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conte bbbIl leader del Movimento 5 Stelle, Prof. On. Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio, è il più povero dei parlamentari italiani. Io non ci avrei mai creduto. Un Deputato, un ex Presidente del Consiglio, un Professore, un affermato avvocato ( lui si è dichiarato quando venne nominato Presidente Avvocato del popolo) alla dichiarazione dei redditi dello scorso anno ha dichiarato meno di me che sono un maestro elementare in pensione. Ha dichiarato che lo scorso anno ha incassato 24.359 euro, le indennità parlamentari di soli tre mesi, ottobre, novembre e dicembre del 2022. E da gennaio a settembre dello stesso anno quanto ha incassato? Nulla. Poverino. Quanto mi dispiace. Si è cibato di solo pane ed acqua. Prima di essere eletto deputato aveva dichiarato, però, 34 mila euro. Giorgia Meloni, che hai preso il posto di Conte, cosa mi hai combinato? Gli hai tolto per caso il reddito di cittadinanza? Facciamogli una colletta, poverino! Io sono disponibile. Quando c’è una persona che soffre, che ha bisogno di aiuto, io non mi tiro mai indietro. Ma io, però, in estate non frequento località marine o di montagna di lusso. Frequento la spiaggia di Amantea e a settembre mi prendo una vacanza di otto giorno in un albergo della Costa degli Dei, vicino Tropea. L’ex Presidente del Consiglio, invece, frequenta località famosissime,resort cinque stelle come il suo movimento. Più di millequattrocento  euro a notte. Le Terme di Saturnia e Cortina d’Ampezzo. Ora, però, eletto Deputato è caduto, come si dice dalle nostre parti “Mbasciafurtuna”. Il suo studio legale di Piazza Cairoli a Roma? Chiuso. Professore all’Università a Firenze? E’ in aspettativa.La dichiarazione dei redditi del Prof. Conte  ha scatenato la polemica politica. Si è fatto sentire finanche l’Ex Presidente del Consiglio Sen. Renzi, il quale, essendo il parlamentare più ricco, ha attaccato il Professore sui social:- Sono fiero di aver contribuito con più di un milione di euro alla vita della comunità. E non mi vergogno di pagare in un giorno il triplo di quello che Giuseppe Conte ha pagato in un anno-. Sapete, amici, quanto ha pagato di tasse Conte? Appena 1.776 euro.  Perso il posto di Presidente del Consiglio, eliminata la pochette che lo ha reso famoso, è finito in fondo alla classifica dei redditi dei parlamentari. E dichiara meno di un maestro elementare in pensione o di un tassista. E dire che nel 2018 aveva dichiarato un reddito lordo di 1.207.391 euro ( Unmilioneduecentosettemilatrecentonovantuno). Un reddito simile un operaio o un insegnante se lo possono soltanto sognare. Un crollo verticale. Nel breve volgere di un quinquennio è passato dall’apice della classifica all’ultimo posto.   E’ diventato povero all’improvviso. Incarna, poverino, la voce della classe media impoverita. Colpa del Governo di centro destra e della Sig.ra Meloni.                

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Boldrini-scaled-300x194L’On. Laura Boldrini del Partito Democratico, ex Presidente della Camera dei Deputati ( PardonPresidenta) ha raccolto le firme dei Deputati per chiedere il rispetto del linguaggio del genere. Non vuole essere chiamata più Onorevole ma Onerevola, non più Deputato ma Deputata, non più ex Presidente ma Presidenta. E’ Natale. Tutti seduti, tutti attenti, tutti pronti, tutti più buoni. Non vi permettete più di scrivere o di chiamarla Deputato. Finirete in galera, finirete all’inferno. Avete studiato quando frequentavate la scuola media sulla grammatica italiana Palazzi? Buttale il libro al macero. Buttatelo, oggi che è Natale, sulle braci ardenti del caminetto. Non serve più e se lo dice l’On. Boldrini, bisogna crederla. Bisogna rivedere parecchie cose, perché secondo Lei i tempi sono cambiati e se ci sono in Italia e nel mondo parecchi femminicidi la colpa è della famiglia patriarcale e anche dei nomi maschili che si attribuiscono alle femmine. La società non è più quella di 50 anni fa, quindi anche i nomi si debbono cambiare, bisogna declinarli. Sindachessa? No. Siete pazzi? Bisogna dire Sindaca. Avvocatessa? No. Avvocata. E col femminile di Principe e di Conte come la mettiamo? Rimane Principessa e Contessa. Dottoressa? No. Dottora. Soldatessa? No. Soldata. Vigilessa? No. Vigila.

