Amantea. Infatti, non entrerò nel merito di tale decisione.

Invece, nella nostra Città (dove la politica con la P maiuscola è scomparsa da tempo), attraverso i social, i siti web o la stampa, leggiamo sul tema di tutto e di più: chi denuncia il fatto che gli amanteani, per effetto dello scioglimento, sono ora considerati tutti mafiosi; chi grida all’ingiusta sospensione della democrazia; chi paventa il fatto che lo scioglimento del Consiglio sia il frutto di un atto politico strumentale e di parte.

Andiamo con ordine.

Lo scioglimento di un Consiglio comunale, per condizionamenti o infiltrazioni della criminalità, non dà luogo all’assunto che un’intera cittadinanza è da considerarsi mafiosa e ci mancherebbe… la nostra Città è popolata da migliaia e migliaia di persone oneste, operose, rispettose del prossimo, persone con la propria storia e non può essere certamente lo scioglimento del Consiglio comunale a dire il contrario. Non c’è bisogno di aggiungere altro su tale argomento anche per quanto dirò, brevemente, in avanti.

Per quanto riguarda la democrazia, c’è da dire che l’intervento dello Stato – nell’esercizio del potere straordinario che la legge gli affida, nel caso specifico lo scioglimento di un Consiglio comunale – è finalizzato a garantire (o ripristinare) il buon andamento dell’Ente, la libera determinazione dei suoi organi elettivi, il regolare funzionamento degli uffici comunali al servizio e nell’interesse legittimo della Comunità. In sostanza, lo scioglimento del Consiglio comunale, per le ragioni appena esposte, è decretato proprio per ricostituire la vita democratica interna ed esterna all’Ente.

Con riferimento alla paventata evenienza che lo scioglimento del Consiglio comunale possa essere solo un atto politico strumentalmente determinato da questo e quel partito politico, tale affermazione va rigettata con decisione in quanto palesemente lesiva della reputazione e dell’immagine di chi ha lavorato, sicuramente in buona fede e con professionalità, alle indagini e alle verifiche nel nostro Ente (ripeto, Forze dell’ordine, Prefettura, Procura, Ministero dell’Interno). Sono sicuro che queste affermazioni che mettono in dubbio il buon operato delle Istituzioni predette siano state proferite con superficialità e senza conoscere le procedure e gli organi che valutano e determinano lo scioglimento di un Consiglio comunale. In caso contrario, per il futuro consiglierei più prudenza e maggiore rispetto per le Istituzioni.

Infine, considerato che il nostro è ancora uno Stato di diritto che prevede l’esercizio del ricorso anche allo scioglimento del Consiglio comunale, chi ne ravvisasse la necessità o i presupposti, una volta ricevuti e valutati gli atti, avrà l’opportunità di ricorrere in giudizio per vedersi riconosciute le proprie ragioni con l’annullamento del decreto di scioglimento.  

Ho cercato di sintetizzare al massimo alcuni concetti per non “tediare” più di tanto i lettori, anche se gli argomenti trattati meriterebbero e meritano ben più ampio approfondimento.

   

Amantea, 16/2/2020                                

Gianfranco Suriano  

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