Ecco cosa risponde il neo segretario del PD alla mia lettera con la quale gli chiedevo di intervenire su aspetti importanti della vita cittadina, di cui- certo- il lungomare è parte sostanziale.
Caro Giuseppe, viviamo un tempo in cui purtroppo i Partiti vedono depotenziata la loro capacità di farsi rappresentanti dei desideri, delle ansie, dei problemi, degli interessi della collettività. Hanno perso quella abilità di mobilitare le popolazioni che li caratterizzava un tempo, stentano a stimolare forme di partecipazione alla vita pubblica.
Quello che può apparire come mero avvilimento delle organizzazioni partitiche – il cui ruolo potrebbe, anche legittimamente, essere sostituito da altre forme associative – si traduce, invece, in una riduzione della tensione critica e in un minore controllo del proprio ambiente politico, ovvero della possibilità di partecipazione alle scelte politiche che governano la propria vita.
Una degenerazione che ha condotto all’affermazione di un modello culturale in cui i cittadini possono trovare addirittura difficoltà nell’orientarsi fra le categorie di bene e male, ovvero di ciò che è giusto e ciò che invece non lo è. Questo decadimento – che produce i suoi effetti anche in quella che in democrazia dovrebbe essere una naturale attitudine al confronto, al dibattito, alla ricerca di soluzioni condivise ai problemi – rappresenta una delle principali sofferenze della nostra società.
Viviamo una crisi, infatti, che prima che economica è di valori e di ideali.
Una premessa per me doverosa, altrimenti – temo – non si capirebbe bene il senso delle mie parole e – soprattutto – delle mie intenzioni. Chi, come me, crede ancora nei Partiti - e desidera restituire loro un ruolo ed una funzione pubblica - non può permettersi di non essere realista, ovvero di non sapere qual è la situazione di partenza.
Avrei, infatti, potuto esordire con frasi ad effetto e retoriche, con l’intento di esaltare il soggetto politico che mi pregio di rappresentare nella nostra città. Tuttavia, la verità è che anche il PD non è immune rispetto alla crisi ideale e valoriale che affligge il Paese.
Avverto la responsabilità della credibilità del PD di Amantea e per tale ragione so bene che la moralità è l’investimento più importante che noi tutti, che ci identifichiamo nei valori e nelle idee del Partito, siamo chiamati a fare. A pochi giorni dal Congresso, abbiamo avviato un processo organizzativo propedeutico all’azione politica. Un percorso fatto non da rigide strutture, bensì di sensibilizzazione alla partecipazione, al confronto, alla discussione, entro cui tutti coloro che lo desiderano possano realizzare il loro altruismo sociale ed occuparsi della “cura dell’altro”.
Proprio per tale ragione, non posso che salutare con entusiasmo il fatto che i cittadini si siano mobilitati per portare all’attenzione del dibattito pubblico questioni di interesse collettivo, qual è – nel nostro caso – la realizzazione del nuovo lungomare. Io stesso, più di una decina di anni fa, mi feci promotore – con l’allora gruppo dirigente della Sinistra Giovanile – di una petizione popolare (che superò le mille firme) per la realizzazione di una Mediateca.
Quando i cittadini avvertono il desiderio di partecipare è sempre un fatto positivo. Un momento di crescita in cui l’autoconsapevolezza diviene contributo al benessere collettivo.
Ritengo che la realizzazione del nuovo lungomare, con annessi gli indispensabili servizi, sia un’opera di importanza strategica per lo sviluppo del nostro territorio. Penso che gli effetti benefici, infatti, contaminerebbero l’intero sistema economico comprensoriale. Con quest’animo io stesso ho firmato la petizione del Comitato promotore.
Già due o tre anni fa, con un gruppo di cittadini, protocollammo una richiesta di interventi denunciando alcune situazioni di degrado presenti su spiaggia e struttura adiacente.
Non ne faccio solo un problema di vetrina, bensì di una più complessiva questione che concerne lo sviluppo del nostro territorio. Una riqualificazione strategica che deve – come necessario per tutte le opere importanti – essere oggetto di una seria ponderazione e valutazione.
