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Ecco cosa scrive il PD :

“Il Partito Democratico ritiene che Amantea abbia bisogno di una costituente pubblica.

 

La città è sull’orlo di una crisi profonda. Una crisi non solo economica (con le casse del Comune molto probabilmente vuote e troppe vetrine di negozi con su scritto “chiuso”), ma anche morale e di valori.

Una decadenza che rischia di oscurarne la storia, le tradizioni, le speranze. E che, nell’immaginario collettivo, potrebbe collocarla distante dalla perla del Tirreno.

Anni di politica litigiosa - spesso autoreferenziale, ingrata, incapace di avere una visione di città, che ha fatto più per sé che per gli altri – hanno lasciato il più negativo dei segni nella gestione della cosa pubblica, ed hanno contribuito a deteriorare l’etica comunitaria, distorcendo le aspettative dei cittadini.

Alla più o meno recente storia politica di Amantea, tuttavia, non è di certo mancato il senso dell’umorismo. Impossibile, infatti, trovare un politico che non abbia cantato sempre il medesimo ritornello: centro storico, mare, spiagge, porto, turismo, commercio, lungomare, sviluppo di Campora.

Ricette giuste.

Ma pezzi di carta senza la somministrazione della cura.

Lecito e doveroso è domandarsi: cosa si è rotto nel passaggio dall’enunciazione alla messa in pratica? E trovata la risposta, l’interrogativo seguente sarebbe: come e chi può invertire questa rotta?

Pecca – secondo noi - di presunzione chi ritiene di “avere da solo i requisiti”.

Una costituente pubblica (aperta ai contributi provenienti dalla società civile, dal mondo dell’associazionismo laico e cattolico, dalle realtà sindacali, dalle tante competenze presenti in città e dall’entusiasmo contagioso dei giovani) è necessaria perché bisogna trovare – insieme - la forza, il coraggio ed il gusto di mettere il nostro patriottismo nelle cose di cui la città ha veramente bisogno.

 

Una scala di priorità, non un elenco della spesa, che dovrà trovare una sua coerenza nel patrimonio delle nostre tradizioni e della nostra storia. In questo Amantea può ritrovare il percorso smarrito.

Occorre tornare a pensare la città in un suo tutt’uno, con generosità e altruismo, adoperandosi in favore di quel necessario clima di riconciliazione - morale, comunitario e delle responsabilità - elemento di volta per Amantea.

Da queste tracce la città deve ripartire.

Perché solo la comune consapevolezza del valore che esprime Amantea può restituirle quel naturale ruolo di leadership e farla tornare - prendendo in prestito i versi di Franco Danese - bella fra le più belle del Tirreno.

Da queste considerazioni muoveremo dei passi per dare un contributo alla città.

Amantea, 23 febbraio 2017

Per la Segreteria del Circolo PD Amantea Il Segretario Enzo Giacco

Proviamoci. E’ vitale per Amantea e gli amanteani.

Ma da dove cominciare , caro Enzo?

Dalla città, dove sicuramente esistono uomini e donne di grande dignità, di grande morale, capaci di spendere le proprie qualità umane e culturali per la città, aspettando con serena lungimiranza il “ritorno” anche agli amanteani?

Sarà possibile trovare sociale tali le persone necessarie per rifondare una città che ha quasi 3000 anni durante i quali è riuscita a sopravvivere a tanti difficili momenti?

E che fine faranno tutti quelli che vivono e prosperano grazie al levantinismo etico e morale ed economico?

Dove metterà il PD quelli che finora hanno soltanto sfruttato questa non amata città?

Quali marciapiedi andranno a battere, loro ed i loro lenoni ?

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Politica

pd-810x542Il Governatore della Puglia Emiliano dopo tante giravolte finalmente ha deciso: resterà nel Pd e sfiderà Matteo Renzi alle primarie del partito candidandosi a Segretario del Pd.

 

Alla Direzione del Pd ci dovevano essere delle grandi sorprese, invece eccoti Emiliano che fa marcia indietro, ci ripensa, meglio restare nel Pd e continuare a governare la regione Puglia.

Se avesse abbandonato il partito certamente nel Consiglio regionale pugliese ci sarebbero stati degli strascichi, molti non lo avrebbero seguito.

 

Meglio l’uovo oggi, che la gallina domani.

La sua giravolta, però, ha portato degli sconquassi nella compagine dei ribelli e brucia moltissimo agli ex compagni di strada, i quali vanno avanti alla ricerca di un nuovo soggetto politico di centro sinistra che per il momento non ha un nome.

I Ministri Franceschini, Orlando e Delrio tentano di scongiurare la scissione. Sarà una impresa difficile ed impossibile.

 

La strada resta tutta in salita.

Per evitare la scissione Matteo Renzi dovrebbe abbandonare tutte le sue velleità e dovrebbe essere rottamato. Ma Renzi, purtroppo, non vuole lasciare il partito e il potere che ha conquistato in questi anni. I contendenti si odiano, si detestano, si combattono a viso aperto, nei fuori onda se ne ascoltano di tutti i colori, per il dominio di un partito che a poco a poco perde consensi e che considerano di loro proprietà.

Dice bene Alberto Infelise su <La Stampa>: "Forse quando smetteranno di fare la pipì in giro per segnare il territorio torneranno a essere in qualche modo interessanti per gli elettori."

 

E mentre i Deputati e Senatori litigano su tutto il Premier Matteo Renzi vola negli Stati Uniti snobbando la Direzione del suo partito intento a scrivere le regole per il prossimo Congresso.

Dalla California fa sapere che va bene così. La scissione annunciata e strombazzata ora è ancora più debole. Renzi è arcicontento che Emiliano sia rimasto nel Pd, si avranno, così, delle vere primarie molto partecipate.

Gli ex compagni di strada e di merenda del Governatore, però, non hanno gradito la sua giravolta e sono molto arrabbiati e irritati per il cambio di rotta. Ha scombussolato e non di poco i loro piani.

Ma forse è un bene che Emiliano sia rimasto nel Pd e che se ne siano andati Rossi, D’Alema e Bersani e qualche Deputato di provincia.

Renzi li avrebbe rottamati lo stesso non presentandoli candidati alle prossime elezioni politiche. Lo hanno capito e allora per non fare una brutta figuraccia hanno inventato delle scuse puerili e si sono rottamati da soli. Dove andranno nessuno oggi lo sa.

Quanti voti porteranno al nuovo partitino nella prossima competizione elettorale? Pochi voti, direi, non sufficienti per farli ritornare in Parlamento ad occupare le comode poltrone che il vecchio e glorioso partito comunista aveva garantito fino ad oggi. Leggendo i loro nomi sono tutti provenienti da quel partito sconfitto dalla storia. Insufficienti a portare alla Camera e al Senato un numero sufficiente di Deputati e Senatori per essere determinanti per formare un nuovo governo di centro sinistra o di sinistra. E allora tanto valeva restare nella casa madre e combattere Renzi e il renzismo dall’interno.

Ma cosa c’è davvero dietro la scissione del Pd? C’è la lotta per la conquista e la conservazione del potere.

Nelle prossime elezioni elettorali in autunno o nel 2018 con la legge elettorale in vigore il Pd non raggiungerebbe il 40% dei voti, quindi non scatterebbe il premio di maggioranza e perderebbe quasi un terzo degli attuali Deputati. Solo i capilisti sono certi della elezione, gli altri dovranno conquistarsela attraverso una lotta fratricida delle preferenze.

 

Con Matteo Renzi, rieletto al Congresso e non ai gazebo segretario del partito, la minoranza di sinistra avrebbe poche possibilità di farsi ascoltare e ad essa resterebbero soltanto le briciole. Ecco perché, arrivati a questo punto, tanto vale rischiare la scissione.

Ma c’è una bella polpetta avvelenata pronta per gli scissionisti che potrebbe mettere in gravi difficoltà il nuovo soggetto politico appena nato e tutti i voltagabbana che militano nei partitini nati dalle scissioni del partito di Berlusconi: l’innalzamento della quota necessaria per entrare in Parlamento dal 3 al 5%. Sciuollu! Dove andranno Bersani, D’Alema, Alfano, Cicchitto, Bondi, Casini, Fitto e Company? A casa, a casa. Sarebbe davvero bello e l’alba di una nuova primavera.

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo la nostra stampa del segretario del PD Enzo Giacco.

 

Eccola:

 

“Sul tema del lavoro la pensiamo come la Cgil e lo Spi.

Abbiamo letto la nota dell’incontro tra i rappresentanti del Sindacato ed il SubCommissario prefettizio, dott. Ghionna, e ci sentiamo di ribadire le preoccupazioni – già espresse più volte negli ultimi mesi – per la perdita del posto di lavoro di diversi nostri concittadini.

Timori che oggi riguardano anche i lavoratori impegnati nella raccolta differenziata, in vista della scadenza del contratto di appalto nel mese di giugno.

 

Sottoscriviamo in pieno le istanze presentate dalla Cgil e dallo Spi: il fatto che il Sindacato abbia dato parere favorevole a riprendere la vecchia delibera di stabilizzazione dei Vigili urbani (poi non stabilizzati) rappresenta un’ipotesi che ci auguriamo la delegazione prefettizia possa approfondire dal punto di vista della fattibilità.

 

Ci uniamo, inoltre, alla richiesta di riassunzione dei lavoratori impegnati per conto del Comune nell’accertamento e nella riscossione dei tributi minori.

È da mesi che invochiamo la tutela e la salvaguardia per questi lavoratori.

Auspichiamo che presto possano essere loro restituite la tranquillità e la serenità che solo la dignità di un lavoro è in grado di garantire.

 

Amantea, 8 febbraio 2017                             Enzo Giacco Segretario PD Amantea

Sono circa 40 anni che Amantea non ha un Partito che parli alla comunità, che alla stessa si presenti con quello che ha da dire e da fare.

 

Un Partito che non si “squagli” quando gli si para dinanzi lo scoglio delle elezioni.

Ma questa volta sembra che Amantea possa cominciare a dire basta alle liste civiche nelle quali si usava e si usa raccogliere di tutto e di più, ma che poi si sfaldano per la mancanza di democrazia interna, di confronto, di collante, di espressività.

La lettera alla commissaria già è stata, di per sé, ben espressiva, ma questo comunicato intende, ci sembra, esprimere i “colori” del PD amanteano e non esserne semplicemente “cornice”.

 

Valutate voi! Ecco cosa scrivono:

“Noi del Partito Democratico pensiamo che l’immoralità e l’illegalità rappresentino le piaghe dei nostri tempi e del nostro territorio, pertanto nessun progetto di crescita e di sviluppo per Amantea può prescindere da LEGALITA’ e TRASPARENZA.

Parole d’ordine che, per quanto riguarda il PD, rappresenteranno il faro che ne illuminerà le scelte.

Lo diciamo chiaramente: su questo terreno non siamo disponibili a fare sconti a nessuno.

 

Perché LEGALITA’ e TRASPARENZA rappresentano per noi la diga che argina intenzioni equivoche e blocca le opacità.

La proposta politica e amministrativa del Partito Democratico sarà ideologicamente e nella sostanza distante dal rischio del malaffare e della scorrettezza.

Pratiche che si ripercuotono assai negativamente sulla vita dei cittadini.

Non si tratta di invocare facili moralismi, bensì di porre con forza una questione morale di cui la città ha bisogno.

Siamo convinti che Amantea necessiti di una proposta politica e di governo capace di reagire con fermezza dinnanzi a fatti che violano le norme della civile convivenza e la sicurezza dei cittadini, rendendo pratica quotidiana la correttezza e la trasparenza delle procedure.

 

Sappiamo bene, però, che la costruzione di una simile proposta deve poggiare su una comune condivisione. Deve avere un’anima.

Per questo ribadiamo quanto già affermato nei giorni scorsi, ovvero che le sommatorie fine a se stesse – come quelle che da più tempo caratterizzano le elezioni amministrative - non hanno alcuna utilità per la città, perché finiscono sistematicamente per assecondare mire individuali: l’esemplificazione dell’esito di tali esperienze non può essere meglio rappresentato che dal disarcionamento, a metà mandato, dell’amministrazione Sabatino.

È la stessa idea delle adesioni a convenienza che a volte si verificano nel Partito: atteggiamenti frutto di riposizionamenti o di temporanee utilità, ma che nulla hanno a che spartire con la condivisione di una prospettiva ideale e valoriale, ne tantomeno di un progetto politico.

Amantea, invece, ha bisogno di donne ed uomini, delle loro storie che devono esprimere una prospettiva di coesione rientrante in una più vasta e complessiva visione di città.

Nei prossimi giorni riuniremo il Partito per definire con chiarezza la cornice di idee e di proposte sulla base della quale aprire una costituente pubblica con tutti coloro che immaginano un futuro altro e diverso, ridando innanzitutto credibilità e restituendo dignità al nostro Comune di cui tutti i cittadini dovranno sentirsi orgogliosi.

 

Amantea, 3 febbraio 2017

Enzo Giacco                           Segretario PD Amantea

Stefano Spina                         Segretario GD Amantea

Antonio Veltri                          Vice Segretario PD Amantea

Antonio Morelli                      Tesoriere PD Amantea

Sergio Tempo                         Assemblea Regionale PD Calabria

Vincenzo Pugliano                 Responsabile Regionale organizzazione GD Calabria

Amedeo Muoio                      Direzione Provinciale PD Cosenza

Giovanna Buffone                 Presidente provinciale GD Cosenza

Andrea Argentino                  Segreteria PD Amantea

Giovanna Bonavita                Segreteria PD Amantea

Pasquale Bonavita                  Segreteria PD Amantea

Antonio Chiappetta               Segreteria PD Amantea

Mariolina Fera                        Segreteria PD Amantea

Lucia Groe                             Segreteria PD Amantea

Laura Pagliaro                        Segreteria PD Amantea

Gennaro Perri                         Segreteria PD Amantea

Saverio Porzio                        Segreteria PD Amantea

Giuseppe Sconza Testa          Segreteria PD Amantea

Domenico Vellone                 Segreteria PD Amantea

Pubblicato in Primo Piano

Il segretario del PD Enzo Giacco incontra la commissaria Greco e le espone per primi questi problemi:

 

“Gentile dott.ssa Greco abbiamo molto apprezzato le dichiarazioni, rilasciate in seguito al suo insediamento, che palesano la Sua volontà di intervenire sulla situazione finanziaria ed economica dell’Ente, ma anche di affrontare le questioni prioritarie che riguardano la città.

Ci teniamo a offrire un primo contributo rispetto ad alcune delle criticità che rileviamo ad Amantea.

 

Situazione economico-finanziaria.

Nei mesi precedenti la caduta dell’amministrazione Sabatino, più volte abbiamo chiesto lumi – senza mai ottenerli – rispetto alla reale situazione del bilancio dell’Ente.

I nostri concittadini negli ultimi mesi sono stati soffocati dalle richieste di somme relative a tributi e multe, anche con pignoramenti sui conti correnti. In altri termini, si è consumata una affannosa ed indispensabile ricerca di liquidità. A ciò si aggiunga il niet della CDP riguardo alla richiesta di mutui, la richiesta da parte di privati di crediti non presenti nel bilancio dell’Ente ed altri segnali assai preoccupanti.

Ci domandiamo se l’Ente non sia a rischio dissesto. Consapevoli del fatto che tale stato patologico del bilancio sarebbe penalizzante per i cittadini, ma anche per chi dovrà tracciare un progetto di governo del futuro di Amantea.

 

Trasferimento Tenenza GdF

Altro elemento di preoccupazione è rappresentato dall’annunciato trasferimento della Tenenza della Guardia di Finanza. Il nostro territorio, negli ultimi tempi, è stato al centro di diversi episodi che hanno turbato la serenità della comunità. In questo quadro, rinunciare alla fondamentale presenza della GdF – in un Comprensorio che, tra l’altro, già soffre un palese sottodimensionamento di presidi a garanzia della sicurezza dei cittadini – sarebbe un segnale grave preoccupante.

 

Poliambulatorio

Negli ultimi mesi più volti ci siamo visti costretti ad intervenire a tutela del Poliambulatorio cittadino in seguito a tentativi di depotenziarne i servizi.

Oggi stiamo ponendo il problema del Laboratorio analisi cliniche che necessita con urgenza di una unità di personale tecnico a pieno servizio.

E’ utile far presente che - in seguito alle proteste dei cittadini per alcuni provvedimenti inseriti nel DCA n. 84 del 21 Luglio 2015 ed all’istituzione di un tavolo tecnico presso il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria - con Delibera 1397 del 29 agosto 2016 (adozione Atto Aziendale dell’Asp di Cosenza) sono state individuate le Case della Salute del territorio dell’Asp di Cosenza. Tra queste figura la Casa della Salute di Amantea.

 

Centro storico

La conclusione dei lavori di restauro dei ruderi della Chiesa di San Francesco d’Assisi avrebbe dovuto rappresentare la motivazione per la definizione di un piano di riqualificazione ordinaria dell’intero Centro storico volto, innanzitutto, alla sua fruibilità.

Per mesi abbiamo palesato alcuni interventi di cui necessita, a nostro parere, il borgo antico: riqualificare ed identificarne le vie d’accesso, evidenziarne con opportuna segnaletica i tanti percorsi storici, maggiore cura degli spazi (da monitorare per evitare situazioni di degrado).

 

Campora San Giovanni

Campora rappresenta una realtà particolarmente dinamica dell’intero tessuto cittadino. Da tempo riteniamo prioritari la realizzazione di un adeguato e sicuro accesso al mare (qui una riflessione andrebbe fatta verso l’area di via Torrione), un maggiore decentramento dei servizi comunali (partendo da quelli di anagrafe, protocollo e tributi) e la riqualificazione dell’area mercato.

 

Integrazione e accoglienza

Il precedente Sindaco, nel mese di novembre 2016, ha scritto a S.E. il Prefetto chiedendo “di evitare l’apertura di nuovi centri di accoglienza destinati ai migranti”.

In quell’occasione abbiamo suggerito, al fine di migliorare il sistema di accoglienza e quindi di integrazione, di accedere al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (c.d. Sprar).

 

Siamo ancora convinti che questa sia la strada da seguire.

Tale documento non ha pretese esaustive ed ha carattere interlocutorio. Vuole offrire una panoramica, ed ovviamente senza pretese di completezza, delle criticità presenti in città.

Proprio a tal riguardo le nostre preoccupazioni non possono che essere associate anche al rischio di non programmare adeguatamente l’estate 2017, che per le prospettive della città assume grande valenza: la scintilla turistica in una città di mare ha forte valenza occupazionale di tipo stagionale e ricadute positive sull’economia.

 

Ed a proposito di occupazione, infine, si sentiamo di far presente che nell’ultimo anno diversi cittadini hanno perso il proprio lavoro, con conseguenze evidenti per le loro vite e per quelle delle loro famiglie; ci riferiamo ai vigili non stabilizzati, ai vigilini (strisce blu) non garantiti da clausola di salvaguardia, ai lavoratori della società che si è occupata, per conto del Comune, dell’accertamento e riscossione dei tributi minori (I.C.P., D.P.A., T.O.S.A.P.).

Circolo PD Amantea

Mille le variabili per comporre una lista che partecipi credibilmente alle elezioni.

Mille le regole che sovrintendono alla sua formazione.

La prima è la più importante.

Parte dall’assunto ,molto presente e molto creduto, che tutti potremmo essere politici e non solo locali (un po’ come tutti crediamo di poter essere allenatori della nazionale), perché gli altri, quelli che hanno già fatto il sindaco o l’assessore, non sono certo più intelligenti di noi.

Tutto nasce dal fatto che la politica ti mette in mostra, e chi vuole apparire deve candidarsi.

Il problema della candidatura è che o ti metti a formare, e magari guidare, una lista o aspetti che qualcuno ti chiami nella sua.

Una attesa spesso inutile o quantomeno lunga. Peraltro non puoi nemmeno proporti se prima non ne conosci almeno la sua composizione iniziale.

Per candidarsi e, quindi, per definire la lista c’è un tempo opportuno ed è quello degli ultimi giorni prima delle elezioni; giorni ,ed ore concitati .

E così in quei momenti o sali o resti a terra, sei disponibile a quasi tutto, non guardi nemmeno i nomi e tantomeno chiedi quale sia il programma politico.

Il programma, infatti, normalmente, si copia o si scopiazza.

Questa è la prima parte della regola.

Mai , però, fare liste anticipatamente perché subirebbero gli attacchi di chi ne resta fuori e di tanti altri.

Ovviamente sfuggono a questa regola i partiti ed i movimenti.

Nel caso di Amantea parliamo del PD, l’unico partito, e del M5s. l’unico movimento.

Ed allora la domanda.

Ma il PD avrà una lista ad Amantea?.

Parliamo di quel PD che governa l’Italia, che governa la regione Calabria e che, da pochi giorni, governa anche la provincia di Cosenza.

Parliamo di quel PD che ha tenuto ad Amantea la Festa provinciale 2016.

Quel PD che invita ad “Essere, non ad apparire”

Quel PD che recentemente ha scritto “È emblematico come l’entusiasmo per l’avvio dell’ esperienza della “lista Rosa Arcobaleno” - con una giovane donna alla guida della città e tanti volti nuovi presenti in Consiglio - in due anni e mezzo si sia tramutato in foga per l’epilogo!”

Può questo partito restare fuori dall’agone politico?

Certamente no. Sarebbe uno scherzo atroce fatto alla città!

Oh. In verità, sappiamo che in politica è tutto possibile, anche il contrario di quello che è logico.

Ma se il PD non facesse una sua lista (magari con qualche candidato aggiunto non iscritto al PD ma che ne sposa valori e programma) continuerebbe il gioco dei politici che si nascondono dietro le liste civiche, e soprattutto nessuno più crederebbe a questo partito che non fa una sua lista locale pur avendo tra i suoi iscritti politici che hanno chiesto al partito e dallo stesso hanno avuto.

Ma soprattutto il PD mancherebbe al confronto con in M5s.

Il vero problema sembra quello che i portatori di voti, iscritti al PD o comunque di sinistra, vengono “ricercati” dai capi delle liste civiche

Sapranno resistere agli allisciamenti, alle adulazioni, alle lusinghe?

E se accetteranno il PD regionale e provinciale faranno finta di essere distratti, autorizzando una storia di continui mercimoni, così autorizzando a credere che il PD come partito non esiste?

Una cosa sembra certa e cioè che chi pensa di “acquisire” uomini del PD dovrà attendere prima il fallimento del PD.

Ma sembra che non ci sia “trippa per gatti”!

Pubblicato in Primo Piano

In Italia si irridono i più elementari principi della democrazia, ma tutto discende dall’equivoco PD!

 

Il quattro dicembre c’è stato il referendum, il No ha preso il 60% e il SI’ il 40% e quindi, inequivocabilmente , ha vinto il NO! Ma se un qualche cittadino italiano avesse seguito tutta la campagna referendaria fino a sabato tre dicembre e per qualche motivo non avesse potuto seguire le vicende politiche dal quattro dicembre in poi fino ad oggi, aggiornandosi, ne dedurrebbe che il referendum è stato vinto dal SI’!

 

Le due madrine della riforma “costituzionale” , Boschi e Finocchiaro le ritrova promosse l’una a Sottosegretario Unico della Presidenza del Consiglio e l’altra promossa a Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Il governo è sostanzialmente lo stesso, compresi i sottosegretari inquisiti, Renzi non c’è più, ma il suo successore dichiara continuità con il governo Renzi.

Per dire chiaro agli italiani che Renzi si è allontanato un pò dalla “sua” poltrona ma ha lasciato un cappello su quella poltrona, perché quel posto, checché ne possa dire il popolo italiano con il voto, è di sua maestà Renzi, perché cosi ritengono, PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV!

 

Il popolo italiano il 4 dicembre, chiamato a un vero e proprio voto costituente, si è espresso in modo inequivocabile: ha rigettato la riforma e insieme Renzi e il renzismo.

Ma il Presidente della Repubblica e tutto il blocco di potere che ha sostenuto il SI’ hanno fatto finta che quel voto fosse un banale incidente parlamentare.

Renzi invece che prendere atto della sconfitta, si sta preparando a rilanciare perché ha l’ossessione di ritornare al più presto a Palazzo Chigi.

E nessuno osa ricordare, a lui e a tutta la corte, che avevano solennemente promesso che se avessero perso il referendum si sarebbero ritirati a vita privata!

Quasi tutti i giornali e tutte le TV per circa tre anni hanno prodotto saliva a iosa per inneggiare al rottamatore che stava salvando l’Italia con le sue strabilianti riforme.


Poi vai a verificare e ti accorgi che la riforma Costituzionale era una “schiforma” che il popolo italiano, non seguendo i consigli di PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV, ha giustamente e sonoramente bocciato.