Fate dunque attenzioni, amici, all’articolo determinativo e soprattutto al genere. Ci va di sotto la nostra reputazione, la nostra educazione e la nostra cultura. E’ una battaglia legittima e molto utile per i lavoratori, per i disoccupati, per i richiedenti occupazione, per i cassintegrati. Nel Parlamento Italiano non si dovrebbe discutere di MES, di pensioni minime, di reddito di cittadinanza, di immigrazione clandestina, delle dichiarazioni di Giorgetti, del treno fatto fermare dal cognato della Meloni, delle guerre in corso in Palestina e in Ucraina. Sono cose superate. C’è dell’altro. Ci sono cose più importanti che potrebbero cambiare in meglio la vita degli italiani. E così l’On. Boldrini ha consegnato al Presidente della Camera On. Fontana una lettera con 136 firme di Deputati per chiedere anche a Montecitorio il rispetto del linguaggio di genere come si è fatto a Palazzo Madama. - Per 70 anni, dice la Boldrini, in Parlamento è esistito solo il maschile. Abbiamo accettato che fosse normale che ogni donna che mettesse piede in questa istituzione dovesse essere considerata un uomo. E’ oltretutto ridicolo se un uomo viene chiamato al femminile come è ridicolo se una donna viene chiamata al maschile. Chiedo da mesi, di essere chiamata “La Presidente”. Ora basta. Non è un puntiglio o un vuoto formale bensì l’affermazione che esiste più di un genere-. Chiede pertanto – di sdoganare al femminile per rivolgersi a quelle donne che rivestono ruoli da sempre considerati al maschile. La declinazione femminile la si accetta in certe mansioni come contadina, operaia, commessa, e non la si accetta quando sale la scala sociale, pensando che il maschile sia più autorevole-. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato sempre contrario a ciò che chiede l’On. Boldrini. - Nessuno si dorrà -disse un giorno- se insisto in una licenza quella di reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana. Ha sempre detto che “Ministra” è un vocabolo orribile e “Sindaca” un vocabolo abominevole. E Vittorio Sgarbi :- Zucca vuota, Capra! Ci dica se è lei a fare le regole della grammatica e a stabilire se si dice Ministro o Ministra-.

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gigiiiii66666In un qualsiasi contesto sociale con un minimo di sensibilità “liberal democratica” quello che sta accadendo da noi sarebbe considerato inammissibile. In questi giorni si celebrano le false “festività”, liturgia ormai inutile in quanto insignificante.

il silenzio degli intellettuali calabresi in questo periodo fornisce un quadro che ricorda tristemente l’arroccamento nella turris eburnea della cultura ai tempi del Fascismo. Intellettuali: non dovreste avere a cuore la libertà e la ricerca della verità? Dove è finita la responsabilità civile, sociale e politica che vi sono state affidate da donne e uomini coraggiosi vissuti prima di voi, che vi hanno consegnato un Paese che credeva nel proprio futuro, che anche l’oltraggioso silenzio della maggior parte di voi sta riducendo ad una farsa da operetta?

Nonostante tutto, il popolo silenzioso continua a convivere con questa realtà assurda, proprio con il silenzio, nella sua rovinosa progressione. A qualcuno potrebbe sembrare strano questo silenzio assenso. In realtà le motivazioni si perdono nella notte dei tempi, come si suol dire. La forza dei poteri forti come tante altre, è sorretta anche da una schiera ciarliera di Sparaballe, di giornalai che hanno dimenticato che l’adulazione e il servilismo minano profondamente la qualità della già barcollante situazione sociale.

Mentre si “dibatte” con parole sempre più vuote di soluzioni per risollevare la drammatica situazione, si continua ostinatamente a ignorare le persone che soffrono. Disoccupati costretti a lavorare in nero, precari imprigionati nel limbo dei contratti a termine, pensionati che stentano ad arrivare alla fine del mese, immigrati preda dello sfruttamento, giovani che partono, giovani che non studiano e hanno abbandonato la ricerca di un lavoro stabile. Persone, queste, che rappresentano una fetta consistente della popolazione: si tratta di una maggioranza invisibile e silenziosa perché ignorata da politici e benpensanti.

Forse varrebbe la pena impegnarsi e far luce sulle ragioni del disagio sociale che oggi paralizza questa parte della Calabria e ricostruire gli eventi che hanno condotto alla palude melmosa in cui siamo impantanati, proponendoci una nuova visione “progressista” capace di dare voce a chi da troppo tempo lavora senza ricevere nulla in cambio. Una maggioranza invisibile, fatta da disagiati, precari, disoccupati, volontari e pensionati.

“La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.” P.P. Pasolini

La legge, nata per proteggere gli oppressi, dovrebbe stigmatizzare un simile comportamento degli oppressori, prevedendo dei meccanismi processuali rapidi e puntuali a difesa del cittadino. Corruzione, corrotti, corruttori. Non si parla d’altro. Ma come? Non avevamo stretto un patto col destino dopo Tangentopoli? Che mai più saremmo incorsi in simili orrori. Nulla dunque può spezzare l’aurea catena che dalle origini della patria va ai corrotti e abbraccia in sé destrosi e sinistrosi, senes, viri et iuvenes?

Una visione d’insieme dovrebbe abbracciare anche i molti sintomi del saccheggio sistematico di risorse comuni praticato, in un’atmosfera d’impunità, da una cerchia corrotta e corruttrice: i “misteriosi” bilanci pubblici, i ricorrenti disastri ambientali, l’ignorare le innumerevoli richieste di chiarimento su varie faccende che riguardano tutti i cittadini, il consumo dissennato del territorio, il degrado di opere e servizi pubblici.

Per vedere tutta la virtù di Mosè, diceva Niccolò Machiavelli, è necessaria tutta la miseria di Israele. Più prosaicamente, si coglie in questo quadro la piena sintonia con quel grumo di interessi opachi che accomuna ampi e trasversali segmenti della nostra classe dirigente verso un obiettivo condiviso: estendere il proprio invisibile dominio cleptocratico, rendendo più efficiente e sicura l’appropriazione congiunta della smisurata rendita della corruzione.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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