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Sembrerebbe di si. E più di uno.

Addirittura stamattina davanti ad un buon caffè si parlava del nuovo consiglio comunale e del suo nuovo presidente.

Un presidente da scegliere con cura tra coloro che vantano equilibrio ed esperienza.

 

 

 

Insomma un presidente che ascolta prima di parlare.

Ovviamente, come sempre in politica, non è mancato chi avrebbe voluto scegliere un consigliere reattivo, forte, duro, capace cioè di dominare la minoranza del consiglio comunale, considerato che la maggioranza è in genere prona ed obbediente.

Qualche problema in più per la giunta.

A cominciare dal sindaco, dal vice sindaco e dagli assessori

La prima regola emersa stamattina è stata quella di un equilibrio culturale, prima ancora che politico tra i componenti della lista.

Una lista che sarà composta da persone di qualità, capaci cioè di esaminare i problemi della città e di fare le scelte opportune e realisticamente possibili e logiche.

Non sindaco un dominus o che, come altri in passato, assume a se tutte le responsabilità e/o gli errori.

Ma un sindaco che induca anche gli altri amministratori a lavorare, siano loro assessori che consiglieri.

Un sindaco cioè che controlli il reale lavoro dei consiglieri comunali stimolandoli a studiare i problemi della città e ad individuare le soluzioni possibili e praticabili.

Consiglieri comunali che amino la città e non i loro elettori.

Sono diversi i gruppi politici che stanno per formarsi.

Alcuni sono costituiti da giovani che per cultura da studio pensano di saper valutare i problemi della città e di saper loro dare risposta.

Altri che sono costituiti da persone che pensano che il loro coraggio e la loro audacia basterebbe per dare la giusta risposta ai problemi della città, così dimenticando che altri prima di loro hanno dato vita a questa disastroso situazione finanziaria di cui essi stessi sanno poco o nulla.

Altri, infine, sono intenzionati, senza poterlo dire per timore di non essere votati da chi è, con i vecchi politici, corresponsabile di quanto occorso, a fare giustizia di tutte le malefatte poste in essere da chi ha finora governato la città, creando un futuro nero od almeno fortemente incerto per il futuro della città e dei suoi giovani, chiamandone chi ha sbagliato a pagarne il giusto fio.

Noi non siamo in grado di dire che saranno i prossimi amministratori ma propendiamo per le persone oneste che obblighino gli amanteani ad esserlo altrettanto.

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Negli anni cinquanta Nilla Pizzi cantava : avanti indré, avanti indré, che bel divertimento,
avanti indré, avanti indré, la vita e’ tutta qua!

Sembra la stessa canzone che il ministero canta al comune di Amantea per il bilancio.

 

 

Ieri mattina, infatti, il ministero ha concesso altri 20 giorni per dare le attese risposte sul bilancio consolidato .

E’ il caso, allora, di porsi la domanda: Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il bilancio consolidato misteriosamente scomparso?

La domanda se la pongono quasi tutti gli amanteani.

E molti, pur non cattolici praticanti, pregano .

C’è chi prega perché venga sciolta la giunta Pizzino che vaga tra le nubi più dense e buie spesso scontrandosi .

Al contrario c’è chi prega che l’assessore Giusta trovi abilmente la soluzione ed indovini la risposta esatta alle domande del ministero

La confusione è totale sia tra la gente , sia tra i politici.

Anche al ministero, dove sembra dicano che “Chiediamo A e ci viene risposto B”

Qualche acuto politico di minoranza attuale o passata osa addirittura sostenere che gran parte della giunta Pizzino stia pregando di essere sciolta.

Meglio essere sciolti per problemi di bilancio che per altre ragioni.

Pochi sono quelli che si interrogano su che cosa succederà ad Amantea ove venisse sciolta la giunta Pizzino.

Un vecchio amico quando gli ho rivolto questa domanda mi ha risposto con un antico e saggio detto amanteano : “ Eh gua Pè, chiù scuru da menzannotti un po’ fari” un proverbio che è in fondo una splendida esortazione a non perdere la speranza anche nei momenti più bui. 

