Lo studio della letteratura e della poesia, sia con fine a sé stesso che per le eterne questioni etiche di cui si occupa, potrà ora facilmente smettere di rovistare nei testi sacri che si sono rivelati in parte corrotti e confezionati. La nuova tecnologia sembrerebbe possedere gli strumenti per perseguire indagini scientifiche senza restrizioni e condividerle universalmente con facili mezzi elettronici che dovrebbero rivoluzionare il nostro concetto di ricerca e sviluppo autodeterminato e non concesso dai gestori del mondo.
Tutti sembrano avvertire il bisogno di una rinnovata luminosità, (The Shining) che si basi sulla proposizione che la giusta analisi dell'umanità parta dall’uomo. Questa luminosità, si dice in giro, non dovrà dipendere, come quella che l’ha preceduta, dalle scoperte eroiche di poche persone dotate ed eccezionalmente “coraggiose e dunque pericolosissime.
“ll problema è avere gli occhi e non sapere vedere,
non guardare le cose che accadono…
Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non
sono più curiosi. Che non si aspettano che accadrà
più niente. Forse perché non credono che la bellezza
esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa,
rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi
di infinito desiderio." Pier Paolo Pasolini
Oggi, la sensazione è di essere immersi nell’oscurità in pieno giorno. Le case, il cielo, il mare di Ulisse, la barca coperta da un telo, tutto è grigio plumbeo. Ma di notte un lembo della cabina di Zuby II, sembra essere illuminato. La fiancata esterna, di un bianco metallico, è come se brillasse di luce propria. Bisognerà partire da lì, da un punto luminoso in mezzo al buio?
Nelle ultime settimane sono stato impegnato in varie faccende che mi hanno portato via la maggior parte del tempo.Alla riapertura degli occhi sulla nostra realtà, il connubio non lieto tra opprimente burocratizzazione di uno Stato fiacco e il totale cinismo di profitto di corporation sempre più multinazionali e multilaterali, che non ci permettono neanche più di indentificare un Padrone antagonista; le grandi compagnie si nascondono dietro call center surreali, dove i giovani operatori vengono quasi fatti impazzire in una sequenza di martellamenti di offerte commerciali che sono strategicamente indifferenti a uno, cinque, dieci nostri rifiuti.
“Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così”. Questo scriveva Italo Calvino nel ‘Barone Rampante’. Questo principio d’amore senza futuro, mi riportò alla mente un film del 1992 diretto da Claude Sautet: ‘Un cuore in inverno’.
Stephan e Maxime, dopo aver frequentato insieme il conservatorio, ora sono soci in affari. Nelle loro vite si inserisce Camille, giovane violinista di talento, che si lega a Maxime. Ma Stephan sente l'irresistibile impulso di portar via la donna all'amico, quasi a dimostrazione dell'impossibilità dell'amore. I sentimenti, le emozioni, ci sono ma sono in letargo, in attesa di una primavera.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Esimio Sig. Direttore. Chi scrive è un ragazzo di 90 anni. All’età di 20 anni ha partecipato alla guerra in Korea con U.S.Army col grado di PFC, come infermiere specializzato alla corsia N.22 post operatoria nel 121° Evacuation Hospital, quando ancora l’Italia non faceva parte delle Nazioni Unite. Quindi nessuno lo può accusare di essere un comunista. E prima ancora, indossando pantaloncini corti, attaccava manifesti della Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi contro il nascente partito fascista: Movimento Sociale Italiano. Ha detto De Gasperi non Di Maio, Calenda, Renzi, Salvini, Meloni, Fratoianni, Bonelli, Tabacci, etc. Faceva parte della schiera dei ragazzi di Carlo Carretto dei famosi Comitati Civici. Non lo possono accusare neppure di essere un fascista. Ma veniamo a noi.
