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Il ministro Salvini snocciola i dati provincia per provincia

I reati e la presenza di stranieri in calo in Calabria, con dati percentuali a due cifre. A renderlo noto è il Viminale spiegando che con il Decreto Sicurezza Bis sono state individuate nuove misure per potenziare la lotta alla immigrazione clandestina e tutelare le Forze dell’ordine.

«Un secondo tassello fondamentale - afferma il ministro Matteo Salvini - dopo l’adozione del Decreto Sicurezza che, alla fine dello scorso anno, ha fornito strumenti innovativi per allontanare clandestini e delinquenti, per rafforzare la sicurezza urbana con fondi e poteri ai sindaci contro le grandi piazze di spaccio e il degrado urbano.

Sono stati ottenuti notevoli tagli agli sprechi riducendo i costi dell’accoglienza: circa 400 milioni di euro, reinvestiti in un piano straordinario di assunzioni per 8mila donne e uomini di Forze di Polizia e Vigili del fuoco».

Il monitoraggio effettuato periodicamente dal Viminale su reati e accoglienza «dà ragione alle scelte effettuate dal ministero dell’Interno» visto che, come detto, in Calabria, nel 2019 reati in calo dell’11,3% rispetto al primo trimestre di un anno fa.

Nello specifico, la flessione a Catanzaro è dello 5,7%; -16,2% a Cosenza, -7,8% a Crotone, -9,2% a Reggio Calabria, -18,5% a Vibo Valentia.

Contestualmente si riducono anche gli stranieri ospiti delle strutture di accoglienza. In tutta la regione erano 7.268 al 13 maggio 2018, diventati 4.532 al 13 maggio 2019 (-37,64%): a Catanzaro -40,56%, -28,62% a Cosenza, -44,75% a Crotone, -43,25% a Reggio Calabria, -45,59% a Vibo Valentia.

«Vogliamo fare sempre di più e meglio - ha aggiunto il titolare del dicastero dell'Interno - i numeri sono rassicuranti ma non ci accontentiamo.

Abbiamo segnalato agli amministratori locali nuovi strumenti, in collaborazione con le prefetture, per aggredire le grandi piazze di spaccio, isolare balordi e sbandati, per effettuare sgomberi. Auspico che i sindaci sappiano utilizzarli al meglio, mentre il piano che rinforzerà tutte le questure d’Italia sarà decisivo per ridurre ulteriormente la criminalità». GIANLUCA PRESTIA

Ndr . L’altra verità!

1)Perché una riduzione così bassa in provincia di Cosenza? 28,62% contro il 43, 44 e 45 delle altre province?

2)Perché una riduzione di reati solo dell‘11,3 % a fronte di una riduzione di oltre i 40% nelle strutture di accoglienza?

3)Chiediamo al comune di Amantea ed alla Prefettura di Cosenza i dati di presenze e di reati di Amantea.

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Nel territorio della nostra Amantea esistono aree di estremo lignaggio speleo- archeologico. una di queste, ma non è certo l’unica, e quella di Coreca e delle sue grotte marine.

 

 

 

 

Tra queste, dopo quella sottostante la rocca del centro storico e che non appare estranea alla stessa Odissea, sicuramente quelle di Coreca e della foce dell’Oliva.

Le più importanti dal punto di vista geologico, antropologico ed archeologico sono sicuramente le grotte, aperte nella falesia calcarea di Coreca, prossime l’una all’altra dette “I Gruttuni” che possiede un ampio imbocco così che la luce che vi penetra dall’esterno rischiara diffusamente la gran parte degli ambienti sotterranei, e “A grutta du’ Scuru” presenta , al contrario, un piccolo imbocco che, dopo un breve percorso in discesa, immette in una vasta sala completamente oscura.

Sono due cavità, a circa 10 metri l’una dall’altra, del tutto prive di fenomeni di concrezionamento, sviluppate per diverse decine di metri.

Esse in tempi remoti dovevano essere situate sul livello del mare, come testimoniano fori di molluschi litodomi sulle pareti rocciose.

