
" Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
chesuccedenonermonno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili." Trilussa
Il Meridione, in generale, la Calabria, in particolare, non può farcela ad uscire da questa ormai atavica condizione, con un’imprenditoria che non ama e non fa cultura, che non apre alla società gli spazi dell’aggregazione civile e professionale: quanti fisici, matematici, chimici, ingegneri, architetti, informatici, designers, intellettuali, artisti e letterati, ecc. ecc., sono costretti ad emigrare se vogliono fare il loro mestiere ad un buon o massimo livello, ma finanche ad un livello decente?
Dalla consapevolezza che questa Regione, priva com’è di personaggi culturalmente, moralmente e politicamente irreprensibili; scaturisce il bisogno, forse , di cominciare a trarre delle conclusioni di progettazione e lotta per il prossimo futuro.
Rimanendo, così, nel mondo illusorio della propria indipendenza e autonomia, nella religiosa “speranza” che qualcosa cambierà. La sconfitta della “avidità” capitalista che, ovunque, subordina i più elementari diritti umani al profitto di pochi, deve essere colpita a morte:
“Poiché, se mai a’ giorni, a’ mesi, agli anni,
c’ho speso nel dolor, i’ son rivolto,
veggio esser nato per mia cruda sorte
solo a fiamme, sospir, lagrime e morte.” G. Vico
Quanto mai attuale oggi: un momento storico in cui il dilagare apparentemente senza limiti della speculazione finanziaria arriva a mettere in discussione la stessa sopravvivenza della specie umana sul pianeta Terra. Cosa necessitano giovani meridionali oggi, per comprendere la loro realtà, per trasformarla?
Innanzitutto, forse, sviluppare un’attività arbitraria di conflitto sociale senza riproporre l’irrigidimento di vecchie formule cristallizzate. Una lucida capacità non solo teorica in grado di affrontare non solo tutte le contraddizioni sociali, ma superare la mummificata concezione del “partito” che la classe lavoratrice si vedeva e si vede ancora costretta a difendere per feticismo statutario o per puro attaccamento inconscio alla vecchia bandiera.
Durante gli anni della mia gioventù il conflitto di classe, il contrasto tra interessi particolari e individuali (di classe) avveniva costantemente, sia esso tra datore di lavoro e lavoratore, tra ricco e povero, tra produttore e consumatore, tra venditore e compratore, dove ognuna delle due parti cercava di massimizzare il vantaggio proprio riducendo, di conseguenza, il vantaggio dell’altro.
Non bisogna confondere più il termine contrasto o conflitto con l’idea della violenza perché essa è solo un mezzo che può venire usato. Chi va per le strade a strombazzare che la lotta di classe va superata, dovrebbe anche spiegare con cosa vorrebbe vederla sostituita e soprattutto come poter giungere ad una società equa e sostenibile senza ricorrere al conflitto tra interessi contrastanti perché è ormai evidente che da quando la classe sfruttata – la classe che oggi tira avanti la società e a cui vengono sottratti i frutti del proprio lavoro e negati i diritti più elementari – ha smesso di lottare per se stessa, perdendo di fatto la coscienza e la solidarietà di classe, la classe dei dominanti è avanzata nei soprusi quotidiani e nell’accumulazione di capitale e potere.
“ E’ vero, la rivoluzione è violentissima, sanguinosa, come il parto, ma necessaria.” Norman Bethune.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.
COSENZA 18 marzo 2024 – I militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Scalea hanno posto sotto sequestro una opera edilizia in località “Vannefora” nel Comune di S.Nicola Arcella. Il sequestro è avvenuto a seguito di un controllo in un cantiere dove era stato realizzato un manufatto, con relativo sbancamento, in difformità del permesso di costruire come accertato dai rilievi effettuati sul posto. Inoltre la struttura era stata realizzata in zona sottoposta a vincolo idrogeologico e sismico in violazione ed in assenza della prescritta autorizzazione antisismica, Pertanto si è proceduto, in relazione ai reati contestati, al sequestro penale del manufatto e al deferimento del committente dei lavori, della ditta esecutrice dei lavori e del suo tecnico/progettista. Sempre il Nucleo di Scalea nei giorni scorsi ha deferito un uomo di Santa Maria del Cedro per abbandono e combustione illecita di rifiuti. I militari attirati dal fumo intenso proveniente da un terreno privato in località “Rispaldo” del comune di Santa Maria del Cedro (cs) accertavano la presenza del proprietario intento ad immettere rifiuti quale materiale plastico e polistirolo su un cumulo già preesistente che bruciava. Si è prontamente contestato l’operato dell’uomo intimando allo stesso di spegnere le fiamme. Da una verifica del terreno di sua proprietà sono stati rinvenuti abbandonati su suolo nudo anche diversi cumuli di rifiuti, quali piastrelle, materiale plastico, calcinacci, elementi in ferro e alluminio.
Passata la sbornia delle elezioni in Sardegna e della vittoria al fotofinish dell’On. Todde, oggi ci occupiamo dell’occupazione studentesca del famoso Liceo Parini di Milano e dell’ombrellata data sulla testa di uno studente da parte di un professore che voleva a tutti i costi entrare in classe, ma che gli studenti gli hanno impedito con la forza di entrare. Non si può entrare. Qui non si passa. La scuola è occupata. Comandiamo noi. Gli altri dovranno ubbidire. Anche Massimo Gramellini nella sua rubrica “Il Caffè” sul Corriere della sera ha scritto:- A scuola con l’ombrello-. Ah, l’ombrello, ma noi lo usiamo quando piove per ripararci dalla pioggia, invece un professore milanese l’ha usato per picchiare gli studenti del Liceo Parini che protestavano pacificamente usando fumogeni e che avevano occupato la scuola e impedivano a chiunque di entrare in classe. Lo avevano deciso la mattina presto: Nessuno doveva entrare in classe. Lo studente che ha subito l’ombrellata non si è fatto niente. E paragonare l’uso dell’ombrello da parte di un solo professore con le manganellate della polizia a Pisa e a Firenze mi pare un po’ esagerato. Ma il Prof. non doveva usare l’ombrello. Questo è pur vero. Ha esagerato un poco. A scuola si usano solo libri, penne e calamai. E’ accusato: E’ uscito dal suo ruolo. Ma il Prof. voleva entrare a scuola come faceva tutte le mattine. Era un suo diritto. Ma i ragazzi che erano all’ingresso gli hanno sbarrato la strada. Il Prof. non era stressato. Gli studenti non l’avevano deriso o contestato. Non c’entra se la paga del Prof. è una miseria. Gramellini ha così commentato l’episodio:- Se l’insegnante esce dai gangheri esce anche dal suo ruolo-. Ma il Prof. voleva solo entrare in classe. Era o non era un suo diritto? E allora perché criticarlo. Gli studenti, anche se pacificamente, gli hanno impedito di esercitare un suo diritto. L’ombrellata è solo un banale episodio. Ma cosa chiedevano gli studenti e perché protestavano: Cessate il fuoco a Gaza. Manifestazione a favore della Palestina. Proteste contro l’uso dei manganelli da parte della polizia. Supporto ai 18 studenti feriti negli scontri. Critica alla Meloni e al Ministro Valditara. Ma io dico e confermo: Gli studenti hanno la massima libertà di protestare e criticare chiunque, anche il Presidente del Consiglio, però non hanno nessun diritto di occupare un edificio pubblico e di impedire con la forza e la violenza a compagni e professori, che non aderiscono alla protesta, di entrare in classe. Meno male che non ci sono stati feriti, solo un’ombrellata. Non ci sono state manganellate, nessuno ha chiamato il 118, nessuna ambulanza è arrivata. Il gesto del Prof. sta facendo, però, discutere.