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Eravamo abituati a trovare profughi davanti ai supermercati che chiedevano l’elemosina.

Talvolta anche in due.

Certe volte anche con un bambino, così da sollecitare la dazione.

Ma quasi sempre in modo garbato.

 

Poi abbiamo avuto modo di vederli anche agli angoli delle strade con il telefonino in una mano ed il bicchiere di plastica nell’altra.

Stamattina, invece, uno di loro chiedeva non la classica monetina ma addirittura un euro o due ed anche una sigaretta.

Una richiesta insistente e fastidiosa.

Tanto che qualcuno ha chiamato i vigili urbani che sono prontamente intervenuti.

 

Il profugo ha tentato di dribblare i controlli dichiarando di essere lì per aiutare “ Eugenio” uno dei contadini del locale mercato.

Ma Eugenio ha dichiarato di non avere con lo stesso alcun rapporto collaborativo.

A tal punto non restava che la identificazione , ma quando sono senza documenti è impossibile.

E così i vigili hanno chiesto dove abitasse ed il profugo ha indicato il CARA.

 

Non è rimasto altro da fare che farlo salire in auto ed accompagnarlo nel suo luogo di residenza.

Resta comunque il vero problema che è quello che i profughi vengono in Italia per lavorare e che li inviano in luoghi dove non c’è lavoro nemmeno per i naturali

Ed allora non resta che spacciare o comunque delinquere o chiedere l’elemosina.

Una strana manifestazione di protesta è stata organizzata ieri mattina davanti alla Ninfa marina, l’albergo che ospita un centinaio di profughi.

 

Niente di intenso, anzi una manifestazione tutto sommato molto civile.

Ovviamente sono intervenuti i Carabinieri della locale caserma di Amantea al comando del maresciallo Tommaso Cerza ( vedi foto) che ha lungamente parlato con i profughi.

Erano presenti anche i Carabinieri del 112

E poi la protezione civile di Amantea con il mezzo di servizio guidato da Viano di Puglia ed il comandante della Polizia Municipale.

Il cartello in prima pagina offre comunque l’idea dei cosa avesse almeno teoricamente determinato la manifestazione

Vi si legge “ Florian non era buono Razzismo”

 

E’ sostanzialmente la stessa dicitura di tutti gli altri cartelli, invero meno leggibili. Florian è un addetto che sembra imponga le minime regole di convivenza, una sorta di tutore delle regole.

Anche lui, Florian, è un extra comunitario integratosi totalmente e raggiunto dalla famiglia in Italia; un bravo ragazzo, ci dicono, grande lavoratore.

Ed è proprio per questo che la cosa ci è puzzata.

 

Al punto da aver raccolto la voce di una protesta nata troppo tempestivamente dopo gli ultimi arresti per possesso di droga per non apparire credibile.

Parliamo dell’arresto eseguito dai militari della stazione di Amantea di S.E., 19enne nigeriano, disoccupato, di fatto domiciliato in Amantea e di un altro nigeriano 19enne denunciato sempre dai S.E., venne trovato in possesso di circa 50 grammi di marijuana e l’altro giovane extracomunitario è stato denunciato in stato di libertà perché trovato in possesso di soli10 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi.

Pubblicato in Primo Piano

Continua decisa l’azione di contrasto allo spaccio di droga portata avanti dai carabinieri ad Amantea.

Stasera un profugo è stato arrestato per spaccio di droga e portato a Paola in carcere.

Insieme anche una denuncia piede libero.

E siamo a sette arresti, di cui uno del gruppo di profughi ospite a Longobardi e tutti gli altri di Amantea.

Manca ancora quello che potrebbe essere il capo od il referente tra gli spacciatori locali ed i profughi che hanno trovato nello spaccio di droga il lavoro per il loro domani.

Il loro futuro!

Parliamo del più informato, quello che sa che l’arresto può avvenire solo in flagranza di reato.