Il 25 settembre 2022 gli italiani andarono a votare e finalmente dopo tanti anni il popolo italiano ha scelto il nuovo Presidente del Consiglio. Il partito che ha ottenuto più voti ha avuto l’onere e l’onore di indicare il nome del Premier. L’Italia dopo quasi 80 anni di Repubblica ha avuto per la prima volta una donna come Presidente del Consiglio. E’ Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia. Arrassusia! Dicono a Cosenza. Cotta io, dicono a Lago! Mara mia, dicono a Belvedere.! Sciuollumiu!, dicono nel mio paese natale che è San Pietro in Amantea. Mamma….scappiamo, arrivano i Turchi! No, no, lei no, ripetevano come un mantra. Lei non avrebbe potuto mai essere Presidente del Consiglio- Ma perché? Perché no. E chi lo diceva? Lo dicevano in tanti. Sono scesi in campo finanche alcuni giornali stranieri. Invece di vedere che nei loro paesi le cose non andavano poi così bene, si preoccupavano che l’Italia per i prossimi 5 anni sarebbe governata da una donna. Evidentemente non avevano mai letto i Vangeli: Vedevano la pagliuzza che era negli occhi degli altri e non vedevano che nei loro occhi c’era una trave. Sono scesi in campo i tre giornaloni italiani, cantanti, attori, nani e ballerine di craxiana memoria, gli antifascisti di professione. A giugno andremo a votare per le elezioni Europee. La campagna elettorale della prossima primavera si preannuncia infuocata. L’esito delle elezioni europee li preoccupa e molti hanno paura. Reggeranno i partiti di Conte e di Elly Schlein? - All’armi, all’armi, il fascismo sta arrivando -. L’altro giorno ho sentito un rumore di una camionetta sotto casa mia e subito mi sono affacciato dal balcone. Non ho visto nessun giovane col fez, col fucile in mano e il manganello. Nessun giovane fascista in camicia nera. Era il furgoncino di zio Pino il pescivendolo di Amantea. Meno male, ho detto. Pericolo scampato. Ma che anno è? Che giorno è? Non è una canzone di Lucio Battisti. E’ il 29 gennaio 2024. Non siamo quindi al gennaio del 1922. Meno male. Quindi niente fascisti per le vie, niente camicie nere, niente manganelli, niente fez. E neppure l’olio di ricino. Ma esiste ancora? Adesso nei super mercati c’è penuria di olio di semi di girasole, causa guerra in Ucraina. Pericolo scampato. Davvero? Le elezioni europee sono imminenti. Adesso c’è la Meloni che potrebbe marciare su Buxelles. E la Meloni è nonfit, è sovranista, è populista, è fascista, è razzista. Ma il fascismo è morto e seppellito da oltre ottanta anni. Era già morto quando io attaccavo i manifesti ed era il 1948. Figuriamoci ora. Se muovi un sasso vengono alla luce soltanto i vermi. E che vuol dire? Vuol dire che noi non vogliamo Meloni a Palazzo Chigi. Deve smammare. Altri dovranno prendere il suo posto. E chi sarebbero gli altri? Franceschini, Rosy Bindi, Gentiloni, Letta, Renzi, Calenda, Conte. La Meloni è un verme fascista. Pure i vermi ora hanno un colore politico. Sono scesi in campo anche i Vip, Oliviero Toscani, le cantanti Giorgia e Elodie, e ora anche Di Benedetti. In illo tempore c’è stato anche ovviamente Enrico Letta il quale continuamente nei talk show, nelle interviste, nei comizi in piazza, nelle riunioni del partito ripeteva come un mantra:- O noi o la Meloni-. Meloni è rimasta ed occupa il posto a Palazzo Chigi, Letta ha fatto ritorno a Parigi. Tutti ossessionati dall’ombra nera, tutti ossessionati da una donna ritenuta fascista. All’armi, all’armi, il fascismo sta arrivando. E sta arrivando davvero se gli italiani faranno vincere, come ripetono fino alla noia i soliti boriosi e nullafacenti, il partito di Giorgia Meloni e il centro destra nelle prossime elezioni europee, e nelle prossime elezioni Comunali e regionali. Che ci vogliamo fare, siamo un popolo di ignoranti e l’ignoranza è concime per la destra. Lo ha detto, scritto e pubblicato su Repubblica un certo Marco Dambrosio (Mekkox). Chi vota in un certo modo e non Bandiera Rossa, con Falce e martello e Stella è uno incompetente, incapace, analfabeta, ignorante. Invece lui appartiene a quella schiera di esperti, competenti, colti, dotti, istruiti. Ha frequentato forse il Liceo e l’Università, noi invece a malapena le scuole elementari e per giunta le pluriclassi. Ma poi quando vengono messi alla prova questi sapientoni al mio paese dicono: -Nun sa fare neppure una O col culo del bicchiere-. Ciabattino non oltre le scarpe! Ma contro la stupidità degli uomini boriosi, superbi, orgogliosi, anche Iddio lotta invano.
