
Dice Giuseppe Graziano:
PAOLA (Cs) – Mercoledì, 30 Ottobre 2019 – Per tutelare un’area di alto valore ambientale non serve chiuderla all’interno di una recinzione.
Piuttosto, occorre che si facciano rispettare le regole e le leggi per evitare che posti bellissimi come monte Cocuzzo e l’Appennino calabro diventino discariche a cielo aperto.
La Calabria non ha bisogno di un nuovo Parco forestale.
Ha bisogno, invece, di tutelare e mettere a sistema le aree protette che già ci sono e rappresentano una ricchezza per la regione, dal Parco nazionale della Sila al Pollino per finire a quelli d’Aspromonte e delle Serre.
È quanto ha detto il presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, nel contesto di un incontro con i coordinamenti territoriali del Movimento del tirreno cosentino, rispetto alla proposta di istituire un nuovo parco nell’area di Monte Cocuzzo lungo l’Appennino calabrese.
«La mia formazione personale e politica – dice Graziano - è improntata da sempre sui temi della tutela ambientale.
Ne ho fatto una bandiera della mia vita e da ufficiale dell’allora Corpo forestale dello Stato, da commissario del Parco d’Aspromonte e da direttore del Parco del Pollino ho lavorato sempre affinché in Calabria e nel Meridione si avesse sempre più una maggiore percezione della ricchezza che rappresentano per l’ecosistema e per l’economia di un territorio le aree e le riserve naturali. E ne rimango, ovviamente e senza ombra di dubbio, un convinto sostenitore».
«Con la stessa certezza e competenza acquisita in anni di lavoro, confermo che un nuovo Parco in Calabria non serve.
E questo perché il sentore comune è quella che un luogo vada rispettato solo se è tutelato.
Non è così.
Ogni angolo del nostro emisfero è un patrimonio eccezionale di cui gli uomini devono avere cura.
E dove il cittadino sbaglia, deturpando la natura e commettendo reati, è lì che lo Stato deve intervenire sanzionando e ripristinando i luoghi.
Non c’è angolo della terra che non debba essere protetto dalle regole morali e del diritto».
«Auspico allora, che la proposta di istituire un nuovo parco di Monte Cocuzzo, si trasformi in una battaglia che miri innanzitutto a proteggere un luogo che è stato preso di mira dalla barbarie dell’uomo, senza la necessità di piazzare altri paletti e cartelli.
Bisognerebbe, ad esempio, partire dal sollecitare la Provincia affinché intensifichi l’attività della Polizia provinciale, specializzata contro i crimini ambientali, ad attuare maggiori e più specifici controlli».
«Tra l’altro, l’istituzione di un nuovo parco, che è una cosa seria ed ha una regolamentazione severissima che in alcuni casi può stravolgere le vocazioni dei territori su cui viene istituito, non può avvenire senza una concreta concertazione con i territori.
E non ci sembra che la proposta del nuovo parco di Monte Cocuzzo sia passata al vaglio degli oltre 25 comuni che dovrebbero afferirvi».
Fermato dalla polizia del commissariato di Paola
Paola 21 ott. 19 – Ieri, il personale del Commissariato di Paola ha proceduto alla notifica di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti, ordine di Esecuzione per la carcerazione a R.G. di 39 anni.
Il personale è intervenuto presso una struttura ricettiva del Tirreno, a seguito di un allert sul servizio telematico degli alloggiati che ne segnalava la presenza.
Dopo gli opportuni accertamenti si è proceduto alla notifica del provvedimento di condanna a sentenza definitiva a 2 anni di reclusione per ricettazione e con sentenza definitiva a reclusione di 4 mesi per resistenza a Pubblico Ufficiale.
„È molto meglio, per la salute dell'anima sua, restituire l'altrui, che far limosina alle Chiese.“
Così diceva San Francesco di Paola
Richiamiamo questo aforisma che oggi San Francesco avrebbe probabilmente usato per “le limosine” che il Comune di Paola chiede con i tutor posti prima del santuario.
I segni caratteristici di San Francesco sono stati sicuramente la “ Misericordia ed il perdono”
“Un biografo anonimo di S. Francesco diceva che era austero con se stesso e molto umano con gli altri.
E diceva ancora che San Francesco ha dimostrato questa umanità soprattutto nell’esercizio del perdono cristiano.
Nella sua vita ha dovuto sperimentare opposizioni di ogni genere, attacchi personali, calunnie e insulti.
Molti medici ridevano dei suoi miracoli e delle ricette date a chi gli chiedeva la guarigione.
Alcuni suoi concittadini si dimostravano diffidenti nei suoi confronti.
Anche da parte della Santa Sede ci furono riserve e inchieste.
Il re di Napoli non lo sopportava perché era molto critico verso la sua politica contro la povera gente “
Ed è per questo che scriviamo che San Francesco perdona e il tutor di Paola NO!
Il Santo paolano avrebbe molto da ridire sul tutor che somiglia ad un bancomat .
Della serie: “Chi siete, siete, dove andate, cosa portate : due fiorini”
Speriamo che almeno quando arrivano le salate contravvenzioni la gente non si arrabbi e non bestemmi.
Tantomeno il santo del comune di cui porta il nome.