E mancano ovviamente i mandanti che li usano ben sapendo che non parleranno e che al massimo uno stato inerte come il nostro tenterà ma senza riuscirci di rimpatriarli.

La fine di questi ragazzi può così essere soltanto il carcere.

Ragazzi che dicono di essere scappati dalla guerra o dalla violenza e che praticano violenza in attesa di finire nelle patrie galere

Abbiamo già suggerito al sindaco Sabatino di proporre all’arma il brillante lavoro svolto dai militari che operano ad Amantea perché vengano innanzitutto premiati ma anche potenziati nel numero e nelle dotazioni.

Allo stesso sindaco ed alla intera amministrazione comunale sollecitiamo almeno un consiglio comunale che abbia all’ordine del giorno il problema dello droga nella nostra cittadina , prima che esso esploda.

Pubblicato in Cronaca

Gli arrivi di profughi, un tempo prerogativa quasi esclusiva della Sicilia, ora si sono orientati misteriosamente verso la Calabria.

 

 

 

 

 

 

In attesa di capirne le ragioni, i Prefetti si danno da fare per dare loro risposta al problema, così come pretende il nostro Governo.

A segnalare la problematica il Prefetto di Reggio Calabria con una nota della sua Prefettura nella quale si legge che :«Nell'introdurre la riunione il prefetto ha ricordato che la provincia di Reggio Calabria è interessata, negli ultimi tempi in forma sempre più rilevante, da un costante flusso migratorio in ragione del fenomeno degli sbarchi di numerosi migranti in arrivo specialmente presso il porto di questo capoluogo a seguito delle operazioni "Mare nostrum" e "Triton".

Solo per restare al 2016, dall'inizio del corrente anno a oggi sono stati infatti registrati 25 approdi, di cui 22 a Reggio Calabria, e sono stati complessivamente accolti 11.550 migranti, di cui 1.397 minori non accompagnati».

Ed ancora, nella nota, in relazione al perdurare dello straordinario afflusso di cittadini stranieri che interessa l’intero territorio nazionale si legge che per offrire una buona accoglienza agli immigrati occorre una forte collaborazione tra Istituzioni, enti competenti, associazioni e organismi associativi e di volontariato.

In questa ottica il prefetto Di Bari ha posto particolare accento sulle note criticità inerenti al reperimento di strutture per l'accoglienza dei migranti provenienti dagli sbarchi o qui destinati in base ai piani di riparto ministeriali nonché quella dei minori stranieri non accompagnati.

In sostanza tutti i prefetti in particolare calabresi, sentiranno i sindaci dei vari comuni per verificare la esistenza di strutture già pronte alla ospitalità, ove possibile, ma anche da allestire in breve termine.

Vanno bene anche ex dormitori della FFSS, ex ospizi, ex alberghi dismessi, e simili.

Chiunque abbia immobili disponibili può avanzare istanza al Prefetto tramite il sindaco del proprio comune che avrà cura di verificare preliminarmente la idoneità dell’immobile proposto, la sua idoneità statica, il possesso della confacente agibilità ed abitabilità.

Alcune prefetture hanno addirittura pubblicato appositi bandi. Vedi http://www.prefettura.it/lucca .

Sembra che i sindaci siano stati anche sollecitati ad ogni forma di collaborazione in considerazione del fatto che ormai la ospitalità dei profughi sia una delle principali possibilità di lavoro esistenti nei vari comuni.

Ovviamente alle prefetture il residuo compito di valutare la attendibilità del richiedente sotto ogni aspetto.

Pubblicato in Basso Tirreno

Poverino. E’ venuto da tanta lontana via per rischiare di finire nelle galere italiane.

Forse nemmeno sa che la vendita di hascisc al momento è illegale.

 

Magari non parla nemmeno l’ italiano.

Per lui e per chi prima di lui è stato arrestato si tratta di un lavoro dal quale trae un reddito, un lavoro facile e poco faticoso come è quello che si trova nelle campagna o nei negozi amanteani.

