La segretaria del Pd Schlein è apparsa su la 7 al salotto radical shick Di Martedì e ha annunciato Urbi et Orbe che il Sindaco di Bari De Caro sarà il numero 2 del partito nella circoscrizione Sud Italia nelle elezioni europee del giugno prossimo dopo Lucia Annunziata. Non è una novità. Funziona sempre così da che mondo è mondo. E poi nel Pd più vieni travolto dagli scandali veri o presunti, più vieni osannato, promosso, premiato. E’ successo a tanti negli anni scorsi. Anche per De Caro quest’anno sarà proprio così. Travolto dagli scandali della sua città che amministra da 10 anni, 130 cittadini baresi inquisiti ed arrestati, il governatore Emiliano che in un comizio in piazza ha affermato che alcuni anni fa ha presentato De Caro, allora suo assessore al Comune, alla sorella di un capomafia, le smentite e le contro smentite, la commissione d’inchiesta mandata a Bari dal Ministro Piantedosi, tutto questo bailamme sta facendo discutere molto sui talk show serali e sui social. Per la Schlein De Caro è uno dei più bravi sindaci d’Italia, che ha contribuito alla rinascita della sua città. Per questa ragione lo candida, senza aspettare l’esito della commissione d’inchiesta del Viminale se ci sono gli estremi per lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.E dell’incredibile pasticcio del Governatore Emiliano come la mettiamo? C’è stato o non c’è stato un incontro a casa di una sorella di un boss? Se c’è stato allora perché si grida da parte del Pd alla strumentalizzazione e al complotto? De Caro era minacciato. Si doveva andare dal magistrato o dalla polizia. Invece Emiliano lo ha condotto alla casa di un mafioso e lo ha presentato alla sorella:- Eccolo, te lo affido-. Ad oggi, però, sia Emiliano sia De Caro hanno fornito ben sei versioni diverse sugli incontri avuti con i familiari del boss. Ora, però, infuriano le polemiche e il caso Bari sta facendo molto discutere, mentre, nel frattempo, la commissione d’accesso che dovrà verificare la presunta esistenza di infiltrazioni mafiose ed eventualmente sciogliere il consiglio comunale di Bari, si è già insediata ed ha già iniziato il suo lavoro. Ha tre mesi di tempo per fare una relazione e consegnarla al Prefetto che, solo lui, tirerà le conclusioni e formulerà una proposta al Ministro degli Interni. L’8 e il 9 giugno a Bari si voterà non solo per le elezioni europee, ma se tutto andrà liscio si voterà anche per il rinnovo del Consiglio Comunale e per le elezioni del nuovo Sindaco. Come ne è uscito De Caro da questo bailamme? Difficile a dirlo. Comunque con le sue uscite in piazza, nei talk show, nei social, nella conferenza stampa, ha fatto un ottimo inizio di campagna elettorale. Gli elettori e le elettrici del Sud Italia decideranno se mandarlo Bruxelles o mandarlo definitivamente a casa a leccarsi le ferite.
Sì, davvero uno sguardo inquietante si aggira alla Camera dei Deputati. Guardando la televisione io non me ne sono accorto. Seguivo il dibattito parlamentare comodamente seduto in poltrona e non mi sono accorto di nulla. Ad un tratto ho visto il Presidente del Consiglio che col tailleur si copriva la testa e il volto. Cosa era successo? Un attentato? Qualche Deputato ha scagliato uova e pomodori contro il Premier? Ma davvero? Allora siamo tornati indietro di parecchi anni, quando in occasione di accesi dibattiti parlamentari (Ingresso dell’Italia nella Nato e approvazione Legge Truffa) volavano penne, matite, calamai, cartelle e libri contro i banchi del Governo. Ma allora c’era gente del calibro di Nenni, Togliatti, Saragat, Pertini, De Gasperi, Piccioni, Moro, Fanfani, Ingrao, Pajetta,Terracini, Gullo, Mancini, La Malfa, Spadolini, Andreotti, Craxi, Malagodi. Dello sguardo inquietante del Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni se ne è accorto solamente l’On. Bonelli, leader dei Verdi, il quale mentre parlava ha pregato la Premier di non fissarlo con quello sguardo inquietante. Siamo ridotti davvero male. L’opposizione parlamentare si è ridotta ad osservare gli sguardi della Premier. E questa la chiamiamo opposizione? Con tutti gli argomenti che ci sono su cui discutere l’On. Bonelli si mette a vedere lo sguardo inquietante. Io che ho poca simpatia verso la Meloni devo ammettere che quel gesto di nascondere la testa e il volto è stato simpaticissimo, tanto è vero che è finito sulle prime pagine dei giornali e sul Wall Street Journal “Don’t look at me with yourdisturbingeyes”. Il gesto della Premier è rimbalzato anche sui social e i commenti non si sono fatti attendere. Anche la presidente è intervenuta:- Noto lo scalpore di diversi esponenti dell’opposizione perché alle parole del leader dei Verdi Bonelli rivoltemi in aula ho risposto coprendomi ironicamente il volto per non destare ansietà al collega-. Tutto questo è successo il 20 marzo, mercoledì, alla Camera Dei Deputati dove la Presidente stava informando i Deputati sulla linea dell’Italia in vista del prossimo Consiglio Europeo. La scenetta è stata postata sui social anche da Giuseppe Conte, il leader dei 5 Stelle, che ha attaccato la Premier :- Ha fatto bene a coprire la faccia perché l’ha persa completamente-. Per me è stato un gesto ironico. Ho accolto quella gag meloniana come una reazione ironica e provocatoria. La Premier ha sorriso, non si è offesa, ha reagito in maniera però inusuale e malmostosa. I Deputati citati nell’articolo quel gesto non l’avrebbero fatto. Evidentemente il mondo sta cambiando rapidamente. Noi, vecchi, a questi gesti così accentuati da parte di rappresentanti delle istituzioni ancora non ci siamo abituati.
