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scendoIeri sera, in streaming, ho visto la cosa più terribile e avvilente di sempre. C’era un pover’uomo appesantito dagli anni, che mostrava una serie di illeggibili fogli ad una telecamera fissa. Ogni tanto alternava a questa immagine un suo cercare sul cellulare qualcosa di indefinibile, attraverso gli occhialini “Clic”.

Questa mortificante rappresentazione è andata avanti per un lungo secolo, così mi è sembrato il tutto. Senza una vera e propria conclusione. Probabilmente, l’obiettivo non era quello di ottenere risultati a beneficio della la città di Amantea, bensì ottenere credito, nonché un potere sottile sempre più forte, che alla fine dovrebbe suggellare la governabilità di una cittadina di quasi 20mila anime.

Nel piccolo schermo del mio cellulare, c’era un minuscolissimo uomo che si agitava nel tentativo di “far capire” ad un ipotetico pubblico la bontà del nulla. In Italia, in particolare qui in Calabria, la liberal democrazia ha partorito dei potenti mediocri. Ormai i mediocri sono dappertutto. Spesso hanno delle caratteristiche in comune, sono un tantino viscidi, quanto basta, ipocriti e perfidi come Uriah Heep, il personaggio letterario creato da Charles Dickens nel romanzo ‘David Copperfield’.

Il personaggio è caratterizzato dalla sua mielata umiltà, ossequiosità e ipocrisia. Uriah controlla la maggior parte degli affari del suo datore di lavoro. Riesce finalmente a salire al grado di socio nell'attività di quest'ultimo. La sua ultima ambizione era quella di sposare Agnes per ottenere la fortuna di Wickfield.

Come la maggior parte dei cattivi dickensiani, la sua motivazione principale è l'avidità. Heep viene sconfitto da Mr. Micawber e Thomas Traddles, con l'aiuto di David e Agnes. Verso la fine del romanzo, lo troviamo nella prigione del signor Creakle dove riprende i suoi modi "umili", e si comporta come un prigioniero modello.

Il nostro Uriah Heep, per celare la propria impreparazione, diventa anche arrogante e si arma del potere ricevuto dall’alto, non quindi per merito raggiunto in campo lavorativo, per carità, ma per “grazia ricevuta”. E’ infatti un vero e proprio irresponsabile miracolato.

Personaggi siffatti si trovano un po’ ovunque, nei Ministeri, negli Organismi di controllo, nelle Camere di Commercio, cattedre universitarie, nelle grandi organizzazioni sindacali, nei partiti politici, ma anche nelle imprese pubbliche e private ed in altri enti ancora. Accettando le regole del gioco liberal-democratico, il popolo viene chiamato ad esprimersi pur non essendo mai del tutto libero di scegliere, e non è mai del tutto consapevole di cosa ogni scelta comporta.

Dovremmo, noi semplici elettori, ad esempio, sul fenomeno della ‘campagna elettorale’ figlia legittima della cosiddetta Liberal- democrazia. Politici di ogni sorta e genere si mettono in marcia su e giù per la penisola a raccontare fregnacce con il solo fine di essere “eletti”. Per riuscire nell’intento viene loro naturale fare ‘promesse da marinaio’ durante la campagna elettorale. Una vera e propria commedia del Cinquecento italiano, che altro non è che una gara a chi le spara più grosse.

Sempre più spesso, ultimamente, è diventata una vera e propria competizione, durante la quale tutto diviene lecito, anche diffamarsi a vicenda andando a rivangare avvenimenti passati senza risparmiarsi il fango da buttarsi addosso reciprocamente. Chiaramente in tutto questo un ruolo importantissimo viene ricoperto dal mondo mediatico che in mano ai potenti, come succede in Italia, diventano strumento di convincimento straordinario.

Anche i social network contribuiscono all’appiattimento verso la mediocrità, senza riconoscimento di una maggiore preparazione, o di una maggiore conoscenza, di uno rispetto ad un altro. Su questo palcoscenico recitano anche quei cittadini che vanno a votare perché piace loro la faccia del candidato, oppure votano sempre il solito perché convinti che non cambierà mai niente. Soffermandoci qualche attimo, non possiamo non capire che tutto questo non ha senso.

Che tutto questo è semplicemente una farsa di pessima fattura. Anche la giustizia non è da meno, una sentenza in campo tributario, o civile, o penale, può essere diversa, radicalmente diversa, anche in caso di assoluta equivalenza di fattispecie, anche nell’ambito dello stesso Tribunale o Commissione Tributaria.

Le situazioni Kafkiane dilagano. Esempio illuminante lo spettacolo che Zippa 29 ha mandato in onda ieri sera. Ma chi paga le conseguenze di tutto questo? Modificare il sistema, togliendo di mezzo in qualche modo i mediocri distribuiti in ogni ambito, in modo infestante come la gramigna rossa, appare una vera utopia.

Restando tale il modo di cambiare le cose, cioè attraverso un sistema democratico ridicolo che non può contemplare cambiamenti radicali. Non è così che il popolo potrà governarsi. Questo è il modo di governare di una fetta di popolazione, con il voto (ironia della sorte) delle fasce più povere e meno istruite della popolazione.

Un oceano di persone mediocri, che trasversalmente ha invaso l’Italia. Sergenti o marescialli; mentre nelle imprese, da figli o parenti di imprenditori, anch’essi spesso impreparati e ritenuti idonei solo per “ius sanguinis”. Democrazia demagogica che garantisce, in grande autonomia, il potere a tali soggetti mediocri, uomini senza qualità che agiscono come schegge impazzite.

Ognuna di esse agisce in maniera differente, c’è chi interpreta una legge in un modo e chi la interpreta in un altro, creando sofferenze e costi ai più sfortunati, incappati nell’ignoranza che si trasforma in arroganza, di questi soggetti.

“Cercare di creare una nuova soggettività politica assemblando quel che c’è nel mondo propriamente politico è una via perdente.” Mettere insieme le forze maggiormente vivaci ed attive nel sociale, questo potrebbe essere un buon inizio.

Da queste basi, forse, si potrebbe progettare lo smembramento dell’esistente, con l’arbitrarietà necessaria a creare i presupposti per le generazioni future di una vita diversa. Voler a tutti i costi ricostruire una forza politica in un contesto liberal-democratico, è un errore. Con questo bagaglio non si riesce più ad interpretare le nuove esigenze sociali. Non rappresenta più nessun propulsore innovativo.

Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

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calci amaaccettare e tollerare la continua mancanza di rispetto da parte dell’Amministrazione comunale nei confronti della società calcistica “A. C. D. Città Amantea 1927” e di conseguenza verso i giovani sportivi, i tifosi, verso tutta la popolazione, essendo la squadra calcio un altro valore storico appartenente alla città.

È del tutto evidente, sotto tutti gli aspetti, l’incapacità del Sindaco e di gran parte dei suoi amministratori di comprendere la situazione di difficoltà che, oramai da diversi mesi, affligge la società calcio per l’indisponibilità dello stadio “Stefano MEDAGLIA”.

Le problematiche derivanti dal rinnovo di documenti amministrativi dello stadio, evidenziate ed accertate dal tecnico incaricato da parte dell’Amministrazione comunale, che hanno portato, dapprima, alla chiusura dell’intera struttura sportiva e, successivamente, solo a distanza di circa quattro mesi, all’utilizzazione del solo terreno di gioco a porte chiuse, dopo questo lungo tempo trascorso, ancora non si sa a che punto si trova, così pure, gli interventi di manutenzione individuati nella relazione dello stesso tecnico, sicuramente di facile esecuzione, si eseguono con grande lentezza di sicuro ingiustificabile. Eppure, era stato assicurato da parte del Sindaco e dal tecnico incaricato che entro la fine del mese di Novembre u. s. tutto sarebbe stato risolto.

Un altro inganno. Tante promesse, tutte puntualmente disattese. Delusione totale.