La riforma elettorale, il così detto italicum , fatta sulle esigenze che erano allora del PD, approvata con la fiducia, è stata sbandierata da Renzi e compagnia, con la complicità di quasi tutti i giornali e TV, come la migliore del mondo, che tutti ci avrebbero invidiato.

Nessuno,grande stampa,TV,tanti intellettuali e giuristi pro-Renzi,Presidente della Repubblica, aveva notato che questa legge oltre ad avere evidenti profili di incostituzionalità, era valida solo per la Camera dei Deputati, come a dire che il voto del popolo italiano doveva essere solo una noiosa formalità!

Oggi Renzi, tutta la sua corte e tutti i giornali e TV, considerato che i sondaggi dimostrano che l’Italicum potrebbe avvantaggiare il M5S e non più il PD, scoprono che è, assurdamente, valida solo per la Camera dei deputati, che ha grande probabilità di essere giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.

 

E ora tutti la vogliono cambiare e la grande riforma che tutti ci dovevano invidiare è per tutti un’altra “schiforma” partorita dal rottamatore e dalla sua corte toscana.

In un paese dove la democrazia funzionasse e non fosse sempre irrisa basterebbero già questi due fallimenti per decretare che il rottamatore e tutta la sua corte hanno fallito e devono andare a casa, devono passare la mano!

E se poi si vanno a vedere tutte le altre riforme sempre osannate da PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV?

La buona-scuola è buona solo per PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV e cattiva-scuola per tutti i lavoratori della scuola.

Il jobs act (fatto da un partito che si dice di sinistra!) piace solo a PD-confindustria-finanza-grandi giornali-TV ed è contestato da gran parte del mondo del lavoro.

Che dire delle politiche e delle riforme portate avanti dal governo del rottamatore sulle Banche, che da MPS a Banca Etruria sono state un disastro e hanno rovinato tanti piccoli risparmiatori e in compenso hanno salvato e fatto arricchire tanti speculatori e banchieri incapaci.

E quello che è successo nella Sanità lo soffre e lo paga ogni cittadino che deve fare una analisi o un’altra qualsiasi indagine per patologie o per prevenzione. E infine un velo pietoso sulla grande riforma della Pubblica Amministrazione della Madia!

Dopo i tanto decantati 1000 giorni in Italia il debito pubblico è aumentato di circa 110 miliardi di euro (peggio di quanto avvenuto con Berlusconi-Letta e Monti) la disoccupazione è al 12% e quella giovanile al 40%,ci sono quattro milioni e mezzo di persone che vivono in stato di povertà assoluta e tra loro tanti bambini!

 

E’ assolutamente necessario porsi alcune domande:

Ma come è possibile che un governo che si è sempre definito di sinistra ha adottato quasi sempre provvedimenti che sono stati graditi a Confindustria e alta finanza (vedi tra gli altri Marchionne e Serra!) e sgraditi ai lavoratori e agli ultimi?

Ma come mai dopo 3 anni di governo che si dice di sinistra aumenta il debito pubblico e insieme aumenta la povertà assoluta?

Ma come mai il segretario di un partito che si definisce di sinistra ha ottimi rapporti e convergenze con Marchionne,Confindustria,Serra ecc. ed è invece ai ferri cortissimi con la Camusso e con Landini?

Potrebbe essere solo immaginabile un Berlinguer che aveva attimi rapporti con Agnelli,Cuccia ecc. e essere ai ferri cortissimi con Trentin o Lama ecc.?

Io penso che da questo equivoco PD ha origine la confusione e l’irrisione della democrazia in Italia!

In una epoca di post-tutto è vietato rifarsi alle definizioni destra e sinistra,ma io ritengo che, senza una chiara e semplice definizione tra destra e sinistra (comprensibile “anche alla cuoca”!), non si può uscire dall’equivoco e dall’irrisione della democrazia.

Penso che oggi sia più che mai necessario stabilire degli indicatori che possano essere utilizzati per collocare un partito o un movimento a destra o a sinistra.

Bobbio affermava che la vera distinzione tra destra e sinistra è tra chi avverte “lo scandalo della disuguaglianza” e chi non l’avverte.


La sinistra dovrebbe fare proprie le ragioni e le esigenze di chi sta in basso nella scala sociale, senza se e senza ma!

Il PD renziano ha fatto proprie le ragioni e gli interessi di chi sta in alto nella scala sociale.

E’ per questo che non ha più i voti delle periferie e prende i voti nelle zone residenziali vip!

Altri tre indicatori forti potrebbero essere il rispetto degli elettori (le regole della democrazia), il rifiuto della clientela e della corruzione (Berlinguer docet!).

Cosa sarebbe successo se un governo Berlusconi avesse confermato il comandante dei Carabinieri, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento, insieme a Lotti (ministro)?

Non è né un peccato né un reato essere di destra o di centro o altro, ma la confusione e la conseguente irrisione della democrazia si realizza quando si afferma di essere un governo di sinistra e poi si attuano provvedimenti che sono applauditi da Confindustria-e grande finanza e rigettati dal mondo del lavoro!