State però attenti, amici, il 10 giugno del 2024 ci potrebbe essere un rapimento ed un assassinio di qualche Deputato dell’opposizione da parte delle squadracce di Giorgia Meloni a causa delle sue denunce in parlamento e del clima di violenza messi in atto, come avvenne nel lontano 1924 quando venne rapito ed ucciso Giacomo Matteotti. Ci sarà, per caso, una nuova marcia, questa volta su Bruxelles? A Roma c’è già stata una seconda volta nell’ottobre del 2022 e su Palazzo Chigi sventolano i fasci tricolori e la Camera dei Deputati è diventata un bivacco di manipoli. Non c’è stato Mussolini e non c’è stato neppure Michele Bianchi, il nostro caro Michelino da Belmonte Calabro. Nulla di tutto questo, non c’è stata nessuna marcia su Roma. Non è stata instaurata in Italia una dittatura, la democrazia è salva ed è saldamente al solito posto, l’Italia continuerà a fare parte della NATO e il governo italiano continuerà ad assistere l’Ucraina invasa dai comunisti russi. Ma, purtroppo, anche questa volta nella imminente campagna elettorale è spuntato l’allarme fascismo. Poveretti, sono ossessionati dalla signora in nero, preferirebbero una signora in rosso. Non ce l’hanno. Ad elezioni ultimate se avesse vinto la destra avrebbero dovuto lasciare l’Italia, così avevano affermato. Sarebbero dovuti emigrare in altri lidi dove avrebbero sventolato ancora bandiere con falce e martello. Non l’hanno fatto, non sono poi tanto fessi. Quelli che in passato hanno detto questo sono ancora nel bel Paese che pontificano. Veltroni docet. E lei, caro direttore, ha visto sotto casa sua qualche aitante giovanotto in giro in camicia nera, con in testa il fez, il manganello in mano nella mano destra e nella sinistra con la bottiglia di ricino? Non l’ha visto e non lo vedrà mai, perché l’Italia, grazie agli italiani e ai ragazzi del 1948, è una Repubblica Democratica.
Ieri sera, in streaming, ho visto la cosa più terribile e avvilente di sempre. C’era un pover’uomo appesantito dagli anni, che mostrava una serie di illeggibili fogli ad una telecamera fissa. Ogni tanto alternava a questa immagine un suo cercare sul cellulare qualcosa di indefinibile, attraverso gli occhialini “Clic”.
Questa mortificante rappresentazione è andata avanti per un lungo secolo, così mi è sembrato il tutto. Senza una vera e propria conclusione. Probabilmente, l’obiettivo non era quello di ottenere risultati a beneficio della la città di Amantea, bensì ottenere credito, nonché un potere sottile sempre più forte, che alla fine dovrebbe suggellare la governabilità di una cittadina di quasi 20mila anime.
Nel piccolo schermo del mio cellulare, c’era un minuscolissimo uomo che si agitava nel tentativo di “far capire” ad un ipotetico pubblico la bontà del nulla. In Italia, in particolare qui in Calabria, la liberal democrazia ha partorito dei potenti mediocri. Ormai i mediocri sono dappertutto. Spesso hanno delle caratteristiche in comune, sono un tantino viscidi, quanto basta, ipocriti e perfidi come Uriah Heep, il personaggio letterario creato da Charles Dickens nel romanzo ‘David Copperfield’.
Il personaggio è caratterizzato dalla sua mielata umiltà, ossequiosità e ipocrisia. Uriah controlla la maggior parte degli affari del suo datore di lavoro. Riesce finalmente a salire al grado di socio nell'attività di quest'ultimo. La sua ultima ambizione era quella di sposare Agnes per ottenere la fortuna di Wickfield.
Come la maggior parte dei cattivi dickensiani, la sua motivazione principale è l'avidità. Heep viene sconfitto da Mr. Micawber e Thomas Traddles, con l'aiuto di David e Agnes. Verso la fine del romanzo, lo troviamo nella prigione del signor Creakle dove riprende i suoi modi "umili", e si comporta come un prigioniero modello.
Il nostro Uriah Heep, per celare la propria impreparazione, diventa anche arrogante e si arma del potere ricevuto dall’alto, non quindi per merito raggiunto in campo lavorativo, per carità, ma per “grazia ricevuta”. E’ infatti un vero e proprio irresponsabile miracolato.