Nessuno degli amministratori ha poi ritenuto opportuno informarci sul perché di questo ritardo, solo durante qualche incontro occasionale con alcuni di loro, dove praticamente è stato detto di tutto e nulla di vero. Nessuno di essi ha ritenuto sapere le difficolta economiche che questa società, senza scopo di lucro, per un interesse comune, sta attraversando a causa del mancato ricavo della vendita dei biglietti delle partite in casa e dei mancati sponsor e delle spese continue da affrontare. Nessuno ha ritenuto confrontarsi moralmente e civilmente con questa società per individuare una seppure momentanea soluzione. Tutto ciò è irrispettoso, significa non avere il dovuto rispetto verso tutte quelle persone che, oltre al proprio lavoro, riescono a dedicare del tempo in campo sociale, sottraendolo anche ai propri cari, per il bene di tutta la collettività.

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conte bbbIl leader del Movimento 5 Stelle, Prof. On. Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio, è il più povero dei parlamentari italiani. Io non ci avrei mai creduto. Un Deputato, un ex Presidente del Consiglio, un Professore, un affermato avvocato ( lui si è dichiarato quando venne nominato Presidente Avvocato del popolo) alla dichiarazione dei redditi dello scorso anno ha dichiarato meno di me che sono un maestro elementare in pensione. Ha dichiarato che lo scorso anno ha incassato 24.359 euro, le indennità parlamentari di soli tre mesi, ottobre, novembre e dicembre del 2022. E da gennaio a settembre dello stesso anno quanto ha incassato? Nulla. Poverino. Quanto mi dispiace. Si è cibato di solo pane ed acqua. Prima di essere eletto deputato aveva dichiarato, però, 34 mila euro. Giorgia Meloni, che hai preso il posto di Conte, cosa mi hai combinato? Gli hai tolto per caso il reddito di cittadinanza? Facciamogli una colletta, poverino! Io sono disponibile. Quando c’è una persona che soffre, che ha bisogno di aiuto, io non mi tiro mai indietro. Ma io, però, in estate non frequento località marine o di montagna di lusso. Frequento la spiaggia di Amantea e a settembre mi prendo una vacanza di otto giorno in un albergo della Costa degli Dei, vicino Tropea. L’ex Presidente del Consiglio, invece, frequenta località famosissime,resort cinque stelle come il suo movimento. Più di millequattrocento  euro a notte. Le Terme di Saturnia e Cortina d’Ampezzo. Ora, però, eletto Deputato è caduto, come si dice dalle nostre parti “Mbasciafurtuna”. Il suo studio legale di Piazza Cairoli a Roma? Chiuso. Professore all’Università a Firenze? E’ in aspettativa.La dichiarazione dei redditi del Prof. Conte  ha scatenato la polemica politica. Si è fatto sentire finanche l’Ex Presidente del Consiglio Sen. Renzi, il quale, essendo il parlamentare più ricco, ha attaccato il Professore sui social:- Sono fiero di aver contribuito con più di un milione di euro alla vita della comunità. E non mi vergogno di pagare in un giorno il triplo di quello che Giuseppe Conte ha pagato in un anno-. Sapete, amici, quanto ha pagato di tasse Conte? Appena 1.776 euro.  Perso il posto di Presidente del Consiglio, eliminata la pochette che lo ha reso famoso, è finito in fondo alla classifica dei redditi dei parlamentari. E dichiara meno di un maestro elementare in pensione o di un tassista. E dire che nel 2018 aveva dichiarato un reddito lordo di 1.207.391 euro ( Unmilioneduecentosettemilatrecentonovantuno). Un reddito simile un operaio o un insegnante se lo possono soltanto sognare. Un crollo verticale. Nel breve volgere di un quinquennio è passato dall’apice della classifica all’ultimo posto.   E’ diventato povero all’improvviso. Incarna, poverino, la voce della classe media impoverita. Colpa del Governo di centro destra e della Sig.ra Meloni.                

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