Certo che si tratta di ragazzi sfortunati, nati e vissuti in paesi dove c’è la guerra , la fame, dove non c’è lavoro, dove magari la vendita di hascisc è libera e non permette la produzione di reddito.

Ma la sfortuna è ancora maggiore se si pensa che stasera ad Amantea il sottosegretario Della Vedova parlerà a favore della liberalizzazione della Cannabis.

Due le domande da porsi.

La prima è dove questi profughi si procurano la droga?

Li si vede spesso alla stazione ferroviaria partire e ritornare e certamente non sono pendolari.

La seconda è chi ha fatto loro da tramite con i fornitori?

Non riusciamo a credere che siano stati ingaggiati sin dall’inizio della loro Odissea umana e che siano giunti in Italia solo per fare questo lavoro.

E’ più facile supporre che qualcuno dei profughi da tempo in Italia sia il trait d’union che li avvia a questo mestiere o nel caso delle donne a quello di escort.

Per fortuna i carabinieri di Amantea li seguono e quando li trovano con hascisc li arrestano dando inizio alla farsa del giudizio per direttissima al quale segue la firma in caserma e nei casi più gravi gli arresti domiciliari.

Qualcuno di loro comincia a preoccuparsi e si chiede “Cosa ci succederà quando sarà approvata la legge sulla liberalizzazione ? Perderemo il nostro lavoro?

Affatto ci sentiamo di rispondere .

Tra di loro , magari, sarà costituita una cooperativa per la produzione di marijuana.

5 piante per cadauno possono dare luogo ad una vera e propria piantagione.

Non dovranno più comprarla la droga e potranno venderla illecitamente come oggi, arrestati e liberati,( mica possono metterli tutti in carcere! Non ci starebbero …..)ed a prezzo più basso di oggi, dando luogo ad un grande mercato.

Peraltro loro girano in bicicletta mica in auto!

Ad maiora!

Pubblicato in Cronaca

Le stranezze ad Amantea si moltiplicano. Una dopo l’altra.

La più classica, ovviamente, è quella del mare che non si sa se sia pulito o meno, inquinato o meno.

 

La più eclatante è quella dei materassi.

“Mai venduto tanti materassi, a fine luglio, inizi di agosto” ci dicono alcuni commercianti amanteani.

Ovviamente, ed è corretto, non ci dicono a chi sono stati venduti.

Ne sanno a che cosa servano.

Sicuramente non servono agli alberghi. Sono vuoti.

Né servono alle case turistiche . Anche loro risentono della crisi.

Noi un sospetto ce l’abbiamo.

Che non si tratti di nuove strutture di accoglienza dei migranti?

Come escluderlo?.

Ne stanno arrivando tanti che non si sa dove metterli.

E poi i profughi preferiscono comuni medio grandi, come Amantea, dove c’è possibilità di lavoro e dove si può anche spacciare, ed altro.

Non sappiamo che si stia preparando a cogliere la vera occasione di business che oggi esiste in Italia ed in Calabria in particolare , quale la assistenza ai migranti.

Né sappiamo se il comune sia stato informato o si sia informato.

La cosa più vera è che ad Amantea ci sono tantissime strutture disponibili a tanto.

Parliamo di ex alberghi( ma forse in questo caso i materassi non sarebbero stati necessari), di ex scuole, di ex strutture sociali .

Insomma si è partiti da pochi ma ormai si è destinati verso numeri altissimi, dell’ordine di migliaia.

Come dice il proverbio. Se son rose fioriranno. Anche perchè l’unico lavoro disponibile oltre quello delle cooperative comunali sono le cooperative sociali di assistenza, ai diversamente abili, agli anziani ed ai profughi.

Lamezia Terme, Mercoledì 20 Luglio 2016 .Nel corso di un normale servizio di controllo del territorio, i militari dell'aliquota radiomobile, hanno arrestato A.T., 29 anni, D.P., 28 anni e I.D., 27 anni,

tutti cittadini di origine maliana, presenti presso il Centro di accoglienza straordinaria "Malgrado tutto", situato in localita' Pian Del Duca.

