Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito
COSENZA 19 Giugno 2023 - Abbandonavano rifiuti per strada cercando di eludere ogni tipo di controllo. E’ andata male a tre persone di Scalea che dovranno rispondere di “attività di gestione rifiuti non autorizzata”. Sono stati i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Scalea ad individuarli grazie ad una attività investigativa capillare scaturita dai contini abbandoni su strada nei comuni di Scalea e S.Nicola Arcella di materiale proveniente da piccoli lavori di ristrutturazione e manutenzione ordinaria di appartamenti.
In numerosi casi di abbandono dei rifiuti si è accertata la presenza di un furgone bianco con a bordo tre persone che ha insospettito i militari. Le indagini hanno poi confermato i sospetti dei Carabinieri Forestale che nei giorni scorsi hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Paola del furgone a carico del proprietario dello stesso veicolo al fine di evitare la libera disponibilità dello stesso del bene. Tutti e tre i soggetti individuati quali responsabili dell’attività illecita sono stati deferiti alla competente A.G. perché in concorso tra loro, in diverse circostanze a bordo del furgone di proprietà di uno di essi, effettuavano un’attività illecita trasportando rifiuti pericolosi e non al fine di abbandonarli per strada.
C'è un legame fra la sofferenza della terra calabrese e la sofferenza della sua gente che ha subito modificazioni o cancellazione delle tracce mnemoniche dovute, solo in parte, al passare del tempo.
La leggenda narra che il suo creatore volle il mare sempre turchese, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, i suoi raccolti pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il suo artefice fu preso da una dolce sonnolenza, forse perché compiaciuto della sua opera.
Del suo breve sonno approfittò un essere demoniaco che assegnò a questa regione le avversità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, la N’drangheta, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione.
Dopo le calamità, le necessità: il lavoro, la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno di giustizia, il bisogno di libertà, il bisogno della grandezza, che ogni tanto germoglia in alcuni suoi figli; il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio. Il bisogno di esser fieri dei propri antenati.
La Calabria è stata in passato meta di viaggiatori stranieri che l’hanno raccontata a modo loro nei propri diari di viaggio, offrendo però quasi sempre una visione nuova della Regione, cogliendo sfumature che forse solo un forestiero avrebbe potuto notare. I viaggi in Calabria, un tempo, non erano certo frequenti come oggi, quando ormai diverse zone sono regolarmente prese d’assalto dal turismo di massa.
Altri tempi quando all’inizio del XX secolo l’anglo tedesco Norman Douglas l’attraversò a piedi da nord a sud. Giunto sul massiccio del Pollino scrisse “queste stupende montagne sembrano fondersi, al tramonto, in una nebbia di ametista”. Circa cinquant’anni più tardi una poetessa polacca meno nota, Kazimiera Alberti, dedica a questa Terra un libro dal titolo: “L’Anima della Calabria”.
Le poche righe che riporterò in questo scritto, i calabresi tutti farebbero bene a leggerle e inciderle sulla propria anima e trasmetterle alle future generazioni.
“Quando i Romani erano ancora poveri pastori abitanti in capanne di paglia sostenute da pali, quando Roma era formata da vicoli stretti e tortuosi e casupole di fango, quando il cittadino romano non conosceva ancora la moneta e parti di armatura poste sulla bilancia erano già mezzo di scambio, quando essi mangiavano bigio pane di farro ed usavano vino solo quale medicina mentre alla donna era in generale vietato, quando alle matrone romane era vietato il belletto né conoscevano gioielli ‘poiché anche gli anelli di matrimonio erano in ferro’, quando migliaia di poveri nelle ‘popina’(osteria di Roma antica) mangiavano fave ed aceto e ‘pane plebeo’, qui, sotto il cielo di Calabria, sulle rive dei suoi due mari, Ionio e Tirreno, fioriva già ricca, sensuale, una delle più raffinate culture dell’Umanità: la ‘Magna Grecia’! Abiti eleganti di nobile tessuto, case ricche di marmi ed opere d’arte, artistici gioielli e ceramiche, vasi statuette, mobili ed affreschi, cultura del corpo e recite teatrali, alimenti scelti e vini deliziosi, belle donne ed atleti, città di mezzo milione d’abitanti, rigurgitanti di templi, colonne, acropoli, terme, teatri, processioni religiose, sport, poesia”.
Gigino A Pellegrini & G elTarik
Sono tre giorni che cerco di dire (di scrivere) qualcosa di comprensibile approfittando dell’occasione per accennare en passant che anche l’amore potrebbe risultare fra le esperienze mistiche e pericolose, perché toglie all'essere umano il vestito della ragione lasciandolo letteralmente nudo in balia dei venti che lo sostengono, sospeso in aria, sopra un abisso senza fondo.
Mentre su tutte le reti televisive imperversava il funerale di Stato di un piccolo essere umano, dedicavo a me stesso e a quelli come me “HaveYouEverSeen The Rain?” Un brano dei Creedence Clearwater Revival. Tutto questo succedeva in attesa di un pranzo che non si annunciava tanto allettanteal mio palato. Avevo accettato di accompagnare due belle e intelligenti persone in un ristorante di stocco di Taurianova.
I miei due cari amici, Raffaele e Perego adorano lo stocco. I miei occhi e orecchie erano costretti a vedere e sentire quello che succedeva al funerale in pompa magna di un ometto, schizzato fuori dalle pagine di Jonathan Swift; mentre le mie narici venivano sottoposte al nauseabondo odore dello stock fish venuto dalla terra dei vichinghi.
Il cibo, in quel ristorante, oltre allo stocco, era veramente terribile. In aggiunta, le porzioni erano scarse. Tutto questo poteva essere paragonato al sentimento che nutro nei confronti dell’esistenza. Sentivo dietro le mie spalle qualcosa di femminilmente sensuale, una nube, non tossica, leggera di scorrevole umanità.
Seduto sempre insieme ai miei carissimi due amici in quel ristorante di Taurianova, l’umanità si è materializzata davanti ai miei poveri e stanchi occhi nel volto e nell’espressione di una donna somigliante ad Angelina Jolie.
I commenti che venivano dalla TV nella sala del ristorante erano del tipo: “E’ stato un grande presidente del Consiglio”, però quando usciva da Palazzo Chigi il servizio d’ordine contava l’argenteria e i quadri.
ll problema di questa nostra amata Italia, che oggi mi ha fatto arrossire di vergognadi fronte al mondo intero, consiste nel fatto che ci sono uomini “politici” che credono, con la certezza che deriva dall'esperienza, che si possa ingannare tutto il popolo in ogni momento.
Devo continuamente ricordare a me stesso che ci sono due cose che non possono essere attaccate frontalmente: l'ignoranza e la ristrettezza mentale. Le si può soltanto scuotere con il semplice sviluppo delle qualità opposte. Non tollerano la discussione.
Scrivo tutto questo anche per rispondere ad un calabrese che vive in Nord America e che poco conosce la storia degli ultimi trent’anni dell’Italia. A me, personalmente non interessa vivere nel cuore degli italiani attraverso ciò che scrivo: preferisco vivere nella mia piccola casa che si affaccia sul Mare di Ulisse.
In questo mulinello vertiginoso di emotività, creato da un violento cocktail di dubbi e paure, mi son lasciato travolgere dalla sincerità dei sentimenti. Per un breve attimo, ho incrociato i suoi occhi, senza fermarmi, pensando che fosse meglio essere maleducato che venir meno all'impegno di mai più disturbare.
Gigino A Pellegrini & G elTarik