
Franco Laratta, coordinatore regionale di Areadem - la componente pd vicina a Dario Franceschini - nel corso di un dibattito sulla situazione politica in Calabria, alla vigilia dell’assemblea regionale del Pd, ha detto che «sarebbe un grave errore rispondere alla crisi in cui versa il Pd calabrese con un "accordicchio" che porti a una semplice e frettolosa sostituzione del segretario regionale, senza uno straordinario piano di rilancio del partito.
A noi non serve una conta delle tessere, ma una conta delle idee.
Se sbagliamo questo passaggio andiamo verso il suicidio.
No ad accordi fra pochi: abbiamo bisogno di una svolta coraggiosa, fuori dall’ordinario, che apra il partito alle nuove generazioni, alla società, a tutti quei mondi che non si sentono rappresentati.
Basta con il partito chiuso e autoreferenziale: la nostra gente sta scappando via, stanca della nostra inconsistenza».
Laratta ha parlato di un partito in gravi difficoltà nei territori, tanto che la recente campagna elettorale è apparsa completamente spenta, vecchia, senza alcuna idea «e con diverse candidature inadeguate e fuori luogo».
«Eppure la Calabria – ha continuato – è stata al centro delle attenzioni del governo nazionale e del presidente del consiglio Renzi, venuto ben 12 volte nella nostra terra e non per fare chiacchiere.
Se è vero come è vero che la dotazione finanziaria che hanno lasciato alla Calabria i governi Renzi e Gentiloni ammonta a circa 9 miliardi di euro, noi abbiamo adesso la responsabilità di impiegare presto e bene queste ingenti risorse.
Abbiamo una ventina di mesi a disposizione per dare inizio alla Calabria del futuro. Oliverio ha ben presente tutto ciò. Ma se falliamo avremo gravissime difficoltà nelle prossime scadenze elettorali del 2019».
La discussione tocca anche il rimpasto annunciato dal presidente della Regione Oliverio: «Fa bene il presidente a mettere mano all’esecutivo, visto che i ritardi sono notevoli e le responsabilità sono molteplici.
Attendere oltre sarebbe grave. Siamo certi che ora Oliverio metterà in piedi un esecutivo forte, competente, autorevole.
Ma sarebbe auspicabile che fosse soprattutto un governo "politico", perché è giusto che la politica si assuma le sue responsabilità, mettendoci direttamente la faccia con gli uomini più forti e autorevoli, anche con amministratori capaci, con giovani che possano segnare una vera svolta.
Questo non è più il tempo delle attese o delle incertezze: ci giochiamo il futuro della Calabria. E fatemelo dire con un linguaggio crudo: sbrighiamoci o ci cacceranno a calci»
Un discorso forte e chiaro.
Una unica grave omissione.
Laratta non ha detto dove saranno tirati i calci!
La Dia di Catanzaro ha sequestrato a Diamante una lavanderia industriale riconducibile ad un presunto esponente della cosca Muto della 'ndrangheta, Antonio Mandaliti, di 60 anni, ma formalmente intestata alla moglie, Maria Iacovo.
Mandaliti é stato arrestato insieme alla moglie nell'ambito dell'operazione "Frontiera", eseguita nell'estate del 2016 , su direttive della Dda di Catanzaro, contro la cosca Muto.
Il decreto con cui é stato disposto il sequestro è stato emesso dal Tribunale di Cosenza sulla base di un'articolata proposta di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal direttore della Dia e basata sull'esito di indagini patrimoniali condotte dagli investigatori della Sezione operativa di Catanzaro e che hanno interessato un arco temporale compreso tra il 1997 ed il 2015.
La lavanderia industriale riconducibile a Mandaliti, secondo il decreto di sequestro "appare, per come ipotizzato nel procedimento 'Frontiera', come frutto o reimpiego di attività illecita".
I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza, coadiuvati da quelli della Compagnia di Paola, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Paola su richiesta della Procura, di un impianto a concentrazione solare per la generazione di energia termica ed elettrica che serve l'ospedale di Cetraro "G.Iannelli".
Dalle indagini, coordinate dal procuratore di Paola Pierpaolo Bruni e dal pm Valeria Grieco, cui hanno collaborato funzionari della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, è emerso che l'area è situata all'interno del vincolo paesaggistico e in zona sismica.
Pertanto sarebbe stato necessario chiedere specifiche autorizzazioni.
Una ambientale ed una sismica
Cinque le persone denunciate alla Procura
Due funzionari dell'Asp di Cosenza, committente dei lavori.
Tre responsabili della progettazione e dell'esecuzione dei lavori per violazioni alla normativa paesaggistica e sulla regolamentazione edilizia.
L'impianto è stato realizzato su un'area di 3000 metri quadrati.(Ansa)