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Il 15 luglio presso la Prefettura di Trapani è stato presentato un piano di intervento per la ricerca delle persone scomparse. Una pianificazione che punta in primo luogo a rendere gli interventi per la ricerca il più tempestivi possibile, pur logicamente operando a largo raggio.

Il prefetto Paola Basilone, commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Ha dichiarato che il fenomeno delle sparizioni di persone è in crescita a livello nazionale e questo è un dato quantomeno allarmante: "Su scala nazionale negli ultimi sei mesi abbiamo avuto un incremento del 10 per cento rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso".

Il prefetto ha poi presentato le stime delle persone scomparse dal primo gennaio 1974 al 30 giugno 2012. Ben 25.453, di cui 9.396 italiani e 16.057 stranieri; tra queste vi sono 14.885 maggiorenni, d di cui 7.705 italiani e 7.150 stranieri, e 10.598 minorenni, di cui 1.691 italiani e 8.907 stranieri.

Il fenomeno delle scomparse vede la Lombardia prima in Italia, seguita dalla Calabria e poi dalla Sicilia.

Si tratta di dati che erano stati già offerti a Firenze, presso la sala Dionisi della Questura, a metà giugno scorso in occasione del convegno sul tema: “La ricerca delle persone scomparse: nuovi strumenti normativi e tutela delle famiglie”, organizzato dall’Associazione Nazionale Penelope che riunisce i familiari e gli amici delle persone scomparse.

Ovviamente qualcuno ha colto l’occasione per parlare di Serra d’Aiello e del “mistero” dei 12 pazienti svaniti nel nulla e che sono stati inutilmente cercati nel locale cimitero.

Qualcuno che si è chiesto che fine abbiano fatto “i corpi” dei disabili psichici scomparsi dall’istituto “Papa Giovanni XXIII” che non erano nascosti in un cimitero di un comune che pur tuttavia si trova in Calabria: nella “patria” della ‘ndrangheta.

Che relazione c’è tra le scomparse e la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, la Sacra Corona Unita? Tutto e solo per vendere qualche copia in più? O si intende percorrere un nuovo e diverso filone investigativo ?

Non si può anche pensare che gli ospiti dell’Istituto si siano allontanati con un mezzo qualsiasi come il treno od un’auto magari per raggiungere i propri paesi di origine?

Ed infine non sarebbe giusto che questa vicenda avesse una fine e non dovesse avere costante visibilità sulla stampa anni ed anni dopo che il Papa Giovanni XXIII è chiuso e che le salme non sono state trovate dopo un controllo totale dei resti cimiteriali?

Non esiste anche il diritto all’oblio per un paesino che vive da tempo tranquillamente la sua magari noiosa esistenza e che invece di essere ricordato come il territorio di Temesa viene ricordato come il territorio del male?

Ed infine perché ricordare solo il Male ( o supposto tale) e non anche il Bene e certo tale?

 

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Non c’è pace nelle amministrazioni comunali. In specie quando il risultato delle consultazioni elettorali non vede una preponderante vittoria di una rispetto all’altra od alle altre liste.

Quando la vittoria è sorretta da poche preferenze allora la voglia di andare in tribunale è spesso forte, anzi fortissima.

Deve essere successo questo a San Lucido dove Antonio Staffa, candidato a sindaco della lista “Leali per San Lucido”, insieme ai candidati Antonella Gioia e Carmine Petrungaro, ha deciso di ricorrere al TAR.

Da qui il mandato all’avvocato Oreste Morcavallo del foro di Cosenza.

Un mandato a ricorrere contro il sindaco Roberto Pizzuti, eletto con la lista Viviamo San Lucido, e contro i consiglieri di maggioranza Fabio Albanese, Severino Bruno, Lusy Cutri , Amalia Gnisci, Fabio Frangella, Adelina Nesci, Mercurio Pate ed i consiglieri di minoranza Francesco Nunziata per la lista“Partecipazione democratica” ed Orazio Bruno per la lista “Insieme”.

Sembra che nella sezione n 3 ci siano 3 schede recanti preferenze per Sgroi e Gioia nello spazio della lista n.2., 3 voti illegittimamente non assegnati. Secondo la difesa di Staffa “se l'elettore non ha indicato alcun contrassegno di lista, ma ha scritto le preferenze per candidati tutti compresi nella medesima lista, si intende che abbia votato la lista alla quale appartengono i preferiti”.

Non solo ma l’avvocato Oreste Morcavallo chiede anche di verificare i verbali ed i certificati medici relativi al voto assistito di tutte le sei sezioni.

La speranza è che l’accertamento da parte dei giudici amministrativi possa sovvertire il risultato finale atteso che lo scarto in termini di voti tra le due liste è molto contenuto: solo 33 voti!

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Il sindaco di Paola ha emesso l’ordinanza n 35/2013 che intima la interdizione della zona nord a margine del torrente Regina.

La ragione sta nella nota del 21 giugno 2013, procedimento penale n 780/11/44, della procura della repubblica di Paola, con la quale si da avviso che un tratto dell’arenile e più precisamente quello antistante l località pagnotta risulta contaminato da Cobalto, cromo, vanadio e stagno, i cui valori superano il limite previsto dal DLgs 152/06, parte quarta, titolo V,allegato 5. Tabella 1, colonna A.

Ovviamente oltre al comune per la conveniente emissione di ordinanza sanitaria sono stati avvertiti l’Asp di Cosenza, la Capitaneria di porto di Vibo Valentia, l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria e l’assessorato all’Ambiente della Provincia di Cosenza.

Correlativamente alla ordinanza sono stati appositi i sigilli indicanti il divieto che saranno tolti allorquando saranno ultimate le operazioni di bonifica, sempre che possibile, od una o più forti mareggiate provvederanno a spostare le masse sabbiose inquinate diluendo gli inquinanti.

La collocazione dell’area nei pressi di un torrente può indurre a ritenere plausibile che gli inquinanti possano essere giunti sulla spiaggia proprio attraverso il torrente.

Le indagini potranno offrire le soluzioni necessarie per evitare il ripetersi di questo fenomeno.

 

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