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Scrive il sindaco Mario Pizzino:

“Riunione proficua quella svolta presso il poliambulatorio di Amantea che ha visto il confronto tra Sindaci del territorio, sindacati e management aziendale a guida della dott.ssa Angela Riccetti. ( nella foto i sindaci di Lago, San Pietro in Amantea ed Aiello Calabro mentre aspettano la Riccetti)

Importanti gli argomenti trattati, tra cui D.P.C. e farmacia territoriale, Gestione e organizzazione del personale, (e tra le varie ed eventuali: servizi sanitari al territorio).

La Conferenza dei Sindaci con il suo presidente Mario Pizzino ha messo in evidenza la necessità, partendo dal precedente comunicato divulgato, di servizi sanitari in linea con le esigenze del comprensorio, senza subire tagli lineari e spoliazioni di prestazioni che costringerebbero i cittadini a migrazioni verso strutture sanitarie distanti con aumento di costi, intasamento di posti letto e disagi enormi.

Non si è potuto sottacere il bacino di utenza che gravita intorno al poliambulatorio di Amantea che è di circa 28.000 con punte massime che raddoppiano durante il periodo estivo.

Rassicurazioni sono pervenute da parte della direttrice del Distretto e della dirigenza presente in merito al rispetto della puntualità per le liste di attesa ed il potenziamento di alcuni servizi specialistici.

Si è messo in evidenza anche la necessità di una più oculata organizzazione con l'impiego del personale in maniera più efficiente ed efficace, oltre che di richiedere altre unità per far fronte a pensionamenti e turn over.

Si é parlato anche dell'evoluzione dello stesso poliambulatorio verso la casa della salute, che vedrebbe la partecipazione attiva dei medici di base e rafforzamento di altra specialistica al fine di un miglioramento dell'offerta sanitaria con strumentazioni pubbliche all'avanguardia per una domanda sempre più impellente di persone (soprattutto anziane) bisognevoli di cura.

Condivisione tra tutti gli intervenuti é stata quella sulla stesura di un documento progettuale unitario che riesca a mettere la persona al centro dell'attenzione, evitando la cruda aziendalizzazione della sanità e la mortificazione di chi vi lavora con turni massacranti e stress.

I Sindaci sono profondamente contro proprio a questo modo di concepire la sanità.

Sono contrari, per usare le parole del Santo Padre, all'aziendalizzazione che ha posto in primo piano le esigenze di riduzione dei costi e razionalizzazione dei servizi, ha mutato a fondo l’approccio alla malattia e al malato stesso, con una preferenza per l’efficienza che non di rado ha posto in secondo piano l’attenzione alla persona, la quale ha l’esigenza di essere capita, ascoltata e accompagnata, tanto quanto ha bisogno di una corretta diagnosi e di una cura efficace.

Bisogna sforzarsi di trattare coloro che hanno bisogno di cura con amore e come persone, e sicuramente non come numeri.

Il paziente non può essere trattato come una macchina, né il sistema sanitario, pubblico o privato, può concepirsi come una catena di montaggio. Le persone non sono mai uguali fra loro, vanno capite e curate una per una, e senza distinzione. Questo esige ovviamente da parte degli operatori sanitari un notevole impegno, che spesso non è compreso e apprezzato a sufficienza.

Siamo certi che la cura che i medici e tutti gli altri operatori sanitari prestano agli ammalati, così impegnativa e coinvolgente, esige che ci si prenda cura anche degli stessi. Infatti, in un ambiente dove il malato diventa un numero, anche gli operatori rischiano di diventarlo e di essere “bruciati” da turni di lavoro troppo duri, dallo stress delle urgenze o dall’impatto emotivo.

È quindi importante che gli operatori sanitari abbiano tutele adeguate nel loro lavoro, evitando disparità di trattamento nell'organizzazione del lavoro, e che ricevano il giusto riconoscimento per i compiti che svolgono e possano fruire degli strumenti adatti per essere sempre motivati e formati.

Da quanto sopra si comprende che un giusto connubio tra le Istituzioni e la comunità, secondo un atto di giustizia sociale di considerazione dell'importanza del territorio e di amorevole riconoscimento dei ruoli, può fare la differenza e dare risultati lusinghieri per il bene comune.

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