Se non vado errato, qualche anno fa, un filosofo germanico si era messo a esaminare con attenzione la personalità egocentrica dei leader politici. Le informazioni ricavate da quello studio, sono state in seguito utili allo stesso filosofo per compilare un discreto schedario completo di malattie o disturbi causati da stress ed emozioni violente.
ll concetto-chiave della sua psicanalisi sociale ruota attorno a ciò che egli chiama la patologia della normalità, che, nella sua essenza, capovolge i soggetti affetti da patologia. Non l’individuo ma la società è ammalata poiché non è possibile che una società corrotta, malavitosa, non incivilita, disumanizzante e opaca nei suoi centri reali di potere pervasivo possa offrire elementi di crescita e di progresso individuale alla persona umana.
Eric Fromm dice che l’uomo è sia soggetto individuale sia soggetto sociale: soggetto che forma la società e soggetto che è formato o deformato dalla società . Ciò sta a significare che se una società è alienata, viziata e deviata, allora, essa è psichicamente ammalata, è mentalmente insana, è affetta dalla patologia della normalità; gli “anormali” sono per strada mentre i “normali” vivono in casa o nelle case comunali, i municipi. In altre parole, la normalità di una società non si fonda sulle “norme condivise” (sbagliate) ma sui valori universali, che sono la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà; quando la società non vive o non produce i valori universali, l’individuo, il cittadino e il soggetto diventano persone alienate ovvero persone che vivono in società non per perfezionarsi ma per degradarsi. Ciò sta a significare che se una società si ritrova alienata, viziata e deviata, allora, essa è “psichicamente ammalata, è mentalmente insana,” è affetta dalla patologia della normalità, indotta dal loro Konducator amministrativo.
Tanti personaggi delle opere di Shakespeare, si pensi al Re Lear o a Il Mercante di Venezia, sarebbero infatti vittima di disturbi di natura psicosomatica come l’estrema sensibilità al dolore, la confusione mentale o l’apatia.
Incredibili, fantastici e mirabolanti cose avvengono in questa cittadina bagnata dal Mare di Ulisse. In questa antichissima città, oggi può succedere di tutto: una Olimpiadi di filosofia come pure due cagnette che si scambiano una fitta corrispondenza. Parlo di Gogol in ‘Memorie di un pazzo’. Oppure, di notte nei pressi di una gigantesca frana, degli spiriti rubino dei soprabiti a dei malcapitati turisti. Può anche succedere, parola di un grande scrittore russo, “che lungo il Nevskij Prospekt passeggi persino, vestito da consigliere, un naso perduto dal legittimo proprietario. Dopo essere scomparso dalla faccia di un uomo, il naso si fa vedere in città prima di tornare al suo giusto posto. Un povero uomo senza naso, un barbiere maldestro, un ispettore di polizia sconcertato e, naturalmente, un naso altezzoso che fugge per la città con l’uniforme di un Konducator, sono i personaggi di questa storia bizzarra scritta da Nikolaj Gogol “Il Naso”.
Ma la storia, che più aderisce alla realtà di Amantea oggi, non può che essere “Il Coccodrillo” di Fedor Dostoevskij. Proprio in quelle meravigliose pagine troviamo un funzionario della città, prima di partire per delle brevi vacanze, va con la giovane moglie e un suo inseparabile amico, a vedere un coccodrillo. Il funzionario è un piccolo borghese che normalmente divora le pagine di vecchi Bignami, e questo lo rende comicamente sicuro di sé.
All’improvviso, nel mio sogno, il coccodrillo spalanca le fauci e inghiotte il nostro Konducator senza che ne rimanga traccia. Viene però ben presto dimostrato che l'illustre personaggio non ha avuto a patire da quel cambiamento d'ambiente; anzi, con la sua solita arrogante spavalderia, all’interno del coccodrillo, il nostro Bignamino comincia a pontificare: oltre a fare da maestro di musica, istruirà i suoi tirapiedi-consulenti, che l'hanno sempre ignorato e sbertucciato, circa l'arte di governare la città di Amantea. E come nel ‘Coccodrillo’, in uno dei suoi soliloqui dirà:
“Se non Socrate, almeno Diogene, oppure tutti e due insieme: ecco chi sarò in futuro per l'umanità. Una sola cosa temo, qui nel mio angusto rifugio: la critica letteraria delle riviste e i fischi dei nostri giornali satirici.” Il piccolo konducator, sempre nel ventre del coccodrillo, chiude dicendo: “Ora inventerò tutto un sistema sociale – non puoi immaginare quanto sia facile! Basta ritirarsi da qualche parte, lontano, o almeno finire in un coccodrillo, chiudere gli occhi, ed ecco che ipso facto inventi tutto un paradiso per l'intera umanità”.
Questo avveniva, secondo l’Io sognante, sotto gli occhi di Zeus, abituato com’era a guardare Amantea dall’alto dell’Olimpo e la trovava deserta e desolata anche se abitata da uomini e da animali. Questi vivevano stentatamente, nascosti nelle loro tane e nelle profonde caverne dalle quali uscivano raramente e solo di notte, gli uni temendo gli altri, s'avventuravano fuori in cerca di cibo.
Dopo aver riflettuto sulla misera vita degli Amanteani, Zeus mandò in basso Epimeteo, figlio di un Titano, con il compito di migliorare l’esistenza di quel luogo antropico e degli animali, dotandoli di artigli, zanne, ali, fiuto, udito, velocità, astuzia e forza. Agli uomini, che per paura erano rimasti nascosti, non diede nulla.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik