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Filandari(VV). Padre e figlio, Angelo Vittorio Guerrera di 60 anni, ed il figlio Francesco Guerrera, 31 anni, Entrambi pluripre giudicati, alla vista dei carabinieri si sono ferocemente opposti ad una perquisizione alla ricerca di armi e munizioni.

A far scattare la scintilla, a dire dei fermati, è stato il fatto che i militari, durante la perquisizione, si "permettevano" di toccare le loro olive custodite in un'anfora di terracotta.

I due, secondo l'accusa, adirati dalla profondità del controllo hanno aggredito i carabinieri ferendone lievemente due.

Oltre alle lesioni i militari sarebbero stati ingiuriati con sputi, insulti e minacce di morte.

Il sessantenne, ignorando l'invito alla calma dei militari, ha anche afferrato una spranga di metallo lanciandosi contro di loro.

Padre e figlio sono stati posti agli arresti domiciliari.

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Si chiama Assan Mohamed è giunto in Italia due anni

Proviene dal Bangladesh.

Ha 29 anni.

È arrivato a Vibo da più di tre mesi e da allora continua a vivere per strada al riparo di un cartone in piazza Municipio.

Il giovane bengalese dice di essere sprovvisto di documenti.

E’ una delle tante storie di marginalità.

La ennesima storia di una nazione, l’Italia, che continua a ricevere migranti ma senza essere capace di dare loro assistenza e speranza.

Una storia che conferma il sempre più preoccupante incremento di povertà di tanti italiani e migranti.

Una vicenda di disagio che fa il paio con l’incremento della povertà che in città e frazioni assume dimensioni sempre più preoccupanti, stando alle tante denunce e agli appelli degli enti caritatevoli. E se ha fatto tremare le vene ai polsi la denuncia di monsignorGiuseppe Fiorillo, che qualche tempo fa ha svelato l’intenzione di un’adolescente vibonese di vendere un rene per sostenere la sua famiglia, fa altrettanto riflettere l’allarme lanciato da monsignor Saverio Di Bella che ha denunciato il notevole aumento, anche a Vibo Marina, di persone che si rivolgono alla parrocchia chiedendo sostegno economico e pratico per far fronte alle necessità quotidiane. 

Ora  Assan vuole tornare nella sua terra.

Di Assan si sono preoccupati in diversi ma non sappiamo che qualcuno ha chiesto l’intervento del suo governo, per dargli i documenti ed il biglietto aereo necessario, come faceva l’Italia e la stessa regione Calabria per garantire il ritorno di suoi emigranti.

Una storia emblematica che induce qualche riflessione.

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Il Consiglio di Stato accoglie anche nel merito il ricorso del ministero dell'Interno e della Prefettura di Vibo Valentia e conferma lo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Tropea, nel Vibonese, per infiltrazioni mafiose.

Il 22 settembre scorso con una sospensiva aveva ribaltato la sentenza con la quale il Tar del Lazio aveva annullato il decreto di scioglimento degli organi elettivi dell'ente per infiltrazioni mafiose deciso il 12 agosto 2016 con apposito decreto presidenziale sulla scorta di una relazione redatta dalla Commissione di accesso agli atti.

Il Consiglio di Stato ha infatti accolto anche nel merito il ricorso del ministero dell'Interno e della Prefettura di Vibo Valentia sottolineando il «grave tentativo di infiltrazione mafiosa» e il doveroso ripristino della legalità nel Comune di Tropea.

Nessuna possibilità, quindi, che il sindaco di Tropea, Giuseppe Rodolico (Pd), ritorni al suo posto unitamente alla giunta ed al consiglio comunale.

Al posto degli organi elettivi dell'ente, il Comune sarà ora retto da una terna commissariale di nomina prefettizia per un 12 mesi prorogabili sino a 24 mesi. 

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