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cameraIn una scodella d’acqua del Mare di Ulisse: Lì mi troverete!

Ho fatto un sogno straordinario. Ero in un mio appartamento, non meglio identificato. In una camera, su un divano, dormiva mio fratello Ciccio, mentre io, nella mia, stavo leggendo un Testo molto interessante. L’autore, nel sogno a me molto familiare, da sveglio non ne ricordo il nome.

All’improvviso, mi ritrovo in casa il grande Autore. Era francese. Il viso stanco e scavato alla Eduardo De Filippo. Lo ho invitato a riposarsi sul divano del soggiorno. Lui accettò volentieri. Prima di farlo sdraiare, ho ripulito i cuscini dalle rimanenze del filo di nylon usato per la preparazione della coffa o palamito per la pesca di profondità.

La pesca con il palamito è una delle tecniche più antiche del mondo. In gergo, viene comunemente chiamato palangaro ed è un tipo di pesca professionale o sportiva costituita principalmente da una lenza speciale detta appunto palamito.

Il palamito è costituito da una lunga corda di nylon, dove sono inseriti ad intervalli regolari spezzoni di lenza più sottile portanti ognuno un amo, e da una coffa, ovvero una cesta di plastica abbastanza grande.

A intervalli regolari sulla trave sono inseriti dei cavetti portanti dei galleggianti che permettono il posizionamento del palamito alla corretta profondità di pesca e ai due estremi della madre sono fissate due cime che hanno un galleggiante con una bandierina identificatrice che permette la facile localizzazione dell’attrezzo.

Chiedo un po' di comprensione per questo breve fuori programma. Dopo qualche tempo sono ritornato nel soggiorno e ho trovato, seduti accanto al divano, l’amico per eccellenza Orly e il mio padre culturale Enrico Musacchio. I due stavano intrattenendo, in mia assenza, l’Autore francese che stavo leggendo.Come può succedere solo nei sogni, mi sono ritrovato da solo seduto accanto al Filosofo e con il Suo libro in mano, e gli chiedevo alcune cose che non mi erano statemolto chiare durante la lettura. Lui, pazientemente, accettò di buon grado di farlo anche perché aveva notato il mio interesse verso il contenuto del libro: la Bellezza.

Sono qui seduto a scrivere di questo sogno, non tanto per il contenuto dello stesso, ma per invitare qualche giovane genio a creare una macchina da presa in grado di riprendere i sogni nel momento del loro realizzarsi.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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turIl Consiglio regionale approva le modifiche alla Legge 8/2008 sull’Organizzazione turistica regionale

REGGIO CALABRIA – Martedì 10 Gennaio 2023 – Verso un metodo di turismo fatto con merito e competenze. Il Consiglio regionale della Calabria, su proposta del Presidente del Gruppo UDC Giuseppe Graziano, ha approvato nella seduta odierna la modifica al testo della legge regionale 8/2008 Sull’Organizzazione turistica regionale. Per la prima volta, nella gestione manageriale delle aziende che offrono turismo, viene introdotta una figura professionalizzata, quella del direttore tecnico di agenzia di viaggio e turismo. Non solo, vengono indicati e meglio circoscritti i criteri di rilascio dell’abilitazione all’esercizio professionale e indicate regole chiare per chiunque, avendone i requisiti, svolge questa attività.

È quanto fa sapere lo stesso consigliere regionale Giuseppe Graziano, promotore e relatore della proposta di modifica alla normativa sull’organizzazione turistica vigente in Calabria.