Personaggi siffatti si trovano un po’ ovunque, nei Ministeri, negli Organismi di controllo, nelle Camere di Commercio, cattedre universitarie, nelle grandi organizzazioni sindacali, nei partiti politici, ma anche nelle imprese pubbliche e private ed in altri enti ancora. Accettando le regole del gioco liberal-democratico, il popolo viene chiamato ad esprimersi pur non essendo mai del tutto libero di scegliere, e non è mai del tutto consapevole di cosa ogni scelta comporta.
Dovremmo, noi semplici elettori, ad esempio, sul fenomeno della ‘campagna elettorale’ figlia legittima della cosiddetta Liberal- democrazia. Politici di ogni sorta e genere si mettono in marcia su e giù per la penisola a raccontare fregnacce con il solo fine di essere “eletti”. Per riuscire nell’intento viene loro naturale fare ‘promesse da marinaio’ durante la campagna elettorale. Una vera e propria commedia del Cinquecento italiano, che altro non è che una gara a chi le spara più grosse.
Sempre più spesso, ultimamente, è diventata una vera e propria competizione, durante la quale tutto diviene lecito, anche diffamarsi a vicenda andando a rivangare avvenimenti passati senza risparmiarsi il fango da buttarsi addosso reciprocamente. Chiaramente in tutto questo un ruolo importantissimo viene ricoperto dal mondo mediatico che in mano ai potenti, come succede in Italia, diventano strumento di convincimento straordinario.
Anche i social network contribuiscono all’appiattimento verso la mediocrità, senza riconoscimento di una maggiore preparazione, o di una maggiore conoscenza, di uno rispetto ad un altro. Su questo palcoscenico recitano anche quei cittadini che vanno a votare perché piace loro la faccia del candidato, oppure votano sempre il solito perché convinti che non cambierà mai niente. Soffermandoci qualche attimo, non possiamo non capire che tutto questo non ha senso.
Che tutto questo è semplicemente una farsa di pessima fattura. Anche la giustizia non è da meno, una sentenza in campo tributario, o civile, o penale, può essere diversa, radicalmente diversa, anche in caso di assoluta equivalenza di fattispecie, anche nell’ambito dello stesso Tribunale o Commissione Tributaria.
Le situazioni Kafkiane dilagano. Esempio illuminante lo spettacolo che Zippa 29 ha mandato in onda ieri sera. Ma chi paga le conseguenze di tutto questo? Modificare il sistema, togliendo di mezzo in qualche modo i mediocri distribuiti in ogni ambito, in modo infestante come la gramigna rossa, appare una vera utopia.
Restando tale il modo di cambiare le cose, cioè attraverso un sistema democratico ridicolo che non può contemplare cambiamenti radicali. Non è così che il popolo potrà governarsi. Questo è il modo di governare di una fetta di popolazione, con il voto (ironia della sorte) delle fasce più povere e meno istruite della popolazione.
Un oceano di persone mediocri, che trasversalmente ha invaso l’Italia. Sergenti o marescialli; mentre nelle imprese, da figli o parenti di imprenditori, anch’essi spesso impreparati e ritenuti idonei solo per “ius sanguinis”. Democrazia demagogica che garantisce, in grande autonomia, il potere a tali soggetti mediocri, uomini senza qualità che agiscono come schegge impazzite.
Ognuna di esse agisce in maniera differente, c’è chi interpreta una legge in un modo e chi la interpreta in un altro, creando sofferenze e costi ai più sfortunati, incappati nell’ignoranza che si trasforma in arroganza, di questi soggetti.
“Cercare di creare una nuova soggettività politica assemblando quel che c’è nel mondo propriamente politico è una via perdente.” Mettere insieme le forze maggiormente vivaci ed attive nel sociale, questo potrebbe essere un buon inizio.
Da queste basi, forse, si potrebbe progettare lo smembramento dell’esistente, con l’arbitrarietà necessaria a creare i presupposti per le generazioni future di una vita diversa. Voler a tutti i costi ricostruire una forza politica in un contesto liberal-democratico, è un errore. Con questo bagaglio non si riesce più ad interpretare le nuove esigenze sociali. Non rappresenta più nessun propulsore innovativo.
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik