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Una "bomba" senza il rispetto delle normative

Più che un’isola ecologia era una bomba ecologica.

Ed infatti il 9 settembre scorso i carabinieri del Nucleo Ambiente di stanza alla Procura hanno proceduto al sequestro dell'area ubicata nel Comune di Pizzoni e trasformata in un'enorme discarica a cielo aperto.

Ed il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha convalidato il sequestro dell’Isola Ecologica di Pizzoni effettuato il 7 settembre scorso nell’ambito di un’inchiesta dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, aliquota “Ambiente”, della Procura di Vibo Valentia.

Un’area ritenuta anche dal giudice pericolosa e nociva, con una commistione di rifiuti ferrosi, plastica, cartone e apparecchiature elettroniche (computer, televisori e vecchi frigoriferi).

E poi il percolato, che al primo acquazzone dal canale di scolo rischia seriamente di finire nel torrente Cerasia.

Un’area di circa 500 metri quadri ubicata in località Zocchi e che vede l’architetto Giuseppe De Caria, responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Pizzoni, indagato per il reato di “deposito incontrollato di rifiuti” in area sottoposta a vincolo paesaggistico e per le violazioni di natura penale del testo unico ambientale.

In quella che doveva essere l’isola ecologica, i rifiuti da oltre un mese vengono infatti ammassati in maniera incontrollata, con buona pace della raccolta differenziata fatta dai cittadini e dei parametri e delle prescrizioni imposte dai decreti del Ministero dell’Ambiente.

La discarica, viene sottolineato anche dal gip, è stata realizzata attraverso un finanziamento della Regione Calabria ma risulta allo stato priva di impianto di illuminazione, di energia elettrica, dell’attrezzatura antincendio, dei servizi igienici, degli scarichi fognari e dell’impianto di trattamento delle acque di dilavamento.

“La libera disponibilità dell’area sequestrata – scrive il giudice – può aggravare le conseguenze del reato ovvero agevolare la commissione di altri in materia ambientale mediante la protrazione dell’uso della stessa e, dunque, la reiterazione della condotta di smaltimento abusivo con inquinamento del terreno e dell’area circostante.

L’indagato Giuseppe De Caria è stato nominato dal gip custode giudiziario.

L’attività investigativa dei carabinieri promette nuovi ed ulteriori sviluppi poiché mira ora ad accertare tutte le responsabilità del caso, ad iniziare dalla realizzazione dell’isola ecologica per proseguire sino all’attualità.

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Il pm della Procura chiede il processo anche per un avvocato e due medici ospedalieri. L’inchiesta condotta dai carabinieri diretti all’epoca da Nazzareno Lopreiato

Ancora truffe alle assicurazioni.

Ed infatti il pm di Vibo Valentia Concettina Iannazzo ha rinviato a processo 65 persone.

Diverse le accuse. Associazione a delinquere finalizzata alle truffe in danno di compagnie di assicurazione, falso materiale, falso ideologico in atti pubblici, corruzione di pubblici ufficiali, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falso materiale, falsa testimonianza.

Ora tocca al Gup, Lorenzo Barracco.

I fatto contestati si sono svolti dal 2007 sino al 2015.

L’inchiesta è stata condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo all’epoca diretta dal luogotenente Nazzareno Lopreiato, attualmente docente di materie giuridiche alla Scuola Allievi di Reggio Calabria ed in attesa di transitare nell’avvocatura.

Il reato di associazione a delinquere viene contestato a 9 indagati.

Come promotori ed organizzatori dell’associazione vengono indicati Domenicantonio Arena e Giovanni Battista Arena, rispettivamente di 42 e 32 anni, il primo di Paravati di Mileto, il secondo di San Calogero.

L’avvocato Giuseppe Santamaria, 41 anni, di Vibo Valentia, nella sua qualità di legale, è invece accusato di aver patrocinato le controversie giudiziarie che sarebbero insorte in correlazione ai falsi sinistri ideati e realizzati, a vario titolo, dai componenti dell’associazione.

Indagata con per il reato di associazione a delinquere pure Mylene Molina, 53 anni, di Tropea, che in qualità di medico ospedaliero in servizio all’ospedale di Tropea, avrebbe falsificato le certificazioni sanitarie attestanti false lesioni patite dai soggetti di volta in volta coinvolti nei falsi sinistri stradali.

Gli altri indagati per il reato di associazione a delinquere sono:Sarina Margherita Nicolaci, 46 anni, di Paravati; Maria Antonia Nicolaci, 50 anni, di Paravati; Maria Carmela Arena, 52 anni, di Mileto; Graziella Arena, 47 anni, di San Calogero; Aniello Pititto, 73 anni, di Mileto. A tali indagati vengono contestati pure altri reati-fine.

Falso materiale, falso ideologico in atti pubblici, corruzione di pubblici ufficiali, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falso materiale e falsa testimonianza sono invece gli altri reati, a vario titolo, contestati con la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Concettina Iannazzo. La data dell’udienza preliminare è stata fissata per il 25 gennaio 2018.

