
Ci vuole una bella faccia tosta e una mancanza totale di pudore per continuare a raccontare frottole ai cittadini di Amantea. Ma sono queste evidentemente le migliori doti che può offrire alla città l’oramai fallimentare giunta della Lista azzurra.
Ma andiamo con ordine.
Il mio allontanamento della maggioranza non è dipeso da nessuno ma è stata una mia autonoma decisione di cui ne vado fiero. Non potevo più condividere un’azione amministrativa definita da tantissimi cittadini come la più negativa di tutti i tempi. Ricordo poi che la legge non prevede alcuna procedura di allontanamento dalla maggioranza di un suo componente. Ma questi amministratori pur di prendere in giro il prossimo inventano di tutto e di più.
Ho deciso di passare in minoranza in quanto ho potuto toccare con mano le nefandezze amministrative di cui si sono resi protagonisti gli amministratori comunali della lista azzurra in questi due anni circa di governo della città. La lista è lunga, ma cercherò di essere sintetico citando le più significative.
Da due anni sono alle prese con il riequilibro di bilancio e a tutt’oggi non sappiamo ancora quando si arriverà finalmente a questo importante risultato. Nei due anni non hanno mai reso noto alla città lo stato dell’arte sull’iter di approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato. In tal senso, le uniche notizie in possesso dei cittadini sono quelle relative alle bocciature dell’ipotesi di bilancio approvate dal Consiglio comunale e quelle riguardanti i continui richiami e le innumerevoli osservazioni che il Ministero dell’Interno ha inoltrato agli amministratori comunali. E’ questo il modo di tenere fede ai principi di trasparenza?
Scrive poi l’Amministrazione comunale della forte carenza di personale in essere nel nostro Comune ma allo stesso tempo autorizza il distacco del ragioniere in altro Comune per due giorni a settimana proprio nel momento in cui ci sarebbe da lavorare di più nel Comune di Amantea per superare la fase dissesto finanziario. E che dire del fatto che non si riesce a garantire nel nostro Comune neanche i servizi primari. E’ questa una sana gestione amministrativa? E’ questo il modo di lavorare in favore della città con maggiore speditezza amministrativa?
Scrive ancora l’Amministrazione comunale che il sottoscritto speculerebbe in modo scorretto sulle vicende che hanno interessato la città negli ultimi giorni. Ma la commissione d’accesso è giunta al Comune perché l’Amministrazione comunale di Amantea è stata estratta a sorte o perché le forze dell’ordine hanno ritenuto esserci fatti accaduti in questi due anni che necessitano di attenta valutazione? E questi fatti sono stati oggetto di attenta valutazione da parte del Sindaco, della sua Giunta e della sua maggioranza? Speriamo che il Ministero dell’Interno non dia al Comune di Amantea una duplice bocciatura, sul bilancio e sull’esito delle verifiche della commissione d’accesso. Questo si, cara amministrazione comunale, sarebbe un unico caso in Italia!
Il consigliere di minoranza Robert Aloisio
Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo figurano tra gli indagati dell’inchiesta “Lande desolate” condotta dalla Dda di Catanzaro, che a dicembre dello scorso anno portò – tra gli altri provvedimenti – all’obbligo di dimora per il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Bruno Bossio e Adamo fanno parte del gruppo di 19 persone che ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini per il procedimento firmato dai magistrati Veronica Calcagno e Vincenzo Luberto.
Nel registro degli indagati, oltre al governatore Oliverio, Adamo e Bruno Bossio, figurano anche Giorgio Ottavio Barbieri, 42 anni; Vincenzo De Caro, 66 anni, di Cosenza; Gianluca Guarnaccia, 43 anni, di Montalto Uffugo; Carmine Guido, 58 anni, di Rende; Marco Trozzo, 46 anni, di Cosenza; Francesco Tucci, 63 anni, di Castrolibero; Luigi Giuseppe Zinno, 64 anni, di Cosenza; Marco Oliverio, 44 anni, residente in Casali del Manco; Carlo Cittadini, 43 anni, di Roma; Ettore Della Fazia, 58 anni, di Roma; Gianbattista Falvo, 62 anni, di Mendicino; Rosaria Guzzo, 63 anni, di Castrolibero; Pasquale Latella, 54 anni, di Scalea; Damiano Francesco Mele, 52 anni, di Celico; Paola Rizzo, 49 anni, di Rende e Arturo Veltri 37 anni di Cosenza.
L’inchiesta si concentra in modo particolare su una serie di “interferenze incrociate” del mondo della politica si sono innestate sui lavori di piazza Fera/Bilotti a Cosenza. E’ quanto scrive il gip distrettuale di Catanzaro nella sua ordinanza dell’inchiesta “Lande desolate”. La circostanza emerge da una lunga conversazione di Francesco Tucci, condirettore dei lavori affidati alla ditta Barbieri Costruzioni ritenuta dalla Dda di Catanzaro espressione del clan Muto, con Gianluca Guarnaccia, dipendente della “Barbieri Costruzioni.
“Tucci – è scritto nell’ordinanza del gip – riferisce che Mario Occhiuto, da pochi giorni dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Cosenza, gli aveva chiesto di rallentare i lavori di Piazza Bilotti per evitare che l’opera potesse essere inaugurata dal Commissario Prefettizio, nominato per governare l’ente sino alle elezioni di giugno, ma non mancava di evidenziare che la stessa richiesta, per finalità politiche opposte, gli era pervenuta dal presidente della Regione Mario Oliverio. Non solo. Aggiunge che il rispetto dell’impegno gli era stato sollecitato sia da Nicola Adamo, con cui era stato costretto a ‘giustificare’ il procedere dei lavori, sia da Enza Bruno Bossio che gli aveva chiesto di non far entrare in cantiere l’ex sindaco Occhiuto e l’ex assessore Fresca, quindi direttamente dal presidente Oliverio (‘me lo ha fatto dire dal Presidente, io ho avuto una riunione con il Presidente ed il Presidente m’ha detto ‘ti devi fermare su Piazza Bilotti””.
Enza Bruno Bossio è deputata del Pd in carica e Nicola Adamo, suo marito, è stato in passato parlamentare e consigliere regionale Pd. Entrambi in un primo tempo non figuravano tra gli indagati ma adesso la loro posizione è cambiata.
Per quanto riguarda la Bruno Bossio, già in carica ai tempi dell’inchiesta – il 2015 – si tratta, sottolinea il gip, di intercettazioni “casuali”, scaturite dal monitoraggio di altri indagati. Tucci, quindi, prosegue l’ordinanza, “ammette di aver già dato disposizioni per rallentare i lavori ma confida di sentirsi pressato, quasi ‘costretto’ ad assecondare la richiesta ‘bipartisan’ della politica (“ti ricattano, tu ci chiedi un favore a loro e loro subito ti ricattano… sono come i delinquenti”) per non subire ritorsioni”. E’ evidente che nel corso di questi mesi qualcuno degli indagati avrà dato ai magistrati qualche ragguaglio in più circa il coinvolgimento dei coniugi più chiacchierati della politica calabrese
da iacchitè
A proposito della necessità di indagare a fondo in merito alla gestione del Comune di Amantea, troppo spesso negata dalle altre forze politiche...
È indubbio che l’invio della commissione ministeriale d’accesso in municipio non si tratti di un’iniziativa a tutela dell’amministrazione pubblica e della comunità di Amantea, ma di una azione speculativa ad alta visibilità del m5s in vista delle prossime elezioni europee.
Dovreste allora indagare su tutti i cittadini del paese e voi ne siete parte integrante, soprattutto sui commissari dello statoIO (vedasi le casette di legno degradate del porto di Campora San Giovanni, simbolo dell’attuale squallore istituzionale in paese).
Tutta gente che in passato ha votato a giro per la democrazia cristiana, il partito comunista, i fascisti, il partito socialista, i repubblicani e i liberali e che oggi vota insieme per lo stesso movimento al potere.
È fuor di dubbio che si tratta di una disputa tra mestieranti già vecchi della politica locale e nazionale a vari livelli che da secoli caratterizza il nostro paese.
Dalila Nesci, Francesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela e Bianca Laura Granato (tutti parlamentari), Francesca Menichino, Francesca Sicoli (consiglieri comunali di opposizione ad Amantea), tutti del m5s, compreso il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, prima dovrebbero spiegarci come può essere credibile una commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, nominata per garantire scientificamente un perfetto equilibrio politico (tutto cambia perché nulla cambi), che vede presidente Nicola Morra di Cosenza, del m5s e vicepresidenti Jole Santelli di Cosenza, di Forza Italia del Berlusconi, e Christian Solinas ieri servitore di Francesco Cossiga, oggi di Matteo Salvini.
Tutto questo a chi gioverà, a chi porterà voti, se li porterà?
Uno Stato di polizia rappresenta l’evoluzione di uno stato assoluto e monarchico che non mi appartiene né mai mi apparterrà.
Che poi la giunta Pizzino sia inadeguata a gestire e governare una situazione così gravosa e complessa, creata dagli stessi cittadini di Amantea non pagando i propri debiti (non i propri vizi), è risaputo.
Ma che oltre ai dipendenti e funzionari deficitari di un municipio, una giunta e la sua maggioranza eletta dal popolo per gestire il bilancio ordinario del paese, i commissari ben pagati, incaricati dallo statoIO (oggi m5s e lega), per gestire il pregresso debitorio del bilancio, creato sempre dai cittadini, non capaci di trasmettere per tempo bollette di civiltà e un’opposizione trasformista promiscua e irriverente...ci sia bisogno di un’ulteriore commissione ministeriale d’accesso è veramente la fine della democrazia partecipata.
Grazie a tutte le marionette e ai marionettisti.
Il dramma reale? Oggi se cadrebbe questa giunta c’è concretamente in paese un’alternativa credibile e autorevole?
Un consiglio a tutti gli scienziati in circolazione che stanno scalpitando per le prossime elezioni europee e comunali: iniziate a richiedere una ricognizione dei beni comuni materiali, immateriali e strumentali del Comune, dei cittadini, poi fate le dovute analisi e soprattutto la sintesi...
Provate a guardate realisticamente e senza faziosità e animosità questo paese, il suo degrado paesaggistico, la sua recrudescenza sociale e provate a smentire...un paese si sviluppa se tutto viene messo a sistema, se non ci sono più ultimi.