Ho assistito con piacere – così come mi sono ripromesso di fare anche per le future sedute – al Consiglio Comunale tenutosi lo scorso giovedì. Per mia abitudine partecipo con l’orecchio sempre attento ad ascoltare le ragioni degli altri. Non mi sfugge il fatto che la convenienza all’indebitamento è tale soltanto se la redditività del capitale investito è superiore al costo del debito. Da quanto emerso dalla discussione, invece, ci si troverebbe dinnanzi a risorse prese a debito dal 2011 delle quali circa ottocento mila euro già restituite alla Cassa Depositi e Prestiti a fronte di un investimento pari a zero per l’economia di Amantea. In pratica un’operazione antieconomica.
Certo, sulle opere necessarie alla città si deve e si dovrà discutere in modo approfondito. Se l’intento è quello di aprire una stagione di crescita vera per la città e il comprensorio, perché mi pare che di sviluppo stiamo parlando, allora sarà necessario verificare tutte le leve della crescita endogena che non possono non tenere conto delle specificità del nostro territorio. In tal senso, la politica dovrà avere come orizzonte il lungo periodo, perché i grandi progetti di sviluppo, la modificazione delle caratteristiche di contesto, non seguono le tempistiche dei mandati elettorali. Non amo fare l’elenco delle cose da fare ma, se questo paese vuole sposare la crescita dovrà prima o poi porsi il problema di come ridare vita al centro storico, di come valorizzare i ritrovamenti dell’antica Temesa, dello sviluppo urbano, della sicurezza dei cittadini, della tutela dell’ambiente, dell’erogazione dei servizi, di come avere un mare limpido e cristallino.
Rilevo, comunque, l’impegno assunto per la realizzazione del nuovo lungomare da parte dell’Amministrazione durante l’ultimo Consiglio Comunale, con l’auspicio che si concretizzi il prima possibile; di conseguenza mi aspetto che venga data la giusta attenzione ad un’opera di grande rilevanza per la città e sulla quale si è giustamente creata una forte aspettativa nella nostra comunità.
Mi auguro che nel frattempo l’azione del Comitato non si esaurisca e che anzi contribuisca a promuovere una “discussione informata” sulla questione. Il nostro Partito sicuramente a ciò si dedicheràanche fungendo da stimolo – sempre nel rispetto dei ruoli e delle funzioni – verso l’operato dell’Amministrazione. Ritengo, infatti, fondamentale una riflessione, rispetto alla quale cercheremo l’indispensabile contributo di tecnici in materia, sulla necessità di opere di messa in sicurezza del lungomare da realizzare preventivamente allo stesso. Ma reputo di grande importanza anche una riflessione sulle caratteristiche che dovrà avere la struttura e su come forme di finanziamento, anche private, possano contribuire alla crescita della nostra città. Su tali aspetti il PD di Amantea si interrogherà e sarà aperto al contributo di quanti hanno a cuore la crescita del nostro territorio.
Il mio desiderio – ed il mio impegno sarà volto a tale scopo – è che il PD possa avere una funzione nodale nella società, agevolandone le capacità inclusive e svolgendo un ruolo di connessione tra le istituzioni e la società per dare un contributo alla crescita economica e civile.
Il PD che abbiamo in mente vuole farsi carico delle sofferenze dei singoli e dei problemi della collettività, non riducendo il suo compito a comitato elettorale. Vorrei potesse dare un contributo alla felicità delle persone e concorrere nel migliore dei modi a scrivere un pezzo di microstoria della nostra sofferente, eppur bella comunità.
Enzo”
Ringrazio Enzo per la sua articolata risposta, e mi riservo di offrire ulteriori elementi di approfondimento e di riflessione, al solo fine di reiniziare un percorso di partecipazione democratica e popolare che non sia soltanto occasionale.
E’ tempo- infatti- che il governo della cosa pubblica “ritorni”ai partiti e sia sempre più sottratto agli uomini che si spacciano per suoi rappresentanti e rappresentanti del popolo.
Auguri per questo difficile percorso che ti accingi a compiere.
Giuseppe Marchese