Questi tutti gli altri indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio:

Antonio Arena, 55 anni, di Paravati;

Celestino Arena, 71 anni, di San Calogero; 

Vincenzo Valente, 58 anni, di Vibo Valentia; 

Palma Paglianiti, 54 anni, di San Calogero; 

Domenico Solano, 59 anni, di San Calogero; 

Gessica Solano, 28 anni, di San Calogero; 

Antonio Marcello, 39 anni, di Mileto; 

Gaetano Arena, 47 anni, di Mileto; 

Antonio Barbieri, 36 anni, di Pannaconi di Cessaniti; 

Giuseppe Preiti, 42 anni, di San Calogero; 

Stefano Preiti, 26 anni, di San Calogero; 

Emanuela Currà, 40 anni, di San Calogero; 

Domenico Preiti, 34 anni, di San Calogero; 

Emanuele Gentile, 28 anni, di Rombiolo; 

Vincenzo Crudo, 26 anni, di Rombiolo; 

Michelle Baldo, 25 anni, di Rombiolo;

Pasqualina Ferraro, 58 anni, di Rombiolo; 

Rocco Durante, 37 anni, di Pizzo Calabro; 

Giuseppe Greco, 46 anni, di Pizzo; 

Pietro Greco, 55 anni, di San Calogero; 

Salvatore Barbieri, 72 anni, di Pannaconi di Cessaniti; 

Maria Concetta Mazzeo, 34 anni, di Paravati; 

Concetta Lucifero, 56 anni, di Pannaconi; 

Giacomo Streva, medico specialista ortopedico, 62 anni, di Tropea; 

Adriano Maccarone, 52 anni, di Rombiolo; 

Anna Maria Labate, 42 anni, di San Giovanni di Mileto; 

Giammaicol La Torre, 29 anni, di Tropea; 

Michela Candela, 32 anni, di San Costantino Calabro; 

Rosa Anna Mesiano, 56 anni, di San Costantino Calabro; 

Nicola Pititto, 38 anni, di Mileto; 

Pasqualina Pititto, 42 anni, di Mileto; 

Maria Catena Arena, 33 anni, di San Calogero;

Raffaele Sesto, 38 anni, di San Calogero; 

Stefano Ruoppoli, 50 anni, di San Nicolò di Ricadi; 

Melania Arcese, 47 anni, di San Nicolò di Ricadi; 

Salvatore Vitetta, 57 anni, di Tropea;

Domenico Sardanelli, 33 anni, di Pizzo; 

Antonella Valotta, 26 anni, di Pizzo; 

Vincenzo Crudo, 25 anni, di Triparni, frazione di Vibo Valentia; 

Leopoldo Marcello, 35 anni, di Mileto; 

Giuseppe De Vita, 41 anni, di San Calogero; 

Agostino Ventrici, 56 anni, di San Calogero; 

Domenico Ventrici, 36 anni, di Vibo Valentia; 

Tomas Ventrici, 30 anni, di San Calogero; 

Antonio Calabria, 39 anni, di San Calogero; 

Chiara Splendore, 25 anni, di Tropea; 

Giuseppe Marcello, 63 anni, di Paravati; 

Nicola Fiamingo, 52 anni, di Zungri; 

Norma Rosa Accorinti, 53 anni, di Zungri; 

Salvatore Pititto, 49 anni, di Mileto; 

Rocco Baldo, 46 anni, di Mileto;

Salvatore Fogliaro, 53 anni, di Paravati;

Antonio Zinnà, 35 anni, di Mileto; 

Raffaele Euticchio, 32 anni, nativo di Tropea ma residente a Perugia; 

Maria Anna De Vita, 49 anni, di Tropea; 

Giasmara La Torre, 25 anni, di Tropea.

Parti lese la Axa Assicurazioni, Unipol-Sai, società Cattolica, Alliance spa, Generali Italia, Fondiaria Assicurazioni spa, Milano assicurazioni.

Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Francesco Rombolà (che assiste 11 indagati fra cui i capi promotori della presunta associazione); Francesco Sabatino; Salvatore Sorbilli, Antonio Porcelli, Michele Accorinti, Michele Pagnotta, Antonio Maccarone, Mario Bagnato.

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della Guardia Costiera di Vibo.

Prosegue l’attività di vigilanza sul demanio marittimo condotta dalla Capitaneria di porto, con particolare attenzione durante la stagione balneare, ma, con costanza, anche nei periodi di minore affollamento delle spiagge come quello attuale.

Nella giornata di ieri, 14 settembre, gli uomini della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina e dell'Ufficio Locale Marittimo di Tropea, con l’ausilio del personale della Polizia municipale di Ricadi, hanno denunciato una persona che, sulla spiaggia di Grotticelle del comune di Ricadi, gestiva uno stabilimento balneare senza esservi autorizzata.

Il titolo legittimante l’occupazione dell’area demaniale marittima a ciò destinata, infatti, era stato revocato dal Comune di Ricadi lo scorso agosto, ma il gestore dell’attività continuava da allora a condurla, ignorando il provvedimento dell’Ente gestore.

Contestualmente alla denuncia all’Autorità Giudiziaria per il reato di abusiva occupazione di area demaniale marittima, i militari operanti hanno proceduto, inoltre, al sequestro di otto ombrelloni e venti tra lettini e sdraio.

Vibo 15 settembre 2017

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