Di fatto oggi non c’è un solo PD,ma due PD, quello Renziano, che è un partito di centro che guarda a destra (non lo dico io, ma lo affermano intellettuali e studiosi tra questi Cacciari) e il PD Bersaniano che potrebbe definirsi come un partito di sinistra che potrebbe guardare alla sua sinistra e al M5S.

Una separazione consensuale potrebbe fare chiarezza nella politica italiana, giovare alla nostra democrazia e potrebbe aiutare anche il M5S a uscire dal suo isolamento.

E si potrebbe abbandonare definitivamente l’idea del bipolarismo in quanto i dati e i fatti dimostrano che in Italia non è oggi percorribile senza azzoppare la rappresentanza.

La responsabilità di Bersani è che continuare in questa situazione di separati in casa confonde e disorienta tanti militanti PD provenienti dal PCI e tanti cittadini.

 

Il protrarsi di questa convivenza ha due effetti negativi.

Il primo, meno grave per la democrazia e la sinistra, di allontanare da questo PD chi, attrezzato culturalmente, rimane dentro un orizzonte culturale di sinistra.

Il secondo, molto più grave culturalmente per la sinistra e in generale per la democrazia, di disorientare i meno attrezzati facendoli scivolare lentamente dentro l’orizzonte culturale e politico del PD renziano con la convinzione che sia quello della sinistra.

E’ come far morire nel cuore e nella mente di tante persone la speranza che un mondo meno diseguale, diverso e migliore sia possibile!

Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

Come è strana la politica calabrese!

A Cosenza il candidato del PD Franco Iacucci si accinge ad essere eletto senza avversari. In sostanza il centro destra non esiste o meglio tutti “quelli” del centro destra hanno giocato a nascondino o

sono passati dall’altro lato.

A Crotone, invece, Nicodemo Parrilla, sindaco di Cirò Marina, è il nuovo presidente della Provincia.

Ha vinto nettamente sul concorrente Franco Parise, sindaco di Verzino e presidente facente funzioni uscente.

Il candidato sostenuto dalla Prossima Crotone (movimento che fa riferimento alla consigliera regionale di Cir Flora Sculco) ha ottenuto il 62,20% delle preferenze contro il 37,80% racimolato dal candidato sostenuto invece dal Pd.

Dopo le amministrative, dunque, l'area dem del Crotonese subisce un'altra "batosta" elettorale. Hanno votato 298 amministratori del territorio (così prevede la legge Delrio) su 330 aventi diritto di cui 213 maschi e 85 donne.

Il voto era suddiviso in 5 fasce demografiche, secondo un voto ponderato, ognuna di esse ha un quoziente diverso sulla determinazione del voto.

La composizione del nuovo consiglio provinciale è stata determinate in nottata.

Questa la nuova maggioranza che appoggerà il neopresidente Nicodemo Parrilla alla Provincia.

Si tratta dei consiglieri Armando Foresta, Giuseppe Renato Carcea, Dionigi Fera, Vincenzo Raffaele Lagani, Gennaro Le Rose e Vincenzo Secreti.

Faranno invece parte dell’opposizione: Samuele Albanese, Giampiero Amato, Paola Carvelli e Mario Megna.

Ora tutti i strappano le vesti

Qualcuno si appella a Magorno e dice che è «Necessaria una nuova gestione e il coinvolgimento dei territori»

Giuseppe Neri segretario-questore del consiglio regionale dice che. «È impensabile continuare a gestire la grande collettività democratica con lassismo e piattezza.

La base del partito, disillusa e arrabbiata, non riesce a riconoscersi nelle scelte che il gruppo dirigente sta mettendo in campo e dopo le cocenti sconfitte alle elezioni comunali di Cosenza e Crotone, del referendum di dicembre, ha espressamente chiesto una nuova fase di gestione e di organizzazione”.

Poi conclude dicendo «Invito pertanto il segretario Magorno a intraprendere un'azione mirata, nel breve periodo, che coinvolga tutti gli strati propositivi della società affinché si costruisca una nuova stagione politica e amministrativa capace di restituire linfa e vigore al nostro partito rilanciandone il ruolo nella società civile calabrese e nazionale».

Ma và!

Pubblicato in Crotone

La foto non è delle migliori, ma è quella del comunicato stampa.

Di buono c’è che in essa si vede finalmente Franco Iacucci sorridere.

 

E questo perché Franco Iacucci è ufficialmente il candidato del PD alla presidenza della Provincia di Cosenza.

L’investitura è arrivata dall’Assemblea dei sindaci e degli amministratoridel PD, tenutasi ieri sera nei locali della Federazione in via Piave.

Franco Iacucci, sindaco di Aiello Calabro, è da anni tra i collaboratori più stretti del presidente della Regione Mario Oliverio, avendolo seguito dalla Provincia, nella quale sogna di ritornare.

“Negli ultimi mesi abbiamo dato più volte voce a spifferi di corte che davano Iacucci particolarmente inviso a Madame Fifì e Nicola Adamo per semplici motivazioni di… convivenza all’interno di un cerchio magico che ha risentito e non poco degli umori di Palla Palla e (nuova) signora.