I loro ingressi risultano difficilmente raggiungibili in quanto aperti su pareti rocciose verticali.

Quanto in esse contenuto è stato conservato proprio grazie alla difficile accessibilità degli ingressi .

Nella storia recente delle grotte si segnala infatti solo l’uso durante la seconda guerra mondiale da parte di un Corachese che vi si rifugiò per non fare il militare( vedi tirreno-news)

Il loro interesse antropologico ed archeologico venne segnalato da speleologi piemontesi.

E successivamente , nel 2012-2014, con la collaborazione del Comune di Amantea e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria,da ricognizioni esplorative, condotte da Fabiola Arena, della università di Ferrara e del centro regionale di speleologica “Enzo dei medici” , e Felice Larocca della Università Aldo Moro di Bari, in occasione delle quali si riscontrarono che le pi antiche frequentazioni umane dei siti restano collocano nella tarda età del Bronzo( tra il 1300 a.C al 700 a.C), con presenze successive di età storica .

Mentre la Caverna “I Gruttuni” mostra evidenze che richiamano un uso residenziale degli ambienti ipogei, la Grotta du’ Scuru, al contrario, appare connotata in senso funerario.

Le due cavità, nel loro complesso, hanno restituito abbondanti resti di contenitori in terracotta, macine litiche e ciottoli a superficie levigata di provenienza alloctona.

Recentemente sono state rinvenute parti anatomiche riferite a due individui: un adolescente di sesso imprecisato ed un giovane adulto di sesso maschile la cui datazione radiocarbonica le fa risalire all’VIII-IX secolo d.C, suggerendo un uso funerario di tale cavità.

Tutte queste ipotesi però appaiono in palese contrasto con la storia di Temesa, quando si costruivano bellissime ville romane e di Tempsa quando nella città vivevano ed operavano ….

La presenza nel territorio rappresenta una novità di rilievo nel quadro della dislocazione dei fenomeni sotterranei regionali d’interesse archeologico.

Si impone, pertanto, che siano condotte altre campagne di ricerca speleologiche ed archeologiche per acquisire maggiori dati sulla presenza umana nel territorio in periodi per i quali si posseggono poche informazioni.

Conoscere la storia della città significa conoscere i suoi abitanti

Giuseppe Marchese

Foto Felice Larocca

Foto Felice Larocca

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La Camera ha approvato in seconda lettura la riforma che prevede il taglio dei Parlamentari (310 i sì). In base alla nuova norma si passerà da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi, con un massimo di 5 senatori a vita di nomina presidenziale, mentre non viene modificata la norma che prevede che gli ex Presidenti della Repubblica siano senatori di diritto e a vita.

Quella avvenuta oggi, comunque, è solo la seconda delle quattro approvazioni conformi richieste affinché sia effettivamente approvata la norma trattandosi di riforma costituzionale. Adesso tra almeno tre mesi sarà necessaria una nuova approvazione conforme (cioé senza modifiche) da parte del Senato cui seguirà, dopo almeno altri tre mesi, la quarta e ultima approvazione da parte della Camera, solo allora la riforma sarà effettiva.

Il taglio è pari al 36,5 per cento del numero attuale dei parlamentari, passando da 945 a 600. La riforma, però, avrà importanti riflessi sulla rappresentatività territoriale anche perché la riduzione influisce in alcuni casi anche in modo decisivo sul numero dei parlamentari delle singole regioni.

Per quanto riguarda la Calabria, ad esempio, si passerà dagli attuali 20 deputati a 13 e dagli attuali 10 senatori a 6. In sostanza, la pattuglia dei parlamentari calabresi scende, in base a questa riforma dagli attuali 30 a 19: ben 11 parlamentari in meno.

Ovviamente la variazione percentuale è simile ma non uguale per tutte le regioni e naturalmente non ha toccato la piccolissima Val D’Aosta che avendo già oggi un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero. L’altra regione piccola, il Molise, perderà invece un parlamentare su tre.