L'attivita' scaturiva a seguito della richiesta di ausilio pervenuta presso la Centrale operativa della compagnia di Lamezia Terme che segnalava la presenza di un cittadino extracomunitario, gia' in passato ospite della cooperativa ed allontanato dalla stessa lo scorso mese di giugno con un provvedimento emesso della prefettura di Catanzaro, che non voleva lasciare la struttura e pretendeva i soldi da parte della cooperativa.

I militari, intervenuti in piu' pattuglie, dopo aver cercato per diversi minuti di spiegare le motivazioni del provvedimento che lo aveva visto allontanato da quel centro, e appurato da parte dello stesso un inasprimento dei toni, decidevano per motivi di opportunita' di accompagnarlo in caserma.

A questo punto il soggetto si e' lanciato contro un collaboratore della cooperativa mentre i suoi 2 connazionali anche agevolati da altri tentavano con violenza di chiudere i cancelli della struttura cercando di impedire l'uscita ai carabinieri operanti.

Immediatamente allertate, sono giunte sul posto altre pattuglie che provvedevano a bloccare i tre e dichiararli in stato di arresto, trattenendoli dopo le incombenze di rito presso le camere di sicurezza a disposizione dell'autorita' giudiziaria in attesa del rito per direttissima a seguito del quale gli arresti sono stati convalidati.

Contestualmente altri sei ospiti della citata cooperativa sono stati deferiti in stato di liberta'.

Pubblicato in Lamezia Terme

"Trasferiteci", questa è la forte richiesta, quasi un imperativo.
“Circa 300 migranti, tutti minori, ospiti del centro di accoglienza del quartieri Archi Cep di Reggio Calabria si sono asserragliati da stamattina all'interno della struttura ricavata nella ex sede della facoltà di giurisprudenza dell'Università degli Studi Mediterranea.

Gli immigrati hanno accatastato suppellettili dietro al cancello d'ingresso ed impediscono l'entrata e l'uscita di chiunque.

Chiedono condizioni di vita migliori, la possibilità di colloquiare con la famiglia d'origine, e soprattutto di essere trasferiti altrove, soprattutto al Nord o all'estero, in Germania, dove hanno contatti con amici o parenti.

Sul posto sono intervenuti in forze poliziotti, carabinieri e personale del Corpo forestale dello Stato. Gli immigrati contestano le condizioni precarie in cui sono costretti a vivere, con poco cibo - dicono - mancanza di acqua calda, shampoo e sapone per lavarsi, costretti a dormire su brandine o direttamente sul pavimento in un sacco a pelo.

Nella struttura sono attualmente ospitati 340 minori, 140 dei quali si sono aggiunti con gli ultimi sbarchi al porto di Reggio e ospitati all'interno di una palestra che sorge nelle vicinanze del centro accoglienza.

 

Una donna che lavora all'interno del centro è stata colta da malore.
Sul posto si sono recati funzionari dell'Ufficio immigrazione della Prefettura di Reggio Calabria che stanno cercando di calmare gli animi. "Non ci sono strutture in Italia in grado di ospitare altri minori - spiega una funzionaria della Prefettura - nonostante i nostri continui appelli a tutte le Prefettura d'Italia.

Nel momento in cui si liberano dei posti, cerchiamo di privilegiare i più piccoli, tra gli 11 ed i 13 anni.

Questa dei minori non accompagnati è una vera e propria emergenza che stiamo cercando di gestire nel miglior modo possibile.

Ma la carenza di posti, di strutture di accoglienza adeguate ha trasformato quello che avrebbe dovuto essere un centro di accoglienza provvisorio, in definitivo" (Ansa)

Pubblicato in Reggio Calabria

Amantea un tempo famo sa per tanto altro, oggi sembra esse re restata famosa solo per le sue cipolle dolci di Tropea, cittadina calabrese che, invero, ne produce molto meno di noi.

