
La Dia di Catanzaro ha sequestrato a Diamante una lavanderia industriale riconducibile ad un presunto esponente della cosca Muto della 'ndrangheta, Antonio Mandaliti, di 60 anni, ma formalmente intestata alla moglie, Maria Iacovo.
Mandaliti é stato arrestato insieme alla moglie nell'ambito dell'operazione "Frontiera", eseguita nell'estate del 2016 , su direttive della Dda di Catanzaro, contro la cosca Muto.
Il decreto con cui é stato disposto il sequestro è stato emesso dal Tribunale di Cosenza sulla base di un'articolata proposta di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal direttore della Dia e basata sull'esito di indagini patrimoniali condotte dagli investigatori della Sezione operativa di Catanzaro e che hanno interessato un arco temporale compreso tra il 1997 ed il 2015.
La lavanderia industriale riconducibile a Mandaliti, secondo il decreto di sequestro "appare, per come ipotizzato nel procedimento 'Frontiera', come frutto o reimpiego di attività illecita".
I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza, coadiuvati da quelli della Compagnia di Paola, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Paola su richiesta della Procura, di un impianto a concentrazione solare per la generazione di energia termica ed elettrica che serve l'ospedale di Cetraro "G.Iannelli".
Dalle indagini, coordinate dal procuratore di Paola Pierpaolo Bruni e dal pm Valeria Grieco, cui hanno collaborato funzionari della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, è emerso che l'area è situata all'interno del vincolo paesaggistico e in zona sismica.
Pertanto sarebbe stato necessario chiedere specifiche autorizzazioni.
Una ambientale ed una sismica
Cinque le persone denunciate alla Procura
Due funzionari dell'Asp di Cosenza, committente dei lavori.
Tre responsabili della progettazione e dell'esecuzione dei lavori per violazioni alla normativa paesaggistica e sulla regolamentazione edilizia.
L'impianto è stato realizzato su un'area di 3000 metri quadrati.(Ansa)
Nella tarda serata di ieri un giovane ventenne ha tentato il suicidio gettandosi in mare
Si tratta di un giovane lettone ventenne domiciliato a Cetraro, nel cosentino.
Qualcuno ha segnalato la presenza del giovane sulla spiaggia ed il suo tentativo di suicidio al 118 ed alla Polizia di Stato
Il 118 allertava anche la Guardia Costiera.
Il personale della Guardia Costiera è intervenuto immediatamente inviando precauzionalmente via mare la Motovedetta S.A.R. CP 851 e una pattuglia da terra condotta dal Tenente di Vascello Gabriele Cimoli, Comandante del porto di Cetraro, con al seguito due volontari di truppa.
La sala Operativa del Commissariato di Paola ricevuta la segnalazione allertava le volanti in servizio che intervenivano sulla spiaggia di Cetraro, ed il cui personale, dopo un accurato controllo del tratto di spiaggia segnalato, individuava in mare, immerso fino alle spalle, un giovane.
Il giovane che, vedendo gli agenti ha inveito immergendosi ancora di più nell'acqua.
Per farlo desistere dal gesto suicida, i poliziotti si sono lanciati in mare e, coadiuvati da personale della Capitaneria di Porto di Cetraro, lo hanno afferrato.
Il giovane si divincolava, ma gli agenti sono riusciti a tirarlo fuori dall'acqua mettendolo in salvo sulla spiaggia, dove si accasciava e si lasciava andare ad u pianto liberatorio.
Sul posto sono arrivati intanto gli operatori del 118 che hanno trasportato il giovane presso l’Ospedale di Cetraro.
Sono in corso accertamenti allo scopo di stabilire le ragioni del gesto.