I deputati eletti nella circoscrizione Estero saranno otto e non più dodici, i senatori quattro invece che sei.

Il testo interviene anche sulla previsione costituzionale dell’articolo 57, terzo comma, che individua un numero minimo di senatori per ciascuna Regione. Rispetto al testo vigente, si stabilisce che è pari a tre il numero minimo di senatori elettivi per ciascuna Regione o Provincia autonoma; resta immutata la rappresentanza senatoriale del Molise (due senatori) e della Valle d’Aosta (un senatore). La riduzione del numero dei parlamentari verrà applicata a partire dalle prime elezioni successive all’approvazione della legge, a patto che siano trascorsi almeno 60 giorni dalla sua entrata in vigore.

Parallelamente è in corso l’esame della proposta di legge, già licenziata dal Senato, che rende "neutra" la normativa elettorale rispetto al numero dei parlamentari fissato dagli articoli 56 e 57 della Costituzione, in modo che eventuali modifiche del numero dei deputati e dei senatori non richiedano specifici interventi di armonizzazione della normativa elettorale stessa.

Questi gli effetti sui due rami del Parlamento regione per regione

   CAMERA

   Piemonte 1 da 23 a 15 -34,8%

   Piemonte 2 da 22 a 14 -36,4%

   Lombardia 1 da 40 a 25 -37,5%

   Lombardia 2 da 22 a 14 -36,4%

   Lombardia 3 da 23 a 14 -39,1%

   Lombardia 4 da 17 a 11 -35,3%

   Veneto 1 da 20 a 13 -35,0%

   Veneto 2 da 30 a 19 -36,7%

   Friuli Venezia Giulia da 13 a 8 -38,5%

   Liguria da 16 a 10 -37,5%

   Emilia-Romagna da 45 a 29 -35,6%

   Toscana da 38 a 24 -36,8%

   Umbria da 9 a 6 -33,3%

   Marche da 16 a 10 -37,5%

   Lazio 1 da 38 a 24 -36,8%

   Lazio 2 da 20 a 12 -40,0%

   Abruzzo da 14 a 9 -35,7%

   Molise da 3 a 2 -33,3%

   Campania 1 da 32 a 20 -37,5%

   Campania 2 da 28 a 18 -35,7%

   Puglia da 42 a 27 -35,7%

   Basilicata da 6 a 4 -33,3%

   Calabria da 20 a 13 -35,0%

   Sicilia 1 da 25 a 15 -40,0%

   Sicilia 2 da 27 a 17 -37,0%

   Sardegna da 17 a 11 -35,3%

   Valle d’Aosta da 1 a 1 0,0%

   Trentino-Alto Adige da 11 a 7 -36,4%

   Estero da 12 a 8 -33,3%

   Italia da 630 a 400 -36,5%

   SENATO

   Piemonte da 22 a 14 -36,4%

   Valle d’Aosta da 1 a 1 0,0%

   Lombardia da 49 a 31 -36,7%

   Trentino-Alto Adige da 7 a 3+3 -14,3%

   Veneto da 24 a 16 -33,3%

   Friuli Venezia Giulia da 7 a 4 -42,9%

   Liguria da 8 a 5 -37,5%

   Emilia-Romagna da 22 a 14 -36,4%

   Toscana da 18 a 12 -33,3%

   Umbria da 7 a 3 -57,1%

   Marche da 8 a 5 -37,5%

   Lazio da 28 a 18 -35,7%

   Abruzzo da 7 a 4 -42,9%

   Molise da 2 a 2 -0,0%

   Campania da 29 a 18 -37,9%

   Puglia da 20 a 13 -35,0%

   Basilicata da 7 a 3 -57,1%

   Calabria da 10 a 6 -40,0%

   Sicilia da 25 a 16 -36,0%

   Sardegna da 8 a 5 -37,5%

   Estero da 6 a 4 -33,3%

   Italia da 315 a 200 -36,5%

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