 

 

Al contrario Tropea un tempo famosa per le sue cipolle dolci oggi è la cittadina turistica più famosa della intera Calabria.

Non siamo in grado di raggiungere sempre migliori risultati e nemmeno di mantenere i risultati raggiunti .

E forse non siamo nemmeno in grado di pubblicizzare le qualità della nostra città.

Per esempio le nostre cipolle oggi sono internazionali, almeno nel senso che vengono coltivate grazie alla forza lavoro specializzata che è qui giunta dall’Africa.

Nei campi, infatti, insieme al verde intenso delle foglie della cipolla ed al bianco del suo bulbo si vede il nero della pelle dei giovani africani che raccolgono questo straordinario bene naturale dalle proprietà preventive dell’infarto.

Grazie alla emigrazione afroasiatica la cittadina di Amantea oggi conta anche questo primato non ancora vantato.

Non solo, ma il costo della manodopera africana è bassissimo sia per il datore di lavoro che per l’Inps che non deve erogare tutte le indennità tipiche dell’aiuto ai lavoratori agricoli (malattia, disoccupazione, maternità).

E’ grazie a loro che continua questa tradizionale coltura Amanteana e calabrese.

Diversamente sarebbe difficile trovare manodopera locale.

Ed il costo della sua coltivazione sarebbe ben più alto.

Diciotto migranti di varie nazionalità si sono incatenati stamani davanti al centro Sprar di Isca Superiore dove risiedono.

 

Il motivo della protesta è legato ad un trattamento sanitario obbligatorio effettuato nei confronti di un loro amico.

Secondo i migranti, il giovane, affetto da problemi psichici, non avrebbe bisogno di cure mediche.

“Non è vero che sta male – hanno detto nel corso della protesta – sono gli operatori dello Sprar che non capiscono”.
Per sedare la protesta, che non ha creato problemi di ordine pubblico, sono intervenuti i carabinieri che sono riusciti a far rientrare nel centro i migranti, i quali hanno chiesto un incontro con le autorità e la prefettura di Catanzaro.

 

TSO è l’abbreviazione di Trattamento Sanitario Obbligatorio. È un ricovero forzato, coatto, contro la libertà individuale della persona.

Si tratta di coazione cosiddetta benigna: se una persona con disturbi psichici non intende sottoporsi al trattamento terapeutico e le sue condizioni fanno supporre che non sia consapevole del suo stato di salute, qualcun altro può prendersi cura di lei anche imponendosi e predisponendone il ricovero presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici (SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura). Di fatto il TSO viene messo in atto quando la persona appare pericolosa per sé o per gli altri, in soggetti che manifestano minaccia di suicidio, minaccia o compimento di lesione a cose e persone, rifiuto di comunicare con conseguente isolamento, rifiuto di terapia, rifiuto di acqua e cibo.

Il TSO può essere applicato anche a persone tossicodipendenti o alcool dipendenti in crisi di astinenza qualora assumano dei comportamenti imprevedibili o violenti. In queste situazioni spesso i familiari conviventi o i vicini di casa, qualora la persona sia in terapia presso uno psichiatra, chiedono aiuto allo psichiatra del servizio, oppure nel caso la persona non lo fosse, chiamano direttamente l’ambulanza (118) e/o i vigili o i carabinieri. La legge stabilisce anche un’esatta procedura che deve essere seguita al fine di mettere in atto il TSO.

 

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio è disposto con provvedimento del Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente. Egli emana l’ordinanza di TSO solo in presenza di due certificazioni mediche che attestino che:
1. la persona si trova in una situazione di alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici;
2. gli interventi proposti vengono rifiutati;
3. non è possibile adottare tempestive misure extraospedaliere.

 

Tutte e tre le condizioni devono essere presenti contemporaneamente e devono essere certificate da un primo medico e convalidate da un secondo appartenente alla struttura pubblica (generalmente uno psichiatra della ASL).

Pubblicato in Catanzaro
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