Guccione contava di diventare il potente assessore alla sanità della regione Calabria e questa ipotesi è stato quel cavallo di battaglia che gli ha permesso di correre più veloce degli altri.
Poi Oliverio ha sperato di essere nominato commissario alla sanità, che altro non è che un assessore camuffato.
E nei giorni scorsi Mario Oliverio ed Ernesto Magorno hanno rassicurato tutti della prossima nomina che sarebbe avvenuta ieri in Consiglio dei ministri risolvendo l’empasse in atto tr5ala Lorenzin che voleva nominare Urbani e la “pretesa” di Oliverio di una sua nomina.
Ed invece ecco un’altra “tegola”.
Contro di lui ora anche l’Avvocatura generale dello Stato che su richiesta del governo ha fatto pervenire a Palazzo Chigi nella giornata di lunedì un parere che chiude la porta all’investitura del governatore Mario Oliverio.
Il parere è stato inviato anche all'Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro.
Secondo tale parere l’ultima legge di Stabilità ha introdotto una norma che vieta la coincidenza tra la figura del commissario con quella del presidente della regione commissariata.
Ben difficile quindi che Renzi nonostante le buone intenzioni rispetto alla necessità di concedere alla Calabria «un governo politico» della sanità possa apparire all’Italia ed all’Europa come quel politico che fa le legge e le disapplica.
Salvo che non abbia ragione il carro de I giovanotti.