
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato della Lista Azzurra
“Non abbiate timore, noi ci saremo.
A coloro che erano preoccupati per la nostra discesa in campo e che hanno disperatamente tentato di dimostrare il contrario, diciamo: “State tranquilli la Lista Azzurra è pienamente attiva e vitale insieme al suo leader per il conseguimento del bene comune di tutti i nostri concittadini”.
Ci siamo, con rinnovato entusiasmo e con tante fattibili idee necessarie per rinnovare la nostra città
Ringraziamo tutti coloro, e sono tanti, che ogni giorno ci invitano a scendere in campo.
Stiamo lavorando alle rifiniture di una squadra che dovrà portare fuori dal tunnel il nostro paese
Da troppo tempo ormai Amantea aveva perso il ruolo di leader della costa del basso tirreno cosentino.
Per questo abbiamo deciso di coinvolgere uomini e donne che si sono già impegnati in tanti settori della vita civile, economica e sociale, dal turismo al commercio, dalla sanità alla Pubblica istruzione.
Parliamo di professionisti e di operatori del sociale.
Ritornerà l’Azzurro su Amantea e con esso anche il sorriso tra la gente e la voglia di ricominciare.
Abbiate tutti consapevolezza che al timone c’è un leader con una squadra capace e responsabile, ma soprattutto leale.
Appuntamento quindi all’undici giugno quando ci confermerete, COME AVETE SEMPRE FATTO, il vostro sostegno incondizionato, confortati dal fatto che non vi abbiamo mai delusi, né lo faremo mai.
Auguriamo a tutta la città di Amantea una Buona Pasqua
La Lista Azzurra
I comuni devono approvare i bilanci preventivi.
Senonchè l’articolo 5, comma 11 del Decreto Milleproroghe (decreto legge 30 dicembre 2016, n. 244) ha fatto slittare al 31 marzo 2017 i termini per la loro approvazione.
Molti i comuni che non sono riusciti ad approvarli.
E molti i dubbi sulla veridicità di quelli approvati.
Prima o dopo ne siamo certi le procure arriveranno a vedere dentro i bilanci ad a portare in giudizio chi li falsifica.
Ma la cosa curiosa è che i Prefetti possono e debbono diffidare i consigli comunali ad approvarli , sotto comminatoria della nomina di commissari ad acta con l'incarico di provvedere all'adozione dello schema di bilancio di previsione relativo all'esercizio finanziario del 2017.
Per esempio il Prefetto di Reggio Calabria ha diffidato 71 Consigli comunali su 97. Ed il prefetto di Crotone 13 su 27.
Nessuna notizia dalle altre prefetture.
Allora viene spontanea una domanda.
Ma perché mai un commissario prefettizio dovrebbe essere capace di redigere un bilancio preventino e una giunta no?
Forse il commissario prefettizio ha qualità sovrumani?
O forse il commissario prefettizio non ha obblighi nei confronti dei cittadini ( parliamo di obblighi politici) e quindi strizza i capitoli di spesa bilancio al minimo?
Beh, potrebbe anche essere.
Ma se fosse così i commissari che al momento governano i comuni (come il nostro) non avrebbero dovuto trovare alcuna difficoltà ad approvare il bilancio preventivo 2017.
Ed invece nemmeno il nostro commissario ha approvato il bilancio 2017!
E per quello che intuiamo, più che sappiamo, la situazione del comune è tale da rendere impossibile tale approvazione, salvo…..
Salvo che i commissari( e noi non lo crediamo, affatto) non operino, diciamo, con leggerezza, come forse avvenuto negli anni precedenti, quando addirittura si chiudevano i bilanci con incredibili saldi attivi!
Come si può infatti approvare a cuor leggeri un bilancio preventivo se i comuni sono in predissesto e forse sono addirittura in dissesto.
Se non lo fossero pagherebbero i debiti che hanno ed invece non riescono a farlo.
E non è un problema di volontà ma una reale difficoltà.
Non solo ma si dice che in molti comuni ( anche il nostro ?) ci siano debiti nascosti. Tantissimi debiti nascosti che i revisori non hanno visto o non hanno voluto vedere.
Che cosa succederà con i commissari prefettizi?
Metteranno a rischio la loro carriera pur di approvare un bilancio?
Noi crediamo di no! Decisamente, no!
Nei comuni da 10.001 a 15.000 abitanti, ai sensi degli articoli 37, comma 1, e 71, comma 3, del d.lgs. n. 267/2000, le liste devono esse composte da un minimo di 12 ad un massimo di 16 candidati.
L’ultima volta non tutte le liste riuscirono ad avere 16 candidati, segno, già al tempo, della difficoltà di far accettare ai concorrenti il ruolo di portatori di voti.
È noto,infatti, che il candidato a sindaco “primeggia” su tutti gli altri, come se ne assorbisse l’energia elettorale.
Una spugna che assorbe tutti i voti dei suoi candidati risultando, e non sempre, consigliere comunale.
Una posizione, invero, facile e comoda.
Il sindaco, infatti, non viene votato come candidato consigliere, ma poi lo diventa con i voti degli altri.
Forse è per questo che tutti propendono per fare i sindaci.
E poi la candidatura a sindaco è una vetrina eccezionale per ognuno.
Sui giornali, sul web, si parla dei sindaci, forse solo dei candidati a sindaco, come se gli altri scomparissero.
E, così, si sente parlare della lista di Tizio, Caio o Sempronio, come se ne avessero veramente titolo.
Ma ora si comincia ad avere difficoltà a trovare candidati nella “propria” lista.
E’ quello che sta succedendo ad Amantea.
E così, qualcuno, pur nobile nel comportamento sociale e nelle intenzioni, rinuncia alla sua “vocazione”.
Altri, invece, non demordono ed insistono in questa intenzione e quando non viene accettata si impongono obbligati allontanamenti e tentativi diversi di formazione di nuove liste.
Che sia una vocazione sorretta dalle diverse indennità dei sindaci rispetto agli assessori?
Possibile, ma non sempre è in questa ragione che si trova la giustificazione.
Semplice orgoglio umano? Può essere.
Presunzione o consapevolezza di essere all’altezza del compito difficile di gestire una città come la nostra, in particolare oggi?
Può essere.
Incapacità di sottomettersi ad un capolista che si ritiene non alla propria altezza?
Può essere.
Quali che siano le ragioni, ci sembra di leggere un vero momento di difficoltà nella composizione delle liste.
Una difficoltà che viene fortemente aumentata dalla arduità di trovare sedici consiglieri comunali.
Una arduità che deriva anche dalla ipocrita ricerca di un programma che sia un semplice specchietto per le allodole.
Un programma che viene stilato( ed in alcuni casi semplicemente copiato) solo dopo l’accordo, ad “Usum delphini “ e che, poi, diciamocela francamente, nessuno legge.
Una specie di libro dei sogni nel quale non si trovano mai i veri impegni assunti , quelli nei quali troviamo spesso vero e proprio scambio elettorale :”Ti voto se….”, “Mi candido se…”.
Per fortuna non è sempre così ed in alcuni casi si può votare con serenità.
Ma occorre sforzarsi di legge tra le righe, pardon tra le liste!