 

La candidatura di Iacucci, dunque, risponde soprattutto a esigenze interne dello stato maggiore deifamigerati notabili e non è detto che venga rispettata da tutto il partito (abbiamo appena accennato agli adamitici), considerato che dall’altra parte (si fa per dire) ci sarà Occhiuto o, addirittura, Marcello Manna”.

Ma il sorriso è anche la dimostrazione che Iacucci sa di avere vinto.

Non c’è spazio per altri, chiunque loro siano.

Pubblicato in Basso Tirreno

La consigliera Concetta Veltri prende una decisa posizione a tutela dei lavoratori dell’ArcaServizi srl ed ora scrive su quanto fatto.

 

Non possiamo non evidenziare quanto da Lei affermato.

-circa la sincerità e la sensibilità personale del sindaco Monica Sabatino ed il suo fermo orientamento nobile e disinteressato per la tutela del personale perdente posto;

 

Né possiamo omettere di cogliere la fragilità della posizione del sindaco che ha visto non percepito questo suo indirizzo politico.

Una fragilità determinata da diversi e distinti “ altri orientamenti e forse interessi”.

“Altri orientamenti e forse interessi” che sono tutti da scoprire e da valutare e che probabilmente saranno valutati non dalla politica.

 

Ecco però il forte comunicato:

“E’ noto che il comune ha sciolto il contratto con l’Arcaservizi che era concessionario della Tosap, della tassa di Affissioni e Pubblicità.

La conseguenza pratica è stata la sospensione dei servizi resi dal personale dell’Arcaservizi e cioè di Daniele Perricone, di Francesco Mangione e di Franco De Carlo.

Non sono i primi e forse non saranno gli ultimi a perdere il lavoro e così a trovarsi nei guai insieme alle loro famiglie, guai che qui in Calabria assumono la connotazione della assoluta gravità.

 

Era già successo molti anni fa con la Foderaro che gestiva alcuni servizi per conto del comune.

Anche in quel caso il personale si trovò a perdere il lavoro. Parliamo di Carmelo Zucco, di Anna Bonanno, di Maria Posa e di Francesco cd “il letturista”.

Ma l’amministrazione del tempo non volle perdere le conoscenze acquisite dal personale licenziato dalla Foderaro e lo riassunse per intero.

Questo personale costituì l’ufficio tributi del tempo.

Ci pare di ricordare anche che, più recentemente, c’è stato un tempo in cui l’amministrazione comunale ebbe ad affidare la gestione della pulizia e dei servizi del porto alla Lamezia Multiservizi.

Poi la stessa amministrazione comunale decise di affidare i medesimi servizi ad una diversa società , nel caso ad una cooperativa sociale di tipo B denominata “Gente di mare”.

Bene. In quella occasione il comune dispose che il soggetto subentrante nel servizio assumesse le unità che avevano prestato attività con la precedente azienda.

Una scelta politica non contestabile, di alto profilo e lignaggio, di fatto un riconoscimento della responsabilità del comune verso chi era stato impegnato in precedenza in un servizio dell’ente ed anche la dichiarazione della volontà di utilizzare le professionalità acquisite dai dipendenti della Multiservizi.

Mi sono impegnata, anche in seguito all'attenzione che il Partito Democratico ha riservato alla vicenda, per sensibilizzare personalmente il sindaco Monica Sabatino a confermare tale orientamento ricevendone un impegno personale nobile e disinteressato.

Purtroppo dobbiamo rilevare che l’orientamento del sindaco, almeno in questa fase, non è riuscito a prevalere su altri orientamenti e forse interessi.

Ed infatti la segretaria comunale nella qualità di responsabile dell’ufficio tributi ha adottato una determina con la quale affida alla cooperativa Quadrifoglio una serie di compiti già dell’Arcaservizi srl

Difficile non ricordare che Carmelo Zucco nella qualità di responsabile dell’ufficio tributi adottò una delibera con la quale nelle more affidò l’ incarico di affissore dei manifesti a Franco De Carlo.

Del tipo paese che vai usanza che trovi, amministrazione imperante soluzione che trovi.

Il comune, è ben noto, è il più importante datore di lavoro di Amantea. E questo è un bene.

Ma è necessario che i suoi comportamenti siano improntati al rispetto del lavoratore.

Ci sembra di ricordare che però non sempre questa indicazione sia stata rispettata come l’etica e la legge morale impongono.

A fronte dei casi della Foderaro e della Lamezia Multiservizi ben altri sono stati i comportamenti in altri casi come quello che interessò i vigilini per i quali non vennero usate, purtroppo, la stessa attenzione e la stessa sensibilità.

Il comune ha creato un balletto di persone che vengono assunte, licenziate, di nuovo assunte, di nuovo definitivamente licenziate.

Se tutto questo avviene perché il lavoratore si inginocchi dinanzi al potere è vergognoso.

Se tutto questi avviene per dare un lavoro ad uno nuovo, togliendolo a chi lo ha già fatto è vergognoso.

Non ci appare giusto e tantomeno onesto, creare un disoccupato per assumere una persona verso la quale si ha un interesse personale o politico.

Non vorrei che anche questa vicenda finisca nelle aule dei tribunali.

Amantea non ne ha bisogno.

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