«Per fare turismo in Calabria – dice Graziano – non bastano le bellezze che la storia e la natura ci hanno consegnato. Il turismo, tra le tante, è una delle sfide strategiche più importanti per la nostra regione che vede impegnato, anche in questo caso ed in prima linea, il governatore Roberto Occhiuto, con una visione chiara, attenta e innovativa di questo delicato settore. È stato proprio il Presidente a ricordarci che per realizzare una vera economia turistica è necessario che questo patrimonio venga promosso e raccontato. Ma prima di questi due essenziali passaggi – precisa il Consigliere regionale - occorre un cammino di consapevolezza che porti alla conoscenza e da lì ad un approccio tecnico e scientifico del racconto. Oggi la fruizione dei beni naturalistici, culturali e artistici della nostra regione è affidata alla buona volontà degli operatori del settore. Serve di più. Occorre metodo e competenza. Avevamo un quadro normativo – precisa Graziano - la L.reg. 8/2008, ormai antico e fuori dal contesto legislativo nazionale. Lo abbiamo rivisto e aggiornato in modo da poter introdurre nella gestione delle imprese del turismo, figure professionali che abbiamo acquisito un background di conoscenza e capacità nella promozione del territorio. Una minuziosa e attenta modifica alla legge regionale voluta pensando ai tanti giovani calabresi che attraverso i loro studi accademici hanno affinato le tecniche del marketing turistico mettendole, però, a disposizione di altre realtà regionali, dove l’organizzazione di questo settore richiede più professionalità. Da oggi – conclude Graziano - anche la Calabria si adegua al quadro normativo nazionale e, di fatto, apre le porte della regione a tanti giovani calabresi che vogliano ritornare a casa cimentandosi nella gestione dell’impresa turistica con metodo e competenza». CMPAGENCY 

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orrore“Se dovessi essere ucciso, Willard, vorrei che qualcuno andasse a casa mia e dicesse a mio figlio…tutto. Tutto quello che ho fatto, tutto quello che lei ha visto. Perché non c’è nulla che io detesti di più del…fetore delle menzogne. E se lei mi capisce Willard…lei farà questo per me…” Dalla sceneggiatura del film ‘ApocalypseNow’.

Un uomo, nel tentativo di barcamenarsi in questo mondo così instabile e per nulla rassicurante, può provare vari metodi per capire, incluso quello di procedere “nella scienza, come nella vita, con il metodo dell’apprendimento per prove ed errori, cioè di apprendimento dagli errori.” K. Popper.

Utilizzando questo metodo, una persona potrebbe, innanzitutto, conoscere come funziona la disumanizzazione, e se necessario cercare di capire la sua importanza.

La disumanizzazione è il processo attraverso il quale l’essere umano perde le caratteristiche che lo definiscono come tale e i diritti  connessi alla condizione umana. Si tratta di un fenomeno diffuso che si verifica in un’ampia varietà di situazioni e contesti ed è piuttosto comune nei gruppi sociali caratterizzati da una dinamica di potere oppressivo.

Alcuni esempi di disumanizzazione sono il trattamento umiliante, lo sfruttamento del lavoro, la sottomissione a regimi come quello iraniano attuale .

Quale futuro può esserci per un regime che uccide i suoi giovani? Le domande continuano a scoppiettarmi in testa, come pop corn mentre il sangue scorre a fiumi per le strade dell’ Iran, ormai da più di 3 mesi. Il regime sa come esercitare il suo potere fatto di torture e terrore. Nessun uomo o donna iraniana dubita della capacità dei pasdaran di calpestare, le urla che sfidano gli Ayatollah .

Ma la tattica della paura non sembra più essere così efficace, tanto è la rabbia dei giovani iraniani.

La morte di una giovane donna, MahsaAmini, a Teheran il 16 settembre, dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato il velo obbligatorio in un modo ritenuto inappropriato, ha dato vita ad uno tsunami di risentimento è accumulato in decenni di tirannia. Il risentimento di una gioventù urbana priva di un orizzonte in un paese privo di un futuro costretto a vivere una anacronistica realtà.

Quindi, per dare il via, a tutto questo si dovrebbe anche capire quale ruolo, la disumanizzazione ha avuto in quello che viene considerato il singolo evento più distruttivo nella storia umana: la seconda guerra mondiale con i suoi settanta milioni di persone morte. Molti sono stati bruciati vivi da bombe incendiarie e, alla fine, da armi nucleari. Altri milioni sono stati vittime di un genocidio sistematico. La disumanizzazione (l’arte di non definire gli umani in quanto tali) ha reso possibile gran parte di quella carneficina.

Tutti sappiamo, al di là di quello che si vede nei cinematografi, che è molto difficile, psicologicamente, uccidere un altro essere umano. Quando accade, potrebbe essere utile capire come pochi esseri umani riescono a superare le inibizioni, profonde e naturali che permettono loro di trattare altri esseri umani come animali selvatici, parassiti o predatori pericolosi. Forse la chiave sta proprio in questo, non riconoscere gli umani come umani.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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